Ci sono tutti gli ingredienti di un giallo classico di Agatha Christie, tranne forse una ingegnosa soluzione finale che, grazie all’intuito di Miss Marple, inquadri tutti i fatti e gli indizi in una visione di insieme, dandone compiuta e convincente spiegazione.
Abbiamo un cadavere di ragazza che viene sepolto e riesumato; un teschio che scompare e ricompare tra tibie incrociate; una coroncina di fiori che si dissolve misteriosamente dalla testa della morta; la scena del “delitto” manipolata nei suoi elementi architettonici; personaggi ambigui e sfuggenti che cambiano fisionomia; e tanti incoerenti particolari disseminati sulla scena.
Tutto ruota intorno a un antico disegno appeso nella mia biblioteca, con un cadavere in primo piano, probabilmente seicentesco, di modesta mano, vergato su un supporto di fortuna costituito da tre pezzi di carta, di diversa origine, incollati insieme.
Un disegno in cui una penna, intinta nell’inchiostro bruno che si cavava dalle galle dei noci, ripassa – ma non sempre pedissequamente - un sottostante esile schizzo a carboncino e lapis nero di cui restano ancora evidenti tracce.
Questa operazione di attento “ripasso” toglie evidentemente al disegno quell’immediatezza che costituisce forse il maggior pregio artistico di questa tecnica, differenziandolo dalla semplice decorazione; né sembra aggiungere nulla alla traccia sottostante restando schematico e privo di qualsiasi accenno a lumeggiature e chiaroscuri, a cui normalmente un artista ricorre per completare un disegno.
Ma eccolo qui, nello splendore dei suoi 585x342 millimetri:
Il notissimo soggetto, “Sepoltura e gloria di santa Petronilla”, tanto amato da Goethe, giustifica certamente il giudizio di “copia scolastica” che ne ha dato l’antiquario, valutandolo di scarso valore dopo una superficiale occhiata.
Ma, come si vedrà nella prossima puntata, una attenta analisi rivela troppe misteriose incongruenze per accettare senza combattere questa banale attribuzione: la semplice schematicità del disegno e il supporto cartaceo improvvisato utilizzato mi ha fatto supporre che la finalità di chi lo ha tracciato non fosse artistica ma avesse uno scopo più pratico di un normale esercizio di copia accademica.