La BCE sta comperando titoli italiani per 220 miliardi di euro, che è stato il modo per far crollare lo spread dal 350 che era al 175 di ora. Brava BCE, dopo le parole sbagliate i fatti giusti.
Ora aspettiamo che Austria Germania Olanda e Finlandia aderiscano alla creazione del CoronaBond per far recuperare a Paesi come l'Italia quei 200 miliardi che ci serviranno per non cadere, dopo l'avventura virus, nella depressione economica e rilanciare il Paese. Perchè se quei 200 miliardi dovessimo crearli noi, con i nostri titoli di Stati, questo vorrebbe dire circa 40 miliardi di ulteriori interessi passivi annui sulle nostre spalle, se invece questi bond fossero emessi dalla BCE il peso degli interessi calerebbe a 10 miliardi circa: una bella differenza.
E' evidente che noi dobbiamo lottare per ottenere questi bond o altrimenti proposte che siano sullo stesso piano.
Dice: e se quei quattro Paesi non ci stanno? Se hanno paura di un tasso di inflazione che sicuramente aumenterà? Che facciamo? E' evidente che non potremo fare da soli, o meglio, potremo ma per cifre molto più contenute (diciamo la metà?), però se si arriva a ciò è chiaro che una UE messa così non ha un gran futuro. Del resto economie diverse e bilanci diversi e, sopratutto, debiti nazionali diversi, mettono sul tavolo esigenze diverse e allora?
Allora sarà un problema, certo, ma che però non potrà essere risolto dicendo: usciamo dalla UE. Perchè? Fingiamo di essere usciti dall'UE, cosa cambia? Quei 200 miliardi servirebbero comunque quindi su questo non cambierebbe nulla, cambierebbe invece in peggio la vendita dei nostri titoli sul mercato, perchè se l'Italia non fosse più nell'UE quei 220 miliardi a tasso contenuto che la BCE ci compera, chi ce li compera poi con questo tasso che balla su un spread di 160-180? Perchè una cosa è certa: dovremo offrire interessi ben più alti, anche troppo più alti