Lo spirito guerriero si è rinnovato, anche quest’anno, alle pendici dell’Etna.
Quest’estate siamo stati, assieme ad altri camerati di diverse realtà politiche ed altre parti d’Italia (e non solo), sotto il vulcano siciliano per dieci giorni di lavoro, sport e conoscenza. L’estate è tempo di bilanci e distensione, in armonia con la forza della natura e ritrovarsi tutti assieme tra camerati fa bene al corpo e allo spirito. Serve a riprendersi dall’anno passato all’insegna di sfide e militanza e a rigenerarsi per un nuovo periodo di lotta. Siamo in 60, abbiamo voglia di fare e sappiamo che cosa ci attende in questo campo estivo organizzato dal gruppo di Heliodromos.
Scandiamo le nostre giornate al ritmo solare, vogliamo vivere questi giorni secondo le leggi della natura: sveglia all’alba, insieme al Sole, preghiera e ginnastica per iniziare al meglio le nostre giornate: sereni nell’animo e vigorosi nel corpo. Ci si raduna nell’arena centrale per la ginnastica mattutina dopo la preghiera: la leggera terra magmatica, nata dal fuoco, comincia ad ingrigirci le ginocchia… Una sostanziosa colazione e ci si ripartisce organicamente nelle varie unità di lavoro, o meglio d’azione: con serenità si svolgono le mansioni che ci si affidano, lavorare un campo, sistemare il tetto della struttura che ci ospita, tirare su una ringhiera o deforestare lo spazio intorno a noi: ogni lavoro è un’occasione per metterci alla prova e conoscere gli altri ragazzi, provenienti da altre zone d’Italia e con i quali, ci si rende conto, si condivide molto, anche se le distanze sono spesso notevoli.
Dopo il pranzo, che chiude la mattinata lavorativa, ci si riposa e si affrontano, nel pomeriggio, discussioni e tematiche che più ci riguardano: si sono affrontate, con conferenze, tavole rotonde o cineforum, i più importanti argomenti relativi alla militanza e all’applicazione dei valori che intendiamo far nostri. Altri pomeriggi sono invece stati dedicati in toto all’attività agonistica, ad incontri di pugilato e kickboxing, sotto la supervisione dei maestri che annoveriamo tra le nostre fila…
Alla sera, dopo cena, la nostra serenità e qualche bicchiere di vino non potevano non tirarci fuori dalla gola gioiosi canti di lotta ed epoche migliori; nostra “buona notte” prima del meritato riposo.
Non ci siamo fatti mancare, anche quest’anno, l’escursione sul vulcano, seppur più conviviale e “panoramica” culminata alla sera con una bella cena intorno al fuoco, tra bicchieri di vino, canti e goliardia, ed una splendida dormita sotto un magnifico cielo decorato di luminose stelle, fiammelle fisse nell’oscurità, che con i loro mitici disegni hanno per millenni orientato l’uomo: magie che la modernità ci ha rapito privandoci di quasi ogni orientamento.
Le palpebre si fanno pesanti sul pullman o sulle macchine che ci riportano alla vita ordinaria, forte è la nostalgia per questa settimana passata così in fretta in cui Efesto, dalla sua mitica sede etnea, ogni anno di più, rafforza col fuoco del vulcano le nostre armature. Per una nuova battaglia contro il mondo moderno.