Originariamente Scritto da
Marietto
Nel testo originale greco, c'è "exelthontes" che è un participio aoristo attivo.
Perciò il participio: [...] Aoristo esprime per se stesso un’azione momentanea, ma per lo più anteriore alla reggente, e si rende con il Gerundio composto o con ” dopo che “; es. Οἱ στρατιῶται, τὴν ἀσπίδα ἀποβαλόντες, ἒφυγον = I soldati, avendo gettato lo scudo, fuggirono.
Fonte:
https://www.grecolatinoeteologia.it/...-greco-antico/
Il greco ha 4 participi: presente, futuro, aoristo, perfetto.
Sono molto frequenti nella lingua greca e quindi è opportuno sapere correttamente come si traducono. Generalmente si può affermare che:
1) participio presente: sciogliendo, sciogliente e che scioglie
PARTICIPIO PRESENTE CON L'ARTICOLO: colui che scioglie
2) participio futuro: che sciogliere, per sciogliere, pensando di sciogliere
PARTICIPIO FUTURO CON L'ARTICOLO: colui che scioglierà
3) participio aoristo: avendo sciolto
PARTICIPIO AORISTO CON L'ARTICOLO: colui che sciolse
4) participio perfetto con l'articolo: colui che ha sciolto
Fonte:
https://www.skuola.net/grammatica-gr...idelgreco.html
Quindi, la traduzione più corretta è quella della Diodati:
(50) E Gesù, avendo di nuovo gridato con gran voce, rendè lo spirito. (51) Ed ecco, la cortina del tempio si fendè in due, da cima a fondo; e la terra tremò, e le pietre si schiantarono; (52) e i monumenti furono aperti e molti corpi de' santi, che dormivano, risuscitarono. (53) E quelli, essendo usciti de' monumenti dopo la risurrezion di Gesù, entrarono nella santa città, ed apparvero a molti.
(Matteo 27, 50-53)
Il testo è chiarissimo ed il suo significato assolutamente inequivocabile: subito dopo la morte di Gesù, quindi prima della sua resurrezione, il velo del tempio si squarciò, la terra tremò, le rocce si spaccarono, le tombe si aprirono e molti corpi di santi, in esse giacenti, resuscitarono. Dopo la resurrezione di Gesù, essendo usciti (allora, nel passato, non nel tempo presente o futuro) dai sepolcri, entrarono nella città santa ed apparvero a molti.
Se anche fossero risorti dopo che era risorto Cristo, i santi non avrebbero dovuto attendere il Giudizio universale, per tornare in vita, esattamente come non dovettero attendere Tabità e Eutico che, secondo il racconto di Atti degli Apostoli, furono resuscitati rispettivamente da Pietro e Paolo.
(36) A Giaffa c'era una discepola chiamata Tabità - nome che significa Gazzella - la quale abbondava in opere buone e faceva molte elemosine. (37) Proprio in quei giorni ella si ammalò e morì. La lavarono e la posero in una stanza al piano superiore. (38) E, poiché Lidda era vicina a Giaffa, i discepoli, udito che Pietro si trovava là, gli mandarono due uomini a invitarlo: «Non indugiare, vieni da noi!». (39) Pietro allora si alzò e andò con loro. Appena arrivato, lo condussero al piano superiore e gli si fecero incontro tutte le vedove in pianto, che gli mostravano le tuniche e i mantelli che Gazzella confezionava quando era fra loro. (40) Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi, rivolto al corpo, disse: «Tabità, àlzati!». Ed ella aprì gli occhi, vide Pietro e si mise a sedere. (41) Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i fedeli e le vedove e la presentò loro viva.
(Atti 9, 36-41)
(7) Il primo giorno della settimana ci eravamo riuniti a spezzare il pane, e Paolo, che doveva partire il giorno dopo, conversava con loro e prolungò il discorso fino a mezzanotte. (8) C'era un buon numero di lampade nella stanza al piano superiore, dove eravamo riuniti. (9) Ora, un ragazzo di nome Èutico, seduto alla finestra, mentre Paolo continuava a conversare senza sosta, fu preso da un sonno profondo; sopraffatto dal sonno, cadde giù dal terzo piano e venne raccolto morto. (10) Paolo allora scese, si gettò su di lui, lo abbracciò e disse: «Non vi turbate; è vivo!». (11) Poi risalì, spezzò il pane, mangiò e, dopo aver parlato ancora molto fino all'alba, partì. (12) Intanto avevano ricondotto il ragazzo vivo, e si sentirono molto consolati.