...essere stappato!

Sì è vero, Berlusconi è il tappo del sistema politico italiano che blocca o fre*na il suo pieno manifestarsi.
Berlusconi è il tappo che impedisce la fuoriuscita dei liquami della partitocrazia. Se salta il tappo, salta quello straccio di demo*crazia bipolare su cui ha retto la Secon*da Repubblica, garantendo almeno l’al*ternanza.
Si passa alla Terza Repubbli*ca, che magari non sarà la Prima, ma con lei farà rima.
Se salta il tappo, che per molti politici e politologi è la causa di tutti i mali presenti e della caduta così in basso della nostra politica, si dispie*gherà finalmente la politica come voi de*siderate.
E allora verrà il bello: il centrodestra si farà in quattro, e il centrosini*stra pure. Più un paio di terzi*ni della politica che preten*deranno di giocare al centro. Insomma verrà raddoppiato il quadro politico presente che nato bipolare con ten*denza al bipartitismo, si è già convertito al bipolarismo con tendenza al quadriparti*tismo, più Casini al centro.
Ora i cinque soggetti si prepa*rano a diventare dieci.
Risor*geranno sinistre radicali e de*stre sociali o dissociate, i cen*trini saranno almeno due, uno cattolico e l’altro laico, salterà il patto con la Lega e dall’altro versante con Di Pie*tro, mancando il tappo che coagula i due poli, e non escludo affatto per la stessa ragione il divorzio tra cattoli*ci democratici e sinistra de*mocratica.
Se salta il tappo si verseran*no i liquami della partitocra*zia e il Paese tornerà ingover*nabile, con governi piccoli e deboli, a tempo, gioia dei po*teri forti e dei mediatori con ricattino annesso.

Non che adesso siano rose e fiori, tut*t’altro; di liquami è investito anche il Pdl, ragazzi, e ci so*no affaristi e mezze tacche ma si preferisce tacere nel no*me dello schemino amico*nemico su cui regge il bipola*rismo.
Non esprimo dunque un giudizio morale dicendo che poi verrà la fogna men*tre ora navighiamo in chiare fresche e dolci acque; no, la fogna c’è già, eccome. Solo che con la svolta partitocrati*ca, con il salto del tappo, la fogna non verrà più convo*gliata in due collettori, non sarà subordinata all’esigen*za di garantire la governabili*tà e la stabilità, ma diventerà il quadro del sistema.
Non prospererà più dentro il siste*ma, accovacciata tra le sue pieghe, ma coinciderà con il sistema, sarà la più coerente rappresentazione del qua*dro politico.
Se salta il tappo, il futuro che ci aspetta sarà una demo*crazia decapitata, acefala.
Abbiamo deprecato, anzi hanno deprecato per anni, la democrazia con la leader*ship, accusandola di cesari*smo e di populismo; avremo la democrazia senza leader ma oligarchica, con tanti ca*petti di passaggio e populi*smi da passeggio.
Non han*no capito lorsignori che il ve*ro problema della nostra de*mocrazia non è la leadership forte, semmai l’assenza di una leadership alternativa.
E non hanno poi capito che il guaio del nostro sistema poli*tico non è la presenza di un leader troppo forte ma di una politica troppo debole, debole di proposte, di classe dirigente e contenuti.

Non è la leadership a generare il vuoto di progetti e di élite , ma è il vuoto di progetti e di élite a essere riempito da una leadership forte.
Il partito personale non nasce dall’im*posizione demagogico- auto*ritaria di Berlusconi, ma na*sce quando la politica non ha più niente da trasmettere e allora si lega a un leader: non è solo il caso di Berlusco*ni.
Scomparsa la Dc c’è Casi*ni, scomparsa la sinistra c’è Vendola o c’era Veltroni, scomparsa la destra c’era Fi*ni.
La Lega è il nome colletti*vo per dire Bossi, L’Italia dei valori è la metafora per non dire solo Di Pietro.

La politica fa schifo, dice Sergio Romano sul Corsera , e subito concordo.
Ma poi mi guardo intorno e vedo che cos’è oggi la magistratu*ra, cosa sono i giornali, cos’è la cultura, cos’è l’imprendi*toria signora Marcegaglia, cosa sono le élite e allora ho l’impressione che la politica sia ancora una volta, demo*craticamente, lo specchio del Paese e delle sue classi di*rigenti.

Ma vi pare normale che si possa leggere a pochi centimetri dalla disamina di Romano una difesa di Fini considerato in buona fede: anche per lui, come per Scajola, fu dato a sua insapu*ta l’appartamento del suo partito al cognato e a una mi**steriosa società con sede nei Caraibi, fu dato il contratto Rai alla suocera, e via dicen*do?

Via, offendete la vostra intelligenza e la vostra digni*tà a parlare di buona fede. E a quegli altri di Repubblica che piangono la morte del dissenso in Italia, avete mai detto una sola parola quan*do i leader che voi difendete, o voi stessi, condannavate al*la morte civile il dissenso di destra?
Ma con che faccia, con che stomaco venite a di*re queste cose?
E il linciaggio verso il Giornale e Libero per aver fatto giornalismo d’in*chiesta e aver pubblicato ciò che è stato poi confermato, dove lo mettete?

Concludo: se la politica è scesa così in basso, i giornali, e non solo loro, si sono collocati alla stessa altezza.
Ma se salta il tappo, brinderemo finalmen*te coi liquami.

Marcello Veneziani

su ilgiornale.it del 27 09 2010 pg.1 e pg.9

saluti