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Max72
«Bonus bebé discriminatorio»: la Regione adesso fa ricorso contro il giudice di Pavia
La sentenza ha riconosciuto il diritto all’assegno a una coppia egiziana priva del requisito della residenza da 5 anni
Fabrizio Merli 17 Gennaio 2020
il caso
Fabrizio Merli
Bonus bebè: La Regione contro il giudice di Pavia. La giunta guidata da Attilio Fontana, infatti, ha deciso di impugnare l’ordinanza con la quale è stato definito “discriminatorio” chiedere a due genitori la residenza per almeno 5 anni in Lombardia ai fini dell’erogazione del cosiddetto bonus bebè.
l’ordinanza
L’ordinanza è stata pronunciata lo scorso mese di ottobre dal giudice Donatella Oneto del tribunale di Pavia, che ha accolto il ricorso presentato da una coppia di genitori, originari dell’Egitto e residenti a Pavia, che si erano visti negare da Regione Lombardia il beneficio economico proprio perché non rispettavano il criterio della residenza. La Regione era stata quindi condannata a versare il contributo e a pagare anche 1.500 di spese legali. Ora la giunta regionale ha deciso di impugnare questa decisione e ha individuato un avvocato che la tutelerà.
Il contributo (erano previsti fino a 1.500 euro per la nascita di un figlio) era regolato da una delibera della giunta regionale del 2017, ma era poi stato prorogato con gli stessi criteri anche gli anni successivi, fino a giugno 2019. Tra i requisiti erano richiesti un Isee (il reddito complessivo che non tiene conto solo del dato patrimoniale ma anche della condizione famigliare - ndr) non superiore a 20mila euro, la certificazione dello stato di gravidanza, la condizione di fragilità sociale della famiglia e, appunto, la residenza di entrambi i genitori di almeno cinque anni in regione.
Requisito, questo, che era soddisfatto solo da un coniuge, il padre del bambino, ma non dalla madre, residente in Lombardia al momento della domanda non da cinque ma da quattro anni e pochi mesi. Per questo Regione Lombardia aveva respinto la domanda inoltrata dai due coniugi e tesa ad ottenete un contributo alle spese da sostenete per il mantenimento del bimbo.
avvocati per i migranti
I genitori, dopo essersi vista rigettata la domanda, si erano rivolti agli avvocati di Asgi (l’associazione studi giuridici sull’immigrazione), Alberto Guariso, Livio Neri e Francesco Rizzi di Milano, e avevano fatto ricorso, sia contro la regione che contro l’Ats di Pavia, ente che eroga il contributo.
l giudice civile di Pavia aveva condiviso la tesi dei difensori, ripercorrendo altre decisioni che già avevano contestato il requisito della residenza per entrambi i genitori (richiesto anche per altri benefici, come la casa popolare). A cominciare da una recente sentenza della Corte d’Appello di Milano, che ha stabilito come «le restrizioni basate sul requisito del radicamento territoriale siano discriminatorie nei confronti degli stranieri che si identificano appunto come coloro che hanno altrove la propria origine territoriale». —
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