La storia delle ferrovie in Italia inizia come tutti sanno con l'apertura di un tratto di linea ai piedi del Vesuvio, la Napoli-Portici.
Pur trattandosi di una piccola ferrovia, quasi un trastullo di un sovrano che era appassionato di nuove tecnologie, che si allungava per poco più di sette chilometri (inaugurata il 3 ottobre 1839) era il primo passo di un cammino che avrebbe portato la penisola nell'Europa.
Il sistema ferroviario si è evoluto in seguito secondo peculiarità proprie che lo rendono differente da quelli delle altre grandi nazioni europee essenzialmente a causa dell'orografia dell'Italia, paese allungato e diviso da alte catene di monti, perciò di difficile collegamento.
A questo problema si unì nei primi anni dello sviluppo della rete ferroviaria la particolare situazione politica dell'Italia del XIX secolo, allora frammentata in più stati spesso in contrasto tra loro, nemmeno legati da un equivalente del Bund che legava gli stati tedeschi.
In ritardo di tre decenni rispetto al resto del continente, l'unificazione della penisola in un solo Stato portò all'unificazione delle reti ferroviarie.