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  1. #1
    Klassenkampf ist alles!
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    Predefinito Sanità a pezzi, medici in servizio “a vita”

    Si sapeva che sarebbe successo. Non bisognava essere scienziati per capirlo. Ma una lunga lista di governi ottusi, di imprenditori miopi, e immancabilmente le “istituzioni europee” hanno lavorato per decenni in questa direzione. Volevano arrivare qui, ne erano consapevoli?
    Non importa più. Ormai ci siamo. Ed è la prova provata che siamo governati da imbecilli o criminali. A voi la scelta.
    Il punto di partenza è semplice: nei prossimi 5 anni oltre l’80% dei medici specialistici andrà in pensione e non potranno essere sostituiti. Le camere operatorie resteranno inutilizzabili.
    Questo è il risultato di due scelte politiche demenziali fatte da almeno 30 anni (dagli accordi di Maastricht in poi): la riduzione della spesa pubblica, specie per la sanità, e l’introduzione di un ristrettissimo “numero chiuso” per l’accesso alla facoltà di medicina (circa 10.000 posti l’anno).
    Con la prima politica si è bloccato di fatto il turnover generazionale tra i medici nel settore pubblico, sono stati bloccati i loro stipendi, spingendoli quindi verso la sanità privata. Con la seconda si è ridotta oltremisura la platea degli aspiranti alla professione, visto che si tratta di studi che durano in media oltre un decennio (sei anni per la laurea, altri quattro o cinque per la specializzazione) e dunque presentano un alto rischio di “mortalità”, ossia di abbandono per i motivi più vari (difficoltà a superare gli esami, alti costi delle rette, normali vicende della vita personale, ecc). Quei 10.000 l’anno, insomma, sono quasi sempre molti meno al traguardo della specializzazione post-laurea.
    C’è da chiedersi chi siano stati quegli “scienziati” che hanno elaborato le previsioni sul fabbisogno di medici per i decenni a venire (in presenza, oltretutto, di una popolazione che invecchia e quindi ricorre più di frequente alle cure mediche). Potete mettervi davanti le foto le ministri della sanità e dei presidenti del consiglio degli ultimi 30-40: non mancherà nessuno (dai Prodi ai Berlusconi, dalle Lorenzin alle Rosy Bindi). Ma non dimenticatevi anche qualche Commissario UE (dai Prodi ai Monti, da Barroso a Moscovici, ecc).
    Basti pensare che, nonostante alcune promesse e qualche disegno di legge effettivamente presentato negli ultimi due anni, il “numero chiuso” è ancora vigente, mentre gli ospedali hanno buchi di organico sempre più sostanziosi (come sa chiunque abbia la sfortuna di dover essere ricoverato).
    La situazione è diventata così insostenibile da dover chiedere agli attuali specialisti di restare in servizio almeno fino ai 70 anni di età, affiancati da specializzandi (laureati ancora “in formazione”) per sopperire alle necessità più urgenti.
    La pensata è del ministro della salute, Roberto Speranza. Ed il “clima culturale”, diciamo così, è ancora tale da far scrivere al Sole24Ore un messaggio che vorrebbe essere tranquillizzante: “La norma è a costo zero”. Come se spendere risorse statali per assicurare l’obbligo costituzionale alla tutela della salute dei cittadini fosse un reato.
    E infatti si definiscono “assoldati” – ossia usa-e-getta, quei giovani specializzandi; per chiarire che mai e poi mai dovranno sentirsi “assunti”, come sarebbe normale per aspiranti professionisti cui tutti dovremo affidare la nostra vita (anche i giornalisti al soldo di Confindustria, a volte…).
    Peggio ancora: si “rassicura” che questa norma emergenziale in senso stretto, da “pronto soccorso”, durerà soltanto due anni, fino al 2022! Come se i medici nascessero spontaneamente sotto i cavoli e non servissero decenni per formarne di sufficientemente esperti…
    Una prospettiva da quarto mondo, riflesso esatto della vista cortissima dell’attuale classe dirigente (non solo “i politici”, per capirci) e del peso dei vincoli europei sul bilancio dello Stato.
    In effetti, tornando alla domanda iniziale, gli imbecilli sono sempre i migliori complici dei criminali…
    Sanità a pezzi, medici in servizio "a vita" | Contropiano

    Una Cina, una Yugoslavia, una Russia, una Corea, una Palestina, un'Irlanda. E zero USA

  2. #2
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    Predefinito Re: Sanità a pezzi, medici in servizio “a vita”

    adesso ci pensano loro, tutti stimatissimi professionisti aggiustatutto di sinistra...



    MIGA MakeItalyGreatAgain (Fai l'Italia Grande Ancora)
    che Palamara, Ciuffetti, la Gretina e la Presidentessa di Arcuri siano di lezione: QUESTA VOLTA NIENTE PRIGIONIERI

  3. #3
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    Predefinito Re: Sanità a pezzi, medici in servizio “a vita”

    Citazione Originariamente Scritto da Child44 Visualizza Messaggio
    adesso ci pensano loro, tutti stimatissimi professionisti aggiustatutto di sinistra...





    Inviato dal mio SM-G950F utilizzando Tapatalk

  4. #4
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    Predefinito Re: Sanità a pezzi, medici in servizio “a vita”

    Citazione Originariamente Scritto da amaryllide Visualizza Messaggio
    Ed è la prova provata che siamo governati da imbecilli o criminali. A voi la scelta.
    Criminali.
    Io opto per criminali: nel senso che le scelte politiche sono state fatte con il chiaro intento di arrivare a ciò.
    We'd all like t'vote for th'best man, but he's never a candidate
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  5. #5
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    Predefinito Re: Sanità a pezzi, medici in servizio “a vita”

    Citazione Originariamente Scritto da amaryllide Visualizza Messaggio
    Si sapeva che sarebbe successo. Non bisognava essere scienziati per capirlo. Ma una lunga lista di governi ottusi, di imprenditori miopi, e immancabilmente le “istituzioni europee” hanno lavorato per decenni in questa direzione. Volevano arrivare qui, ne erano consapevoli?
    Non importa più. Ormai ci siamo. Ed è la prova provata che siamo governati da imbecilli o criminali. A voi la scelta.
    Il punto di partenza è semplice: nei prossimi 5 anni oltre l’80% dei medici specialistici andrà in pensione e non potranno essere sostituiti. Le camere operatorie resteranno inutilizzabili.
    Questo è il risultato di due scelte politiche demenziali fatte da almeno 30 anni (dagli accordi di Maastricht in poi): la riduzione della spesa pubblica, specie per la sanità, e l’introduzione di un ristrettissimo “numero chiuso” per l’accesso alla facoltà di medicina (circa 10.000 posti l’anno).
    Con la prima politica si è bloccato di fatto il turnover generazionale tra i medici nel settore pubblico, sono stati bloccati i loro stipendi, spingendoli quindi verso la sanità privata. Con la seconda si è ridotta oltremisura la platea degli aspiranti alla professione, visto che si tratta di studi che durano in media oltre un decennio (sei anni per la laurea, altri quattro o cinque per la specializzazione) e dunque presentano un alto rischio di “mortalità”, ossia di abbandono per i motivi più vari (difficoltà a superare gli esami, alti costi delle rette, normali vicende della vita personale, ecc). Quei 10.000 l’anno, insomma, sono quasi sempre molti meno al traguardo della specializzazione post-laurea.
    C’è da chiedersi chi siano stati quegli “scienziati” che hanno elaborato le previsioni sul fabbisogno di medici per i decenni a venire (in presenza, oltretutto, di una popolazione che invecchia e quindi ricorre più di frequente alle cure mediche). Potete mettervi davanti le foto le ministri della sanità e dei presidenti del consiglio degli ultimi 30-40: non mancherà nessuno (dai Prodi ai Berlusconi, dalle Lorenzin alle Rosy Bindi). Ma non dimenticatevi anche qualche Commissario UE (dai Prodi ai Monti, da Barroso a Moscovici, ecc).
    Basti pensare che, nonostante alcune promesse e qualche disegno di legge effettivamente presentato negli ultimi due anni, il “numero chiuso” è ancora vigente, mentre gli ospedali hanno buchi di organico sempre più sostanziosi (come sa chiunque abbia la sfortuna di dover essere ricoverato).
    La situazione è diventata così insostenibile da dover chiedere agli attuali specialisti di restare in servizio almeno fino ai 70 anni di età, affiancati da specializzandi (laureati ancora “in formazione”) per sopperire alle necessità più urgenti.
    La pensata è del ministro della salute, Roberto Speranza. Ed il “clima culturale”, diciamo così, è ancora tale da far scrivere al Sole24Ore un messaggio che vorrebbe essere tranquillizzante: “La norma è a costo zero”. Come se spendere risorse statali per assicurare l’obbligo costituzionale alla tutela della salute dei cittadini fosse un reato.
    E infatti si definiscono “assoldati” – ossia usa-e-getta, quei giovani specializzandi; per chiarire che mai e poi mai dovranno sentirsi “assunti”, come sarebbe normale per aspiranti professionisti cui tutti dovremo affidare la nostra vita (anche i giornalisti al soldo di Confindustria, a volte…).
    Peggio ancora: si “rassicura” che questa norma emergenziale in senso stretto, da “pronto soccorso”, durerà soltanto due anni, fino al 2022! Come se i medici nascessero spontaneamente sotto i cavoli e non servissero decenni per formarne di sufficientemente esperti…
    Una prospettiva da quarto mondo, riflesso esatto della vista cortissima dell’attuale classe dirigente (non solo “i politici”, per capirci) e del peso dei vincoli europei sul bilancio dello Stato.
    In effetti, tornando alla domanda iniziale, gli imbecilli sono sempre i migliori complici dei criminali…
    Sanità a pezzi, medici in servizio "a vita" | Contropiano

    Insomma: arrivi in ospedale e ti eutanasano

  6. #6
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    Predefinito Re: Sanità a pezzi, medici in servizio “a vita”

    Il problema più immediato sta nel ristrettissimo accesso alle scuole di specializzazione, più ancora che nel numero chiuso per l'accesso alla facoltà di medicina

  7. #7
    reazione
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    Predefinito Re: Sanità a pezzi, medici in servizio “a vita”

    Perdiamo medici italiani e li andiamo a prendere in Romania

  8. #8
    reazione
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    Predefinito Re: Sanità a pezzi, medici in servizio “a vita”

    Ci mancano i medici non perché manchino i medici:


    https://www.docdroid.net/cmzcqWI/document19.pdf#amp=1

  9. #9
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    Predefinito Re: Sanità a pezzi, medici in servizio “a vita”

    Citazione Originariamente Scritto da amaryllide Visualizza Messaggio
    Si sapeva che sarebbe successo. Non bisognava essere scienziati per capirlo. Ma una lunga lista di governi ottusi, di imprenditori miopi, e immancabilmente le “istituzioni europee” hanno lavorato per decenni in questa direzione. Volevano arrivare qui, ne erano consapevoli?
    Non importa più. Ormai ci siamo. Ed è la prova provata che siamo governati da imbecilli o criminali. A voi la scelta.
    Il punto di partenza è semplice: nei prossimi 5 anni oltre l’80% dei medici specialistici andrà in pensione e non potranno essere sostituiti. Le camere operatorie resteranno inutilizzabili.
    Questo è il risultato di due scelte politiche demenziali fatte da almeno 30 anni (dagli accordi di Maastricht in poi): la riduzione della spesa pubblica, specie per la sanità, e l’introduzione di un ristrettissimo “numero chiuso” per l’accesso alla facoltà di medicina (circa 10.000 posti l’anno).
    Con la prima politica si è bloccato di fatto il turnover generazionale tra i medici nel settore pubblico, sono stati bloccati i loro stipendi, spingendoli quindi verso la sanità privata. Con la seconda si è ridotta oltremisura la platea degli aspiranti alla professione, visto che si tratta di studi che durano in media oltre un decennio (sei anni per la laurea, altri quattro o cinque per la specializzazione) e dunque presentano un alto rischio di “mortalità”, ossia di abbandono per i motivi più vari (difficoltà a superare gli esami, alti costi delle rette, normali vicende della vita personale, ecc). Quei 10.000 l’anno, insomma, sono quasi sempre molti meno al traguardo della specializzazione post-laurea.
    C’è da chiedersi chi siano stati quegli “scienziati” che hanno elaborato le previsioni sul fabbisogno di medici per i decenni a venire (in presenza, oltretutto, di una popolazione che invecchia e quindi ricorre più di frequente alle cure mediche). Potete mettervi davanti le foto le ministri della sanità e dei presidenti del consiglio degli ultimi 30-40: non mancherà nessuno (dai Prodi ai Berlusconi, dalle Lorenzin alle Rosy Bindi). Ma non dimenticatevi anche qualche Commissario UE (dai Prodi ai Monti, da Barroso a Moscovici, ecc).
    Basti pensare che, nonostante alcune promesse e qualche disegno di legge effettivamente presentato negli ultimi due anni, il “numero chiuso” è ancora vigente, mentre gli ospedali hanno buchi di organico sempre più sostanziosi (come sa chiunque abbia la sfortuna di dover essere ricoverato).
    La situazione è diventata così insostenibile da dover chiedere agli attuali specialisti di restare in servizio almeno fino ai 70 anni di età, affiancati da specializzandi (laureati ancora “in formazione”) per sopperire alle necessità più urgenti.
    La pensata è del ministro della salute, Roberto Speranza. Ed il “clima culturale”, diciamo così, è ancora tale da far scrivere al Sole24Ore un messaggio che vorrebbe essere tranquillizzante: “La norma è a costo zero”. Come se spendere risorse statali per assicurare l’obbligo costituzionale alla tutela della salute dei cittadini fosse un reato.
    E infatti si definiscono “assoldati” – ossia usa-e-getta, quei giovani specializzandi; per chiarire che mai e poi mai dovranno sentirsi “assunti”, come sarebbe normale per aspiranti professionisti cui tutti dovremo affidare la nostra vita (anche i giornalisti al soldo di Confindustria, a volte…).
    Peggio ancora: si “rassicura” che questa norma emergenziale in senso stretto, da “pronto soccorso”, durerà soltanto due anni, fino al 2022! Come se i medici nascessero spontaneamente sotto i cavoli e non servissero decenni per formarne di sufficientemente esperti…
    Una prospettiva da quarto mondo, riflesso esatto della vista cortissima dell’attuale classe dirigente (non solo “i politici”, per capirci) e del peso dei vincoli europei sul bilancio dello Stato.
    In effetti, tornando alla domanda iniziale, gli imbecilli sono sempre i migliori complici dei criminali…
    Sanità a pezzi, medici in servizio "a vita" | Contropiano

    Incominciamo con il dire che il tanto odiato numero chiuso è stato PRETESO per decenni dall'Ordine dei medici che vedeva emeriti medici incapaci "figli di" ed oggi "infilati" nelle liste degli iscritti dover competere con i più meritevoli e dal poter ridurre il numero deimedici per poter mantenere un maggiore potere contrattuale. "Meno siamo più contiamo".
    Discorso ovviamente sostenuto dagli stessi docenti di medicina.

    L'egoismo di "difesa della categoria" per evitare supposte "inflazioni di medici" ci ha portato a questi risultati.

    Lo stato negli anni ha perseguito una operazione di tagli alle spese continuo e poiché la voce più consistente delle uscite dello stato italiano dopo le pensioni sè la sanità si è tagliato su quel fronte bloccando le assunzioni e sfruttando i giovani medici assumendoli con contratti precari.
    Questo ovviamente ha portato alla perdita dei migliori che, acquisita l'esperienza, hanno trovato posti di rilievo all'estero.
    Ma la colpa non è tanto dei governi ma dei debiti e da contratti capestro che aggiungono oneri su oneri sulla spesa pubblica condannandola inesorabilmente al rosso.
    Contratti e benevolenze elargite di volta in volta ai "sostenitori" dei partiti che di anno in anno si sono alternati al governo.
    Frutto del "bisogno" dei partiti e dei suoi dirigenti di pretendere che "qualcosa si attaccasse anche alle loro mani"....e che loro erano più fessi degli altri?
    Saluti

  10. #10
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    Predefinito Re: Sanità a pezzi, medici in servizio “a vita”

    Citazione Originariamente Scritto da fante di denari Visualizza Messaggio
    Perdiamo medici italiani e li andiamo a prendere in Romania
    Stessa situazione per gli infermieri. Ci sono università infermieristiche in italia in cui ci sono addirittura dei locali affittati da ospedali stranieri assetati dei nostri infermieri neo laureati pagati il doppio che da noi.
    Ma loro non hanno debito pubblico e non devono pagare tributi e benemerenze elargite da precedenti governi...

    Saluti

 

 
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