La zia di Kim Jong-un, data per morta dai media, è riapparsa come ospite d'onore in una celebrazione ufficiale del capodanno lunare
Kim Kyong-hui, sorella di Kim Il-sung che esercitava una significativa influenza nella politica nordcoreana sotto suo padre e, in seguito, suo fratello, non si vedeva in pubblico dal 2013.
Nel dicembre di quell'anno suo marito, il potente generale Jang Song-thaek, arrestato durante una riunione del politburo e mostrato dalla televisione di stato, fu accusato di tradimento e poi giustiziato.
La caduta di Jang ha portato alla speculazione dei media che anche la sua famiglia sarebbe stata eliminata. La successiva scomparsa di Kim Kyong-hui dalla vista pubblica ha portato a voci sulla sua prigionia, sul suicidio, su un avvelenamento segreto o morte per problemi di salute.
Kim Jong Un's aunt, Kim Kyong Hui once reported dead, makes surprise public appearance, six years after husband's execution by firing squad. pic.twitter.com/9ipNfOwUAMTuttavia, la 73enne è viva ed è stata fotografata seduta accanto a suo nipote e sua moglie, Ri Sol-ju, durante uno spettacolo al Samjiyon Theater di Pyongyang. KCNA, l'agenzia di stampa ufficiale della Corea del Nord, la menzionò anche per nome nella sua relazione del concerto, la prima da molti anni.
— Graphenes (@Graphenes1) 26 gennaio 2020
Non è la prima volta che i media diffondono notizie di personalità della Corea del Nord uccise nei modi più disparati, che poi, seguito, si sono presentate vive e vegete.
Il culmine della carriera politica di Kim Kyong-hui è arrivato durante gli ultimi anni del governo di suo fratello, quando ha accompagnato Kim Il-sung durante i viaggi di ispezione e, a quanto si dice, ha agito come suo assistente personale e confidente. Nel 2010 si è unita al politburo e le è stato assegnato il grado di generale a quattro stelle.
Dopo che Kim Jong-un ha ereditato la leadership del paese da suo padre l'anno successivo, Kim Kyong-hui e suo marito sono stati presidenti di un "consiglio di reggenza" informale che facilitava la transizione del potere effettivo a suo nipote.
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