Smascheriamo un'altra leggenda nera!
https://www.amicidilazzaro.it/index....tre-le-bufale/
La tortura oltre le bufale
apologetica
Tra gli aspetti qualificanti l’Inquisizione la tortura, con il rogo, sembra occupare il primo posto nell’immaginario collettivo, a tal punto da coincidere con l’Inquisizione stessa. Complice di questa visione riduttiva e distorta soprattutto una certa pubblicistica. Il risultato? Si pensa alla tortura inquisitoriale come ad una delle più crudeli, applicata da monaci sadici davanti a giudici spietati, ovviamente in un ambiente “tra i più suggestivi” – Le cose sono diverse In primo luogo va detto che la tortura era di uso normalissimo nella giustizia dell’antico regime e che i tribunali laici la impiegarono sino al XVIII secolo Ivi, le pene inflitte (bruciature, frustate, mutilazioni) servivano per punire, interrogare e come deterrente.
La tortura, estranea al diritto canonico, è ammessa per la prima volta nell’ordinamento giudiziario della Chiesa da Papa Innocenzo IV che nel 1252 ne disciplino rigorosamente l’uso con la bolla Ad extirpanda.
Quali erano i soggetti indispensabili? L’inquisitore, il vescovo del luogo, un medico, un notaio della diocesi – una novità per l’epoca -, con l’obbligo di mettere per iscritto tutte le domande, le risposte, il tipo di torture, etc. e chi (un laico) le eseguiva. Vi si poteva ricorrere se l’accusato durante l’interrogatorio si contraddiceva nelle risposte, quando vi erano gravissimi indizi e se il chiamato a comparire rimaneva contumace, lo scomunicato rimaneva in tale stato per un anno, contro chi favoriva, accoglieva e frequentava gli eretici. Nel caso di eresia, poi, la tortura era applicabile a tutti, ad eccezione di donne incinte, vecchi e bambini. Per queste ultime due categorie si procedeva a fustigarli con moderazione. Quanto al tipo di tortura, il più comune era “i tratti di corda”: l’inquisito, con le mani dietro la schiena veniva sollevato più volte in aria con un sistema di carrucole e poi fatto cadere di colpo senza fargli toccare il pavimento. Al massimo per tre volte per seduta, di durata non superiore a 30 minuti, fino al limite di tre sedute, a distanza di giorni l’una dall’altra.
Se l’imputato non confessava, era rilasciato; se confessava sotto tortura o in conspectu tormentorum, la confessione doveva confermarsi per iscritto in un secondo tempo, senza tortura. La tortura, da impiegarsi solo come extrema ratio, non doveva procurare ferite, né ledere l’efficienza fisica dell’imputato e poiché erano molti coloro che superavano la prova gli stessi inquisitori non credevano alla sua efficacia probatoria. Cadde in disuso a partire dal XIV secolo. A Tolosa, tra il 1309 e il 1323 furono emanate 636 sentenze inquisitoriali, ma la tortura fu utilizzata una sola volta; a Valencia, su 2354 processi celebrati tra il 1478 e il 1530, vi si fece ricorso soltanto in dodici casi. Un’altra leggenda nera da sfatare.
di Roberto Lanzilli
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L’articolo non è più disponibile in rete ma era basato su fonti serie. Infatti i dati riportati si ritrovano in una pagina della Treccani:
“Quanto al rilievo mosso ai tribunali inquisitoriali di aver usato sistematicamente la tortura, si può osservare che in ciò essi non facevano altro che seguire la pratica giuridica dell'epoca e avvalersi di infrastrutture poste a loro disposizione dai tribunali laici. Vi sono numerose testimonianze di una forte resistenza da parte degli inquisitori a servirsi dell'extrema ratio, la tortura, cui si ricorreva di solito solo dopo aver provato altre vie, quali, anzitutto, la prigione 'stretta' che prevedeva digiuno e privazione del sonno. A Tolosa, tra il 1309 e il 1323 furono emanate 636 sentenze inquisitoriali, ma la tortura venne utilizzata in una sola occasione; a Valencia, su 2354 processi celebrati tra il 1478 e il 1530, vi si fece ricorso soltanto in 12 casi.”
https://www.treccani.it/enciclopedia...ell%27Anno%29/
Da notare che le cifre riguardano l’Inquisizione spagnola che non era sotto il controllo di Roma ed è considerata decisamente più dura rispetto a quella Romana. I casi di Tolosa e Valencia dimostra una media di tortura del neanche paragonabile ai tribunali civili: 636 + 2354 = 2990, 13 casi su 2990 processi = 0,43%
Frequenza uso tortura Inquisizione spagnola (esercitata sotto controllo) 0,43% Ma di che stiamo a parlare? Se consideriamo che la tortura era un’eredità del mondo antico (anche se i Romani cercarono di non usarla troppo), che nessuno metteva in discussione e grazie all’intervento della Chiesa si giunse ad eliminarla nel giro di un secolo a partire dalla famosa bolla Ad extirpanda, questa fu l’azione civilizzatrice della Chiesa.
Da notare le falsificazioni dell’800 massonico in funzione anticlericale:
LEGGENDE NERE - I falsi storici sulla tortura medievale
“I cosiddetti Musei della tortura, presenti in molte città, sono in realtà dei baracconi antistorici, così come è antistorica la leggenda sugli orrori dell’Inquisizione, scritta ad esempio da C. Invernizzi o da Bagent e Leight (The Inquisition), che spesso si rifanno alla polemica anticattolica e antistorica di Lea (History of Inquisition)”. Lo storico medievalista Franco Cardini.
L’immaginario porno horror riversato sulla Santa Inquisizione, è in realtà basato sulla famosa “Caccia alle streghe” del XVI-XVII, che non c’entra niente con il Medioevo e che riguarda in grandissima parte l’Europa protestante a cui nell'800 si è aggiunta persino la produzione di falsi strumenti di tortura.
Poi da geni assoluti della propaganda diffamatoria, e padroni dei mass-media, hanno riversato sulla Chiesa le loro colpe.
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"lo storico A. Borromeo scriverà sul Corriere della Sera del 15.06.2004 che “la ricchezza dei dati forniti da tale Convegno organizzato in Vaticano, consente di rivedere alcuni luoghi comuni assai diffusi tra i non specialisti: il ricorso alla tortura e la condanna alla pena di morte non furono così frequenti come si è per molto tempo creduto (…) Oggi - che si studia l’Inquisizione non più per difendere o attaccare la Chiesa - il dibattito può tornare su un piano scientifico, e la documentazione accessibile lo consente (…) Persino la famosa <caccia alle streghe> (ne furono condannate al rogo solo un centinaio - contro le 50.000 persone condannate al rogo in prevalenza dai tribunali civili europei nell’età moderna) o le terribili torture sono più un luogo comune che una verità storica”
Il domenicano Nicholas Eymerich, autore di un noto e tanto vituperato Manuale dell’Inquisitore (1376), la sconsigliava; poteva essere ammessa solo non in casi gravissimi e se non fossero stati utili altri mezzi. Non poteva comunque essere usata sui minori, sugli anziani e sulle donne incinte.
Molti studiosi laici oggi concordano anzitutto sul fatto che il ricorso alla tortura ci fu nella misura in cui era un espediente ordinariamente usato a quel tempo nei tribunali laici. “Questi strumenti furono impiegati non solo dall’Inquisizione ma praticamente da tutti gli altri sistemi giudiziari d’Europa: ancora nel XVI secolo erano parte integrante delle procedure, fatto del quale nessuno si scandalizzava. È tuttavia mia convinzione che le future ricerche dimostreranno che essi furono usati con minore frequenza e con più riguardo per la dignità umana nei tribunali del Sant’Uffizio che altrove” (J. Tedeschi, op. cit.). Anzi, “contrariamente a tutte le istituzioni giudiziarie del tempo, l’Inquisizione non usava normalmente la tortura” (lo storico Henningsen)."
Tratto da https://www.laviadellavita.it/inquisizione_262.html