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  1. #1
    brescianofobo
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    Predefinito Indro Montanelli, eroe anticomunista

    Il 2 giugno 1977 Montanelli fu vittima a Milano di un attentato, ordito dalla colonna milanese delle Brigate Rosse. Mentre come ogni mattina, dopo essere uscito dall'Hotel Manin, dove risiedeva[23][158], si stava recando in redazione, venne ferito all'angolo fra via Daniele Manin e piazza Cavour (ove aveva sede il Giornale nuovo, nel cosiddetto Palazzo dei giornali), con una pistola 7,65 munita di silenziatore. L'attentatore gli sparò otto colpi consecutivamente, colpendolo due volte alla gamba destra, una volta di striscio alla gamba sinistra e alla natica, secondo una pratica definita – con un neologismo coniato in quel periodo – «gambizzazione»[159].

    Il gruppo brigatista era formato da Lauro Azzolini, Franco Bonisoli e Calogero Diana: fu quest'ultimo a sparare. Gli attentatori, che probabilmente non sapevano che Montanelli portava con sé una pistola, lo avvicinarono di spalle chiamandolo per nome. Mentre il giornalista, fermatosi, stava girandosi per rispondere, Diana gli sparò a distanza ravvicinata. Colpito, Montanelli sentì cedere le gambe, ma decise di non estrarre la pistola. Il suo unico pensiero fu di non lasciarsi cadere a terra: si aggrappò alla cancellata dei Giardini[160] mentre urlava: «Vigliacchi, vigliacchi!» all'indirizzo dell'attentatore e dei complici in fuga; poi si lasciò scivolare a terra. Poco dopo dichiarò ad un soccorritore: «Quei vigliacchi mi hanno fottuto. Li ho visti in faccia, non li conosco, ma credo di poterli riconoscere»[161]. I proiettili trafissero la carne, senza però ledere né ossa né vasi sanguigni[162]. Lauro Azzolini affermò che se Montanelli avesse estratto la sua pistola sarebbe stato sicuramente ucciso[163].

    Tutta la stampa italiana diede grande rilievo all'attentato contro Montanelli. Con due significative eccezioni: il Corriere della Sera, diretto da Piero Ottone, e La Stampa, diretta da Arrigo Levi, che arrivarono addirittura a omettere nel titolo di prima pagina il nome di Montanelli, relegandolo al sommario. Il Corriere della Sera titolò: I giornalisti nuovo bersaglio della violenza. Le Brigate rosse rivendicano gli attentati[164]; poi nel suo editoriale, pur esprimendogli una solidarietà senza riserve, avvertì i propri lettori che il collega ferito «rappresenta e difende posizioni nelle quali non ci riconosciamo». Per colmo, sia Arrigo Levi che Piero Ottone faranno poi visita al capezzale di Montanelli, che prenderà nota nei suoi Diari dell'imbarazzante visita dei due, con il consueto sarcasmo:

    «La notizia era il mio nome. Abolendolo, hai [Piero Ottone] svuotato la notizia. Ed è strano che lo abbia fatto proprio tu, che della notizia hai sempre predicato la centralità. [...] Più tardi sopraggiunge Arrigo Levi, che dopo consulto telefonico con Ottone, aveva a sua volta evitato, nel titolo, il mio nome. Più accorto, non dice nulla, e io nulla gli rimprovero. Ma da quali ometti è rappresentato questo povero giornalismo italiano![165]»

    Più ironico su la Repubblica fu il vignettista Giorgio Forattini, che raffigurò l'allora suo direttore Eugenio Scalfari nell'atto di puntarsi una pistola contro il piede dopo aver letto la notizia dell'attentato a Montanelli, suggerendo che ne invidiasse la popolarità. Altri quotidiani pubblicarono la notizia in prima pagina (l'Unità riportò la cronaca dell'evento evidenziando la ferma condanna del partito per un atto definito criminale nell'occhiello del titolo)[166].

    L'attentato venne rivendicato dalla colonna Walter Alasia delle Brigate Rosse con una telefonata al Corriere d'Informazione (edizione pomeridiana del Corriere della Sera). Secondo la rivendicazione dei terroristi perché «schiavo delle multinazionali». Il giorno prima, con la medesima tecnica, le Brigate Rosse avevano gambizzato a Genova Vittorio Bruno, vicedirettore del Secolo XIX, mentre il giorno successivo all'attentato a Montanelli venne gravemente ferito a Roma Emilio Rossi, a quel tempo direttore del TG1.

    Montanelli divenne amico dei due brigatisti che lo avevano ferito[167] e che si erano dissociati dalla lotta armata[168][169]. Ad un incontro pubblico in cui erano presenti anche gli ex brigatisti disse poi:

    «Sono da rispettare perché stanno pagando, con pene che sono state giustamente inflitte, per tutto il male che hanno fatto. Pagano e non hanno però tradito i loro compagni. Oggi rifiutano il loro passato e vogliono reinserirsi. [...] Sono stati bravi, mi hanno sparato quattro colpi senza uccidermi o azzopparmi, e non è facile. Ora la guerra è finita e tra vecchi nemici si usa brindare. Però se mi avessero ucciso il padre o il figlio non sarei certo qui, ma loro stanno pagando o hanno pagato. Prima o poi riusciranno a venir fuori e quindi hanno diritto al perdono. Non amo i pentiti, ma stimo Renato Curcio, anche se siamo su posizioni opposte. Non ha mai tradito i suoi compagni e non ha ammazzato nessuno. Non capisco perché stia ancora dentro. [...] Il mio conto con loro è chiuso. Li rispetto perché oggi rifiutano il loro passato[170].»

    Montanelli espresse stima, oltre che per l'ex capo brigatista, anche per il bandito Graziano Mesina[171], mentre definì l'ex leader di Autonomia Operaia Toni Negri «un esemplare umano di bassa lega»[172].

    Nel 1996, rispondendo a Lauro Azzolini, rievocò il gesto di riconciliazione, aggiungendo:

    «Quando, dieci anni dopo, venni a stringervi la mano, il gesto fu naturalmente equivocato. Non potendo attribuirlo alla paura, visto che voi eravate in galera e che il terrorismo era ormai debellato, molti mi accusarono di avervi stretto la mano per esibizionismo. Non capirono che lo avevo fatto perché ci eravamo combattuti all'ultimo sangue, ma allo stesso modo, cioè di fronte e a viso scoperto. Ecco perché ogni qual volta il romanziere di turno (e Dio sa quanti ce ne sono in questo Paese) si mette a ricamare sulle vostre tresche con la mafia, la camorra, la P2, i servizi segreti, ed insomma con quanto c'è di più sudicio in questo sudicio Paese, mi viene da ridere, ma anche un po' da indignarmi perché questo significava non avere, del terrorismo, capito nulla. Il terrorismo era la pistola; la malavita e il sudiciume sono l'Aids. Bene, caro Azzolini, sono contento che tu e Bonisoli abbiate ritrovato una certa normalità di vita, dandole un contenuto sociale e solidaristico in perfetta sintonia con le vostre ideologie. State tranquilli: nessuna persona di buon senso potrà mai scambiarvi per dei "pentiti" o dei complici di mafia o di camorra[173].»


    lo rimpiangerete, Renzi, KOGLIONI

  2. #2
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    Predefinito Re: Indro Montanelli, eroe anticomunista

    le parole di Montanelli, lette negli scorsi giorni nelle trasmissioni tv, sono effettivamente raccapriccianti ma vorrei sapere se i collettivi che hanno imbrattato la statua manifestano anche contro queste cose che accadono oggi nel mondo, non anni fa.

    https://adozioneadistanza.actionaid....i-precoci.html

  3. #3
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    Predefinito Re: Indro Montanelli, eroe anticomunista

    Montanelli è stato un grande giornalista e scrittore, bella è la Storia D'Italia scritta a due mani con Cervasio, però l'unica cosa che gli rimprovero e la frase "IL FASCISMO FU UNA NECESSITA", ecco questo non lo doveva dire anche se lo pensava. Io gli avrei voluto domandare, gli ho scritto tante volte ma non mi ha mai risposto, rispetto la sua opinione ma le chiedo "quanto è costata agli italiani questa necessita".

  4. #4
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    Predefinito Re: Indro Montanelli, eroe anticomunista

    Citazione Originariamente Scritto da Alex1939* Visualizza Messaggio
    Montanelli è stato un grande giornalista e scrittore, bella è la Storia D'Italia scritta a due mani con Cervasio, però l'unica cosa che gli rimprovero e la frase "IL FASCISMO FU UNA NECESSITA", ecco questo non lo doveva dire anche se lo pensava. Io gli avrei voluto domandare, gli ho scritto tante volte ma non mi ha mai risposto, rispetto la sua opinione ma le chiedo "quanto è costata agli italiani questa necessita".
    No, è venuto perchè dopo la guerra non ci avevano un cazzo da fare, e invece che giocare a tennis fecero la rivoluzione.
    Io sono al bando da circoli, logge e sagrestie.
    Ma col mio carattere e i miei gusti me ne consolo facilmente.

  5. #5
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    Predefinito Re: Indro Montanelli, eroe anticomunista

    Citazione Originariamente Scritto da grifo Visualizza Messaggio
    no, è venuto perchè dopo la guerra non ci avevano un cazzo da fare, e invece che giocare a tennis fecero la rivoluzione.
    è venuto perchè il papa il re e i padroni volevano schiavizzare e perciò hanno voluto lo stato di polizia .. Con i manganelli e l'olio di ricino E il confino e chi non stava zitto veniva anche ucciso.
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    voi nazifascisti di oggi e i vostri servi siete solo gli ayatollah E I TALEBANI dell'occidente..

  6. #6
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    Predefinito Re: Indro Montanelli, eroe anticomunista

    quindi ? pure cossiga più volte mostrò rispetto per le br ricevendo e dialogando coi loro capi..

  7. #7
    AUT CONSILIO AUT ENSE
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    Predefinito Re: Indro Montanelli, eroe anticomunista

    Cosa vorrebbe far intendere, dottor Brunik?
    "Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"


    IL DISPUTATOR CORTESE

    Possono tenersi il loro paradiso.
    Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.

  8. #8
    Super Troll
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    Predefinito Re: Indro Montanelli, eroe anticomunista

    Secondo la rivendicazione dei terroristi perché «schiavo delle multinazionali»
    0000000000000000000000000
    anche per questo la pittura sulla statua non avrebbero dovuto lavarla.
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    voi nazifascisti di oggi e i vostri servi siete solo gli ayatollah E I TALEBANI dell'occidente..

  9. #9
    Non confondermi con Salvo
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    Predefinito Re: Indro Montanelli, eroe anticomunista

    Citazione Originariamente Scritto da occidentale Visualizza Messaggio
    Cosa vorrebbe far intendere, dottor Brunik?
    no dottore, dottorino, come te.
    San Valentino, la festa di ogni cretino, che crede di essere amato e invece è soltanto fregato.

  10. #10
    Barbaro
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    Predefinito Re: Indro Montanelli, eroe anticomunista

    Citazione Originariamente Scritto da Alex1939* Visualizza Messaggio
    Montanelli è stato un grande giornalista e scrittore, bella è la Storia D'Italia scritta a due mani con Cervasio, però l'unica cosa che gli rimprovero e la frase "IL FASCISMO FU UNA NECESSITA", ecco questo non lo doveva dire anche se lo pensava. Io gli avrei voluto domandare, gli ho scritto tante volte ma non mi ha mai risposto, rispetto la sua opinione ma le chiedo "quanto è costata agli italiani questa necessita".
    la collezione della sua storia d'italia è stato uno dei miei più grandi sprechi

    in realtà, per chi non l'ha letta, è una storia dei personaggi che hanno avuto in Italia una certa importanza ma c'è pochissimo sulla storia economica, sui progressi tecnologici, sulle trasformazioni sociali e sulla finanza

    non compratela, soldi risparmiati
    PATRIMONIALE PROGRESSIVA SU IMMOBILI, DEPOSITI, PRODOTTI FINANZIARI, RENDITE E SUCCESSIONI!

 

 
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