Pochi giorni fa è stato ricordato il trentennale della caduta del muro di Berlino (dimenticando spesso però di ricordare i crimini della Germania comunista).
Temo che nessuno oggi ricorderà l’omicidio Herrausen, un fatto oscuro, che contrasta troppo con la vulgata ampiamente diffusa dai media della Germania virtuosa in contrapposizione al sud Europa corrotto.

Da Eurasia Sito un vecchio memorabile pezzo: https://www.eurasia-rivista.com/germ...a-eurasiatica/

"I presupposti basilari per la formazione di un blocco egemonico continentale consimile si presentarono anche nel 1989, in seguito al crollo del Muro di Berlino. La Germania si riunificò sotto la guida di Helmut Kohl e, soprattutto, dell’abilissimo presidente della Deutsche Bank Alfred Herrhausen. «Entro dieci anni – affermò Herrhausen – la Germania Est diverrà il complesso tecnologicamente più avanzato d’Europa e il trampolino di lancio economico verso l’est, in modo tale che Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, e anche la Bulgaria svolgano un ruolo essenziale nello sviluppo europeo»2. In conformità a questo scopo intendeva abolire il debito “intra-imprese”, un dato contabile che grava sulle industrie ex comuniste (nel 1994 raggiunse i 200 miliardi di marchi) considerato come un asso nella manica da Banca Mondiale e FMI, che si opponevano irriducibilmente al risanamento del comparto industriale ereditato dalla Germania in seguito alla riunificazione. Il presidente della Deutsche Bank sostenne, tra le altre cose, proprio la necessità di costruire linee ferroviarie veloci verso Mosca. Esattamente il tipo di progetto che le potenze marittime – Gran Bretagna prima e, successivamente, Stati uniti – hanno contrastato per secoli. Herrhausen si distingueva per la visione aperta e innovativa dei rapporti internazionali proponendo di ridisegnare il ruolo della Germania, che secondo la sua concezione avrebbe dovuto fungere da ponte fra est ed ovest, nonché da motore della riconversione industriale e del nuovo sviluppo di un’Europa sottratta al controllo della Banca Mondiale e del FMI. Mentre si prodigava per mettere in pratica i suoi piani, Herrhausen denunciò di essersi imbattuto «In massicce critiche»3, in particolar modo quando si espose affinché il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale risparmiassero i paesi post-comunisti dell’est alla “terapia d’urto” di Jeffrey Sachs, caldeggiando una moratoria sul debito di qualche anno, cosicché potessero sfruttare le proprie risorse per la ricostruzione piuttosto che per sostenere i ratei ai banchieri. Nonostante ciò, Herrhausen riuscì ad acquisire un notevole appoggio in Europa, che nell’arco di pochi anni si sarebbe potuto rivelare sufficiente per far decollare i suoi progetti, il più importante dei quali riguardava la fondazione a Varsavia di una banca per lo sviluppo finalizzata a finanziare la ricostruzione e l’integrazione dell’Europa orientale con quella occidentale. L’1 dicembre 1989, con impeccabile puntualità, un ordigno esplosivo – dotato di un sofisticatissimo innesco laser – fece saltare l’automobile blindata su cui Alfred Herrausen stava viaggiando. La responsabilità dell’attentato venne attribuita al gruppo terroristico comunista Rote Armee Fraktion (RAF), in seguito ad una superficialissima indagine.

Un acuto economista meglio noto come Detlev Karsten Rohwedder cercò tuttavia di inserirsi nel solco tracciato da Herrhausen. Rohwedder era a capo della Treuhandanstalt, holding pubblica che raggruppava tutte le industrie statali dell’ex Repubblica Democratica Tedesca (DDR), dopo aver approntato e gestito di persona il piano di risanamento e riorganizzazione del colosso chimico e farmaceutico Hoechst AG. Dal momento che «Un liberismo di mercato di tipo dottrinario non funziona – affermò Rohwedder – occorre privilegiare una politica di risanamento rispetto alle privatizzazioni»4. L’esatto contrario di quanto richiesto dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale. Rohwedder intendeva di incentivare gli investimenti pubblici per rimettere in sesto ed ammodernare il vecchio comparto industriale ereditato dalla DDR, affinché «La popolazione della Germania Est superi al più presto la sua condizione d’inferiorità materiale»5. Questo (relativamente) sconosciuto economista ambiva a trasferire il controllo della Treuhandanstalt dal Ministero delle Finanze, cui faceva capo, a quello dell’Economia, in modo tale che la holding divenisse l’organo centrale di un rinnovato dirigismo tedesco. Il 12 aprile 1991, uno o più esperti sicari colpirono Rohwedder sparando tre colpi con carabina a infrarossi, che infransero una finestra della sua casa di Dusseldorf, uccidendolo. La solita RAF rivendicò la paternità dell’attentato, dimostrando per l’ennesima volta la reale funzione del terrorismo “estremista”. La minaccia rappresentata da personaggi come Herrhausen e Rohwedder viene chiarita con estrema precisione da Henry Kissinger, secondo il quale «Se entrambe le potenze (Germania e Russia) si integrassero economicamente intrecciando rapporti più stretti, sorgerebbe il pericolo della loro egemonia»6. Solo il riavvicinamento tra Germania e Russia, dovuto in larga misura a Vladimir Putin, ha fatto in modo che i piani di integrazione escogitati da Herrhausen e Rohwedder riprendessero vigore. Ciò dimostra che la Germania ha radicalmente riconsiderato il proprio posizionamento strategico, avvicinandosi ai nuovi centri di gravità del pianeta – i BRICS – che stanno trasferendo l’asse della crescita mondiale dall’Atlantico all’Oceano Indiano e al Pacifico, aprendo prospettive nuove e profondamente rivoluzionarie per l’intero continente europeo.

Qualora la Germania si cimentasse seriamente nel tentativo di trainare l’Europa sul solco tracciato da Berlino, potrebbe ipoteticamente prendere forma uno dei pericoli contro cui Zbigniew Brzezinski ha ostinatamente messo in guardia gli Stati Uniti. «Per dirla in una terminologia che richiama l’età più brutale degli antichi imperi – scrive Brzezinski – , i tre grandi imperativi della geostrategia imperiale statunitense sono impedire la collusione e mantenere la dipendenza della sicurezza tra i vassalli, tenere i tributari deboli e protetti, e impedire ai barbari di unirsi». Una “unione dei barbari” che potrebbe comportare significative “discontinuità” negli scenari futuri.