Secondo l'intelligenza occidentale è un dittatore, perchè viene eletto ininterrottamente dal 1999.
Tuttavia, salutano con giubilo ogni vittoria elettorale della Merkel in Germania (in carica, ricordiamolo, dal 2005).
Secondo l'intelligenza occidentale è un dittatore, perchè viene eletto ininterrottamente dal 1999.
Tuttavia, salutano con giubilo ogni vittoria elettorale della Merkel in Germania (in carica, ricordiamolo, dal 2005).
secondo i media occidentali è un dittatore perchè ha sbattuto Soros ed Open Society fuori dalla Russia. certamente non è un santo, ma in Russia funziona così.
e di sicuro ha preservato la pace più lui che quel bottegaio di pistole di Obama
E non solo per quello. E comunque ha fatto benone.
Tra l'altro certi metodi li ha imparati quando era colonnello del Kgb nella Russia sovietica. In questo dobbiamo ringraziare i compagni.
E comunque da un leader politico mi aspetto che sappia riconoscere le esigenze del paese reale, non la santità.
Indubbiamente.
Il nostro, viene definito di destra (o addirittura fascista); in effetti, come tipo umano lo è (ex militare, sportivo). Tuttavia, non segue una dottrina precisa, se non un sano generico patriottismo. Non si trovano dichiarazioni in cui abbia elogiato regimi fascisti o simili; anzi, si trovano più apprezzamenti per il ruolo geopolitico dell'Unione Sovietica. Tutto questo per sottolineare ulteriormente l'ennesima distorsione della realtà effettuata dalla sinistra progressista euro-occidentale.
Putin per età e formazione non può che essere un orgoglioso ex sovietico.
ma è anche un russo che ha recuperato parte della tradizione prerivoluzionaria, a partire dal ricostruito rapporto con la Chiesa Ortodossa. le accuse di fascismo vengono da persone che non sanno cosa sia il fascismo e che chiamano fascisti tutti quelli che gli stanno antipatici. quindi valgono zero.
io confido che prosegua nellè'operazione di recupero della tradizione, concludendo il suo ciclo riportando lo Zar sul trono. La Russia necessita di simboli identitari forti, pur avendo presente che l'autocrazia di un tempo è ovviamente fuori discussione.
Putin, dopo la caduta del muro di Berlino e' stato il primo grande leader europeo a fornire un punto di riferimento.
Dal dopoguerra si brancolava nel buio; ogni leader o movimento politico in funzione antiamericana, anti-israeliana o anticomunista veniva esaltato non senza contraddizioni.
C'e' stato di tutto: Nasser, Saddam, Peron o i generali sudamericani, oppure Castro&Guevara, i colonnelli greci e quelli turchi, Mao, presidenti americani anticoministi, De Gaulle o l'Algeria francese, le ultime colonie europee in Africa, israeliani, palestinesi, l'Iran o la Persia, i talebani o i militari sovietici. Per non parlare di chi, italiano, si e' lasciato infatuare da Tito e Gheddafi!
Almeno in questo caso, si e' andati oltre la destra e la sinistra (Putin, come sappiamo, viene dal mondo sovietico), accontentando tutti!
«Valori quali il sacrificio, l'amore per la casa, la famiglia e la Patria, rimangono ancora oggi fondamentali e parte integrante della società russa. Questi valori sono in larga misura la struttura portante della sovranità del nostro paese.»
Non stiamo parlando di qualche discorso retorico, di un politico del secolo scorso, ma dichiarazioni di ieri del presidente russo. «Rafforzare tutela rifugiati, più impegno in Europa» ha dichiarato sinteticamente qualche ora fa il presidente della repubblica italiana.
il divario tra chi sopravviverà e chi morirà
Dovrebbero stampare libri sui discorsi di questo statista.
Raccogliamo qualche citazione.
«Una società forte, libera, e indipendente per definizione, guarda alla nazione e alla sua sovranità. Essa è espressione della cultura e delle tradizioni di una determinata nazione, non il prodotto di una idea globale astratta, che dietro di se nasconde solamente interessi privati».
«In Russia abbiamo attraversato un periodo abbastanza lungo in cui i fondi esteri erano di gran lunga la principale fonte per la creazione ed il finanziamento di organizzazioni non governative. [...] In breve, erano uno strumento straniero, con tutte le conseguenze che ne derivano».
«Abbiamo sempre considerato uno Stato forte condizione fondamentale per lo sviluppo della Russia. E abbiamo visto ancora una volta che avevamo ragione nel ripristinare e rafforzare meticolosamente le istituzioni statali dopo il loro declino negli anni ’90».