Ladri, bellimbusti e chiromanti
L'arte era, per Georges de La Tour, anche uno strumento di ascesa sociale. E un riflesso del bel mondo di corte trapela dai suoi quadri giovanili per lo più "diurni" e di genere vagamente moraleggiante, nei quali è più forte l'impronta caravaggesca. Il pittore sceglie di ritrarre non personaggi nobili o illustri, ma porta sulla tela piccole storie che narrano di giocatori che barano a carte, di indovine che derubano ricchi sprovveduti o di vecchie chiromanti che leggono la mano a giovani cavalieri. Tra le tele che richiamano alla mentre il nostro Caravaggio, soprattutto per le scelte tematiche e stilistiche, ci sono le due tele intitolate "Il baro", di cui esistono due versioni...
Il baro con l'asso di fiori, c. 1630 - Kimbell Art Museum, Fort Worth
Il baro con asso di quadri, c. 1632 - Museo del Louvre, Parigi
Numerose sono, in questi due quadri, le somiglianze con "I bari" di Caravaggio (risalente al 1594), anche questo conservato al museo di Fort Worth. La prima e più evidente somiglianza è la postura del baro, a sinistra, che nei quadri di de La Tour tiene una mano dietro la schiena e sfila dalla cintura, rispettivamente, un asso di fiori e poi un asso di quadri. Nell'opera di Caravaggio, invece, il baro si trova sulla destra e, sempre con una mano nascosta dietro la schiena, sfila alcune carte dalla cintura. Altra caratteristica interessante nelle due tele francesi è il fitto gioco di sguardi che si incrociano, si fiorano, si sfuggono... a parte il giovane baro, che guarda verso lo spettatore quasi a volerlo rendere "complice" del suo atto truffaldino. Accanto a lui ci sono due donne che sembrano partecipi dell'imbroglio, mentre il giovane sulla destra, vestito con abiti più ricercati rispetto agli altri personaggi, è concentrato sul gioco e sembra non accorgersi di nulla. Le differenze tra le due tele sono soprattutto cromatiche, che rendono l'atmosfera un po' più cupa e forse meno scherzosa nel dipinto conservato al Louvre. Questa seconda tela fu scoperta in un mercato antiquario soltanto nel 1926 ed essendo firmata ha giocato un ruolo importante nella ricostruzione del corpus delle opere di de La Tour.
Interessante e controversa la storia di un altro quadro, di poco posteriore ai due sopra, conservato a New York:
La buona ventura, c. 1635 - The Metropolitan Museum of Art, New York
Quest'opera fu scoperta per caso nel 1948 in un mercato antiquario di Parigi e fu per qualche tempo contesa tra il Louvre ed un mercante d'arte americano, che alla fine riuscì a comprarla. Ricomparve in pubblico nel 1960, quando entrò nel museo di New York, scatenando forti reazioni in Francia per poterla riportare in patria. Successivamente, il quadro fu giudicato un falso sulla base di considerazioni sullo stile, l'abbigliamento dei personaggi e persino le stoffe, che si ritenevano inadatte al Seicento. Infine, la tela subì un restauro non proprio ortodosso, dato che il restauratore aggiunse le parole "amor" e fide" sulla catena d'oro del giovane e la parola "merde" sullo scialle dorato della giovane zingara di profilo. La scoperta suscitò l'indignazione della stampa francese ma anche di quella americana (celebre un articolo intitolato "Merde? On the Walls of The Metropolitan?"). In realtà, non esistono dubbi sull'autenticità della tela, che riporta la firma dell'artista (G. de La Tour fecit Lunevillae Lothar), oltre al fatto che in tempi più recenti sono stati ritrovati documenti notarili che ne attestano l'esistenza.
Per quanto riguarda la rappresentazione, il tema dell'inganno messo in alto dalle due zingare - ai lati della tela, di profilo - che, con la scusa di leggere la mano ad un ingenuo paggio gli sfilano i soldi dalla tasca, richiama ad un tema già affrontato da Caravaggio in due tele dall'omonimo titolo, una conservata a Roma e l'altra a Parigi (qui). A partire dalle tele del Merisi, molti artisti del nord Europa avevano rappresentato lo stesso tema. L'originalità del quadro di de La Tour sta, ancora una volta, nel gioco di sguardi tra le complici che circondano l'ingenuo signorotto: mentre la zingara anziana è intenta a leggergli la mano e la giovane a sinistra sta per sfilargli il denaro, un'altra alle spalle del giovane lo controlla con lo sguardo mentre gli sfila dal collo una lunga catena d'oro. Interessanti anche i forti contrasti cromatici nel dipinto, rappresentati dai colori brillanti degli abiti indossati dai vari personaggi e riprodotti con grande cura per i particolari, che risaltano sullo sfondo scuro.