Ma non è lotta tra partiti,
piuttosto la voglia di votare facce nuove
da parte del popolo
e la voglia dei cadregari di essere rieletti.
Ma non è lotta tra partiti,
piuttosto la voglia di votare facce nuove
da parte del popolo
e la voglia dei cadregari di essere rieletti.
I cadregari le pensano tutte pur di pigliare i voti
necessari per poi accedere alle "partecipate",
loro vero obiettivo.
A tempo debito vengono calate le grandi reti,
ovvero le Liste Civiche, all'apparenza innocenti ...
Vengono approntate liste deboli,
ovvero tanta gente poco conosciuta
e i TRE/QUATTRO cadregari in pole position ...
Vengono ripescati candidati sindaco amati dal popolo
ma emarginati nelle precedenti elezioni
... perchè poco cadregari minded!
Il pensiero indipendente è visto di cattiv'occhio
nelle segreterie, ma pur di racimolar voti
si fa buon viso al candidato sindaco simpatico alla gente...
Il cadregaro tipico lo si riconosce a colpo d'occhio,
ha l'aria pomposetta di chi si sente coinvolto,
una via di mezzo tra una faraona e un tricheco,
per capirci, e non ha tempo da perdere,
lui è lì per cose importanti!
Avete presente quel film ove un tizio molto abbronzato
s'aggira per il campo dei nudisti nordici con il pisello
costantemente in erezione ma occultato con un cappello di paglia?
Tradotto in politica il cadregaro debordato ben ricorda
quel personaggio.
E' talmente evidente il suo reale interesse che il partito
di riferimento, poverino, si deve inventare una lista parallela
di supporto per non far scappare gli elettori.
Eh-eh!
Per una volta ha vinto il popolo.
La lista dei furbetti non passa.
Mi spiace per il candidato sindaco,
persona molto valida,
ma contattato all'ultimo momento per una chiara
operazione di cosmesi:
tirare la volata ai tre cadregari disposti ad imbuto
in una lista volutamente debole.
Solo che la gente, in ambito locale, non è stupida,
la freghi una volta, forse due, alla terza ti bastona
... ed è pure capace di mettere la ciliegina:
dare la maggioranza dei voti alle europee e toglierli
alle comunali.
E, in effetti, da dei fautori di una politica bucolica,
proseccara, gaudiosamente farlocca ci si può aspettare di tutto.
Anche perchè, in ultima analisi, seguono gli insegnamenti
del fratacchione giù in città, l'abatone del convento S.Paolo.
Dice bene un mio amico: "il vino è un movente potente,
specialmente in politica."
E quando perde e arriva ultimo non si ritira
ma, seguendo l'esempio del proprio gran capo,
inizia a rilasciare interviste a destra e a manca.
La colpa, naturalmente, è degli altri.
Non lo sfiora il sospetto che non vien votato neanche
dai parenti più stretti perchè troppo antipatico.
Visto che anche Vittorio Veneto rientra dentro il perimetro del disciplinare del Prosecco , cosa pensi delle vicende elettorali della cittadina pedemontana ?