Sono ormai passati sedici o diciassette anni da quando scorsi per la prima volta la Regina di Francia, allora la Delfina, a Versailles, e certo mai visione più leggiadra venne a visitare questa terra, ch'essa sembrava appena sfiorare. La vidi al suo primo sorgere all'orizzonte, decorare ed allietare quella sfera elevata in cui aveva appena incominciato a muoversi, fulgida al pari della stella del mattino, piena di vita e di splendore e di gioia. Oh! quale rivoluzione! e quale cuore dovrei aver io per contemplare senza commozione quell'elevatezza e quella caduta!
Non avrei mai sognato di vivere abbastanza da vedere un disastro del genere abbattersi su di lei in una nazione d'uomini così galanti, in una nazione d'uomini d'onore e di cavalieri. Nella mia immaginazione vedevo diecimila spade levarsi subitamente dalle loro guaine a vendicare foss'anche uno sguardo che la minacciasse d'insulto. Ma l'età della cavalleria è finita. Quella dei sofisti, degli economisti e dei contabili è giunta; e la gloria dell'Europa giace estinta per sempre.
Mai più, mai più ci sarà dato comtemplare quella generosa lealtà verso le prerogative del rango e del sesso, quella sottomissione non scevra d'orgoglio, quella dignitosa obbedienza, quella subordinazione di cuore che, persino nella servitù, manteneva vivo lo spirito di una libertà alta e grave.
Sparite per sempre sono le grazie naturali della vita, quella lealtà al sovrano che era la migliore e la più disinteressata difesa delle nazioni, la nutrice di sentimenti virili e eroiche imprese.
Spariti per sempre sono i saggi principi, la castità del proprio onore che considerava la più piccola macchia su di esso come una grave ferita, che ispirava coraggio mitigando la ferocia, che nobilitava tutto ciò che toccava, che rendeva il vizio stesso meno perfido privandolo di ogni rozzezza.
Tutte le leggiadre illusioni che servivano ad ingentilire la potenza, a riscattare l'obbedienza dal servaggio, a comporre in armonia le differenti gradazioni della vita sociale, a immettere nella politica quei sentimenti che abbelliscono ed addolciscono la vita privata, sono destinate a dissolversi nella luce trionfante di questo novello impero della ragione.
Tutta la sovrastruttura di ideali, questo immaginario lusso di arredi prodotto da una immaginazione creatrice di valori morali, originata dal cuore ma giustificata dalla ragione, ora deve essere distrutta come una moda ridicola, assurda, antiquata.
E. Burke