Teniamoci stretti, che c'è vento forte.
Io sono per la chirurgia etica: bisogna rifarsi il senno.
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Le plus grand soin d’un bon gouvernement devrait être d’habituer peu à peu les peuples à se passer de lui.
Sai quanti test sierologici e tamponi ci facevano con 26 milioni di Euro?
https://www.lastampa.it/cronaca/2020...ano-1.38836100Intanto, oggi pomeriggio la giunta regionale di Attilio Fontana ha approvato una delibera che consente anche ai privati di effettuare i test sierologici a un costo massimo stimato di 62,89 euro. Come ha spiegato l’assessore al Welfare Giulio Gallera, «questo permetterà lo screening sierologico di comunità, gruppi e aziende, per capire come il virus si è sviluppato». Ma, come ha chiarito Gallera, «chi lo propone si dovrà occupare di tutto. Si deve occupare di acquisire i test sierologici, rapidi o con il prelievo ematico, si deve occupare di trovare il laboratorio che li processi, e spiegare al cittadino o lavoratore o membro della comunità che, se risulterà positivo, dovrà stare in isolamento volontario». E, aggiunge, si dovrà occupare di «recuperare i tamponi personalmente, che non devono gravare sulla sanità pubblica che ha tante priorità».
Teniamoci stretti, che c'è vento forte.
Io sono per la chirurgia etica: bisogna rifarsi il senno.
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E' un atto liberale detraibile
Della serie 'se voglio fare donazioni ai fini sociali sono affari miei' e se me lo consenti non mi fai pagare anche le tasse visto che li ho donati
Coronavirus: detraibili e deducibili le donazioni per l'emergenza
https://www.cafacli.it/it/notizie-fi...p_1614_idnews/
Non puoi dire che siano soldi tuoi. A meno che tu non consideri tue le mie tasse
Se lo fai prenditela con gli evasori che fai prima e più soldi
Invecchiando non presto più grande attenzione alle parole, ma giudico solo i fatti
CRONACA
Coronavirus, il primario: “L’ospedale alla Fiera di Milano verrà chiuso a breve”. Regione: “Decisione ancora in fase di valutazione”
Coronavirus, il primario: “L’ospedale alla Fiera di Milano verrà chiuso a breve”. Regione: “Decisione ancora in fase di valutazione”
L'annuncio arriva dal primario Antonio Pesenti che gestisce la struttura: "Il numero dei ricoveri in terapia intensiva continua a scendere: se la Fiera corrisponderà ai requisiti richiesti dal governo resterà in piedi per future emergenze". In questo momento solo 5 letti sono occupati
di F. Q. | 13 MAGGIO 2020
Era stato uno dei simboli dell’impegno della collettività contro il Covid: un ospedale sorto dal nulla grazie alle donazioni dei privati. Poi erano arrivate le polemiche sulla scarsa affluenza, sulla mancanza di medici e sul fatto che non fosse attrezzato per gestire una pluralità di patologie – dai reni al cuore – legate al coronavirus. Adesso il Covid Hospital realizzato nella Fiera di Milano potrebbe chiudere i battenti. L’annuncio arriva da Antonio Pesenti, direttore della Rianimazione del Policlinico di Milano, che gestisce la struttura: “Penso che a breve chiuderemo l’attività della Fiera se le cose vanno avanti così – ha detto in un’intervista a Fanpage.it – e intendo entro un paio di settimane”. In questo momento la struttura infatti conta solo 5 letti occupati. Ma la Regione Lombardia frena, parlando di una decisione non ufficiale, bensì ancora “in fase di valutazione”.
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“Oggi in tutta la Regione abbiamo ricoverato 10 pazienti in terapia intensiva nuovi – ha spiegato il direttore Pesenti – Ne abbiamo dimessi 13, quindi il numero di ricoverati in terapia intensiva continua a scendere. Io penso che resterà lì a disposizione delle future emergenze“, ha aggiunto. Poi ha menzionato il nuovo decreto del governo, “per cui le Regioni dovranno avere una scorta di posti di terapia intensiva” e quindi “se la Fiera corrisponderà ai requisiti che il governo chiederà, resterà in piedi”. Altrimenti “verrà chiusa o smantellata”. E le attrezzature verranno impiegate in altri ospedali o in altre attività di assistenza. Per spiegare l’utilità dell’ospedale in Fiera, il primario lo ha paragonato alle scialuppe di salvataggio che ci sono su un traghetto. “Noi avevamo chiesto di avere a disposizione dei letti nel caso in cui l’epidemia avesse continuato a crescere, ma al 10 di marzo e nessuno poteva prevedere quando si sarebbe fermata”, ha concluso Pesenti, ricordando le “previsioni catastrofiche: fino a 140mila posti di terapia intensiva occupati in Italia”.
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