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Discussione: Per padre il diavolo -

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    Per padre il diavolo

    di Michele Fabbri - 14/09/2009







    Don Curzio Nitoglia è un sacerdote cattolico la cui preparazione in materia teologica non teme confronti. Fra le sue pubblicazioni la più significativa è Per padre il diavolo, un monumentale studio sulla questione ebraica secondo la Tradizione cattolica.

    Il titolo del libro riprende l’espressione di Gesù che si rivolge ai farisei in Gv. VIII, 44: «voi avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro». Con la precisione e la lucidità di un maestro di teologia della scolastica medievale, Nitoglia sviscera il tema in tutti i suoi possibili risvolti, non solo prettamente teologici, ma anche storici e politici, fino ad arrivare ai più recenti sviluppi dell’ideologia sionista.

    Il libro è diviso in capitoli che trattano di temi specifici, in modo da dare ordinamento a una materia così vasta e così delicata, poiché quando si parla di certi argomenti si rischia anche di incorrere nel reato d’opinione.

    Dal punto di vista cattolico la questione ebraica non riguarda ovviamente l’appartenenza etnica, perché la Chiesa Cattolica ha sempre condannato ogni forma di razzismo e di biologismo. Sul piano teologico la funzione del popolo ebraico è stata quella di preparare l’avvento del Redentore, quindi una volta arrivato Gesù la funzione del popolo eletto è priva di senso. Questa almeno è stata la dottrina cattolica per quasi due millenni ma, com’è noto, la Chiesa postconciliare ha rimesso in discussione alcuni aspetti. Giovanni Paolo II ha affermato che la religione ebraica è intrinseca al Cristianesimo e si è assunto la grave responsabilità politica di concedere allo stato d’Israele il riconoscimento del Vaticano. Nitoglia, invece, ricorda che la vera carità verso il popolo ebreo consiste nell’illuminarlo sulla sua condizione di cecità spirituale e di pericolo per la salvezza dell’anima.

    Circa la questione del deicidio la letteratura patristica è unanime nell’attribuire al Giudaismo religione la responsabilità della condanna a morte di Gesù. In materia di fede il consenso unanime dei Padri è sempre stato testimonianza irrefutabile di Tradizione divina e dunque regola infallibile di fede. Se ne deve desumere che la dottrina della responsabilità collettiva del Giudaismo religione nel deicidio è infallibilmente vera. L’autorità di San Tommaso d’Aquino conferma tutta la teologia precedente: «et ideo judei peccaverunt, non solum hominis Christi, sed tamquam Dei crucifixores». Tutta la teologia medievale è unanime nell’affermare che i farisei che condannarono Cristo sapevano che stavano condannando la seconda Persona della SS. Trinità e questo ha messo il popolo ebraico in uno stato di obiettiva “riprovazione” da parte di Dio. Oltretutto gli studiosi che hanno analizzato il processo a Gesù hanno rilevato numerose irregolarità nella procedura. Nel corso del Concilio Vaticano II, comunque, si è stabilito che gli ebrei non possono essere rappresentati come riprovati o maledetti da Dio: una presa di posizione discutibile alla luce di tutti gli insegnamenti precedenti. Accettando tesi di questo tipo la Chiesa postconciliare si è di fatto collocata nello scisma e nell’eresia.

    Nitoglia poi affronta il tema del messianismo ebraico, ricchissimo di sfumature anche ideologiche. Tradizionalmente gli ebrei hanno considerato il Messia come un uomo in carne ed ossa che avrebbe guidato la lotta armata del popolo ebraico per il dominio sulle nazioni. Ma nel corso del tempo le concezioni ebraiche furono influenzate dall’illuminismo e si cominciò a pensare che il Messia era da intendersi in senso simbolico: l’emancipazione ebraica, che avvenne con la Rivoluzione francese, e il sionismo, di cui si comincia a parlare nel XIX secolo, sembrarono allora la realizzazione del sogno messianico.

    Una parte del libro è dedicata al controverso tema dell’omicidio rituale ebraico, argomento sul quale Nitoglia ha scritto un saggio esaustivo (Don Curzio Nitoglia, L’omicidio rituale ebraico. La secolare accusa del sangue: tesi e documenti a confronto, effepi, Genova 2004, pp.56).

    Fra i capitoli più interessanti ci sono quelli dedicati alla Càbala e al Talmùd, poiché questi filoni letterari rappresentano lo spirito più autentico dell’ebraismo a partire dall’era cristiana. Nitoglia divide la Càbala in una Càbala vera, rivelata da Dio a Adamo, ai Patriarchi e a Mosè, e in una Càbala spuria, pervertita dalla malizia degli uomini tentati da Lucifero. La Càbala vera si fonda sull’essere, su ciò che è immutabile, mentre la Càbala spuria si fonda sul divenire, sul mutamento e sul mito del progresso all’infinito. Da queste concezioni derivano due modi di vita: quello cattolico che è contemplativo, e quello cabalistico-gnostico che è magico, pratico e tecnico. Secondo la dottrina cattolica la Sinagoga fu esente da errori fino al Giovedì Santo, poi le concezioni giudaiche elaborarono la nozione ideologica di “progressismo” che informa di sé il mondo moderno e che si manifesta anche nella Chiesa postconciliare.

    Per quanto riguarda il Talmùd Nitoglia rileva le proposizioni apertamente razziste e bellicose che questo testo raccomanda verso i non-ebrei e verso i cristiani in particolare. Il pubblico italiano può consultare un’antologia del Talmùd nell’edizione approntata da Monsignor Pranaitis (I.B. Pranaitis I segreti della dottrina rabbinica, effedieffe Edizioni, Milano 2005, pp.252).

    Nitoglia commenta anche un’importante testimonianza della mentalità ebraica moderna che è fornita da un’intervista di Alain Elkann a Elio Toaff nella quale si leggono in maniera nemmeno troppo dissimulata i principi e gli obiettivi dell’azione ebraica. Toaff afferma che il compito dell’Ebraismo è di far diventare monoteisti tutti i popoli della terra, per stringerli nell’abbraccio della “fratellanza universale” (concetto notoriamente massonico). Per essere buoni ebrei occorre avere fede non solo in Dio, ma anche nel popolo ebraico. Il concetto di aldilà nell’Ebraismo è alquanto sfumato se non inesistente. Il peccato originale vale solo per chi non è ebreo (sembra quasi insinuare il dogma…dell’immacolata concezione del popolo ebraico!). In generale il fedele ebreo ha grande libertà nell’interpretazione delle Scritture (quasi come il libero esame luterano).

    Un tema di grande interesse culturale è quello delle Toledòth Jéshu, ossia una sorta di antivangelo ebraico in cui si narrano i fatti della vita di Gesù in chiave ridicolizzante e blasfema. Ci sono diverse tradizioni testuali di questi antivangeli, composti nel periodo medievale, in cui confluiscono anche motivi dei vangeli apocrifi cristiani.

    Quando si tratta la questione ebraica non si può non parlare di Massoneria. Nitoglia rileva le strette affinità tra concezioni ebraiche e pensiero massonico e ipotizza che nei secoli del ghetto gli ebrei abbiano avuto una funzione essenziale nella nascita stessa dell’istituzione. È difficile far luce sulle origini della Massoneria, data la scarsità delle fonti e la natura segreta dell’istituzione, comunque Nitoglia nota come si possa ravvisare un’influenza ebraica fin dalla Riforma Protestante, e comunque dal periodo successivo al 1789 le logge massoniche sono piene di elementi ebraici, al punto che la stessa Massoneria si confonde con la Sinagoga negli indirizzi dottrinali. Nitoglia si sofferma anche sul memoriale di Francesco Gaeta, scritto nel 1914, in cui l’autore, che era stato affiliato al Grande Oriente d’Italia, affermava esplicitamente che le logge erano uno strumento di cui gli ebrei si servivano per dare la scalata al potere nelle nazioni cristiane.

    Sempre seguendo questo filone il libro tratta del B’naï B’rith, la Massoneria ebraica che compare come una sorta di longa manus nei principali avvenimenti della storia contemporanea. Inoltre Nitoglia affronta anche i lati oscuri dell’Opus Dei, istituzione piuttosto ambigua, che si caratterizza come cattolica, ma che in realtà sembra professare concezioni protestanti e talvolta cripto-giudaiche.

    Il tema del cosiddetto “antisemitismo” è affrontato anche dal punto di vista semantico. Parlare di antisemitismo, infatti, è assolutamente improprio perché la parola si riferisce a una definizione etnica: semiti sono i moderni Arabi, così come lo erano gli antichi Babilonesi, entrambe popolazioni che hanno avuto rapporti alquanto conflittuali con gli ebrei. Comunque il termine si è imposto nell’uso perché veniva utilizzato abitualmente nel linguaggio politico del XIX secolo. Lo scrittore ebreo Bernard Lazare, vissuto nella seconda metà dell’800 affrontò il tema con grande onestà intellettuale, notando come l’atteggiamento esclusivista e prevaricatore degli ebrei generasse inevitabilmente sentimenti di ostilità verso il popolo eletto. Gli ebrei peraltro, maestri indiscussi del vittimismo, hanno saputo trarre vantaggio anche dalle persecuzioni subite, accampando pretese di risarcimento e perfino di superiorità morale sugli altri popoli.

    Gli studi sul complotto giudaico-massonico contro la Chiesa Cattolica sono di grande importanza anche per le connessioni che hanno con le vicende del Risorgimento italiano, che fu fenomeno essenzialmente massonico, e che individuava nella Chiesa Cattolica il punto nevralgico in cui sferrare l’attacco per spazzare via gli antichi stati preunitari. A questo proposito l’autore analizza l’atteggiamento della Chiesa verso gli ebrei che, nella prima fase del Risorgimento, è stato molto morbido. Solo dopo il 1870 il Vaticano si rende conto della straordinaria virulenza del popolo eletto: gli ebrei romani parteciparono con sorprendente entusiasmo ai festeggiamenti per la breccia di Porta Pia, e a partire da quel momento lo stesso Pio IX cominciò a usare parole forti e dure contro gli ebrei.

    In epoca più recente si sono avute infiltrazioni massoniche all’interno stesso della Chiesa, al punto che si sono avviate trattative per la revoca della scomunica ai massoni. Nitoglia documenta puntualmente la questione, così gravida di conseguenze sul piano dottrinale.

    Il capitolo sui marrani tratta di un tema storiografico che ha sempre catalizzato l’interesse degli studiosi e del pubblico. Quando Isabella di Castiglia libera la Spagna da ebrei e musulmani, molti infedeli accettano il battesimo per adeguarsi agli statuti sulla limpieza de sangre emanati dai cattolicissimi sovrani. Ma alcuni neoconvertiti continuano a praticare in segreto la vecchia religione e l’Inquisizione Spagnola sarà impegnata per secoli nella verifica della effettiva fedeltà dei marrani. Ancora nel XX secolo si è avuta notizia di marrani in Spagna e in Portogallo, inoltre si è verificato il caso celebre del vescovo di Parigi Lustiger. Jean Marie Lustiger, ebreo di nascita, si fa battezzare nel 1940 (per non avere noie durante l’occupazione nazista?), entra in seminario e fa una rapida carriera divenendo vescovo della capitale francese. Anche nella sua veste di alto prelato Lustiger ha sempre rivendicato la sua origine ebraica e non ha fatto mistero di considerare Ebraismo e Cristianesimo come una sola religione. Il problema dei marrani nella Chiesa è quindi ancora attuale, al punto che secondo alcuni ricercatori lo stesso Giovanni Paolo II avrebbe avuto origini ebraiche!

    A dir poco affascinante è il capitolo dedicato all’origine dell’Islam. Rifacendosi agli studi del Padre domenicano Théry, Nitoglia analizza il tema della possibile origine giudaico-talmudica dell’Islam. Théry riteneva che la religione islamica fosse stata insegnata a Maometto dalla moglie che l’avrebbe imparata dalla predicazione di un rabbino. Il Corano originario sarebbe andato perduto e quello che abbiamo oggi sarebbe solo una seconda redazione ampiamente manipolata. Il senso di quest’operazione era di scatenare le orde musulmane contro la cristianità. Queste ipotesi ardite naturalmente dovrebbero essere attentamente vagliate, ma certamente nei secoli medievali e moderni le comunità ebraiche svolgevano il ruolo di quinte colonne all’interno delle nazioni cristiane con una efficace opera di spionaggio per conto degli invasori musulmani, Arabi prima e Turchi poi.
    Oggi si può dire che dopo la nascita dello stato d’Israele il rapporto fra ebrei e musulmani si è capovolto, e sono anzi le nazioni che erano un tempo cristiane ad assumere il ruolo di volonterose complici del sionismo!

    E a proposito di sionismo Nitoglia svolge una accurata ricognizione dei fatti e delle fonti cha hanno dato origine al moderno Israele, partendo dal 1863 quando cominciano i lavori per il canale di Suez: la lobby ebraica intuisce che il colonialismo europeo nella zona può dare prospettive interessanti al movimento sionista. Le manovre sioniste si intrecciano perfino con quelle dei regimi nazifascisti, infatti gli stessi sionisti caldeggiavano i sentimenti antisemiti per ingrossare le file dei profughi che andavano verso Israele, e in fondo non osteggiavano nemmeno le persecuzioni violente contro gli ebrei che avrebbero poi offerto il pretesto al risarcimento sotto forma di Terra Promessa. Dopo la seconda guerra mondiale USA e URSS riconobbero senza indugiare lo Stato d’Israele, che veniva rifornito di armi tanto dal blocco sovietico quanto da quello americano…
    Per gli ebrei moderni l’esistenza di Israele sembra coincidere col regno messianico, ma alcuni intellettuali cattolici, come Vittorio Messori e Maurizio Blondet, ritengono che l’Israele moderno sia una parodia del messianismo e che il sionismo assuma piuttosto il carattere del Regno dell’Anticristo. L’indagine di Nitoglia arriva fino ai tempi più recenti analizzando il mito dell’Olocausto e i piani del Nuovo Ordine Mondiale, ovvero l’assetto strategico del mondo in funzione sionista.

    Un altro inquietante segreto su cui si è molto dibattuto è quello del Kahal, ovvero del tribunale segreto giudaico di cui le comunità ebraiche si servivano per amministrare la giustizia al loro interno, ma che avrebbe avuto un ruolo importante anche nel fiancheggiare i piani sionisti. Legata a questo tema è la spinosa questione delle milizie armate ebraiche che agiscono al di fuori della legalità con la complicità delle istituzioni (mentre agli altri cittadini viene ostinatamente negato perfino il diritto alla legittima difesa). Casi di questo genere si sono verificati negli Stati Uniti, in Italia e soprattutto in Francia.

    La Chiesa postconciliare ha allegramente gettato alle ortiche secoli di dottrina sulla questione ebraica, una dottrina che è stata sacrificata sull’altare del mondialismo, di cui le attuali gerarchie vaticane sembrano totalmente succubi. Il ponderoso lavoro di Nitoglia è un sicuro punto di riferimento sia per chi voglia chiarire alcune importanti questioni in materia di fede, sia per chi cerca di fronteggiare le strategie mondialiste. Lo stesso Nitoglia, infatti, ricorda che «la Rivoluzione e il Giudaismo talmudico, essendo satanici nella loro essenza, possono essere combattuti e vinti solo da una reazione che sia soprannaturale nella sua essenza».





    Curzio Nitoglia, Per padre il diavolo, Società Editrice Barbarossa, Cusano Milanino (MI) 2002, pp.480, € 31,00

    Don Curzio Nitoglia-Libri-Video-Testi-Audio




    Per padre il diavolo, Michele Fabbri

  2. #2
    Avamposto
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    Predefinito Rif: Per padre il diavolo -

    Il problema ebraico è il seguente: la sua peculiarità si fonda solo sulla discendenza carnale da Abramo o sulla fede di Abramo nel Messia venturo? La Tradizione cattolica insegna che Israele è stato scelto poiché deve portarci Gesù Cristo, il Verbo Incarnato. Purtroppo l'ebraismo odierno (o talmudismo) crede tutto il contrario: il Messia (che non è ancora venuto) sarà grande perché di sangue ebraico. Infatti, quando venne Gesù, i farisei lo condannarono, poiché insegnava che si entra nel Regno dei Cieli per la Fede e le buone opere, e non per la razza o il sangue.



    "Per padre il diavolo" si prefigge lo scopo di sviscerare il problema di Israele alla luce della S. Scrittura, dei Padri ecclesiastici e del Magistero pontificio. Esso dunque, affronta le varie tematiche, quali la condanna a morte di Cristo (o il deicidio); la messianicità di Gesù; il rapporto tra Antico e Nuovo Testamento e poi tra essi e il Talmùd (o dottrina farisaico-rabbinica che rifiuta la divinità di Cristo); la Càbala (o mistica esoterica corrotta, radice di ogni gnosi spuria); i rapporti tra giudaismo post-biblico e massoneria; la differenza tra antisemitismo biologico e antigiudaismo teologico; il sionismo; il complotto giudaico-massonico contro la Chiesa e la cristianità, e conclude con lo studio approfondito dell'apòstrofe rivolta da Gesù ai farisei "...voi avete per padre il diavolo" (Gv. VIII, 46) da cui prende il titolo il libro intero. Infatti la Rivelazione e la Tradizione divino-apostolica ci insegnano che avendo rifiutato il Verbo Incarnato, il giudaismo rabbinico ha rifiutato anche Dio Padre e si è fatto schiavo del diavolo, che odia Dio sin da quando Gli si è rivoltato contro gridando, "Non serviam".



    ll libro è corredato da un'ampia bibliografia, da un Indice dei nomi e da numerose citazioni riportate alla fine di ognuno dei 33 capitoli che lo compongono.




    Padre Giandomenico Mucci s.j. su "La Civiltà Cattolica"

    5 luglio 2003, pag. 102.

    <<Ci sembra che i due volumi, "Per padre il diavolo" e "L'Esoterismo", ciascuno con una propria straordinaria ricchezza di erudizione e di documentazione, siano unificati da una tesi comune: il giudaismo è il nemico di tutti i popoli, specialmente dei cristiani e la cosidetta gnosi salvifica, esoterica e iniziatica, è una 'scienza' che si oppone alla Chiesa quanto satana si oppone a Dio (...). I due volumi sono la testimonianza di una cultura minoritaria del variegato mondo cattolico, che merita una attenzione superiore a quella che fin'ora le è stata prestata>>.



    Don Curzio Nitoglia-Libri-Video-Testi-Audio padrediavo.htm

  3. #3
    Avamposto
    Ospite

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