Originariamente Scritto da
cireno
Problema che nasce con l’epidemia da virus cinese. Fra l’altro questo virus, dice la scienza ”così come tutti i virus”, pare abbia anche un’intelligenza di base perché, per vivere e svilupparsi, ha bisogno di entrare nel corpo umano ma non è suo interesse farlo morire perché morirebbe anche lui: interessante, questo mondo che non vediamo ma che, alla fine , può condizionare la nostra vita. Ma torniamo a noi.
Problema che sta nascendo da questa epidemia è quello economico: aziende che chiudono in attesa di ???, punto di domanda perché il termine non si conosce, anzi quasi certamente questa epidemia durerà fino a quando avremo 30 e oltre gradi da estate, visto che sto rompipalle di virus è sensibile al caldo (ecco perché lavarsi le mani con acqua molto calda, per es.), cinema vuoti, teatri vuoti, strade semivuote, alberghi vuoti, bar vuoti, discoteche vuote, scuole chiuse, stadi chiusi, manifestazioni chiuse….e allora?
Allora è chiaro che questo governo avrà un bel problema, anzi un grande problema da affrontare.
Si perdono, dice un quotidiano, circa 500 milioni di euro il giorno, che fanno 1,5 miliardi al mese che tendono a aumentare per arrivare, se questo virus se ne andrà a luglio, pare a 15/18 miliardi alla fine dell’epidemia, una danno che non si fermerà qui, ovviamente, perché lo strascico del danno si evidenzierà anche nel PIL del 2020 e del 20121 e quindi, secondo un calcolo approssimativo letto sempre sui giornali, se l’epidemia terminerà a luglio, il danno totale di questo disastro, arriverà a sfiorare il 35 miliardi di euro.
Un disastro per il Paese ma una via ci sarebbe, secondo me: intanto chiedere un contributo forte ai ricchi del Paese, senza aver paura di nominare sta cacchio di Patrimoniale, e poi mettere mano al RdC e a Quota 100, che costano al Paese oltre dodici miliardi l’anno.
Si dovrebbe fare, dico, ma io ho un grande timore che :-
-i ricchi non si toccheranno
-quei provvedimenti populisti non si toccheranno
E allora avanti march, verso un pesante aumento del debito pubblico. In c. alle future generazioni