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Discussione: Tradizioni

  1. #21
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    Predefinito Re: Tradizioni

    La moda clericale delle “lacrime di san Lorenzo” al 10 di agosto non è di epoca preistorica, non è affatto campestre ma solo una cristianizzazione molto recente, sia perchè fondamentalmente e come tutte le “cristianizzazioni” è sincronizzata soltanto dopo l’anno 1582 ad equinozii & solstizii, eppoi perchè nel elenco dei martiri allegato al Calendario dell’anno 354 il Lorenzo figura al 9 di agosto (Laurenti in Tiburtina) mentre l’uso di chiamare “santi” i martiri non era ancora incominciato, anzi era proibito, perchè la parola “sanctus” si usava per i grandi uomini e maestri Romani.

    Tra l’altro la “pioggia di stelle” dura oltre due settimane, sono i frammenti di una cometa in cui “inciampa” la Terra nella sua orbita dal giorno 5 al 19 di agosto, centrando sul giorno 12 del mese attuale. Per cui la finzione collocata al giorno 10 è priva di senso, mentre occupa una Data fondamentale del Calendario Campestre e delle tradizioni Alpine & Cisalpine antichissime.

    Lo spostamento della ricorrenza al giorno 10 di agosto è quindi moderno ed ha lo scopo di oscurare il primo giorno della Terza Camporella, l’ultimo Tabù della lunga estate preistorica nel Calendario Campestre.

    La Terza Camporella ha dodici giorni “corti” cioè 6+6=11 notti sovrapposte al giorno 15 di oggi, tra il totem di san Lowreens al giorno 10 e quello di san Bernard al 20 di agosto, contando al modo nundinale ovvero “pentaeterikoi” come abbiamo già visto.

    Probabilmente il conteggio delle tre Camporelle dipende dalla loro antichità o diversa epoca di origine, perchè non si somigliano: la seconda avrebbe sei giorni dal 24 al 29 giugno (non contiamo le notti) la prima ne avrebbe nove ma sono tre attorno al 23 e tre attorno al 29 di aprile (sempre sei) distanziati da altri tre giorni che però non sono festivi, la terza ne ha 6+6 ma sovrapposti, mentre i festivi sono tre. Nascono identiche ma non nella stessa epoca.

    La pioggia di stelle della Terza Camporella appare cadere grossomodo dall’Orsa Maggiore, ma la notte è illuminata anche dalla costellazione del Cygnus, la Croce del Nord sovrapposta alla Via Lattea, una costellazione “lunga” e che culmina a cominciare dal Totem de la Madelèna oggi 22 luglio, quando la sua stella “delta” fà coppia con Altair, la stella alfa dell’Aquila.

    Alfa del Cygnus culminerà il 2 agosto, primo giorno lavorativo del secondo mese d’estate, con la cerimonia del nastro rosso attorno alle palle del toro, ma probabilmente il totem de la Madelèna e quello di san Bernardino al 20 maggio, quando culmina la Corona Boreale, marcano due notti di Camporella “intermedia” tra un Tabù e l’altro, perchè sono le uniche due grandi festività nel bel mezzo dei pesanti lavori estivi.
    Ultima modifica di mailander; 10-08-20 alle 00:47 Motivo: virgole
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  2. #22
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    Predefinito Re: Tradizioni

    La notte principale della terza Camporella, che oggi termina all’alba del 15 agosto, è a 56 giorni esatti dal solstizio d’estate, che coincidenza, nevvero? Con il primo dodicesimo che marca l’ultimo giorno di massimo ritardo del tramonto, oggi al 2 luglio ma non è misurabile nella preistoria, mentre il totem de san Lowreens da cui si contano i 6+6=11 non 12 giorni nundinali si trova 12+1=13 giorni dopo l’ultimo giorno lavorativo del primo mese d’estate, oggi al 28 luglio.

    L’ultimo totem di questa ultima scampagnata, san Bernard oggi 20 agosto, è 56 giorni dopo il primo totem della seconda Camporella, san Giowàn oggi 24 giugno, ma anche 56 giorni prima del primo totem dell’anno successivo, il totem di santa Teresa oggi 15 otober.

    A cinquantasei giorni dall’ultimo totem della seconda Camporella, san Peder oggi 29 giugno, troviamo (subito dopo san Bernard) l’ultimo totem dell’estate, san Bertulamee oggi 24 agosto, salvo eccezioni è l’ultimo giorno utile per riportare in pianura (desarpà oppure desmalgà) le “mu-mù” che han pascolato tutta l’estate sulle Alpi nostre, alle sorgenti dei fontanili lombardi.

    Col “desarpà” ovvero “desalpà” si dice appunto “disalpeggiare” nel linguaggio dei ragionieri, e anche “desmalgà” cioè “dismalgare” dove gli alpeggi son chiamati malga e malghe, mi correggo: è l’ultimo giorno utile per la “decisione de dismontà” nel senso che ivi incomincia la transumanza per chi deve raggiunger la pianura, dove le vacche troveranno l’ultima erba dell’estate. Come per i “bergamini” che tornano a Rodano, Civasco, Pratomarzo, Premenugo, Bustighera, Cassignanica, Briavacca, Pantigliate, Vignate, Liscate, Bisnate, Settala, Mignete, Dresano, Mulazzano, Villanterio, Vidigulfo etc. attorno a Milano e sotto alla linea dei Navigli.

    Non è l’ultimo ma il primo per quei che dagli alpeggi scendono semplicemente a valle senza abbandonar la montagna: questi posson “dismontare” anche due mesi più tardi, per esempio al Totem di santa Teresa oggi 15 otober.

    Se ora volessimo collocare tutte queste festività su di un “astrolabio orizzontale” per esempio a Stonehenge o ad Avebury in Britannia oppure a Camporotondo (Campuriundu) in Liguria o a Capo Promontore in Istria, diciamo tra il 44° e il 51° parallelo Nord, possiamo verificare gli “azimut” del Sole all’orizzonte di alba e tramonto nella Data di tutti questi totem segnaposto.

    Facile indovinare che quaggiù da noi la seconda Camporella si trovi al massimo azimut estivo, vale a dire 54° est all’alba e 306° ovest al tramonto, a naso tra il 44° e il 46° parallelo Nord ma tenendo conto che alla maggior latitudine (tra i 45°30’ e i 46°00’) abbiamo una differenza tipica per la maggiore altezza delle Alpi.

    Più difficile indovinare che la prima e la terza Camporella, vale a dire il 29 aprile e il 15 agosto, stiano al medesimo azimut di alba e tramonto, con l’alba a 68° est la prima e 69° est la terza, mentre il tramonto a 292° ovest la prima e 291° ovest la terza scampagnata. Chiaramente non può essere una coincidenza, nemmeno su Marte anzi, anche gli altri totem che anticipano l’estate son tutti collocati al medesimo azimut dei totem che la terminano l’estate, sempre in cinquantaseiesimi cioè dodicesimi in pacchetti di 12x5=56 non 60 giorni.

    Altrettanto chiaramente il Clero non poteva organizzare tutto questo “ambaradam” in combinazione col dichiarato martirio dei presunti “santi” alla Data costante dei 56 giorni, ma comunque poteva farlo soltanto dopo la sincronizzazione dell’anno 1582 proprio quando mandava al rogo Giordano Bruno (e qualcun altro) e di certo non avrebbe mai permesso ai contadini di organizzarsi un proprio Calendario anticlericale.

    Nemmeno i barbari. Prima di tutto perchè il loro Calendario (quello di Coligny) non conteggia 365/366 giorni solari, ma 355 giorni due volte eppoi 385 alternandoli (due volte) ai 355 giorni in anni diversi, eppoi perchè due solstizii consecutivi a 365 oppure 366 giorni non possono mai trovarsi nella stessa Data di un mese lunare, come nel caso dei mesi lunari di Coligny ...cioè un Calendario che non ripete mai la Data dell’anno precedente.

    Senza contare Grechi & Romani (per ora) che i cinquantaseiesimi li usavano a modo loro, stiamo parlando di tre “opinioni matematiche” molto diverse l’una dall’altra.
    Ultima modifica di mailander; 24-11-20 alle 02:41 Motivo: primo degli alpeggi
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  3. #23
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    Predefinito Re: Tradizioni

    Se poi andiamo a vedere sul terreno come i barbari potessero costruire un cerchio di terra per traguardare gli azimut all’orizzonte di alba e tramonto, possiamo esser certi che quaggiù non ci avessero mai provato, ma lo vedremo dopo. Senza contare che per far uso del Calendario di Coligny non serve affatto un cerchio per terra, mentre invece serve per forza nel Calendario Campestre, non tanto per gli azimut quanto per farne un pallottoliere, sugli azimut.

    Come minimo è l’attrezzo che fa eseguire facile il conteggio differenziale bisestile a norma dei Prowerbis tradizionali nel hinterland delle Alpi, perlomeno un paio di Prowerbis nelle campagne di Milano o di Bellinzona. Comunque una tradizione (oggi di Lingua Romanza) diffusa in tutto l’arco Alpino in un hinterland molto ampio, che gli esploratori Romani nella più antica preistoria chiamavano “Gallia Togata” in combinazione con le “Liberae Nationes Alpinae” tra il Rodano il Reno il Danubio e la Drava. Prima di Roma, senza ombra di tedeschi, galli, slavi e altri migratori, africani o indioeuropoidi che fossero. Probabilmente, siccome loro arrivano tardi, era quel che restava della organizzazione funzionale CLC ovvero di "Chassey-Lagozza-Cortaillod" che all'epoca delle palafitte andava dalla Guascogna alla Dalmazia.

    L’utilità di un attrezzo come l’astrolabio (nel nostro caso orizzontale per terra) sul quale si può far di conto coi marcatori di un pallottoliere, mi pare evidente: puoi cominciare o terminare qualsiasi conteggio usando un azimut astronomico di giorno o di notte come un punto di partenza o di arrivo, puoi fissare una Data e ripeterla, praticamente hai un Calendario.

    Gli azimut di un cerchio tondo possono marcare qualsiasi cosa tutto l’anno ma, semplificando, l’astrolabio può anche essere costituito da un solo punto di riferimento (o azimut) dal quale cominciare il conteggio principale e sul quale si ripresentano altri conteggi o altri azimut: difatti abbiamo già visto come gli azimut di aprile e di agosto sian sempre gli stessi, come son gli stessi in febbraio e ottobre ed ovviamente son gli stessi in marzo e settembre, perchè il Sole ripete sempre la stessa posizione sull’orbita terrestre, di certo negli ultimi venti milioni di anni.

    Con questo vogliamo dire che, se il conteggio di Calendario è tipico di una Società, non ha importanza il come sia allestito l’attrezzo misuratore, in luoghi diversi secondo il tipo di terreno e di orizzonte locale: ha importanza il Calendario, che è l’attrezzo organizzatore della Società.

    Negli elenchi qui di sopra ci sono diametri da due a oltre duecento metri, ma la sostanza non cambia, la cosa fondamentale è che gli azimut delle stelle, dei pianeti, del Sole e della Luna siano traguardabili attraverso il cerchio misuratore, anche se le costellazioni cosidette “circumpolari” non apparirebbero mai all’orizzonte, perchè basta immaginare come oggi una linea verticale dalla stella Polare in giu, verso l’orizzonte lontano o verso il segnaposto dell’astrolabio, per trovare il Nord e la Data estiva o invernale di tuo interesse.

    Con questo possiamo capire le scanalature verticali dei pilastri Liguri, che puntano verso l’alto in direzione di qualcosa che non cadrà mai verso l’orizzonte marino oppure terrestre: il massimo della semplificazione.

    Possiamo anche capire la memoria di coltivatori, mandriani e cacciatori, che sanno esattamente quando culmina allo zenit oppure dove sorge all’orizzonte una stella poco prima dell’alba, semplicemente traguardando l’orizzonte del loro ambiente lavorativo tutti i santi giorni: quel che è appunto successo nella preistoria e continua tutt’ora per chi lavora in campagna.

    Sappiamo che un secolo fa l’astronomo Ellard Gore ha calcolato in 60.000 anni il movimento di una stella luminosa attraverso la Via Lattea, come venne raccontato dalla tradizione medioevale, per cui bisogna anche prevedere altre migliaia di anni necessari (sessantamila anni fa) a costituirla una simile tradizione ed immmaginarne l’utilità che fin qui l’ha riprodotta di generazione in generazione ...come minimo finiremmo all’epoca Villafranchiana, senza scherzi.
    Ultima modifica di mailander; 18-08-20 alle 01:45 Motivo: CLC
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  4. #24
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    Predefinito Re: Tradizioni

    Termina oggi 20 agosto col totem di san Bernard la Terza Camporella del Calendario Campestre, che non è soltanto “un Totem ma anche un Tabù” perchè ovviamente aveva proibizioni per chi non vi doveva partecipare, per esempio i minorenni ma anche gli sconosciuti, ovvero chi non fosse già entrato ufficialmente nella Società, da qui non si scappa.

    Presumibilmente le tre Camporelle son tre Tabù, ma probabilmente anche il totem di san Bernardino oggi 20 maggio e de la Madelèna 22 luglio, cioè Camporelle “corte” di una sola notte, per la “distanza” con cui son collocate nel pieno dei lavori di campagna. Unica eccezione il totem de san Barnabàm oggi 11 giugno sia perchè troppo vicino alla Seconda Camporella ma sopratutto perchè sovrapposto agli ultimi sette giorni festivi dell’ultimo mese di primavera.

    Come abbiamo visto col solstizio d’estate politicamente “obbligato” a Stonehenge e con le lacrime clericali di san Lorenzo, anche a “ferragosto” la massa non istruita da nessuno (senza che volessimo tener conto degli Aborigeni) ed anche ammaestrata da qualcuno esplode in ogni caso attorno a una Data simbolica, come a Natal & Pifanìa sempre senza un apparente motivo: sarà identica a una “domenica” infrasettimanale ma viene caricata di significato...

    nessuno prende sul serio la “camporella” del 15 agosto nel senso che non ne parla, ma la massa comunque incoscente la “esorcizza” in mille modi, anche senza ricordare le cerimonie preistoriche. Le ricordano gli altri, ovviamente per inerzia, dove il Clero non ha avuto fortuna.

    Troppo vago spacciare che sia la festa degli albergatori e dei bagnini di tutte le spiagge, o dei fabbricanti di cioccolatini: che fosse Natale o san Valentino, i commercianti ci sguazzano perchè esiste la “cosa” che ...non esisterebbe affatto se l’avessero organizzata loro stessi.

    Altrettanto ridicola qualsiasi spiegazione clericale, che notoriamente và sempre ad incappellarsi sopra a cose più antiche, senza la fatica di doverle creare e col “bonus” di annientare le festività concorrenti: è chiaro che lo fanno, ma la loro spiegazione è assurda ed inverosimile.

    Senza rivendicare un motivo particolare e spacciando motivi poco credibili sembra una giornata obbligata. Nella psicologia dei “primati” ma anche dei mammiferi ed altri esseri viventi è normalissimo avere una simile memoria collettiva, per cui potremmo anche (non) capire il perchè lo facciamo. Come dice Arthur Koestler con “il fantasma nella macchina” se il nostro cervello è una continua evoluzione, allora dentro di noi si sovrappongono tutte le epoche precedenti, dai trilobiti e le amebe in qua. Siamo bestie complesse e la tradizione è infinita.

    Ora è evidente che se la festività fosse veramente religiosa (la dicono assunzione) allora non è più antica della religione e quindi è più recente dell’epoca Romana, ma se la religione usava il 18 gennaio per l’assunzione eppoi la sposta al 15 agosto è altrettanto evidente che si tratti di una ricorrenza secondaria. Nulla che ecciterebbe la massa a memorizzarla come vediamo oggi.

    Tra l’altro il 18 gennaio è insignificante anche per noi (non è cosa da poco) mentre il 15 agosto è incastonato nella rete dei cinquantaseiesimi in una maniera memorabile ed abbastanza complicata, per cui la Chiesa avrebbe piazzato l’assunzione in una giornata spaventosamente “pagana” quale è una normalissima camporella, spostando la sua ricorrenza insignificante dal 18 gennaio al 15 agosto ed acchiappando così una giornata già festosa di per sè.

    La dichiarazione religiosa per il 15 agosto, essendo posticcia e dunque tarda, è del tutto falsa.

    Rimane da vedere se non fosse una precedente memoria di epoca Romana, come usano spacciare oggi i vichipedofili, in epoca windog, ma non è difficile da verificare: dalle distruzioni barbariche i monaci e i collezionisti han salvato più di duecento Calendari Romani, da vedere.
    Ultima modifica di mailander; 24-11-20 alle 02:44 Motivo: lo dicono
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  5. #25
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    Predefinito Re: Tradizioni

    Le festività clericali sovrapposte a quelle campestri, cioè 38 Santi e quattro Madonne più Natal & Pifanìa, sono facili da smascherare perchè son collocate dove nessuno di loro può esser nato oppure morto alla Data costante dei nostri dodicesimi e cinquantaseiesimi: nemmeno il Padreterno avrebbe fatto morire i propri martiri “a tempo di musica” collocandoli ogni 56 giorni nella Data delle festività “pagane” in uso fuori di Città, cioè nei “pagi” i campi dei contadini.

    Senza contare che il Clero le avrebbe dovute sincronizzare alle “ore zero campestri” perchè le “ore zero” del Vaticano vengono sincronizzate soltanto nell’anno 1582 cioè spaventosamente tardi per potersi associare alla Data dei nostri 51 Totem: coltivatori, mandriani e cacciatori hanno sfamato l’intera umanità fin dall’epoca degli umani di Heidelberg, se non dei Proconsul, appunto sincronizzando con un Calendario le “ore zero vegetative” delle proprie coltivazioni, mandrie e cacciagioni alle “ore zero di longitudine” Terra-Sole, rispettandone la fisiologia.

    Non abbiam di certo cominciato nel 1582 a mangiar prosciutto, asparagi e formaggio grana, e di conseguenza i coltivatori e mandriani e cacciatori han sempre usato per inerzia il Calendario Campestre preistorico per produrre derrate alimentari, perchè quello clericale per oltre mille anni sbagliava la Data, ingannando tutti ma non la fisiologia di coltivazioni mandrie cacciagioni appunto.

    Se volessimo invece verificare le festività del mese di agosto nel Calendario Romano abbiamo l’imbarazzo della scelta: conosciamo (a) il cosidetto “calendario di Romolo” ma in realtà è il Calendario del Numa e della Ninfa Egeria, non Romano ma Latino e precedente a Giulio Cesare, ha di sicuro migliaia di anni e contiene la traccia di un Calendario molto più antico;

    (b) il cosidetto Calendario Maffeiano con una dozzina di altri della stessa epoca, vale a dire il Calendario di Giulio Cesare, che ha sostituito quello del Numa duemila anni orsono, poi (c) quello che Furius Dionisius Philocalus trascrive nell’anno 336 ed aggiorna nel 354, eppoi (d) quello trascritto da Polemius Silvius nell’anno 448 o giu di lì, dopo di che arrivano i barbari.

    Mentre i vichipedofili millantano che il 15 agosto sarebbe il giorno delle “feriae Augusti” questa ricorrenza non appare in nessun Calendario Romano (A) chè in quello del Numa le festività di agosto sono sei: il giorno 17 Portunalia, il 19 Vinalia, 21 Consualia, 23 Volcanalia, 25 Opiconsivia, 27 Volturnalia.

    Altre ricorrenze però esterne al Calendario sono al giorno 1 agosto, Spei ad forum holitorium e (secondo Ovidio 5, 142) forse Laribus compitalibus; il 5 Saluti in colle quirinale; 8 e 9 Soli indigiti sempre al quirinale; 12 Herculi invicto ad circus maximus; 13 feriae Jovi, Dianae e Vortumno in aventino; il 17 Jano ad theatrum Marcelli; 21 Conso in aventino; 23 Volcano in circo Flaminio; 24 Mudus patet.

    Assolutamente nulla il 15 agosto, per vari millenni.

    Valeria Van Camp ha sovrapposto quindici reperti di Calendario Romano (B) della stessa epoca, cioè i Fasti Esquilini, Caeretani, Arvalium, Tusculani, Allifani, Pinciani, Sabini, Venusini, Maffeiani, Praenestini, Vallenses, Paulini, Vaticani, Amiternini e i Fasti Antiates o di Anzio, calendarizzando quindi anche presunte ricorrenze esterne al Calendario, che alcuni Romani avevano inciso di fianco alla Data, cosicchè oltre alle sei festività tradizionali...

    troviamo al giorno 14 agosto l’indicazione “Augusti triump” cioè trionfo di Augusto, però non “feriae” e non al giorno 15 agosto; però l’indicazione di questo trionfo non appare nemmeno in tutti i Calendari ispezionati: per esempio è mancante nei Fasti Amiternini, vale a dire che il presunto “trionfo” del giorno 14 in fin dei conti non era conosciuto dappertutto, cioè privo di tradizione che potesse arrivare a noi.

    Nel Calendario di Philocalus l’anno 336/354 (C) sono scomparse alcune festività tradizionali meno quella del giorno 17 agosto che è sostituita da Tiberinalia, e del 23 che ha il nome modificato in Vulcanalici, quando ci sono in agosto cinque giorni di Natale, cioè il 1° di agosto divus Pertinacis, il 5 Salutis, il 7 Constantii, il 13 Dianes, il 19 Probi; sono invece aggiunte ricorrenze al giorno 4 Vict. Senati, i Ludi votivi al giorno 8 e Lychnapsia il 12 oltre Solis et Lunae il 28 agosto, col dies aegyptiacus il 6 di agosto,

    mentre il Senato si riunisce il giorno 3 e il 15 di agosto: per cui è impossibile che il giorno 15 passi alla Storia come “feriae Augusti” cioè “riposo di Augusto” se nell’istesso giorno (ovviamente lavorativo) si riunisce il Senato. Da qui non si scappa.

    Nel Calendario di Polemius Silvius (D) ci sono in agosto tre giorni di Natale, cioè il 1° agosto Pertinacis e il martirio dei Maccabei, il 7 Costantinis minoris, il 10 sancti Laurenti; poi ci sono Hyppoliti martiri il 12 agosto, due giorni di Ludi cioè 8 e 18 agosto, due di Circenses il 23 e 28 agosto.

    Di conseguenza il “chiasso culturale e sociale” che facciamo oggi al 15 agosto ...non deriva affatto dai Romani, nè dalla religione di Costantino, Ambrogio, Agostino: è molto più antico.
    Ultima modifica di mailander; 24-11-20 alle 02:46 Motivo: Anzio
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  6. #26
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    Predefinito Re: Tradizioni

    Riepilogando, la Data della Terza Camporella (A) non corrisponde ad alcuna Data del Calendario Romano, dal Numa in qua, ovvero negli ultimi quattromila o seimila anni e più,

    (B) non è tradizione clericale, perchè se il Clero la celebrava il 18 gennaio allora l’hanno estirpata loro, mentre una festività invernale non potrà mai trasformarsi in una tipicamente estiva, o perlomeno il Volgo ne conserverebbe parziale o vaga memoria,

    (C) non è una festività moderna, perchè tutti oggi (almeno il 99%) spergiurano che è Romana e pure clericale, e quindi mentendo in entrambi i casi, ma sostenuti da dozzine di libri, giornali & telegiornali e solenni boiate in tivù ripetute ogni anno,

    (D) è inutile cercarla nel Calendario degli immigranti barbari, perchè il conteggio del Calendario di Coligny non ripete mai la stessa Data dell’anno precedente, alternando i 355 ai 385 giorni piuttosto che i normali 365/366 giorni all’anno,

    (E) con esclusione di qualsiasi altro Calendario alieno, la Data del 15 agosto di oggi è invece un Totem che (certo casualmente e per inopinata coincidenza) ripete il Tabù della Terza Camporella nel Calendario Campestre,

    al centro dei 6+6=11 giorni “nundinali” e non 12 di rituali e sollazzi diurni/notturni, collocati 56 giorni dopo il solstizio d’estate e cioè a 56+56 giorni dalla Prima Camporella e 56+56+56 giorni dopo il Totem di Chalandamarz (oggi 1 marzo) e quindi terminando col Totem di san Bernard oggi 20 agosto, che è 56 giorni prima del primo giorno dell’anno successivo cioè il Totem di santa Teresa, chiaramente una Ninfa cioè una giovane e bella donna, oggi 15 ottobre, il quale è 13+13 giorni prima dell’ultimo giorno di massimo ritardo del Sole a mezdì oggi in anticipo sul 11 nowenber col Totem de san Martin, qui lo dico e qui lo nego, tralasciando altre coincidenze dello stesso conteggio.

    Facile da indovinare, che un “edificio matematico” duodecimale e in cinquantaseiesimi come quello di campagna o Calendario Campestre non poteva esser pianificato in epoca clericale, incominciata proprio da sant Ambroeus e sant Agostino giustiziando quei Vescovi (come Priscilliano) che ancora tolleravano se non proprio sostenevano i “pagani” o abitanti del “pagus” cioè il contado dei contadini, epoca poi terminata sulla ghigliottina duecento anni orsono.

    Ma non poteva nemmeno esser pianificato in epoca Romana, perchè sia il Calendario Romano che quello delle Olimpiadi Greche già usavano un proprio sistema in cinquantaseiesimi, cosidetto “pentaeterikoi” niente affatto sincronizzabile col nostro, in cui (ripeto) noi contiamo 12x5=56 e non 60 mentre i Romani 9x7=57 e non 63 ed i Grechi 14x5=57 ma non 70 dove però, tutti e tre, abbiamo il primo numero che è sempre il cinquantasettesimo della serie e,

    di conseguenza, raggiungiamo, tutti e tre coi Grechi & Romani a ritroso, un’epoca preistorica spaventosamente antica, in cui l’uso dei cinquantaseiesimi era probabilmente comune o comunque non ancora così distinto reciprocamente secondo le tre evidenti opinioni della matematica, la quale è chiaramente un’opinione. Come dice d’Ambrosio.

    Dimenticatevi Polibio.
    Ultima modifica di mailander; 24-11-20 alle 02:48 Motivo: epoca terminata
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  7. #27
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    Predefinito Re: Tradizioni

    Certo che il carnevale ‘mericano è una mericanata. Prima del moderno “merchandising” la pagliacciata carnevalesca non c’è mai stata: su entrambe le sponde dell’Atlantico ...nessuno avrebbe mai permesso di sporcare col carnevale una tradizione. Salvo quelli che appunto la volessero far dimenticare usando la carnevalata.

    Nemmeno potevano i bianchi americani averla imparata sul posto, da irochesi & cheyenne o dai navajo & apaches che loro stessi hanno annientato, ma semplicemente hanno importato dall’europa le loro tradizioni conservandole da colonizzatori: comunque le peggiori tradizioni, quelle clericali, relegando e condannando quelle preistoriche nella stregoneria & superstizione.

    Difatti è il Clero con le confraternite neoceltiche degli illuministi (Stukeley) a presumere di festeggiare una ricorrenza funeraria, ma siccome “è il rituale funebre clericale ad esser traslocato (tardi) in quella Data” è evidente che serve a render luttuosa una (altrui) ricorrenza festosa, ovviamente antichissima, creata millenni e millenni prima ch’esistessero preti & druidi.

    La ricorrenza clericale funebre è creata al 13 maggio, ma poi viene traslocata al 1° novembre nell’anno 608 dal papa Bonifacio IV e di sicuro non per mescolare i propri “morti” con quelli pagani, ma ridurre a “morto” qualcosa di vivo: la ricorrenza pagana non può esser mortuaria, oppure lo sposalizio del Clero con la propria ricorrenza pure mortuaria non annienterebbe quella pagana ma la rafforzerebbe ...come darsi un calcio nei coyotes.

    La ricorrenza pagana è ben altro, ma oggi non a caso il danno della cristianizzazione viene nascosto, blandito, sussurrato, annebbiato ...in favore appunto delle confraternite illuministe, che dicono le istesse identiche cose del Clero: la mitologia neoceltica non è in alternativa o in dissenso con la preistoria che viene spacciata dai peninsulari italiani, anzi, viene sposata per filo e per segno, sostenendo entrambe la “vulgata” di Polibio e compagnia cantante.
    Ultima modifica di mailander; 24-11-20 alle 02:49 Motivo: due virgole
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  8. #28
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    Predefinito Re: Tradizioni

    Se il Clero nell’anno 608 decide di traslocare dal 13 maggio al 1° novembre la ricorrenza dei santi morti, ebrei & cristiani, etichettando luttuosamente una ricorrenza festosamente pagana, è chiaro che la ricorrenza pagana ha molto pubblico perchè molto antica, comunque sufficiente ad eccitare un trasloco: nei dintorni del 1° novembre ci deve essere almeno il triplo di tutto il pubblico che si riunisce il 13 maggio o altrimenti il gioco non vale la candela per il Clero.

    Probabilmente molto più del triplo, perchè la ricorrenza pagana non occupa un giorno soltanto, ma tutti i sette giorni che vanno dal 26 di ottobre al primo di novembre, distaccando il primo mese d’autunno dal secondo mese, coi festeggiamenti che culminano al Totem del 28 di ottobre (San Simoon) e a quello del 5 novembre (santa Bertilla) oltre quello del 11 novembre col mercato de san Martin, quando comincia l’annata agricola.

    Per cui, la scelta clericale del 1° novembre cerca di occupare la parte centrale dell’intero periodo festivo, che è disteso all’interno del “massimo ritardo del Sole a mesdì” tra il 24 di ottobre e il 10 novembre, dopodichè il giorno 11 comincia la lunga “estate di san Martino” che ovviamente durerà fino al 23 ottobre dell’anno successivo.

    Con questo, il Clero si dimostra estraneo ai festeggiamenti di ottobre e novembre proprio perchè vi trasloca dal 13 maggio. Siamo nell’anno 608 della nostra era Volgare e la regina Teodolinda aveva da poco permesso i matrimoni “misti” oltre la cristianizzazione degli immigranti Longobardi in disfacimento, che quindi adottano il 1° novembre come comanda il Clero: difatti ignorano cosa caspita festeggino i pagani settentrionali qui da noi attorno al 1° novembre ...e lo ignora anche il Clero, ma non tollera le festività campestri proibite da Ambrogio e Agostino ormai 200 anni addietro (proibite inutilmente visto che ancora si festeggiano) il che dimostra come non siano neanche festività dei migratori Longobardi, perchè costoro son piombati quaggiù nemmeno cinquantanni prima.

    Nell’anno 608 il trasloco della ricorrenza clericale dal 13 maggio si sovrappone ad una ricorrenza (quella campestre dei pagi in ottobre e novembre) che è estranea al Calendario del Clero e degli immigrati Longobardi ma anche estranea al Calendario di Coligny usato dagli immigranti Celti (insubri senoni lingoni cenomani boiani o gallicani che fossero) perchè quel Calendario non conteggia i 365/366 giorni solari, ma 355 355 385 355 385 giorni all’anno, ripetendoli sfasati ogni cinque anni, come quello clericale che ne conta 385 348+1 385 373 350 383+1 373 350 385 353+1 357 giorni all’anno, ripetendoli sfasati ogni undici anni, per loro è praticamente impossibile che una qualsiasi Data di qualsiasi anno si ripresenti nella stessa Data dell’anno precedente: il giorno equivalente al 1° novembre oppure al 1° maggio o al 1° settembre o 1° febbraio nel Calendario di Coligny non è mai ripetibile nella stessa Data.

    Come abbiamo già visto per la terza Camporella, in agosto, anche il 1° di novembre non c’entra un accidenti coi Calendari alieni, da qualunque parte provengano.
    Ultima modifica di mailander; 24-11-20 alle 02:51 Motivo: sfasati
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  9. #29
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    Predefinito Re: Tradizioni

    Perchè Polibio? Era un cervellone, cento anni prima di Giulio Cesare aveva già indovinato che il destino di Roma era un impero mondiale, a causa di tre elementi: l’origine della Città, l’esercito Romano, la Costituzione, più complicata ma più evoluta di quella delle Città Greche, anche se tutta l’aristocrazia Romana era fortemente ellenizzata ormai da secoli.

    Come militare e diplomatico, anche lui ha il grave difetto di tutti gli autori antichi: quel che scrive “ieri” deve corrispondere “oggi” con la ricerca archeologica (ovviamente) e se lui dice che a Milano ci sono i Celti ma invece gli scavi della metropolitana milanese non ne trovano traccia, allora Polibio ha mentito, come minimo ha preso lucciole per lanterne, comunque sia non conosce e non dice la verità,

    e mentiscono i tromboni che oggi portano in palmo di mano quella barbarie aliena in casa nostra, allo scopo di snazionalizzare gli indigeni, obbligandoli figli di “antichi migratori barbari” cioè parificandoli ai “moderni migratori marittimi” per dolosa sostituzione etnica, uno tra gli sport preferiti dagli Dei sulla Terra.

    Nulla di misterioso, mentre i militonti sognavano ad occhi aperti la Repubblica del Nord, lo stesso Boffi insieme a Fini ha creato la madre di tutte le “sanatorie” stracomunitarie, come a dire che gli aborigeni non contan più ncazzo (altre spiegazioni non ce ne sono) dopodichè il racconto “storico” e mitologico di Gilberto Oneto è perfetto,

    concorda con tutte le enciclopedie da Diderot in qua, le maggiori facoltà universitarie, i libri e i giornali che chiamano “romanofobi” i milanesi, i vaccabolari & dizzionari pure dialettòfoni, i ridicoli documentari tivù, gli articoli del national geographic con “frozen Fritz” che muore nella neve, gli stessi barbari che si godono la cristianizzazione, i druidi che “casualmente” ricordano i loro morti nella istessa Data dei preti (hostis!) e nessuno che si domanda come sia possibile lo facciano entrambi nell’istesso giorno: è il sistema politicamente corretto, la vulgata di regime, la missione bossiana della Lega Nord, che altro?

    Al diavolo le ricognizioni etnografiche sul posto, si prendono per oro colato i comizii di Bossi, Vimercate, Salvatore, Merone, Sparone, Calderone, Pagliarulo, Beltipo, Gilberto & Polibio. Non interessa un Polibio in sè e per sè ma piuttosto il suo “conformismo” diffuso da Cicerone a Virgilio a Montesquieu alle confraternite neoceltiche e ai legajoli padanichi: Stukeley credeva che i Celti avessero costruito Stonehenge e Oneto crede che i “campi celtici” fossero coltivati dai Galli (pfui!) che invece vivevano di saccheggio e razzia mettendo a ferro & fuoco mezza europa e pure la Grecia per non dir la Lombardia.

    Conformismo, aberrazione intellettuale per portare acqua al proprio mulino, ben lontano dalla verità e comunque sempre in favore della classe dirigente, una casta, che nell’epoca di Polibio è Roma e nella nostra epoca lo stesso ...i conti tornano.

    Allora “in primis” confusione di tradizioni, nessuno scontro all’ultimo sangue: volemose bbene.
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  10. #30
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    Predefinito Re: Tradizioni

    Poi vedremo cosa fanno i banditi per annientar le tradizioni nostre, ma siccome si son serviti “in primis” di Polibio buonanima, converrà dargli un’occhiata. A sua insaputa e fuori dai suoi desideri Polibio condiziona l’attuale Società, perchè la classe dirigente, per l’organizzazione della propria casta e del proprio potere, vede nello schema proposto da Polibio l’unica possibilità di sopravvivenza del proprio sistema,

    organizzando di conseguenza la Società, che “dal punto di vista del potere” non è mai cambiata: buona parte della classe dirigente si conforma filosoficamente alla teoria governativa prefigurata da Polibio, senza aver mai letto una parola dei suoi libri.

    Studiando Aristotele, che cercava una spiegazione all’ascesa e declino degli Stati creati da Statuti e Costituzioni, Polibio immagina semplicemente che le varie forme di Stato invece si succedano fisiologicamente l’una all’altra, alternando le monarchie a democrazie ed aristocrazie.

    Però i Romani gli sembravano “universali” cioè eterni, perchè lungi dall’accontentarsi d’una sola possibilità di governo avevano incorporato tutto in una specie di Costituzione “mista“ e raggiunto quindi l’equilibrio: Comizii e Centurie soddisfano la democrazia, il Senato soddisfa l’aristocrazia, i Consoli governano tranquilli colla propria distinta monarchia.

    Ovviamente non basta, doveva ancora apparire sulla scena Giulio Cesare, ma l’idea che sopravvivano i monarchi all’infinito, dotandosi di un parlamento “democratico” e fittizio, con un governo “distinto” dal Re, dal Duca, dal Duce, dal Doge, dal Kaiser, dallo Zar, è una finzione che ha durato duemila anni e dura ancora oggi, dove i monarchi vantano democrazia creando senato magistratura governo apparentemente indipendenti, ma alla fine servi del sistema monarchico, le “plutocrazie” diceva Mussolini, tant’è che se ne vantava perfino il Re d’italia colle parole “monarchia costituzionale” appena l’altro ieri.

    Assurdo, ma questo è il “conformismo” di Polibio e funziona sopratutto oggi che la falsa democrazia vien portata in palmo di mano. Tutto il contrario d’una vera Repubblica, perchè nessuna casta scenderebbe mai a livello del popolo (gli indigeni) nemmeno fingendo una Repubblica. Non che sia impossibile: la Rivoluzione Americana del 1776 e poi quella Francese del 1789 han confermato che una Repubblica si può, anche in epoca moderna & contemporanea.

    Da qui, il distacco tra la Società reale e quella “conformista” cioè parallela e conformata per i bisogni del potere: la tipica Società stratificata in cui viveva anche Polibio buonanima. Salvo eccezioni extraeuropee, da lui a noi non è cambiato niente, la Società europea moderna funziona in quel modo.

    Tornando quindi alle “tradizioni” ci sono quelle degli aborigeni e quelle scritte sui libri, ma è ovvio che un sistema immaginato da Polibio prenderà per oro colato, oggi, quassicosa scrivesse Polibio ieri. Allora è essenziale capire cos’ha scritto: per un certo periodo è l’unico ad avere scritto qualche cosa, per cui non è confrontabile con nessun altro

    ...e allora, restando alle nostre tradizioni, diventano essenziali le ricerche archeologiche sul posto, anche se fanno a pugni colla vulgata padanica, dove Polibio è appunto il più antico degli affabulatori.
    Ultima modifica di mailander; 13-11-20 alle 01:38 Motivo: Testo
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