L'odio contro gli omosessualità non risolve i problemi di una società che impedisce il corretto sviluppo morale e sentimentale delle persone. L'omosessualità è un gusto che si sviluppa. Tutto è gusto e il gusto è morale o immorale.
Il problema di questa situazione, vi sarò sinceri, è che le nostre società sono per ragioni fisiologiche ad un elevato livello di denatalità. Anzi meglio detto tantissimi hanno esclusa la prospettiva di sposarsi ed avere figli, cose che per farle ti serve un lavoro e una casa personale. I giovani di questa generazione da un bel po di generazioni non se lo possono permettere.
I giovani hanno ricevuto una educazione adattata ai problemi del loro tempo ergo non vengono educati sentimentalmente fin da piccoli all'idea dell'amore con come coronamento il supremo atto d'amore a cui in tutte le civiltà sane si aspira. Fare dei figli.
Perché storicamente i movimenti di liberazione omosessuale sono legati alla sinistra? Così come quelli di liberalizzazione delle droghe, il femminismo anche.
La sinistra ha sempre rappresentato il proletariato i ceti più bassi. Tutt'oggi se si va a vedere dove si trovano i centri sociali in tutta Italia si vedrà che si trovano sempre nei quartieri proletari.
Sono da sempre strumenti di aggregazione di una sezione particolare del popolo e cioè i giovani proletari che ivi andavano con le loro problematiche ed idee (tra l'altro sono nati negli anni 70 quando la sinistra era ancora comunista in senso stretto, oggi l'estrema sinistra non sarà più comunista direi più socialista libertaria). Ora il punto è che esiste il concetto di identità di genere e identità sessuale che corrisponde largamente ad un set stabilito di regole sociali che corrispondono a civiltà che ruotano attorno ad un concetto dell'amore basato sul dono della vita creata assiemeche si fanno a vicenda i due elementi di una coppia. Ciò è il supremo atto d'amore per le civiltà tradizionali e lo è obiettivamente questo potere, questa possibilità ha permeato la mitologia di tutte le civiltà fin dall'antichità con l'archetipo della coppia sacra/divina che per prima si ama e genera il mondo (Cielo e Terra che si accoppiano e generano tutto ciò che esiste nella mitologia egizia ad esempio).
Ma cosa succede quando la naturale pulsione procreativa degli del maschio e della femmina vengono così intensamente messe a tacere dall'impossibilità di procreare? Che chi non se lo può permette, i poveri, elaborano una cultura alternativa attorno ad un diverso modo di amarsi che esclude e magari condanna l'accento tradizionale sulla procreazione. Lo stesso avviene per l'uso di droghe, perché gira tanta droga nei quartieri disagiati, è presto detto, se vai nelle favelas brasiliane bambini di 7 anni ammazzano gente per un orologio per comprarsi la colla da sniffare anche se coscienti che la cosa li ucciderà presto. Perché? Perché la droga aiuta a sopportare condizioni di vita impensabili per chiunque. Perché il femminismo? Va di pari passo con l'ideologia gender/ideologia queer, un ripensamento proletario della felicità femminile, di chi ha bisogno dell'aborto perché se fa sesso non è detto che possa mantenere i figli, non è detto che possa sposarsi con l'uomo, ottenere una casa per la nuova coppia, e si tratta ovviamente di ceti sociali presso cui impera la brutalità del crimine (la periferia violenta, della droga, del crimine) di conseguenza è più probabile che capiti uno sposo violento, un drogato, un alcolizzato uno che semplicemente è cresciuto vedendo molta violenza. Un uomo violento e in diversi modi disagiato. Si tratta poi di comunità spesso affette da disoccupazione e assenza di risorse economiche di conseguenza. Ovviamente queste persone (maschi e femmine) crescendo e vivendo in mezzo a tutti questi problemi sono pieni di difficoltà appunto e li si crea la cosiddetta famiglia disfunzionale, o anche solo la necessità di separarsi quando la situazione, anche senza violenze si fa troppo critica dal punto di vista economico. Sogni di coppia infranti, insomma, disillusioni sulle promesse che ci si fa e che si sono fatte all'altro/a. Nelle famiglie borghesi il matrimonio è stabile, non ci sono problemi socio-economici, gli uomini dispongo di Capitali sufficienti per permettere alle loro partners le vite da femmine emancipate dalla fatica del lavoro, e dallo stress che questo provoca, non solo ha i soldi per le cure estetiche pagate dall'uomo, ma non è consumata dallo stress lavorativo.
E può pure permettersi le esperienze ricreative di vario genere così come esperienze ricreative di coppia/famiglia che cementato la felicità/unita familiare.
L'omosessualità è il frutto di un pezzo di umanità che deve tenere il maschio lontano dalla femmina perché sennò son guai economici.
Ovviamente nei paesi "poveri" o cosiddetti tali fanno tanti figli perché la loro cultura tradizionale costituisce dei gusti della vita che gli permettono di accettare la vita del Masai. Perché i pigmei delle giungle figliano? E i proletariati occidentali non lo fanno? Cultura, idee della felicità, visto che un pigmeo è felice nella sua capanna di giungla chiaramente non vede la ragione per cui non dovrebbe aggiungere una bocca nella capanna. Il proletario Occidentale se fare i figli gli toglie lo smartphone, la TV via cavo e la Playstation, e la casa di 120 mq per tre persone i figli non li fa. Preciso avere queste cose non comporta ricchezza sono cose che è normale avere ma a cui si potrebbe rinunciare. Il frigo, l'aspirapolvere. Le gite al mare d'estate. Le uscite al sabato sera.