di O. W. Valbonesi - 27 aprile 2020

Nessuno autenticamente laico, liberal democratico, repubblicano può ignorare i rischi d’ involuzione democratica che si stanno correndo. Eppure i costituenti e la Costituzione hanno indicato come bisogna comportarsi nei casi in cui un grave pericolo minaccia la comunità. Sia che si tratti di guerra, sia di un pericolo interno come il terrorismo, sia che una minaccia sanitaria minacci gravemente il paese. In tutti i casi estremi, che ho accennato, in cui occorre operare in regime di emergenza la Costituzione, non potrebbe essere diversamente, prevede che sia il Parlamento, espressione della sovranità popolare, a legiferare lo stato di emergenza.
Nel caso sanitario dice che è il ministro della Sanità che indica quali provvedimenti occorre prendere per affrontare la pandemia, azzerando tutte le leggi ordinarie e le competenze legislative regionali o le ordinanze locali.

Tutto questo non è stato fatto, con l’uso dei Dcpm che sono atti amministrativi, non solo ci si è messi fuori dalla Costituzione violando le elementari libertà individuali e sociali e la libertà di impresa fissate in vari art. della Costituzione, ma si è lasciato che le Regioni potessero legiferare in regime di legislazione concorrente con potere superiore a qualsiasi atto amministrativo.
Non solo ma violando apertamente il principio costituzionale che in caso di emergenza sanitaria l’unico che detta gli indirizzi e gestisce è lo Stato centrale. Conte ha violato anche gli articoli della Costituzione, che assegnano al CDM il compito di produrre decreti, il Presidente del consiglio ha compiti di coordinamento, l’unico che poteva farli era il ministro della Sanità. In tutti i casi il percorso lecito e lineare era quello del DL firmato dal Presidente della Repubblica o quello approvato in urgenza dal Parlamento.
È stata una precisa scelta politica quella di sospendere la democrazia, gli organi che la legittimano, Parlamento e Presidenza della Repubblica.
Così come nascondere la gravità indicata da rapporti delle OMS di cui si aveva conoscenza fin da febbraio e di lasciar credere che chi denunciava i pericoli che l’epidemia cinese si sarebbe diffusa e diventata pandemia, fosse solo portatore di odio razziale.
Solo il 9 marzo il governo interviene quando in un mese la pandemia si diffonde sopratutto in quelle zone che hanno rapporti con la Cina, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e lo fa con un DPCM con tutti i limiti che questo comporta.
Dopodiché comincia un’escalation che colpisce tutto il paese ma oltre il 90% dei contagi sono nelle tre Regioni sopra citate. Scatta il lockdown in tutto il paese, vengono impedite tutte le libertà senza passare dal PARLAMENTO come invece è avvenuto in USA, IN UK, IN FRANCIA, IN GERMANIA e in tutti i paesi democratici.
Anche i nuovi provvedimenti sono pericolosamente contraddittori e da mesi siamo governati da una dittatura medica che può essere consultata ma che non può essere delegata ad assumere le decisioni che spettano alla politica e al Parlamento.
Fra le misure incomprensibili e più discusse ci sono il divieto di fare attività motoria “non perché fosse pericolosa ma perché dovevano dare il senso di un regime molto stringente” queste le parole del segretario agli affari generali della giunta dell ‘Emilia-Romagna Baruffi.
La decisione di dire messa per mezz’ora sul principale canale della televisione pubblica viola il principio della libertà di culto, facendo una scelta confessionale, come le scuse alla Cei per le mancate funzioni religiose senza citare le altre sono un regresso verso lo stato confessionale.
Ancora forse si potrà visitare i parenti, ma non le fidanzate, è chiaramente una scelta liberticida e confessionale; o sei unito da matrimonio indissolubile o non puoi muoverti. Ci si nasconde dietro la dittatura medico scientifica e delle task force per far passare comportamenti che le battaglie civili avevano fatto conquistare al paese.
E così sono le discrimazioni fra chi può camminare in spiaggia se è residente nei paraggi. Se si usano le precauzioni necessarie di uso delle mascherine e della distanza di un metro che senso ha vietare la passeggiata in spiaggia?
Che senso ha vietare tutti quei servizi al pubblico che usino le necessarie precauzioni? Fa parte di un preciso disegno politico teso ad esasperare la paura del contagio, anche nelle zone a bassissimo contagio, la paura di perdere ogni diritto acquisito affinché si coprano responsabilità e passino sacrifici ulteriori come il male minore.


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