Il piatto della sanità è molto ricco, ma lo è per pochi. L’unica cosa certa è che a pagare sono sempre i cittadini e gli operatori sanitari più prossimi al paziente.
Con una atto scritto in agosto, la Giunta Ceriscioli ha attribuito una consistente quantità di denaro a otto case di cura e, tra queste, alcune beneficeranno di cifre considerevoli.
I beneficiari sono le Case di cura Villa Igea (AN), Villa Serena (AN) dell’Area Vasta 2, Villa dei Pini (MC) e Marchetti (MC) dell’Area Vasta 3, Villa Verde (FM), Villa Anna, Villa San Marco (AP), Stella Maris di San Benedetto (AP) delle Area Vasta 4 e 5.
Che dire, facile fare impresa quando si parte da un fatturato assicurato ogni anno e sei anche garantito dal fallimento; ma qui la garanzia sono i soldi dei cittadini che li versano con le tasse.
Ma le ‘curiosità’ trovate nei documenti della Regione non sono finite.
Alla Casa di Cura Stella Maris di San Benedetto è stato riservato un ulteriore trattamento speciale molto vantaggioso. Questa società, come riporta lo stesso DRG, è soggetta a procedura fallimentare. Ma la Giunta Regionale ha deciso di salvarla destinandogli ulteriori soldi pubblici, come evidenzia la tabella seguente:
Perché Ceriscioli ha deciso di deviare denaro pubblico, per salvare dalla procedura fallimentare questa casa di Cura privata? Per salvaguardare i livelli occupazionali come scritto nello stesso DRG? E allora perché non offrire analogo sostegno a tutte le aziende private che si trovano nella stesse condizione, se è questa la prassi decisa dalla Giunta guidata da Ceriscioli? E perché non destinare questi soldi alle strutture sanitarie pubbliche?
Va anche sottolineato un’ulteriore disparità di trattamenti tra le varie Case della Salute, perché quelle facenti parte delle Aree Vaste (AV) 4 e 5, beneficiano di molte più risorse finanziarie per 13,8 milioni di Euro.
Ma perche l’AV 4 e 5 sembra avere più appeal su Ceriscioli? Un po’ di pazienza, prima occorre introdurre un altro tassello.
L’ Ospedale di Sassocorvaro (in Provincia di Pesaro e Urbino) è stato trasformato anni fa in ospedale di Comunità. Il Governatore Ceriscoli, nella stessa struttura, ha poi però autorizzato la nascita della Casa di Cura ‘Villa Montefeltro’ affidandogli in convezione 12 posti letto di day surgery. In seguito iniziano una serie di documenti regionali che, a piccoli passi, fanno crescere i numero di posti accreditati. Con il DGR 602/2019, i 12 posti vengono trasformati in posti letto di Chirurgia Generale, poi con un altro decreto dirigenziale del 10 giugno alla stessa si aggiungono altri 42 posti letto per acuti.
Ma perché Ceriscioli invece di perdere tempo in questi artifici non si dedica maggiormente alla corretta gestione della sanità regionale?
Perché questi artifici non sono stati utilizzati anche per gli ex ospedali di Fossombrone, Cagli, Chiaravalle, Cingoli, tutti chiusi da Ceriscioli?
La risposta in parte si trova nelle righe del della normativa nazionale e più precisamente nel DM 70/2015, che prevede che non siano accreditabili nuove strutture con meno di 60 posti letto, ed ecco trovata la soluzione: Villa Montefeltro fa parte della Rete d’Impresa AAVV 4/5 nonostante una distanza stradale che varia da 170 ai 230 km, ma cosi facendo la ‘rete’ può vantare oltre 60 posti letto e continuare a beneficiare di soldi dalla regione.
E per concludere arriviamo a Fano (PU) dove si vorrebbe far nascere una clinica privata con 50 posti letto accreditati, ancora una volta al di sotto del numero di posti letto previsti dalla normativa nazionale.
Scommettiamo che ci saranno altri artifici?