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    Predefinito Biassono, sabato 15 ott 2022

    La prima impressione è che sarà un buco nell’acqua, come ha scritto uno dei primi commentatori “potrebbe chiamarsi movimento colazione pranzo e cena” anche se alcuni pezzi da novanta (le facce di tolla che han cacciato via il prof. Gianfranco Miglio) han subito detto che ci vanno.

    Fondamentale che non sia indicato alcun nome & cognome o un qualsiasi altro riferimento di organizzazione sul volantino facente funzione di “convocazione” mentre le “voci” dicono che gli organizzatori sono il Gianluca Pini ed il Gianni Fava, di cui si dice faccia parte del massimo organo decisionale di Salvini (ma non sono in grado di verificarlo) però i giornalisti ne parlano come se gliel’avesse detto lui.

    Si insiste sul parolone “autoconvocazione” per distinguersi dai treni, dai tramways e dagli autobus: se una convocazione c’è stata, l’auto non c’entra niente, piuttosto è un modo come un altro per nascondere i “convocatori” perchè non è che dozzine di militonti possano convocarvicisi senza organizzarvicisi, fra di loro avran dovuto parlarsi... per poi convocarsi.

    Hanno usato il faquebuk per divulgare il messaggio anonimo, ma la metà dei commentatori l’ha presa male e gli rispondono malamente.

    Così, han modificato il volantino giorni più tardi: adesso vi appare...
    (A) la ruota di bicicletta
    (B) la scritta “assemblea autoconvocata dei (non dai) militanti della Lega Nord per il rilancio della Questione Settentrionale” ovviamente del settentrione italiano, non della Padania famosa
    (C) l’orario, 9,30 registrazione dei partecipanti, 10,30 comincia e 12,30 finisce
    (D) porta la tua bandiera
    (E) a parte, il menù di calamari (però alla catalona) risotto al ragù di mare e scialatielli de surriento a £.30 ecü, diconsi sessantamilalire... era troppo complicato sgagnare una michetta con la mortadella, in un quarto d’ora, tirando il sabato pomeriggio?

    La Lega non si smentisce mai, anzi “non ha mai sbagliato una mossa” se l’assemblea dura due ore striminzite, più altre due ore di calamari e scialatielli... qualcuno lo avrà pur deciso l’ordine del giorno, oltre il menù, non ti pare?



    Ultima modifica di mailander; 10-10-22 alle 00:08 Motivo: link
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  2. #2
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    Predefinito Re: Biassono, sabato 15 ott 2022

    A parte che sul manifestino (in realtà è il vero e proprio documento di convocazione) non c’è neanche un telefono, una email, un nome, un cognome, un soprannome, una sigla, un quassicosa che indichi il “convocante” mentre c’è soltanto un indirizzo dove ci dovrebbero andare i “convocati” ma non è più quello indicato in Via Pietro Verri n.14 pochi giorni fa... è stato cambiato con Via Mazzini n.10...

    fermo restando l’indirizzo della pizzeria, perchè non gli puoi chiedere ricci di mare, calamari e scialatielli vesuviani eppoi lasciarglieli nel frigidaire.

    Hanno anche cancellato la parola “militanti della Lega Nord” perchè si sono accorti che i famosi SOM son gli stessi della Lega di oggi: tutti scelti ad uno ad uno dai quaqquaraqquà della Via Bellaria, vicino a Bruzzano. Lo scopo era proprio evidenziare il distacco da noi disgraziati “peones” che per vendetta li abbiam sempre chiamati SOMari patentati.

    Forse gli ignoranti non lo sanno: i peones (cioè quei che pagano in proprio la tessera del partito) non hanno mica diritto di voto come negli altri partiti... da noi votano soltanto i SOM incaricati dalla sopraffina intellighenzia del cerchio maaggico.

    Se non ci saranno altre modifiche, per ora le convocazioni rese pubbliche son queste tre:







    https://www.facebook.com/profile.php?id=1323524420
    https://www.facebook.com/giannifavapermantova
    https://www.facebook.com/davidcarlo.galli
    https://www.facebook.com/profile.php?id=100057147137661
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  3. #3
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    Predefinito Re: Biassono, sabato 15 ott 2022

    Come previsto, è stato un buco nell’acqua, il solito di tutte le riugnoni legajole: Bossi “non ha mai sbagliato una mossa” noi possiamo soltanto buttar lì quattro parole in croce, purchè nella sua “linea” sacrosanta, la cosa “meravigliosa” che ci ha regalato il figlio d’iddio. Non è mancata qualche parolina contraria, ma serviva appunto a farci veder “democratichi” più di prima.

    Non a caso gli interventi han dovuto stare nelle due ore in totale, poi la conclusione spetta al nuovo capitano. Dibattito neanche a parlarne. Potrebbe sambrare un semplice comizio collettivo, come quello per i mille giorni dopo il referendum sull’autonomia davanti alla sede regionale, tenutosi il 18 luglio 2020 cioè di “sabato” quando gli uffici sono chiusi e nessuno ti ascolta, appunto un comizio a più voci.

    Se proseguiranno i contatti diventerà il feudo di Gianni Fava, anche se conclude colla “speranza” di costituire un “contenitore” dove tutte le sigle attuali scompaiano nel mucchio. Un solo “abatino” gli altri si adeguassero.

    Alessio Anghileri dice che la sala comunale chiesta il giorno 26 settembre gliela rifiutano il 3 ottobre, per cui la riugnone si fa quaggiù nella pizzeria, fa lo stesso. Lascia il posto al moderatore, che dice 3 minuti massimo 4 per ciascun intervento. Ma il microfono è più debole del brusìo di fondo ed alcuni nomi non si sentono.

    Antonio Bevilacqua, organizzatore del famoso comitato per i mille giorni del referendum, dice che è meglio non usare la parola “nord” perchè ti danno del razzista, la parola “federalismo” invece è inattaccabile. Si cambierà la costituzione e si farà l’autonomia, ratificata dal parlamento di Roma. Dice che dovremmo andare con lui a Pavia il 22 ottobre ad un convegno sull’autonomia cui partecipano quelli che prendono (da Roma) il vitalizio per farla... e da diversi anni non la fanno, praticamente è organizzato dal sindaco insieme agli assessori della regione, c’è anche quagliaruno.

    Furio Curioni, dice federalismo e autonomia, il reddito di cittadinanza è “l’apoteosi” meglio un sindacato agricolo.

    Giorgio Bargna, scardinare il centralismo, provare con le elezioni regionali l’anno prossimo.

    Max Loda, in ballo dal 1988 al 2013 ma credo che non abbia bisogno di presentazioni: sulla 500 del Bossi cantavano “l’internazionale” a squarciagola... e questo è il minimo.

    Francesca Losi, nel gruppo di Roberto Castelli (che è rimasto a casa ovviamente) nato due anni fa, dice collaboreremo.

    Luca Manteia, arrivato colla macchina del tempo dagli anni ’90 dice “Bossi ha dato i capisaldi, poi Miglio...” orcaputa, vuoi vedere che ha imparato tutto dal Bossi?

    Matteo Brigandi, con la camisa verda, dice chiamatemi “giovanni” ma aveva già lamentato che lui ha l’accento sulla “i” finale. Al congresso commissariato (come negli scorsi decenni) voteranno quattro gatti, fa alzare la mano ai tre presenti che han la tessera, più le diverse dozzine di quaqquaraqquà incaricati da via Bellaria, inutile farsi illusioni.

    Elisa Grazioli, la padania è uno stato d’animo (cioè una invenzione non piuttosto una nazione) può esserlo chiunque praticamente. Buono a sapersi. Fa l’elenco dei voti ad alcuni referendum, che evidentemente non han servito ad una cippa.

    Marco Padavini, dell’associazione “Lombardia Stato” da Brescia, dice voglio capire cosa fate.

    Roberto Stefanazzi, bisogna riprendersi la Lega per l’indipendenza della Padania perchè è la nostra casa, chi ha dato la sponda (a Salvini) non può più ripresentarsi qui.

    Alessandro Sarasini, sindaco di un Comune microscopico, bisogna uscire di qui con un gruppo organizzativo. Campa cavallo.

    Luigi Roscia, dal 3 gennajo 1990 ci vogliono tre leghe (nord, centro, sud) Lombardia statuto speciale, saluto a quagliarinih.

    Roberto Gremmo, lo fann sedere al tavolo, chi ha fatto il giuramento padanico non può dimenticarselo (si dimentica lui i suoi trascorsi) contro l’imperialismo italiano, la loro costituzione fasulla (grida) l’autonomia è una truffa, niente federalismo perchè lo si fa tra uguali. Applausone.

    Daniele Avolio, a nome di Gianluca Pini che si trova all’estero (deputato come Fava dieci anni fa) si scusa per l’accento “romano” ma è dalla Romagna, il ventre della vacca.

    Alberto Mariani, del gruppetto di Boni/Bernardelli, dice occorre coerenza, perchè quando mi sono presentato come sindaco a Monza ci son qui alcuni di quelli che mi avevano promesso aiuto ma... poi non li ho visti più.

    Fabio Meroni, dalla Brianza, cita gli articoli della costituzione, quella di Roma ovviamente.

    Massimo Zanello, ha una gran faccia di tolla a presentarsi qui, dice che lui sta con Pappagone ma che si può sempre collaborare. Ha parlato molto più a lungo degli altri.

    Roberto Maggi, quello della Radio impronunciabile, noi dicevamo Radio Pir Lonia, questa pizzeria è la succursale di Pontida, confonde la parola “leghismo” con “piccole patrie” tipico dei bossiani parvenues.

    Fabio Ausenda, imprenditore che propone un punto di unione, è stato contro la Lega per le boiate di marketing. Le colpe: in europa gli autonomisti non sono mai di destra, l’autonomismo dev’essere trasversale, l’antieuropeismo è controproducente perchè poi le “macroregioni” sono interne all’europa, ci sono insegnanti meridionali che stanno rovinando generazioni di ragazzi e ragazze, bisogna abbandonare i simboli che ci hanno danneggiato (salvare la parola “nord” casomai) ma abbandonare quel che ha portato la Lega al 4% abbandonare il vecchio.

    Angelo Roversi, uno degli organizzatori dei mille giorni dal referendum, in dieci anni di Salvini la parola “autonomia” ed “indipendenza” sono scomparse dai radar, non bisogna tirare a bordo i “paracarri” senza arrivare ad una “norimberga” oppure “la mia sedia rimane vuota” ma qualcuno ripete “norimberga!” più volte.

    Claudio Bizzozzero, antileghista ma ha votato Miglio nel ’92 e nel ’94 poi si è sempre astenuto, dice che il marchio “lega” è già un “brand” conosciuto, ci vogliono anni ed anni a lanciarne un altro, quel che conta sono i “dané” oppure non si può far niente di niente.

    Giovanni Polli, della giornala padanica, senza identità non si fa niente perchè rimane soltanto quella economica, facile da smerciare/rivendere, ma non dice “padani” resta da decidere se essere “lombardi” o italiani.

    Messaggio di Gianluca Pini, letto dal moderatore di Varese, dice “Fava è l’unico che può condurre la battaglia etc...” l’avevamo capito qualche giorno fa, quando lui stesso fa pubblicare un articolo dove appare la scritta “la vecchia guardia della lega Nord CAPITANATA da Gianni Fava” mica scemo.

    Davide Boni, scarpette bianche e calzettine corte come le minorenni, dice che Fava è l’ideologo (oddiio) poi le solite chiacchere “oggi è il giorno 15 cosa facciamo il giorno 16?” se non lo sai tu te lo diremo noi ma... ci lascierai parlare? Non credo. Come sempre, il Boni insiste oltremisura sul “reducismo” come se lui avesse fatto la guerra del Vietnam, tipo “chi ha dato ha dato, chi ha ‘vuto ha ‘vuto, scurdammoce ‘o passato e nun ne parliamme cchiù” perchè chiaramente lui “nel passato” ne ha fatte di cotte e di crude. Difatti c’è lì la Luisa Grazioli con uno sguardo di ferro che ne sà qualcosa, ma lui parla come se lei dovesse capire che il passato è appunto passato. Faccia di bronzo.

    Ultimo a parlare è Alberto dall’emigliaromagna, due parole.

    Gianni Fava, dice che l’iniziativa è di Alessio Anghileri, lui Fava probabilmente sarà lì per caso. Lui (Fava) prima stava con gli “antiproibizionisti” di Marco Taradash quando volevano liberalizzare le droghe anni fa. Adesso bisogna fare il postideologgico: l’ha detto Bossi che “romapolo/romaulivo” son l’istessa cosa, difatti Bossi prima stava “colpolo” e sei mesi più tardi stava “colulivo” organizzato col “ribaltone” appunto l’istessa cosa, una furbizia che non ti dico, mentre i poveri peones (poveri ciula) pensavano che fosse la secessione.

    Ultimo testamento del Fava: cercare di prendersi il “simbolo” oppure fare qualcosa d’altro, fa lo stesso. Abbastanza tristemente, poi vedremo se son rose o se saran cachi.

    Pièsser: dovendo scrivere “di corsa” non ho ripetuto sempre tutte le esatte parole, ma quelle che sul momento son riuscito a concentrare nella matita. Nei prossimi giorni però potremo confrontare le registrazioni divulgate dagli smanettoni col youtubeless e con il faquebuk...

    https://www.facebook.com/giannifavapermantova
    Ultima modifica di mailander; 17-10-22 alle 00:45 Motivo: nomi corretti
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  4. #4
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    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  5. #5
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    Predefinito Re: Biassono, sabato 15 ott 2022

    Gremmo ha parlato chiaro.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  6. #6
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    Predefinito Re: Biassono, sabato 15 ott 2022

    Citazione Originariamente Scritto da Eridano Visualizza Messaggio
    Grazie per la linkagione, che non ho trovato. Salvo rarissima eccezione, a Biassono abbiamo rivisto il relitto della clacque bossiana, inconcludente, la stessa di due anni orsono davanti al palazzo faraonico regionale per la falsa rivendicazione dei mille giorni dal referendum 2017 sull’autonomia. Dico “falsa” perchè soltanto uno dei partecipanti ha poi protocollato una contestazione e tutti gli altri l’han presa in giro.

    A Biassono, il sabato 15 ottobre, su 28 speakers nove diconsi nove rappresentavano i quaqquaraqquà che non hanno mai mosso un dito, salvo l’incenso al figlio d’iddio, quando avevano l’immunità parlamentare (coi 20 millioni di cucuzze più il vitalizio) quindi adesso cosa vorrannno: vogliono un’altra cadrega.

    Dimmi di no. Tre per nove fanno ventisette, su 28 è il 30% di tutta l’assemblea. Un terzo.

    Dei 28 parlatori, soltanto uno (un meridionale) ha detto “padania libera” e soltanto uno (un imprenditore) ha fatto autocritica, uno solo (un sindaco) ha detto “dobbiamo uscire di qui con un gruppo organizzativo” inutilmente è ovvio,

    solo due (Roversi e Stefanazzi) han detto che i banditi non possono ripresentarsi qui, mentre un altro (più furbo) ha risposto “scurdammoce ‘o passato” tant’è che il suo partito, il cosidetto “grande” Nord di Bernardoni, non ha avuto il coraggio di chiamarsi “repubblica” del Nord.

    Mancando quindi (1) un dibattito (2) un ordine del giorno (3) un presidente dell’assemblea, la riugnone si riduce ad una sequela di parole che cadono nel vuoto: a pro’ di un capatàz che di nascosto tiene le fila, l’unico che ha il potere di mettere la parola “fine” a qualsiasi altra parola, un feudatario com’era il Bossi pora salma... non a caso ogni tanto si sentiva a tutto volume il latrato del predicatore gandhiano dai telefonini dei soliti noti.

    Non sarà così eccitante partecipare allo stesso grande gioco, ignominiosamente fallito qualche anno fa.
    Ultima modifica di mailander; 17-10-22 alle 00:18 Motivo: quindi
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    Predefinito Re: Biassono, sabato 15 ott 2022

    Citazione Originariamente Scritto da Eridano Visualizza Messaggio
    Gremmo ha parlato chiaro.
    Si, ma non l’hanno ascoltato: se non viene costituito un gruppuscolo di organizzazione son parole al vento. Tant’è che Fava ha concluso “lui” ma come fosse uno dei tanti speaker che han parlato prima di lui.

    Poi nei commenti “entusiasmanti” del giorno dopo, non appare altro che la dichiarazione “se non riusciamo a turlupinare il marchio della Lega faremo qualcosa d’altro” e praticamente se “l’è minga süpa l’è pan bagnà” non vanno a casa più.

    A parte che nessuno ha detto il “come” fotterebbero il marchio: vale a dire che essi non sono affatto in grado di fotterselo, o altrimenti non direbbero “nel caso faremo qualcosa d’altro” ma gongolerebbero sulla fottitura sventolando la cartaccia che fotterà il cerchio magico.

    Loro semplicemente hanno “annusato” che c’è una falla nell’acquisizione del marchio e, scioccamente, confidano nella magistratura politicizzata per acchiapparselo, quando basterebbe portare in tribunale il documento principe e tagliare la testa al toro.

    Non solo non hanno fegato ma sono anche ignoranti... o forse scaltri: a ‘sta maniera riusciranno (forse) ad accaparrarsi non il marchio ma un po’ di elettorato, ce l’ha fatta il Bossi ce la può fare il Fava.

    Presumibilmente.

    Non la vedo bene: come il Bossi, invece di organizzare il “popolo” organizzano un partito.
    Ultima modifica di mailander; 17-10-22 alle 00:34 Motivo: virgulti
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    Predefinito Re: Biassono, sabato 15 ott 2022

    Citazione Originariamente Scritto da mailander Visualizza Messaggio
    Grazie per la linkagione, che non ho trovato. Salvo rarissima eccezione, a Biassono abbiamo rivisto il relitto della clacque bossiana, inconcludente, la stessa di due anni orsono davanti al palazzo faraonico regionale per la falsa rivendicazione dei mille giorni dal referendum 2017 sull’autonomia. Dico “falsa” perchè soltanto uno dei partecipanti ha poi protocollato una contestazione e tutti gli altri l’han presa in giro.

    A Biassono, il sabato 15 ottobre, su 28 speakers nove diconsi nove rappresentavano i quaqquaraqquà che non hanno mai mosso un dito, salvo l’incenso al figlio d’iddio, quando avevano l’immunità parlamentare (coi 20 millioni di cucuzze più il vitalizio) quindi adesso cosa vorrannno: vogliono un’altra cadrega.

    Dimmi di no. Tre per nove fanno ventisette, su 28 è il 30% di tutta l’assemblea. Un terzo.

    Dei 28 parlatori, soltanto uno (un meridionale) ha detto “padania libera” e soltanto uno (un imprenditore) ha fatto autocritica, uno solo (un sindaco) ha detto “dobbiamo uscire di qui con un gruppo organizzativo” inutilmente è ovvio,

    solo due (Roversi e Stefanazzi) han detto che i banditi non possono ripresentarsi qui, mentre un altro (più furbo) ha risposto “scurdammoce ‘o passato” tant’è che il suo partito, il cosidetto “grande” Nord di Bernardoni, non ha avuto il coraggio di chiamarsi “repubblica” del Nord.

    Mancando quindi (1) un dibattito (2) un ordine del giorno (3) un presidente dell’assemblea, la riugnone si riduce ad una sequela di parole che cadono nel vuoto: a pro’ di un capatàz che di nascosto tiene le fila, l’unico che ha il potere di mettere la parola “fine” a qualsiasi altra parola, un feudatario com’era il Bossi pora salma... non a caso ogni tanto si sentiva a tutto volume il latrato del predicatore gandhiano dai telefonini dei soliti noti.

    Non sarà così eccitante partecipare allo stesso grande gioco, ignominiosamente fallito qualche anno fa.
    Padania libera, da Brigandì.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  9. #9
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    Predefinito Re: Biassono, sabato 15 ott 2022

    Citazione Originariamente Scritto da mailander Visualizza Messaggio
    Grazie per la linkagione, che non ho trovato. Salvo rarissima eccezione, a Biassono abbiamo rivisto il relitto della clacque bossiana, inconcludente, la stessa di due anni orsono davanti al palazzo faraonico regionale per la falsa rivendicazione dei mille giorni dal referendum 2017 sull’autonomia. Dico “falsa” perchè soltanto uno dei partecipanti ha poi protocollato una contestazione e tutti gli altri l’han presa in giro.

    A Biassono, il sabato 15 ottobre, su 28 speakers nove diconsi nove rappresentavano i quaqquaraqquà che non hanno mai mosso un dito, salvo l’incenso al figlio d’iddio, quando avevano l’immunità parlamentare (coi 20 millioni di cucuzze più il vitalizio) quindi adesso cosa vorrannno: vogliono un’altra cadrega.

    Dimmi di no. Tre per nove fanno ventisette, su 28 è il 30% di tutta l’assemblea. Un terzo.

    Dei 28 parlatori, soltanto uno (un meridionale) ha detto “padania libera” e soltanto uno (un imprenditore) ha fatto autocritica, uno solo (un sindaco) ha detto “dobbiamo uscire di qui con un gruppo organizzativo” inutilmente è ovvio,

    solo due (Roversi e Stefanazzi) han detto che i banditi non possono ripresentarsi qui, mentre un altro (più furbo) ha risposto “scurdammoce ‘o passato” tant’è che il suo partito, il cosidetto “grande” Nord di Bernardoni, non ha avuto il coraggio di chiamarsi “repubblica” del Nord.

    Mancando quindi (1) un dibattito (2) un ordine del giorno (3) un presidente dell’assemblea, la riugnone si riduce ad una sequela di parole che cadono nel vuoto: a pro’ di un capatàz che di nascosto tiene le fila, l’unico che ha il potere di mettere la parola “fine” a qualsiasi altra parola, un feudatario com’era il Bossi pora salma... non a caso ogni tanto si sentiva a tutto volume il latrato del predicatore gandhiano dai telefonini dei soliti noti.

    Non sarà così eccitante partecipare allo stesso grande gioco, ignominiosamente fallito qualche anno fa.
    Stefanazzi ha ragione, come Gremmo.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
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  10. #10
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    Predefinito Re: Biassono, sabato 15 ott 2022

    Citazione Originariamente Scritto da mailander Visualizza Messaggio
    Non la vedo bene: come il Bossi, invece di organizzare il “popolo” organizzano un partito.
    Bossi vada in pensione.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

 

 
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