Da socialliberale, vorrei fare questa riflessione: i liberali classici dicevano di volerci rendere liberi e in parte sono riusciti nel loro intento (visto che negli stati occidentali c'è molta più libertà che nel resto del mondo), ma non hanno considerato che nel sistema economico da essi voluto saremmo diventati (o meglio, rimasti) schiavi delle imprese e dell'economia.
In Italia tutti sono contro il reddito di cittadinanza, tranne ovviamente i grillini, che infatti sono quelli che più di tutti in Italia rappresentano gli ideali socialliberali.
I socialliberali, partendo dagli stessi ideali fondamentali del liberalismo classico (dritti civili, libertà individuale, libertà di impresa, separazione dei poteri, ecc ecc...) hanno costruito una critica al liberalismo classico, notando sostanzialmente che in una società liberale-liberista solo i ricchi sono veramente liberi, mentre i più poveri sono schiavi delle imprese e con quei pochi soldi che prendono nella società liberale-liberista non hanno nemmeno i soldi per usufruire della sanità.
Quindi grazie ai socialliberali in diversi paesi europei abbiamo l'assistenza sanitaria universale, la scuola pubblica gratuita e i redditi minimi garantiti.
Dal momento che in Italia c'è una mentalità fortemente conservatrice, non dovrebbe sorprendere più di tanto che tutti quanti siano contro il reddito di cittadinanza, quando gran parte dei paesi europei possiedono un reddito minimo garantito già da diversi anni. Se vi spiegassi, ad esempio, come funzionano le cose in Svizzera rimarreste di stucco: lì c'è un sistema della madonna, altro che sto redditino di cittadinanza buttato lì, ed è per questo che se andate a farvi un giro nelle grandi città svizzere non vedrete nessun senzatetto o disabile per strada.
Comunque, arrivo al punto.
Il reddito minimo garantito serve a evitare, prima di tutto, che chi perde il lavoro finisca per strada.
C'è gente che vive nel mondo delle favole e non capisce, ad esempio, che se una persona perde il lavoro a 50 anni fa molta fatica a trovare un altro posto di lavoro.
Altra gente non capisce che, al di fuori dei casi di palese disabilità, c'è gente che non riesce a mantenere il posto di lavoro perché va in burnout per via dell'elevatissima pressione che le imprese mettono sui lavoratori. Ogni persona è diversa dall'altra, non tutti hanno la stessa resistenza allo stress.
Altre persone invece hanno problemi psicologici o sociali e fanno fatica a muoversi nel mondo del lavoro, dove la capacità sociali sono spesso importanti (vuoi anche solo per negoziare i propri diritti con il datore di lavoro).
Quindi cosa facciamo? Tutte queste persone, che non riescono a trovare un nuovo lavoro appena perdono quello che avevano, le lasciamo morire di fame?
Quei politici e opinionisti che andavano in televisione a dire che la politica non deve fare il reddito di cittadinanza ma creare posti di lavoro sono dei ciarlatani e questo l'ha spiegato bene il professore di economia Michele Boldrin (tra l'altro con idee liberiste): un politico che fa credere alla popolazione di avere il controllo dell'economia - diceva Boldrin - è solo un ciarlatano. L'economia infatti è una cosa che va per i fatti suoi e per migliorare le condizioni economiche delle popolazione bisogna investire in scienza e tecnologia, non certo buttare via i soldi in qualche manovra ecomica inutile.
Se c'è una cosa con cui sono d'accordo con i liberisti è proprio questa: gli stati buttano via i soldi pubblici per cose inutili, solo perché i politici devono far finta di star facendo qualcosa di utile (perché spiegare ai propri elettori che loro non possono fare niente per risolvere il problema della disoccupazione è troppo complicato e questi si sposteranno allora su un politico che finge di avere la bacchetta bagica), ma quello che i liberisti non capiscono è che proprio per via di questo l'unico modo che hanno i politici per risolvere il problema della povertà sono i redditi minimi garantiti.
Fin qui ogni persona dotata di un minimo di buonsenso dovrebbe arrivare, ragionandoci almeno un po', ma una cosa che pochi hanno il coraggio di fare è di andare oltre e dire: "Non saremo mai veramente liberi fintanto che lavorare sarà un obbligo".
Proprio così!
In merito alle cose che ho scritto sopra, qualcuno magari dirà: "Bhe, Karl, capisco quello che vuoi dire, in effetti c'è gente che perde il lavoro e fa fatica a trovarne un altro, ma magari il reddito di cittadinanza li demotiverà a trovare un nuovo posto".
E allora? In quale punto della storia abbiamo deciso che lavorare è un obbligo?
Mettiamola così: una persona può scegliere tra l'avere i soldi e avere la libertà. Chi rinuncia alla libertà ha i soldi e chi rinuncia ai soldi ha la libertà.
Quindi una persona potrebbe decidere di tenersi per tutta la vita il proprio reddito minimo garantito misero, ma dovrà rinunciare a diverse cose che invece chi ha soldi può permettersi. In cambio, però, sarà una persona libera, che non prende ordini da nessuno.
Il motivo per cui il reddito minimo garantito funziona in tutti i paesi in cui è stato sperimentato (da ormai tantissimi anni) è che la maggior parte delle persone vogliono i soldi e non la libertà, ma almeno anche le persone che vogliono altro dalla vita possono condurre un'esistenza felice.
"Karl, ma ti sembra giusto che ci sono persone che lavorano da mattina a sera e hanno lo stesso reddito, se non inferiore, di chi prende il reddito di cittadinanza?"
No, non mi sembra giusto. Infatti quelle imprese meritano che tutti i lavoratori si licenzino per prendere il reddito di cittadinanza. Meritano di non trovare più lavoratori, perché quando diranno loro "ti dò 700 euro per lavorare 9 ore al giorno" i lavoratori si metteranno a ridere e diranno "perché dovrei, a sto punto mi prendo il reddito di cittadinanza!".
Finalmente magari cominceranno a capire che se vogliono gente che lavora per loro devono pagarla come si deve!