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  1. #1
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    Predefinito Usa: dove le condanne a morte non indignano

    Non so se se ne sia già parlato, ma pochi giorni fa è avvenuta la condanna a morte di una donna condannata per concorso nell'omicidio del marito. Però non si chiamava Sakineh, non era del barbaro Iran, e ad attenderla non c'era una brutale lapidazione. Si chiamava Teresa Lewis, era del paese più democratico del mondo, e ad attenderla c'era un'iniezione letale, indubbiamente più politically correct. E ciò non le è valso il salire alla ribalta della cronaca, nè il finire oggetto della mobilitazione mondiale e dell'indignazione di chiunque, salvo non meglio identificati appelli ad Amnesty International, di cui leggo qui.
    Sarà, ma io di questa donna, disabile mentale, tra l'altro, e sapientemente circuita, non ho mai sentito parlare.



    Pena di morte in Usa: eseguita la condanna di Teresa Lewis
    Teresa Lewis, la donna di 41 anni disabile mentale, è stata uccisa intorno alle 3.13 ora italiana da un’iniezione letale nel ‘braccio della morte’ del Greensville correctional center. Lo ha reso noto il portavoce del carcere Larry Traylor parlando con i giornalisti.


    Teresa, ha riferito Traylor, e’ deceduta alle 21:13 di ieri ora locale (le 3:13 di oggi in Italia). L’esecuzione si e’ conclusa senza alcuna complicazione. Prima di ricevere l’iniezione, la Lewis ha chiesto se la figlia fosse presente. ”Quindi – ha spiegato il portavoce del carcere – ha detto di amarla e di essere molto dispiaciuta per lei”.

    ”Quando e’ entrata nella stanza – ha raccontato uno dei quattro giornalisti che hanno assistito all’esecuzione – ha alzato gli occhi, guardandosi intorno, terrorizzata. Alcuni ufficiali hanno cercato di calmarla accarezzandole le spalle. Quindi ha parlato della figlia Kathy”. Come ultimo pasto, ha riferito il portavoce del carcere, la Lewis ha chiesto pollo fritto, piselli al burro e torta alle mele.

    Solo un miracolo poteva salvare la vita a Teresa Lewis. Dopo il governatore della Virginia, anche la Corte Suprema aveva negato giovedì la grazia a questa disabile mentale di 41 anni, condannata a morte sette anni fa con l’accusa di aver organizzato l’omicidio del figliastro e del marito. Solo su internet si lottava ancora per salvarle la vita, fino all’ultimo. Alla Corte Suprema, a suo favore hanno votato solo due giudici, Sonya Sotomayor e Ruth Bader Ginsburg. Contro gli altri sette.

    Una brutta storia che si è conclusa negli States, in un clima di sostanziale indifferenza. Il suo caso è stato rilanciato mercoledì dalle parole di Ahmadinejad, che ha voluto paragonare la sua vicenda a quella di Sakineh. Tuttavia, il dibattito s’e’ spento immediatamente. Giovedì il New York Times ha dedicato la sua prima pagina ai tanti problemi di Obama, tra i gay in divisa e l’economia che non tira. E lo stesso Washington Post, ha parlato di Teresa nelle pagine dedicate alla cronaca locale. Su internet pero’ si è lottato fino all’ultimo per salvarla.

    Oltre agli appelli di Amnesty International, in tanti hanno cercato di mettere pressione sul governatore Bob McDonnell e convincerlo a cambiare idea. E’ nato un sito web ‘saveteresalewis.org’, in cui si ripercorre tutta la storia di questa donna con gravi disturbi mentali che un malaugurato giorno, all’eta’ di 33 anni, venne circuita da due criminali in un supermercato vicino casa. Uno di loro racconto’ al processo che lei era esattamente la persona che stava cercando: ”Era una donna brutta e scema che aveva sposato un uomo solo per i soldi e che potevo facilmente convincere a fare per me tutto cio’ che volevo”. E cosi’ ando’.
    Matthew Shallenberger, che all’epoca aveva 21 anni, divento’ in poco tempo il suo amante. Lei perse la testa: lo copriva di regali e di soldi. Una volte gli mando’ perfino un mazzo di rose. Matthew allora gli propose il suo disegno criminale: uccidere il marito e il figliastro, impossessarsi della casa e dei soldi dell’assicurazione sulla vita e vivere insieme per il resto dei suoi giorni. Cosi’, la sera del 30 ottobre del 2002, Teresa lascio’ aperta la porta di casa. Matthew e un suo complice poterono quindi entrare e uccidere a colpi di pistola i due uomini. Dopo l’arrivo dei poliziotti, Teresa crollo’ immediatamente e confesso’ tutto. Alla fine, i giudici di primo e secondo grado la condannarono a morte definendola ”la testa del serpente”, la mandante del crimine. Ai due esecutori materiali, l’ergastolo. Uno dei due, proprio Shallenberger, una volta in carcere, scagiono’ Teresa, confessando di essere stato lui a circuirla. Ma poco dopo si suicido’ e le sue dichiarazioni non furono accettate dalla Corte d’Appello.

    Cosi’ Teresa Lewis, una donna che tutti i test clinici definiscono una disabile mentale, è stata condannata a morte. Nel sito che chiede la sua salvezza, e’ possibile vedere un video, davvero toccante, in cui scorrono alcune foto dell’infanzia di Teresa e sullo sfondo la si sente cantare da dentro le sbarre ‘I need a miracle’, un gospel famosissimo, il suo preferito. Un miracolo, l’unica cosa di cui avrebbe avuto bisogno lei.

    24 settembre 2010 | 039

    http://www.blitzquotidiano.it/cronac...-lewis-559881/

    Un miracolo, appunto. Non avendo, lei, potuto contare sulle mobilitazioni.
    Ultima modifica di _crazy diamond_; 27-09-10 alle 15:10
    Se non sai di che morte morire, scegli me.

  2. #2
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    Predefinito Rif: Usa: dove le condanne a morte non indignano

    Hanno liberato pure lei ncav:
    Non ti curar di lor, ma passa e sputa

  3. #3
    Sugar free
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    Predefinito Rif: Usa: dove le condanne a morte non indignano

    Perdonami ma non l'ho capìta.
    Se non sai di che morte morire, scegli me.

  4. #4
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    Predefinito Rif: Usa: dove le condanne a morte non indignano

    No qua indignano solamente le condanne a morte in Iran e in altri paesi "canaglia".... iango:
    Me ne fregio !
    E.Petrolini

    Non mi dite che sono incoerente,perchè lo so già.

  5. #5
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    Predefinito Rif: Usa: dove le condanne a morte non indignano

    Citazione Originariamente Scritto da _crazy diamond_ Visualizza Messaggio
    Perdonami ma non l'ho capìta.
    Nel senso che hanno "esportato la democrazia" pure a lei

  6. #6
    .
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    Predefinito Rif: Usa: dove le condanne a morte non indignano

    Solo l'occidentaloide medio (cioè il 99% della massa, cioè tanti emeriti imbecilli) non si accorge dell'evidenza.
    Ultima modifica di Orco Bisorco; 28-09-10 alle 03:40

  7. #7
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    Predefinito Rif: Usa: dove le condanne a morte non indignano

    Citazione Originariamente Scritto da _crazy diamond_ Visualizza Messaggio
    Perdonami ma non l'ho capìta.
    Neanche lui...

  8. #8
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    Predefinito Rif: Usa: dove le condanne a morte non indignano

    ma l'avete vista in faccia teresa lewis?

  9. #9
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    Predefinito Rif: Usa: dove le condanne a morte non indignano

    Citazione Originariamente Scritto da Giò91 Visualizza Messaggio
    Nel senso che hanno "esportato la democrazia" pure a lei

    Mmhhhhhh, mi fido

    Citazione Originariamente Scritto da Dubois Visualizza Messaggio
    Neanche lui...
    Attendo delucidazioni:giagia:


    Citazione Originariamente Scritto da Angelus Mortis Visualizza Messaggio
    Solo l'occidentaloide medio (cioè il 99% della massa, cioè tanti emeriti imbecilli) non si accorge dell'evidenza.

    Farsi delle domande è un optional. Mediamente ci si limita a fagocitare le puttanate proposte.


    Citazione Originariamente Scritto da Ungeheuer Visualizza Messaggio
    ma l'avete vista in faccia teresa lewis?

    Che c'entra l'aspetto?
    Se non sai di che morte morire, scegli me.

  10. #10
    .
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    Predefinito Rif: Usa: dove le condanne a morte non indignano

    Citazione Originariamente Scritto da _crazy diamond_ Visualizza Messaggio
    Farsi delle domande è un optional. Mediamente ci si limita a fagocitare le puttanate proposte.
    Il bello è che se ne parli con una persona (anche non-stupida o che reputi addirittura intelligente) ti dice "te sei malato\fissato\retrogrado\un pazzo" e rilancia nel migliore dei casi con "pensa a scopare" e nel peggiore con "sono dei barbari" o qualcosa del genere.

    Addirittura mi è stato detto dal mio datore di lavoro riguardo Sakineh: "ma che te ne frega lei la darà a chi vuole, se l'aveva data a te non ti arrabbiavi"... alla terza volta che gli ho spiegato che si trattava di un omicida ha detto "ma che ne sai, magari il marito era uno stronzo". Ma in questo caso si tratta di un idiota eh. Tra l'altro mi vien da pensare quanto i rapporti gerarchici nel sistema capitalista siano del tutto insensati.
    Ultima modifica di Orco Bisorco; 28-09-10 alle 19:16

 

 
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