Senza l'aiuto dello Stato "che qui ha abdicato",
"la nostra comunità farà la fine degli indiani d'America. Morirà sotto il peso dell'immigrazione". Lo ha dichiarato Antonio Scalzone, sindaco di Castel Volturno in occasione dell'inaugurazione della scultura commemorativa della strage degli immigrati del 18 settembre 2008, avvenuta stamani. Un'occasione che ha visto il primo cittadino del comune del litorale domiziano al centro di una polemica perché contrario all'iniziativa
"E' una celebrazione incauta - sostiene Scalzone - perché rischia di ricordare persone che forse non erano innocenti. Mostro rispetto dinanzi alla morte ma, da quanto emerge dalle indagini dei carabinieri, tra quei morti ci potrebbero essere anche degli spacciatori".
Poi Scalzone invoca con forza l'applicazione delle leggi e i controlli sulla presenza dei clandestini sul territorio: "
Chiedo allo Stato la loro l'espulsione, :giagia: così come dispone la legge: non è possibile concedere il permesso di soggiorno a 10-15mila immigrati perché questo significherebbe destinare i cittadini castellani a fare la stessa fine degli indiani d'America".
Non è una questione razziale, sottolinea il sindaco di Castel Volturno: "Qui i neri sono di casa a cominciare da quelli delle basi Nato, anche se venissero 15mila svedesi il problema sarebbe lo stesso. Un esempio su tutti? La spazzatura che produce Castel Volturno - dice - è pari a quella di una cittadina da 70mila abitanti, pagando per lo smaltimento circa 8 milioni di euro. Il Comune, però, dalle tasse ne riesce a incassare soltanto 3,5 milioni".
L'integrazione tra la mia comunità e gli extracomunitari a Castel Volturno è uguale a zero e chi sostiene il contrario mente, dice Scalzone che a testimonianza di quanto afferma chiama la cronaca di tutti i giorni: "non fa altro che parlare di spacciatori, prostituzione e malaffare".
"Se lo Stato non farà sentire la sua azione, - evidenzia il primo cittadino del centro del litorale domiziano - Castel Volturno morirà sotto il peso dell'immigrazione. Finora su questo territorio lo Stato ha abdicato. Io stesso lascerò Castel Volturno e chiederò ai miei concittadini di fare lo stesso se presto non sarà fatto qualcosa per noi". Poi un auspicio: "Spero soltanto che stamattina non si sia posta solo una lapide per ricordare una banda di criminali, significherebbe che, ancora una volta, lo Stato è stato aggirato".
A due anni dalla strage degli immigrati a Castel Volturno (Caserta) per mano dell'ala stragista dei Casalesi di Giuseppe Setola, è polemica nel centro del litorale domiziano tra il sindaco Antonio Scalzone e i movimenti dei migranti e dei rifugiati. Pietra dello scandalo una scultura commemorativa inaugurata oggi sul luogo della strage malgrado il divieto imposto dal primo cittadino. Dinanzi la sartoria "Ob Ob exotic fashions", in quel tragico 18 settembre del 2008, trovarono la morte 6 immigrati.
Secondo i movimenti, per i quali la scultura rappresenta la lotta al razzismo e alla camorra, è "inaccettabile" la posizione assunta da Scalzone che, nei giorni scorsi, ha definito "improbabile", l'allocazione della scultura e invitato le associazioni "a rinunciare nell'intento, probabilmente, di ricordare bande criminali".
Nello scorso mese di agosto, in una lettera inviata al ministro dell'Interno Roberto Maroni, Scalzone
ha chiesto un intervento contro i gruppi criminali extracomunitari, in particolare quello nigeriano, "che taglieggiano i loro connazionali e che controllano il traffico della prostituzione e lo sfruttamento, il traffico di droga internazionale che parte proprio da Castel Volturno".
"Fu una strage di innocenti - ribadiscono con forza i movimenti - dove per la prima volta agli assassini viene contestata l'aggravante dell'odio razziale. La camorra voleva mostrare la sua ferocia al fine di sottomettere e terrorizzare l'intera comunità africana". "Kwadwo Owusu Wiafe, Ibrahim Alhaji, Karim Yakubu (Awanga), Kuame Antwi Julius Francis, Justice Sonny Abu, Eric Affun Yeboah, non sono morti invano e la loro memoria ci rende più forti e determinati nelle nostre lotte", scrivono gli immigrati che sottolineano d'essere gli unici promotori di "una scultura simbolo di fratellanza che li ricorderà colmando un colpevole vuoto istituzionale e le 'dimenticanzè delle varie amministrazioni succedutesi su questo territorio nell'onorare degnamente le vittime della strage".
I movimenti degli immigrati, infatti, si chiedono "come sia possibile che a due anni di distanza tra la camorra più spietata da una parte e le vittime innocenti dall'altra, il sindaco Scalzone ancora rinunci a schierarsi dalla parte delle vittime. Dopo la strage nulla è cambiato: i migranti continuano a essere facili bersagli, a essere sfruttati nelle campagne e nell'edilizia, le forze dell'ordine continuano a fermare lavoratori alle 4 di mattina alle rotonde o negli autobus scambiando le vittime dello sfruttamento con i criminali, ottenere il permesso di soggiorno diventa sempre più complicato e difficile"
Castel Volturno: l'allarme del sindaco 'Faremo la fine degli indiani di America' - Napoli - Repubblica.it