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  1. #1
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    Predefinito Le missioni Apollo “lunatiche”: pellicole, radiazioni, fotocamere.

    Nelle missioni Apollo “lunatiche” sono state usate normali fotocamere Hasselblad serie V, le uniche modifiche hanno riguardato la verniciatura in bianco, la soppressione del box reflex e il cambio dei lubrificanti.
    Le pellicole erano normali Kodak in commercio.
    Come da documento NASA si vede che viene indicato che sulla Luna sono presenti 600 rad dovuti al vento solare, l’unita’ di misura usata non appare corretta, ma dobbiamo accettarla.



    Sulla Terra siamo protetti dalla presenza dell’atmosfera e dalle fasce di Van Allen che impediscono alla grande maggioranza delle particelle pericolose del vento solare di colpirci e ci protegge anche dai raggi cosmici, quando si e’ sulla Luna si e’ investiti in pieno da tutto.
    Dopo una ricerca, non semplice, ho trovato che i raggi cosmici valgono 100 rad, mentre il vento solare investe in pieno la faccia illuminata della Luna, i raggi cosmici sono omidirezionale, quindi la Luna protegge gli eventuali astronauti dal 50% delle radiazioni, siamo a quota 650 rad.
    Per fare un confronto ho cercato il livello di radiazioni presente a Chernobyl dopo l’esplosione: nei pressi dell’impianto, a secondo del luogo, c’erano dai 100 ai 400 rad, meno che sulla Luna.
    Sul sito della Kodak viene mostrato l’effetto delle radiazioni, molto blande, sulle pellicole degli scanner negli aeroporti.



    Come potete vedere la pellicola risulta palesemente compromessa.
    Il fotografo russo kostin si era recato a Chernobyl per fare fotografie all’impianto usando normali pellicole e normali fotocamere.
    Mentre arrivava in elicottero ha fatto uno scatto di prova a colori, protetto dall’elicottero militare blindato, i risultati sono pessimi come si vede.



    Successivamente ha scattato in B/N nei pressi della centrale, le pellicole in B/N sono meno sensibili di quelle a colori.












    Come potete notare i risultati sono orridi, mentre se guardate le fotografie, che ci raccontano, scattate sulla Luna, sono perfette, sembrano scattate sulla Terra. SONO scattate sulla Terra.
    Considerate che tutta la superfice della Luna, essendo investita costantemente da raggi cosmici e vento solare, e’ radioattiva.
    Altra immensa coglionata, solo i NASA believer possono crederci, appartengono alla religione che io chiamo “allunaggismo senza limitismo”.

  2. #2
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    Predefinito Re: Le missioni Apollo “lunatiche”: pellicole, radiazioni, fotocamere.

    oltretutto la luna è solo una lampadina, come fai a fare una missione su una lampadina.

  3. #3
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    Predefinito Re: Le missioni Apollo “lunatiche”: pellicole, radiazioni, fotocamere.

    Certo paragonare la terrazza della centrale nucleare di Chernobyl alla luna..
    "I socialisti sono come Cristoforo Colombo: partono senza sapere dove vanno. Quando arrivano non sanno dove sono. Tutto questo con i soldi degli altri."

  4. #4
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    Predefinito Re: Le missioni Apollo “lunatiche”: pellicole, radiazioni, fotocamere.

    Citazione Originariamente Scritto da Supermario Visualizza Messaggio
    Certo paragonare la terrazza della centrale nucleare di Chernobyl alla luna..
    E’ una questione di livello assoluto delle radiazioni e di esposizione alle stesse. I liquidatori restavano esposti, dipendentemente da dove si trovavano, fra i 40 secondi e i 2 minuti. Kostin era con loro, conseguentemente la sua pellicola e’ rimasta esposta per quel tempo.
    Nelle missioni Apollo “lunatiche” le pellicole sono rimaste in preda alle radiazioni moltissime ore, quando non giorni interi. In nessuna delle fotografie scattate “sulla Luna” c’e’, non dico grana grossa, la minima velatura. Decisamente improbabile, considerando che le blande radiazioni, in livello e in tempo, degli scanner aeroportuali velano, quando non rendono quasi inservibili, i film cinefotografici.
    Sulla Terra siamo protetti dall’atmosfera e primariamente dalle fasce di Van Allen. Oltre l’atmosfera, ma sotto le fasce, dove orbita la stazione spaziale internazionale, il livello di radiazioni e’ molto basso, poco superiore che sulla Terra. Oltre le fasce c’e’ “l’inferno”:



    l’illustazione mostra come il “furioso” vento solare spazza tutto quello che incontra, il magnetismo terrestre viene grandemente deformato. Se il magnetismo non fosse sufficientemente robusto il vento solare spazzerebbe via l’atmosfera, come e’ successo a Mercurio. Fuori dalle fasce, oltre che dal vento solare (letale), si e’ esposti anche alle radiazioni cosmiche, pure queste letali.
    Le radiazioni cosmiche sono omnidirezionali, quindi la massa della Luna protegge dal 50% di queste, essendo gli astronauti, sedicentemente, sbarcati sulla faccia illuminata del nostro satellite sarebbero, se mai vi si fossero posati, stati investiti in pieno dal vento solare, “protetti” da una tuta simile a una “maglietta di lana”. Osservate questa fotografia:



    E’ la tuta “maglietta di lana” che avrebbe dovuto proteggerli da un ambiente infernale, con livelli di radiazioni letali e sbalzi termici apocalittici.
    Osserviamo ora questa fotografia:



    Si tratta dell’astronauta statunitense Michael Lopez Alegria, che nel 2007 effettua una “passeggiata” fuori dalla ISS. Sono passati 38 anni dalla “maglietta di lana” si presume che in questo tempo la tecnologia sia avanzata parecchio, invece notiamo che per una innocua, in termini di radiazioni, “passeggiata” la tuta appare ad occhio molto piu’ massiccia, ancora una volta ci troviamo davanti, se fossero reali le missioni “lunatiche”, ad un incredibile ARRETRAMENTO tecnologico. Ho scelto questa fotografia perche’ si vede bene che l’astronauta impugna una reflex Nikon di serie. Che appare pero’ fasciata completamente, obiettivo compreso, da un materiale che sembra lo stesso della tuta, questa protezione non serve contro le radiazioni, bassissime, serve certamente a proteggerla dalle escursioni termiche. Mentre per le missioni “lunatiche” l’Hasselblad di serie con film di serie e’ stata mandata a “mani nude” ad affrontare un ambiente denso di radiazioni e di sbalzi termici estremi. Ci sono solo 2 possibilita’:
    1) le missioni Apollo “lunatiche” sono delle C.G. (Coglionate Galattiche).
    2) e’ stato effettuato un utilizzo massiccio della magia.
    Chi crede alle missioni Apollo sulla Luna o e’ tecnicamente ignorante a livelli parossistici, oppure appartiene alla religione dell’”allunaggismo senza limitismo”. A chi crede, a chi ha fede, come gli “allunaggisti”, non servono a niente ragionamenti logico consequenziali, continueranno a credere in spregio della realta’.

  5. #5
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    Predefinito Re: Le missioni Apollo “lunatiche”: pellicole, radiazioni, fotocamere.

    Citazione Originariamente Scritto da HiroTome Visualizza Messaggio
    Nelle missioni Apollo “lunatiche” sono state usate normali fotocamere Hasselblad serie V, le uniche modifiche hanno riguardato la verniciatura in bianco, la soppressione del box reflex e il cambio dei lubrificanti.
    Le pellicole erano normali Kodak in commercio.
    Come da documento NASA si vede che viene indicato che sulla Luna sono presenti 600 rad dovuti al vento solare, l’unita’ di misura usata non appare corretta, ma dobbiamo accettarla.


    Veramente qui c'è scritto che le Hasselblad V erano schermate per proteggere la pellicola fino a 600 RAD, non che quella è una misura della radiazione presente sulla Luna ("parameters for lunar exploration camera").

    In effetti, per usare unità di misura più adatte come il milliSievert, sulla Luna le radiazioni cosmiche sono misurate tra i 110 mSv e 380 mSv a seconda del periodo d'attività solare.

    "the annual exposure caused by GCR [galactic cosmic rays] on the lunar surface is roughly 380 mSv (solar minimum) and 110 mSv (solar maximum). "
    (https://www.sciencedirect.com/scienc...32063312002085)


    Secondo Wikipedia (https://en.wikipedia.org/wiki/Orders...de_(radiation) a Chernobyl i livelli assorbiti dai primi che entrarono per sistemare le cose (e che fecero quelle foto un po' sgranate) arrivarono fino a 16.000 microSv/ora, cioè 16 mSv/ora che in un anno fanno 140.000 mSv/anno, abbastanza di più dei 380 mSv/anno che si beccarono le foto dell'Apollo 11, arrivato in un periodo di minimo solare e massima radiazione.

  6. #6
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    Predefinito Re: Le missioni Apollo “lunatiche”: pellicole, radiazioni, fotocamere.

    Citazione Originariamente Scritto da trash Visualizza Messaggio
    Veramente qui c'è scritto che le Hasselblad V erano schermate per proteggere la pellicola fino a 600 RAD, non che quella è una misura della radiazione presente sulla Luna ("parameters for lunar exploration camera").
    In questo documento della NASA non si specifica una fotocamera in particolare, quelle avrebbero dovuto essere le specifiche da soddisfare per una fotocamera in dotazione agli astronauti nelle camminate (EVA) sulla Luna.
    Le Hasselblad 500 "lunatiche" erano di serie, escluso il mirino reflex rimosso, ricopertura/verniciatura bianca e lubrificanti specifici.
    La NASA in quella parte di documento non prende in considerazione i raggi cosmici, ritenendo evidentemente predominante il vento solare.
    Visto che il campo di temperature indicate cui la fotocamera avrebbe dovuto essere esposta sono (da -186 a 114 gradi Centigradi), grosso modo, congruenti con l'esposizione al sole o in ombra, ho ritenuto fossero, grosso modo, congruenti anche le radiazioni sulla Luna (600 RAD).


    Citazione Originariamente Scritto da trash Visualizza Messaggio
    In effetti, per usare unità di misura più adatte come il milliSievert, sulla Luna le radiazioni cosmiche sono misurate tra i 110 mSv e 380 mSv a seconda del periodo d'attività solare.

    "the annual exposure caused by GCR [galactic cosmic rays] on the lunar surface is roughly 380 mSv (solar minimum) and 110 mSv (solar maximum). "
    (https://www.sciencedirect.com/scienc...32063312002085)


    Secondo Wikipedia (https://en.wikipedia.org/wiki/Orders...de_(radiation) a Chernobyl i livelli assorbiti dai primi che entrarono per sistemare le cose (e che fecero quelle foto un po' sgranate) arrivarono fino a 16.000 microSv/ora, cioè 16 mSv/ora che in un anno fanno 140.000 mSv/anno, abbastanza di più dei 380 mSv/anno che si beccarono le foto dell'Apollo 11, arrivato in un periodo di minimo solare e massima radiazione.
    I primi che entrarono, ma successivamente?
    Il termine “un po’ sgranate” appare un blando eufemismo.
    Se risulta vero quanto scritto dalla Fox:"(...)15 minuti dopo l'esplosione di Chernobyl, la radioattivita’ era scesa a un quarto del suo valore iniziale. Dopo un giorno era sceso a un quindicesimo. E dopo 3 mesi era scesa a meno dell'uno percento(...)".

    Tutte le fotografie presenti nel mio scritto iniziale sono di un unico autore: Igor Kostin.
    La fotografia a colori e' stata scattata il 26 Aprile 1986, lo stesso giorno dell'esplosione, la prima di 20 scatti l'unica impressionata, le successive 19 Kostin decise di esporle dopo avere aperto il finestrino, una volta sviluppate, esclusa la prima, l'emulsione era risultata "bruciata" dalle radiazioni.
    Le successive in B/N sono state scattate nel Settembre 1986, oltre 3 mesi dopo, dove i 140'000 mSv avrebbero dovuto essersi ridotti a meno di 1'400 mSv, molto meno di 600 RAD.

    Gli States, accortosi delle radiazioni presenti nelle fasce di Van Allen, mandarono una sonda per vedere i risultati delle stesse su una pellicola B/N:



    Con questa risultanza come e’ possibile che nelle fotografie “lunatiche” non appaia assolutamente nulla?

    Solo le prime missioni lunari si sono svolte in periodo di massimo solare, senza considerare che il massimo del 1969/1970 e’ stato decisamente basso:



    Come non bastasse il 25 gennaio 1971, pochi giorni prima del lancio dell'Apollo 14 (31 Gennaio 1971), e' avvenuta una violenta eruzione solare della durata di circa un mese.
    Non sappiamo l’entità precisa delle radiazioni assorbite dalle pellicole, possiamo provare ad agire per comparazione; la prima missione “lunatica” per durata delle EVA e per valore assoluto di radiazioni e’ quella dove le pellicole hanno subito meno radiazioni, Apollo 14, per durata delle EVA e per l’attività solare, molto di piu’. Alcuni ordini di grandezza superiore.



    Eppure analizzando le fotografie di tutte le migliaia di scatti “lunatici” di tutte le missioni, ci troviamo di fronte a una straordinaria uniformita’ di risultati, nessuna differenza visibile. Sembrano scattate tutte nelle medesime condizioni; sembrano scattate sulla Terra. Probabilmente possiamo togliere sembrano.

    Nel documento di D. Stuart Nachtwey Medical Scinces Division e Lyndon B. Johnson Space Center, Houston.
    Si trova, tra l’altro: cosmic ray flux per square centimeter of lunar surface per year (during minimum solar activity) contains 1.4279 x 10^8 particles per cm2 per year.*
    *Counting only particles with a velocity greater than 10 MeV per nucleon.

    1.4279 * 10^8 particelle per centimetro quadrato all'anno sono circa 4.5 particelle per centimetro quadrato al secondo, (1.4279 * 10^8 = 142'790’000 particelle per centimetro quadrato all'anno. In un anno ci sono 31'556’ 000 secondi; 142'790’000 / 31'556’000 = 4.52 particelle per centimetro quadrato al secondo). Con queste informazioni (anche dividendo per 3.5) risulta difficile pensare che con esposizione alle radiazioni di ore, quando non di giorni, le pellicole non vengano colpite da particelle altamente energetiche, con la conseguenza di rimanere “segnate”.
    Questo era l'ipertecnologico sistema di trasporto e protezione di pellicole e magazzini:



    Nelle missioni spaziali le pellicole venivano conservate in appositi contenitori per proteggerle dalle radiazioni:



    Radiazioni peraltro molto basse, tanto che permanenze degli astronauti di molti mesi non sono ritenute pericolose.
    I russi sulla stazione MIR hanno lasciato alcune pellicole fuori dall’armadio protettivo, dopo 120 giorni di esposizione sono rientrate sulla Terra, consegnate alla NASA che ha provveduto a scattare fotografie in studio, in modo controllato, assieme alla stessa pellicola non esposta alle radiazioni.
    Sono stati forniti diagrammi sensitometrici, che a chi non e’ del campo dicono poco, fortunatamente hanno fornito scatti di prova, invero a risoluzione bassa, comunque la differenza e’ talmente elevata, che anche visivamente appare evidentissima la diversa risposta.
    Le pellicole sulla MIR hanno assorbito solo 8 RAD.
    I due scatti forniti dalla NASA:





    Queste pellicole erano Fuji negative, mentre la NASA ha utilizzato solo emulsioni Kodak.

    Una considerazione sulla ricopertura/verniciatura bianca delle Hasselblad; secondo la NASA serviva a proteggerle dall’aumento della temperatura.
    Peccato che la radiazione solare che crea problemi e’ tutta al di fuori del visibile, non basta il colore bianco per schermarla, un oggetto bianco riflette la luce bianca (teoricamente tutto lo spettro visibile), ma non l'ultravioletto o radiazioni piu' energetiche. Non basta, ad esempio, una superficie verniciata di bianco per proteggersi dai raggi x.

    Bisogna anche considerare le temperature raggiunte dai film.
    Durante le missioni spaziali, parola di NASA, la temperatura di conservazione dei rullini doveva rimanere compresa tra i 18°C e 27°C, con la necessita’ di mantenerla intorno ai 18°C attraverso un sistema di raffreddamento. Una temperatura di 37°C poteva essere tollerata, ma solo per un limitato periodo di tempo (manca indicazione di quanto), mentre una temperatura di 49°C era inaccettabile.
    Complicato affermare che esposizioni delle fotocamere ad ore di sole non abbiano comportato temperature ampiamente superiori ai 37°C.
    Inoltre, macchine fotografiche di serie, a -40°C hanno smesso di funzionare da tempo.

 

 

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