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  1. #1
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    Predefinito Minacce a medici e infermieri: l'ospedale in ostaggio dei rom






    Sono lì da un mese e più. "Fanno il bello e il cattivo tempo", racconta sconvolta una fonte dell'azienda sanitaria che chiede l'anonimato. "Richiedono prestazioni inutili, alzano la voce, ci minacciano. Una situazione assurda".

    L'incubo inizia a settembre, quando i nomadi si riversano sui divanetti del reparto per stare al fianco di un parente ammalato. Niente di strano, se non fosse per i disagi creati in corsia. "Una roba senza un minimo di igiene - spiega la fonte - Sono venuti anche con i bambini che andavano in giro con bici e monopattini lungo i corridoi". I dipendenti dell'ospedale all'inizio fanno buon viso a cattivo gioco, poi la situazione "sfugge di mano". Soprattutto di notte. "Una parte se ne sta nella stanza con il paziente, mentre gli altri si accampano sui divanetti a dormire". Le regole del nesocomio prevedono, o forse prevederebbero, orari di visita ben precisi: dalle 14 alle 21 nei giorni sia feriali che festivi. Ma le norme a quanto pare non valgono per i rom: "Gli infermieri sono stati costretti più volte a fornire cuscini e lenzuola ai componenti della famiglia che si fermavano per la notte". Inutile la richiesta di intervento rivolta ai sorveglianti, che in un'occasione si sono limitati a dire ai paramedici di mettersi l'anima in pace perché "conoscete la situazione, non possiamo fare altro".



    La "situazione ingestibile" ha obbligato personale infermieristico, operatori e dipendenti dell'ospedale a chiedere "sostengo, supporto e interventi migliorativi". In una mail inviata dalla caposala ai vertici dell'ospedale emerge tutta la frustrazione per i disagi provocati dai nomadi. "Sino all'una di notte - si legge nella missiva che ilGiornale.it ha potuto leggere in esclusiva - vi è stato un via vai di trenta-quaranta persone in visita al paziente, recando estremo disturbo ai degenti ricoverati nelle altre stanze". Una lettera di fuoco in cui si parla anche dei bagni per i visitatori "lasciati in condizioni disdicevoli" e dell'incapacità di "garantire la giusta tranquillità e il riposo da oltre tre settimane".

    A fare le spese della "prepotenza dei rom" sono stati soprattutto i medici del reparto oncologico."Tre dottori sono stati esonerati dalle guardie notturne - spiega la fonte - perché i nomadi erano convinti ci fosse stato un ritardo nell'inizio della terapia". La stanza di degenza è stata interamente dedicata ai rom, visto che "non era possibile lasciare un altro paziente lì con loro". Anche la gestione delle cure è stato motivo di scontro con gli specialisti, costretti a realizzare esami e cure "che non avremmo somministrato a nessun altro in fase terminale". Si parla di inutili trasfusioni di piastrine fino alla richiesta di dare il via ad un inefficace trapianto di fegato. Il malato, peraltro, poteva essere trasferito altrove visto che non c'era più nulla da fare. E invece "il suo posto è rimasto occupato" quando "un'altra persona magari ne avrebbe avuto davvero bisogno".

    "Loro hanno questo modo di fare - continua l'operatore - ti dicono in malo modo cosa secondo loro devi fare, quali esami eseguire e quando. Ti si avvicinano a tanto così dal volto, alzano la voce e ti senti veramente tremare dalla paura".

    Lunedì pomeriggio la paziente è deceduta. Responsabili e medici dell'oncologico temevano il peggio, che per fortuna non si è verificato. A trovarla in ospedale sono arrivati anche parenti agli arresti domiciliari. Per carità, tutto legittimo. Resta però quel mese di "tensioni e paure" in cui non sono mancate le intimidazioni. "Uno di loro mi ha preso a braccetto e mi ha accompagnato lungo i corridoi dell'ospedale - conclude la fonte - Poi mi ha detto: 'Vede quanti siamo qua? Se succede qualcosa alla sua paziente, veniamo in tanti e facciamo un casino. Perché noi non abbiamo paura della polizia'".

    Minacce a medici e infermieri: l'ospedale in ostaggio dei rom - IlGiornale.it



    Che bella etnia, grazie alla sinistra per ricordarci quanto siamo uguali a loro

  2. #2
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    Predefinito Minacce a medici e infermieri: l'ospedale in ostaggio dei rom






    Sono lì da un mese e più. "Fanno il bello e il cattivo tempo", racconta sconvolta una fonte dell'azienda sanitaria che chiede l'anonimato. "Richiedono prestazioni inutili, alzano la voce, ci minacciano. Una situazione assurda".

    L'incubo inizia a settembre, quando i nomadi si riversano sui divanetti del reparto per stare al fianco di un parente ammalato. Niente di strano, se non fosse per i disagi creati in corsia. "Una roba senza un minimo di igiene - spiega la fonte - Sono venuti anche con i bambini che andavano in giro con bici e monopattini lungo i corridoi". I dipendenti dell'ospedale all'inizio fanno buon viso a cattivo gioco, poi la situazione "sfugge di mano". Soprattutto di notte. "Una parte se ne sta nella stanza con il paziente, mentre gli altri si accampano sui divanetti a dormire". Le regole del nesocomio prevedono, o forse prevederebbero, orari di visita ben precisi: dalle 14 alle 21 nei giorni sia feriali che festivi. Ma le norme a quanto pare non valgono per i rom: "Gli infermieri sono stati costretti più volte a fornire cuscini e lenzuola ai componenti della famiglia che si fermavano per la notte". Inutile la richiesta di intervento rivolta ai sorveglianti, che in un'occasione si sono limitati a dire ai paramedici di mettersi l'anima in pace perché "conoscete la situazione, non possiamo fare altro".



    La "situazione ingestibile" ha obbligato personale infermieristico, operatori e dipendenti dell'ospedale a chiedere "sostengo, supporto e interventi migliorativi". In una mail inviata dalla caposala ai vertici dell'ospedale emerge tutta la frustrazione per i disagi provocati dai nomadi. "Sino all'una di notte - si legge nella missiva che ilGiornale.it ha potuto leggere in esclusiva - vi è stato un via vai di trenta-quaranta persone in visita al paziente, recando estremo disturbo ai degenti ricoverati nelle altre stanze". Una lettera di fuoco in cui si parla anche dei bagni per i visitatori "lasciati in condizioni disdicevoli" e dell'incapacità di "garantire la giusta tranquillità e il riposo da oltre tre settimane".

    A fare le spese della "prepotenza dei rom" sono stati soprattutto i medici del reparto oncologico."Tre dottori sono stati esonerati dalle guardie notturne - spiega la fonte - perché i nomadi erano convinti ci fosse stato un ritardo nell'inizio della terapia". La stanza di degenza è stata interamente dedicata ai rom, visto che "non era possibile lasciare un altro paziente lì con loro". Anche la gestione delle cure è stato motivo di scontro con gli specialisti, costretti a realizzare esami e cure "che non avremmo somministrato a nessun altro in fase terminale". Si parla di inutili trasfusioni di piastrine fino alla richiesta di dare il via ad un inefficace trapianto di fegato. Il malato, peraltro, poteva essere trasferito altrove visto che non c'era più nulla da fare. E invece "il suo posto è rimasto occupato" quando "un'altra persona magari ne avrebbe avuto davvero bisogno".

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    Lunedì pomeriggio la paziente è deceduta. Responsabili e medici dell'oncologico temevano il peggio, che per fortuna non si è verificato. A trovarla in ospedale sono arrivati anche parenti agli arresti domiciliari. Per carità, tutto legittimo. Resta però quel mese di "tensioni e paure" in cui non sono mancate le intimidazioni. "Uno di loro mi ha preso a braccetto e mi ha accompagnato lungo i corridoi dell'ospedale - conclude la fonte - Poi mi ha detto: 'Vede quanti siamo qua? Se succede qualcosa alla sua paziente, veniamo in tanti e facciamo un casino. Perché noi non abbiamo paura della polizia'".

    Minacce a medici e infermieri: l'ospedale in ostaggio dei rom - IlGiornale.it



    Che belle persone, accogliamole e non discriminiamole.

  3. #3
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    Predefinito Re: Minacce a medici e infermieri: l'ospedale in ostaggio dei rom

    L'ospedale è in ostaggio perché è lo Stato che gestisce l'ospedale che vuole sia così.
    A parte che non capisco del perché il sindaco non faccia un cazzo ma sicuramente è del classico partito akkoglinistico, per il resto non vedo del perché i cittadini allogeni non venga dato loro un bel daspo ed a quelli italiani perché non debba essere fornito obbligatoriamente e forzatamente un triennio in un ottimo camping all'isola di Capraia dove ci sono solo loro ed i ratti.
    "La Gloria non la cerco per me stesso ma per la mia Nazione" (22gradi)

  4. #4
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    Predefinito Re: Minacce a medici e infermieri: l'ospedale in ostaggio dei rom

    Medici, psicologi, psichiatri, infermieri sono corrotti o estorti dalla criminalità organizzata per avere informazioni dei pazienti, hanno i telefoni hackerati come microfoni...

    Questa mattina un mio clone ne ha sgamato uno, psichiatra.

    Vengono commessi anche omicidi, prescrizioni e false cure per guadagnare mazzette poi versate ai crminali.

    Situazione che si normalizzerà con l’eliminazione del falllito satana in terra messina denaro e combriccola indemoniata.

  5. #5
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    Predefinito Re: Minacce a medici e infermieri: l'ospedale in ostaggio dei rom

    Per i rom figli di satana, zizzania in terra energie rinnovabili o isole nel futuro.

    La storia per molti è già scritta ed è irreversibile.

  6. #6
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    Predefinito Re: Minacce a medici e infermieri: l'ospedale in ostaggio dei rom

    Chi si lamenta è uno sporco razzista, brutti razzisti che giudicano in base al colore della pelle!!!
    È un vanto essere ignorati da utenti di livello 0.

    Agli euradical snob antifà che danno del lei per sottolineare la distanza dal ceto del popolino rispondo con un voi (come usava quando c'era LVI) così imparano. Gradassi avvisati mezzi salvati.

  7. #7
    Eurofobo/mainstreamofobo
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    Predefinito Re: Minacce a medici e infermieri: l'ospedale in ostaggio dei rom

    Scusami @AS2 perché hai aperto la discussione anche in Fondoscala? Credevo avessero cancellato il mio post battuta. Spero le unifichino...
    È un vanto essere ignorati da utenti di livello 0.

    Agli euradical snob antifà che danno del lei per sottolineare la distanza dal ceto del popolino rispondo con un voi (come usava quando c'era LVI) così imparano. Gradassi avvisati mezzi salvati.

  8. #8
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    Predefinito Re: Minacce a medici e infermieri: l'ospedale in ostaggio dei rom

    Citazione Originariamente Scritto da AS2 Visualizza Messaggio





    Sono lì da un mese e più. "Fanno il bello e il cattivo tempo", racconta sconvolta una fonte dell'azienda sanitaria che chiede l'anonimato. "Richiedono prestazioni inutili, alzano la voce, ci minacciano. Una situazione assurda".

    L'incubo inizia a settembre, quando i nomadi si riversano sui divanetti del reparto per stare al fianco di un parente ammalato. Niente di strano, se non fosse per i disagi creati in corsia. "Una roba senza un minimo di igiene - spiega la fonte - Sono venuti anche con i bambini che andavano in giro con bici e monopattini lungo i corridoi". I dipendenti dell'ospedale all'inizio fanno buon viso a cattivo gioco, poi la situazione "sfugge di mano". Soprattutto di notte. "Una parte se ne sta nella stanza con il paziente, mentre gli altri si accampano sui divanetti a dormire". Le regole del nesocomio prevedono, o forse prevederebbero, orari di visita ben precisi: dalle 14 alle 21 nei giorni sia feriali che festivi. Ma le norme a quanto pare non valgono per i rom: "Gli infermieri sono stati costretti più volte a fornire cuscini e lenzuola ai componenti della famiglia che si fermavano per la notte". Inutile la richiesta di intervento rivolta ai sorveglianti, che in un'occasione si sono limitati a dire ai paramedici di mettersi l'anima in pace perché "conoscete la situazione, non possiamo fare altro".



    La "situazione ingestibile" ha obbligato personale infermieristico, operatori e dipendenti dell'ospedale a chiedere "sostengo, supporto e interventi migliorativi". In una mail inviata dalla caposala ai vertici dell'ospedale emerge tutta la frustrazione per i disagi provocati dai nomadi. "Sino all'una di notte - si legge nella missiva che ilGiornale.it ha potuto leggere in esclusiva - vi è stato un via vai di trenta-quaranta persone in visita al paziente, recando estremo disturbo ai degenti ricoverati nelle altre stanze". Una lettera di fuoco in cui si parla anche dei bagni per i visitatori "lasciati in condizioni disdicevoli" e dell'incapacità di "garantire la giusta tranquillità e il riposo da oltre tre settimane".

    A fare le spese della "prepotenza dei rom" sono stati soprattutto i medici del reparto oncologico."Tre dottori sono stati esonerati dalle guardie notturne - spiega la fonte - perché i nomadi erano convinti ci fosse stato un ritardo nell'inizio della terapia". La stanza di degenza è stata interamente dedicata ai rom, visto che "non era possibile lasciare un altro paziente lì con loro". Anche la gestione delle cure è stato motivo di scontro con gli specialisti, costretti a realizzare esami e cure "che non avremmo somministrato a nessun altro in fase terminale". Si parla di inutili trasfusioni di piastrine fino alla richiesta di dare il via ad un inefficace trapianto di fegato. Il malato, peraltro, poteva essere trasferito altrove visto che non c'era più nulla da fare. E invece "il suo posto è rimasto occupato" quando "un'altra persona magari ne avrebbe avuto davvero bisogno".

    "Loro hanno questo modo di fare - continua l'operatore - ti dicono in malo modo cosa secondo loro devi fare, quali esami eseguire e quando. Ti si avvicinano a tanto così dal volto, alzano la voce e ti senti veramente tremare dalla paura".

    Lunedì pomeriggio la paziente è deceduta. Responsabili e medici dell'oncologico temevano il peggio, che per fortuna non si è verificato. A trovarla in ospedale sono arrivati anche parenti agli arresti domiciliari. Per carità, tutto legittimo. Resta però quel mese di "tensioni e paure" in cui non sono mancate le intimidazioni. "Uno di loro mi ha preso a braccetto e mi ha accompagnato lungo i corridoi dell'ospedale - conclude la fonte - Poi mi ha detto: 'Vede quanti siamo qua? Se succede qualcosa alla sua paziente, veniamo in tanti e facciamo un casino. Perché noi non abbiamo paura della polizia'".

    Minacce a medici e infermieri: l'ospedale in ostaggio dei rom - IlGiornale.it



    Che belle persone, accogliamole e non discriminiamole.
    Che non siano belle persone è una cosa arcinota ; il problema è che questo fatto appare talmente distopico da sembrare irreale.

    Sinceramente sembrerebbe impossibile una simile gestione del nosocomio in questione, sia da parte della dirigenza che soprattutto da parte dell'ordine pubblico.


    Comunque, non ho scritto al condizionale per niente.

    Saranno passati 15 anni buoni, eravamo ancora con 2 ospedali vecchi (che funzionavano, non al top, ma abbastanza bene) al posto di 1 "nuovissimo" (che oltre a non funzionare, è un autentico cesso) ; mia madre (buonanima), era allora ricoverata in medicina.Due stanze dopo la sua, era ricoverata una signora ancora giovane, con problemi di medicina interna, ma anche affetta da un esaurimento nervoso ; sua compragna di letto, una ROM.

    1) Famiglia sempre presente a qualsiasi orario ; solo la notte a furia di strillate da parte delle infermiere (allora c'erano ancora quelle che ti mettevano i riga in 5 secondi) se ne andavanofuori dai coglioni.
    2) Dieci nella stanza al posto di 2/3 in totale ; compresi bambini che giocavano e strillavano (come normale).
    3) Nonostante le CIVILI proteste dei parenti della signora affetta da esaurimento, un cazzo di niente da fare ; comandavano loro.

    Alcuni ragazzini (sporchi e puzzolenti come capre, come da routine), si accampavano per i corridoi a volte FUMANDO e chiassando come se fossero in piazza ; spesso si facevano un giro per le stanze delle altre degenti (compresa quella di mia madre e delle altre ricoverate sue compagne di stanza) e FRUGAVANO (o tentavano) in cassetti ed armadietti....oltre a dover pensare a guarire dovevano in pratica guardarsi le spalle a vicenda.
    Molti, giovani e meno giovani, erano anche mezzi ubriachi ; sinceramente il ricordo della loro puzza di sudore rancido, accorpata a quello della birra era qualcosa che si avvicinava tremendamente alla decomposizione.

    Protestai e parlai anch'io, sempre civilmente, con infermieri, medici per via della situazione palesemente fuori controllo...nulla.Solo rabbia da parte degli infermeri e rassegnazione da parte dei medici...tranne UNO che li cacciava fuori dai coglioni senza problemi e li mandava fuori anche a spintoni - puntualmente accusato di razzismo dagli stronzi - ....venne messo in ferie.

    Allo sbotto definitivo del marito della signora in stato depressivo (nel frattempo si era ovviamente aggravata), l'unica cosa fu il cambiarle la stanza - dato che minacciò di buttarsi dalla finestra perchè le era di fatto IMPOSSIBILE riposare giorno e parte della notte - con tante scuse da parte del primario.
    L'unica fu, da parte mia e di altri parenti dei degenti, chiamare i Carabinieri e denunciare il fatto per 3 volte ; minacciammo di querelare ospedale e primario, telefonai ad un amico del quotidiano locale e si finì anche sul giornale....il giorno dopo sparirono loro e la loro ammalata, trasferita salcazzo dove.



    Questo pistolotto per dire, che manca totalmente auutorità regole e quindi civiltà....Manca un fattore ESSENZIALE per come la vedo io :

    Ordine.

    Senza Ordine, regole, rispetto degli altri ed in caso un'autorità legalmente riconosciuta che fa rispettare tale regole, TUTTO frana ed implode.

    Non è possibile che un gruppo di persone, a presindere dall'etnia di appartenenza decida il bello ed il cattivo tempo, con arroganza e prevaricazione, in qualsiasi ambito sia esso pubblico che privato SENZA che l'autorità costituita intervenga per porvi rimedio....cioè, è divenuto "possibile", perchè probabilmente si lascia correre come se il semplice chiedere che regole e protocolli vengano rispettati (e non tanto alla lettera, ma sempre con educazione e rispetto) venga ritenuto un "atto di razzismo" ed "incomprensione culturale" inaccettabile.

    Stiamo assistendo sempre più in maniera esponenziale al crollo della civilità che abbiamo impiegato secoli per ottenere...questo è solo UN pezzo del mosaico ci macherebbe....ma è sempre un pezzo importante che guarda a caso, NON va a colpire il borghesucolo di merda che se ne strafotte perchè può permettersi anche un ricovero privato ; va a finire addosso sempre ai noi poveracci, che paghiamo per usufruire di un servizio essenziale ANCHE per chi non può permetterselo (e questo mi va benissimo) ; ma oltre a pagare le cure per questi esseri inutili, saprofitici, dannosi e malvagi, sopportare anche tali livelli di prevaricazione, maleducazione, arroganza e cattiveria, mi sembra INTOLLERABILE.


    Secondo me, o la politica trova un sistema per raddrizzare queste 8ed altre) storture, oppure si finirà entro breve con il farsi giustizia da soli.
    « Il popolo non crede ai cultori delle cedole bancarie.Crede all'azione, a chi gli indica le vie del destino.Crede soprattutto a chi gli aprirà le strade vere della giustizia sociale. » Filippo Corridoni
    « Nec spe nec metu » Isabella d'Este

  9. #9
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    Predefinito Re: Minacce a medici e infermieri: l'ospedale in ostaggio dei rom

    La grande cultura rom...

  10. #10
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    Predefinito Re: Minacce a medici e infermieri: l'ospedale in ostaggio dei rom

    Non solo dobbiamo curare gratis i loro malati che non hanno mai pagato una tassa e, di sicuro, non pagano le prestazioni, dobbiamo anche sollazzare decine di loro parenti.

 

 
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