Le profezie dicono che il Messia doveva interrompere I riti sacrificali nel Tempio e avviare quel processo di redenzione permanente senza aver più bisogno di uccidere e sacrificare animali.
Questa profezia attribuita a Gesù, in realtà stando agli ebrei e stando agli storici dell'epoca fu adempiuta sempre da Giovanni:
DIVIETO DI EFFETTUARE SACRIFICI PER L'ESPIAZIONE DEI PECCATI
Dalle prescrizioni che emergono dal Nuovo Testamento, si evince che il Cristianesimo, a differenza del Paganesimo
e dell'Ebraismo, si asteneva nel sacrificare gli animali per l'espiazione dei peccati:
La Sacra Bibbia - At 15,28-29 (C.E.I., Nuova Riveduta, Nuova Diodati)
Tuttavia storicamente risulta che fu Yohannan ben Zakkai (Giovanni di Giscala) a interrompere per sempre I riti sacrificali, sia prima che dopo la caduta del Tempio:
Libro VI:93 - 2, 1. Tito ordinò ai suoi soldati di abbattere dalle fondamenta l'Antonia e di spianare una via per
farvi salire facilmente tutto l'esercito; quindi affidò un incarico a Giuseppe.
Libro VI:94 Aveva saputo che da quel giorno, era il diciassette di Panemo, il cosiddetto sacrificio perenne in
onore del Dio era stato interrotto per mancanza di uomini, e che di ciò il popolo era rimasto profondamente
turbato;
Libro VI:95 allora fece ripetere a Giovanni il precedente ammonimento, che se cioè egli era in preda a una criminosa smania di combattere poteva farsi avanti con chi volesse e ingaggiare la lotta senza coinvolgere nella sua rovina la città e il tempio. Perciò la smettesse di profanare il santuario e di offendere il Dio, anzi avrebbe potuto far celebrare i sacrifici interrotti per mezzo di quei giudei che egli stesso avrebbe designati.
Libro VI:96 Giuseppe, collocatosi in modo da essere udito non soltanto da Giovanni, ma anche dalla massa,
Libro VI:97 trasmise in ebraico il messaggio di Cesare e concluse con un lungo appello perché volesserorisparmiare la patria, disperdere le fiamme che già lambivano il santuario e rendere al Dio i sacrifici espiatori.
Libro VI:98 Le sue parole furono accolte dal popolo con sgomento e silenzio mentre il tiranno, dopo aver scagliato un'infinità d'ingiurie e di maledizioni contro Giuseppe, terminò dicendo che non temeva la conquista della città perché questa apparteneva al Dio.
Libro VI:99 Allora Giuseppe esplose: “Veramente pura hai conservato la città per il Dio, e intatto rimane il tempio, e nessuna offesa hai arrecato a colui che speri di aver alleato, ed egli riceve le consuete offerte!
Libro VI:100 Se a te, maledetto empio, qualcuno togliesse il tuo cibo quotidiano, tu lo giudicheresti un nemico:
come puoi illuderti di avere dalla tua parte nella guerra colui che hai privato del culto che durava da sempre?
Libro VI:101 E attribuirai le tue colpe ai romani, che finora si son dati cura delle nostre leggi e cercano di restaurare per il Dio i riti sacrificali interrotti per causa tua?
Libro VI:102 Chi non compiangerebbe amaramente la città per lo strano capovolgimento subito, dato che degli
stranieri, e per di più nemici, si preoccupano di mettere riparo alla tua empietà, mentre tu, che sei un giudeo e
sei stato educato all'osservanza delle nostre leggi, le offendi assai più gravemente di loro?
Libro VI:103 Eppure, Giovanni, non soltanto è bello pentirsi delle proprie colpe, sia pure all'ultimo momento, ma
se tu volessi risparmiare alla patria la rovina avresti un magnifico esempio da seguire, quello di Ieconia re dei
giudei....
Giovanni entrò entrò quindi nel Tempio e come il Gesù evangelico, che cacciò I mercanti e I cambiavalute, bloccò di fatto I riti sacrificali.
Dopo la caduta del Tempio Giovanni ordinò a tutte le comunità ebraiche di astenersi dai riti sacrificali, quindi non fu un invenzione dell'apostata della legge Paolo di Tarso, come molti pensano.
Celebre è il seguente passo tratto dai testi religiosi ebraici, il cui contenuto è seguito alla lettera dai Cristiani:
"Una volta, quando Rabban Yochanan ben Zakkai stava camminando a Gerusalemme con Rabbi Yehoshua, arrivarono dove il Tempio di Gerusalemme ora era in rovina. "Guai a noi", esclamò Rabbi Yehoshua, "perché questa casa dove è stata fatta l'espiazione per i peccati di Israele ora giace in rovina!" Rispose Rabban Yochanan, "Abbiamo un'altra, altrettanto importante fonte di espiazione, la pratica delgemilut hasadim (gentilezza amorevole), come si afferma" Desidero amorevolezza e non sacrificio ".
AGGIUNGO UNA TESTIMONIANZA.MENO CONOSCIUTA DI TACITO:
Più tardi Giovanni, fingendo di offrire un sacrificio, manda uomini a massacrare Eleazaro e i suoi, impadronendosi così del tempio. La città si
divise allora in due fazioni, finché, con l'avvicinarsi dei Romani, la guerra esterna riportò la concordia.
13. S'eran verificati dei prodigi; prodigi che quel popolo, schiavo della superstizione ma avverso alle pratiche
religiose, non ha il potere di scongiurare, con sacrifici e preghiere. Si videro in cielo scontri di eserciti e sfolgorio
di armi e, per improvviso ardere di nubi, illuminarsi il tempio. S'aprirono di colpo le porte del santuario e fu
udita una voce sovrumana annunciare: «Gli dèi se ne vanno!» e intanto s'avvertì un gran movimento, come di
esseri che partono. Ma pochi ricavavano motivi di paura; valeva per i più la convinzione profonda di quanto
contenuto negli antichi scritti dei sacerdoti, che proprio in quel tempo l'Oriente avrebbe mostrato la sua forza e
uomini venuti dalla Giudea si sarebbero impadroniti del mondo. Questa oscura profezia annunciava Vespasiano
e Tito, ma il volgo, come sempre sollecitato dalla propria attesa, incapace di fare i conti con la realtà anche nei
momenti più difficili, interpretava a suo favore un destino così glorioso.