Originariamente Scritto da
Flaviogiulio
Dunque, ci ho messo un po' di più, ma ora provo a buttar giù qualche considerazione, in parte già anticipata negli interventi precedenti.
In sostanza, il diktat fu motivato dall’intransigenza e dalla sete di vendetta dei francesi, ma in quel contesto, credo fosse impossibile che qualsiasi politico francese potesse permettersi di essere più morbido. Dopo quarant’anni di revanscismo per l’Alsazia-Lorena, quattro anni di guerra che aveva devastato il nord del paese e un milione e mezzo di morti, il risultato non poteva che essere quello, quale politico francese avrebbe potuto permettersi di essere accusato di fronte all’opinione pubblica di aver lasciato la Germania in condizione di tornare potente? Se pensiamo allo psicodramma che si scatenò da noi per Fiume, credo che si capisca più che bene quello che era il clima generale e le aspettative al termine del conflitto.
Volendo poi andare un po’ più nel dettaglio delle clausole, le riparazioni cui venne condannata la Germania erano sicuramente spropositate, ma è pur vero che la Germania smise di versarle entro pochi anni e tra compromessi e forfait successivi, finì per pagarne effettivamente una minima parte. La crisi economica che diede il là all’ascesa del nazismo derivò dal crollo del 1929.
Riguardo invece alle clausole territoriali, penso che in effetti la possibilità, almeno teorica, per un trattamento un po’ più equo potesse esserci. Ovviamente sui confini occidentali le cessioni erano ovvie, ma la Germania venne amputata di territori a favore di stati che nemmeno erano stati belligeranti: la Danimarca, che era rimasta neutrale, la Lituania e soprattutto Polonia, che erano nate alla fine della guerra. Con un’applicazione più equa del principio di nazionalità, quasi sicuramente Danzica e il famoso corridoio sarebbero rimasti tedeschi, visto che stiamo parlando del casus belli del 1939, non è un dettaglio da poco, ma credo che sia piuttosto semplicistico stabilire un rapporto diretto di causa-effetto tra due avvenimenti distanti vent’anni. La sostanza è che la frustrazione tedesca nasce dalla durezza globale della sconfitta, che non poteva non essere tale, e credo sia impossibile individuare una o più clausole di cui si possa plausibilmente dire che siano state la causa diretta o principale di questa frustrazione.