G20: CINA, UNA POTENZA GLOBALE INSODDISFATTA / ANSA
UN BEST SELLER RIVELA INSICUREZZA E VOLONTA' DI RIVALSA
(di Beniamino Natale)
(ANSA) - PECHINO, 2 APR - Tutti i giornali cinesi aprono
oggi con la foto del numero uno cinese, Hu Jintao, che stringe
la mano al presidente americano Barack Obama in quello che tutti
sono d'accordo nel definire l' incontro bilaterale piu'
importante del vertice di Londra del G20. Il quotidiano
britannico Guardian scrive: ''oggi, 2 aprile 2009, puo' essere
segnato come il giorno nel quale, attraverso il catalizzatore
della crisi economica globale, la Cina e' emersa definitivamente
come una potenza del 21esimo secolo''. Il New York Times titola:
''La Cina sul palcoscenico come potenza economica globale''.
Ma oggi, 2 aprile 2009, uno dei libri piu' venduti in Cina e'
''Zhongguo bu gaoxing'' (La Cina non e' felice), una collezione
di saggi dalla quale emergono un forte complesso d' inferiorita'
e una non ben specificata volonta' di rivalsa. Per scriverlo si
sono uniti cinque intellettuali sui quarant'anni, gia' autori
dieci anni fa di un altro saggio di successo dal titolo ''La
Cina puo' dire no''.
Il Paese - sostiene uno degli autori, il sociologo Wang
Xiaodong - e' nel Consiglio di Sicurezza dell' Onu ed e'
associato in modo permanente al G8 ma ''non conta abbastanza,
perche' l' atteggiamento dell' Occidente verso la Cina non e'
cambiato''. Wang e gli altri autori, come gran parte dell'
opinione pubblica cinese, in particolare quella giovanile, sono
convinti che Usa ed Europa non vogliano riconoscere ''i
risultati ottenuti dal popolo cinese nel corso della sua
storia''. Al contrario, sono convinti che facciano di tutto per
ridimensionare ed indebolire la Cina. Cosi' gli autori di 'La
Cina non e' felice' spiegano, per esempio, la popolarita' della
quale gode in Occidente il Dalai Lama, il leader tibetano in
esilio. Nessun accenno alla diffusione del buddismo ad opera di
altri maestri tibetani a partire dagli anni cinquanta e che ha
influenzato due generazioni di intellettuali ed artisti
occidentali, o al fascino esercitato fin dall' inizio del secolo
dal Tibet sull' immaginazione occidentale e che ha prodotto
studiosi come l' italiano Giuseppe Tucci e l'olandese Alexandra
David-Neel.
Wang e i suoi coautori Song Qiang, giornalista e autore di
programmi televisivi e Liu Yang, studioso dei mezzi di
comunicazione di massa, fanno altri due esempi per dimostrare la
volonta' dell' Occidente di ''contenere'' la Cina con qualsiasi
mezzo: l' esistenza di un accordo tra i Paesi occidentali
conosciuto come Wasseer Arrangement per il controllo delle
esportazioni di tecnologia sofisticata che, sostengono, ha la
Cina come unico obiettivo; e la collaborazione nel campo della
difesa tra gli Usa ed i Paesi vicini alla Cina come Giappone,
Corea del Sud e Taiwan.
Gli autori del best-seller hanno un atteggiamento ambiguo
verso il governo ed il Partito Comunista Cinese. Affermano di
non essere ''oppositori'' del governo di Pechino ma di avere
''opinioni diverse'' dall' attuale gruppo dirigente. Per
esempio, non apprezzano il sistema che viene chiamato
''socialismo con caratteristiche cinesi'' ma sostengono che al
suo posto andrebbe creato un ''nuovo sistema'' che fonda le
tradizioni cinesi del confuncianesimo e del legalismo con alcune
caratteristiche delle democrazie occidentali. La ricetta degli
autori di ''La Cina non e' felice'' per migliorare la posizione
internazionale del loro Paese e' aumentare le spese per gli
armamenti e perseguire una politica estera piu' aggressiva,
quello che chiamano ''usare la spada per proteggere gli
affari''.
(ANSA).