Originariamente Scritto da
Cabala Candelaia Circea
Il buon Evola.
Acquisto mensilmente almeno un libro delle ed. Mediterranee, pur tuttavia Evola, come ormai qui dentro qualcuno sa, lo considero piuttosto sovrastimato. Esattamente quando D'Annunzio.
Ammettiamo pure che Evola abbia avuto qualche merito: di riportare in auge, in modalità meno complicate e teoretiche di Guenon la concezione di tradizione sovraumana, ma non intesa alla Nietzsche, neanche Heidegger, più simile invece ad un Orff.
Colgo l'occasione per ribadire come Evola non riuscì, pur tentando costantemente, di entrare nel giro esoterico di Himmler.
La differenza quindi sostanziale con Guenon sta proprio nella liturgia di fondo: Evola aspirava ad una religione, Guenon ad una spiritualità.
Due aspetti ben disgiunti, anche tra gli ultra-conservatori.
Che sia perennialista o meno, non ho tutte queste conoscenze al riguardo per dimostrarlo o smentirlo.
Conosco però bene Guenon, ed egli non si è mai posto questo problema. Se ne poneva altri: in particolare come attingere ad una sapienza latente, vecchia o nuova che fosse.
Ad Evola interessava il tempo storico ove collocare la sua tradizione, a Guenon interessava il contenuto di tale tradizione. Ereticamente parlando, Guenon potrebbe anche essere considerato un progressista tra i conservatori, non ponendo l'accento sul quando, ma sulla dinamica esistenziale.
Evola, quindi, rimane un tradizionalista statico, direi nostalgico, che si colloca perfettamente nel decadentismo teorico del periodo di riminescenza del passato che fu.