È passata quasi una settimana dal Consiglio dei ministri che ha approvato «salvo intese» la legge di bilancio e il decreto fisco, e la manovra è ancora in alto mare. Tra veti incrociati e altolà che dividono la maggioranza, a fare pressing sul premier sono il leader di Italia viva Matteo Renzi ma soprattutto il capo politico M5S, Giuseppe Di Maio, che ha mobilitato la comunicazione pentastellata per fare "fuoco amico" sul premier. L'ultimatum lanciato a Giuseppe Conte via Facebook in vista del vertice di governo in agenda il 21 ottobre rilancia così tre proposte «imprescindibili» da inserire nella legge di bilancio: «O si fanno o non esiste la manovra».

La prima misura «imprescindibile», spiega Di Maio da Matera dove partecipa alla presentazione del Padiglione italiano per l'Expo 2020 a Dubai, è il carcere agli evasori e la confisca per sproporzione ai grandi evasori fiscali. «Significa che chi evade più di 100mila euro all'anno verrà punito seriamente con il carcere e bisogna confiscargli più di quanto ha evaso». chiarisce il ministro degli Esteri pentastellato. Secondo punto: interventi per la riduzione delle commissioni bancarie richieste ai commercianti per Pos e carta di credito. «Per me vanno bene le multe ai commercianti che non utilizzano il Pos, ma se gli abbattiamo i costi del Pos, i costi delle carte, perché altrimenti rischiamo di trovarci in una situazione in cui introduciamo una nuova tassa per i commercianti, non una multa».

Il terzo punto riguarda il carico fiscale sulle partite Iva: «Per noi l'importante è che continuino a pagare solo il 15% di tasse, cosa che non è così, in questa manovra gli si alzano le tasse», conclude.

«Non c'è nessun ultimatum contro un ultimatum. Io credo soltanto che bisogna fare in modo che in questo governo ci sia meno nervosismo, meno prese di posizione dure e mettere al centro le persone e non le proprie opinioni», ha poi commentato Di Maio, riferendosi alle parole pronunciate dal premier in visita all'Eurochocolate a Perugia («chi non fa squadra è fuori da governo»). «I toni "o si fa così o si va a casa" fanno del male al Paese, fanno del male al governo: in politica si ascolta la prima forza politica che è il M5s, perché se va a casa il M5s è difficile che possa esistere ancora una coalizione di governo», ha cponcluso il leader M5S.
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