Comincia stasera 12 dicembre all’ora del tramonto “la notte più lunga che ci sia” e che terminerà con l’alba del giorno 6 gennajo, ultima del massimo ritardo, nel attuale Calendario “volgare” tanto per dargli un bel nome, perchè in realtà è un “calendario di organizzazione clericale” ma sovrapposto a quello di Giulio Cesare dall’anno 1582 in modo del tutto arbitrario.
Bel nome che non è il suo, perché non prevede alcuna ricorrenza per il totem di santa Luciia (al 13 dicenber) né per il totem de la Befana, la ninfa “benefattora” al 6 di genajo, ma si limita a registrare i giorni sottoforma di numero: buono per i ragionieri, tant’è che viene usato quasi dappertutto.
La sovrapposizione degli stessi numeri nel calendario clericale (che invece usa le kalendae) può farti credere che i “totem campestri” siano santi e madonne …anzi hanno inventato santi e madonne proprio per fartelo credere: non ce n’è uno solo dei 51 totem che sia mai apparso nel calendario clericale prima dell’editto di Teodosio nell’anno 438 vale a dire colla religione di Stato e diverso tempo dopo la morte di (sant) Agostino e di (sant) Ambroeus.
E se non son loro due a creare santi e madonne …son tarde invenzioni: epoca di Brancaleone.
Agostino muore nel 430 e se la religione di Stato proibisce colla morte i rituali campestri, è evidente che quei rituali non vennero creati “dopo” ma prima dell’editto: abbastanza “tempo” prima, da rimanere fissati nella memoria collettiva ovvero “memoria storica” della Società in una maniera tale da sopravvivere (poi) ai 1581 anni che trascorrono dal 438 all’anno duemila e passa.
Lo vediamo in un attimo quanto siano antichi: se i 51 totem del Calendario Campestre son sincronizzati fra di loro, oltre che con equinozii e solstizii, al modo “pentaeterikoi” ovvero “nundinale” in cinquantasei o cinquantasettesimi, allora sono necessariamente appaiati al Calendario del Numa e a quello di Olimpia, ma …quello del Numa conta 9 per sette volte a fare 57 (non 63) e quello di Olimpia conta 5 per 14 volte a far sempre 57 (ma non 70) mentre quello Campestre conta 12 per 5 volte a far 56 (non 60) fermo restando che comunque tutti e tre ricominciano sempre da 57 dopo il cinquantaseiesimo numero.
Giocoforza, sembrano identici ma hanno avuto mooolto tempo trascorso separatamente l’uno dall’altro, per costituire una propria diversa (e intera) matematica: come minimo, se a Stonehenge le 56 buche ricominciano sempre col 57 è chiaro che tutti e quattro devono apparire abbastanza (e molto) tempo prima del bronzo per potersi diversificare a ‘sto modo.
Se la notte di santa Luciia, la più lunga che ci sia, adesso appare cominciar dal giorno 12 è soltanto perché nell’era Volgare si presume l’ora zero a mezzanotte, mentre invece l’ora zero nell’antichità eran le ore dodici …vale a dire il tramonto, per cui il giorno 13 dicembre di oggi incominciava sempre al tramonto del giorno prima: che è il primo giorno di minimo azimut invernale, mentre il 13 è l’ultimo di massimo anticipo del tramonto.
Ma i dodicesimi della “lunga notte” son più lunghi: cominciano dal totem di santa Bibiana (al 2 dicenber) per terminare al totem de san Tantòni, col falò del 17 genajo, dove ovviamente ne ricominciano altri quattro, fino al totem di santa Walburg al 25 febraar.