Da qualche giorno vengono diffuse le solite fotografie di Stonehenge per il solstizio d’estate colla solita menata celtica, dove però i Celti non hanno mai celebrato (a Stonehenge) perchè ...essi non esistevano “all’epoca viva di quel monumento” quattromila anni orsono per quello in pietra e ben oltre seimila anni quello in terra, mentre i buchi per pali nel parcheggio dei visitatori sono addirittura di epoca mesolitica, antichissima.
Le solite commemorazioni (non certo ritualizzazioni, ignote ai celebranti) che appariscono al giorno 21 giugno dell’attuale calendario moderno internazionale (cioè clericale) sono maldestramente dichiarate “tradizionali” o addirittura “pre-Romane” ma sono in realtà tutte false proprio per via della Data: nella preistoria i rituali dei due solstizii non si fanno mai nel giorno del solstizio perchè si fanno nei giorni successivi,
lo sappiamo dalla tradizione popolare che indica alcuni totem rituali eppoi perchè (sopratutto nella preistoria) per poterlo festeggiare bisogna prima che sia misurato (un solstizio) coll’azimut all’orizzonte di alba e tramonto ed altezza del sole a mezdì ...o altrimenti non ci sarebbe nulla di festeggiabile, la misurazione s’impone quale pre-requisito della festa.
Proprio la misurazione richiede una procedura sul posto, nei giorni prima-durante-dopo, ma se nessuno ne parla è evidente che nessuno, perlomeno in epoca moderna, esegua nè la procedura nè il rituale e di conseguenza non si può chiamar “tradizione” una semplice presenza turistica sul posto nel momento dichiarato dal calendario moderno.
Oggi calcoliamo le ore zero al equinox di primavera il giorno 20 marzo e di conseguenza il solstizio d’estate si trova al 21 giugno e quello d’inverno al 22 dicembre, coll’equinox d’autunno al 23 settembre: ma se presumessimo l’equinox di primavera al 21 di marzo (come oggi si pretende) è chiaro che il 21 giugno si troverà in anticipo di 24 ore sul (vero) solstizio d’estate, mentre il 21 dicembre sarà in anticipo di 48 ore sul (vero) solstizio d’inverno.
Cosicchè sono false le dichiarazioni di equinozii e solstizii al giorno 21 del mese e sono anche false le presunte tradizioni che stiano in quella istessa Data al giorno ventuno. Basta contare i gradi giornalieri per vedere che i giorni 21 dei mesi (oggi dichiarati) non corrispondono mai alla differenza dei 4x90=360 gradi delle quattro stagioni, sia che collocassimo le ore zero all’equinox di primavera o lo collocassimo in uno qualsiasi degli altri appuntamenti stagionali.
Un anno qualsiasi negli ultimi tremila anni avrà tipicamente alle ore di mezzanotte i gradi:
da 359,233493 a 000,000000 fino a 000,227442 il giorno 20 marz all’equinox di primavera,
da 089,505086 a 090,000000 fino a 090,459169 il giorno 21 giugno al solstizio d’estate,
da 179,831773 a 180,000000 fino a 180,810186 il giorno 23 setenber all’equinox d’autunno,
da 269,973788 a 270,000000 fino a 270,991823 il giorno 22 dicenber al solstizio d’inverno
e poi di nuovo
da 359,474820 a 360,000000 fino a 000,468480 il giorno 20 marz all’equinox di primavera,
etc. di seguito.
Ma non basta: i 90 gradi d’ogni stagione non corrispondono mai ai 365:4=91,6 giorni, oppure 366:4=91,12 giorni, perchè nell’arco della precessione (dai 19.000 ai 23.000 anni) ogni stagione si allunga e si accorcia a seconda della posizione che ha il perielio sulla longitudine orbitale (nell’arco degli anni) per cui oggi la primavera ha 93 giorni e 90 l’autunno, l’estate 94 giorni e 88 l’inverno, cambiando all’infinito ma sempre in totale 365 oppure 366 gg ogni anno.
Va da sè, che se un calendario non è costruito per assecondare la diversa durata delle stagioni in ogni momento della precessione ...finirà molto presto per fallire la sincronizzazione colle 4 stagioni: diventando inutilizzabile per appaiare lo zero di longitudine con lo zero vegetativo di coltivazioni, mandrie, cacciagioni, il che è fondamentale per le Società produttive e secondario per quelle barbariche.