Raduni illegali - La prova si ha girando nelle strade delle nostre città, dove tutti camminiamo distanziati, in ossequioso rispetto del divieto di assembramento. Ci facciamo i complimenti a vicenda per quanto siamo inaspettatamente diligenti. I trasgressori sono una sparuta minoranza, ci diciamo confortati, anche se in quattro giorni le autorità ne hanno pizzicati più di quanti non ne abbia contagiati il virus in un mese. La prima cifra tuttavia, più grande, ci tranquillizza, mentre quella più piccola ha generato una vera e propria psicosi di massa. Misteri insondabili dell' animo umano.
C' è un' eccezione però alla diligenza italica che neppure il buonista con gli occhi più foderati di prosciutto di tutti può evitare di vedere. In barba a qualsiasi divieto, gli immigrati formano capannelli nelle strade delle nostre città che sembrano comitati d' accoglienza al virus. Ieri a Milano c' è stato perfino un duello rusticano tra bande rivali, con i più scrupolosi che si menavano dotati di mascherina.
Eppure non sembrano immuni, visto che nei centri d' accoglienza il morbo sta dilagando.
Lo scandalo però non sta qui; anche gli italiani vìolano le norme. Non sono pochi i casi di genitori multati perché al parco i loro bambini erano troppo vicini rispetto alle indicazioni delle autorità. La norma prevede ammende a partire da 206 euro fino a sei mesi di reclusione. Il punto è che mentre i vigili al parco requisiscono il pallone agli allievi delle elementari, nessuno si preoccupa di disperdere gli assembramenti di extracomunitari, come se essi fossero al di sopra delle leggi. Gli immigrati girano indisturbati per le strade senza che nessuno li fermi, come se le autorità dessero per scontato che sono tutti dotati di autocertificazione che li autorizza agli spostamenti per ragioni di lavoro o di necessità.
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