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  1. #161
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    Predefinito Re: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

    Citazione Originariamente Scritto da CapitanFracassa Visualizza Messaggio
    Infatti l'ue sta già dando soldi all'italia solo sulla base di progetti sulla carta. Per fortuna che dovevano essere solo sulla base di avanzamento lavori ex-post. Forse solo le prime rate solo sulla fiducia, il resto no.

    Per realizzare alcuni progetti, come la lotta all'evasione o l'inclusione sociale che è metà di tutto il pnrr, va rivoltata come una zolla l'intera economia. Dubito avverrà mai con quei tempi.
    Soprattutto manca la volontà politica di attuarle.
    Sarebbero contro gli interessi di chi economicamente sostiene con bustarelle la nostra classe politica.
    Non le faranno mai!
    Saluti

  2. #162
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    Predefinito Re: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

    https://www.today.it/economia/costru...ezzi-pnrr.html

    Tra i moltissimi settori economici in difficoltà per il caro energia e caro materie prime c’è quello delle costruzioni. Con rincari in media del 36% per i materiali edili (alcuni prodotti hanno raggiunto persino le tre cifre), la realizzazione di opere pubbliche e private è a rischio. La pressione sui prezzi e le difficoltà nel reperire materiali e manodopera specializzata stanno minando la realizzazione di migliaia di opere pubbliche, prima tra tutte quelle del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), ma anche quelle della ricostruzione post sisma in centro Italia. Il caro prezzi rischia così di vanificare la ripresa avviata negli ultimi anni grazie agli interventi di adeguamento sismico ed energetico stimolata dagli sgravi fiscali, con il superbonus in testa. Si parla di una vera e propria ‘apocalisse’ per l’edilizia, settore che contribuisce per il 22% al Pil dell’Italia: si rischia la paralisi del Paese. “Tutto il settore è scosso dallo shock dei rincari. Non possiamo più aspettare – dichiara Gabriele Buia, presidente dell’Ance, Associazione nazionale costruttori edili – senza decisioni rapide molti cantieri non potranno restare aperti. Così il Pnrr fallisce”. Per le sole opere infrastrutturali della missione 3 del Pnrr (che in tutto vale 25,4 miliardi), gli extra costi aggiuntivi dovuti ai rincari ammontano a 3 miliardi di euro, cifra che sale a 10 miliardi per l’intero settore dei lavori pubblici. Nei cantieri si lavora in perdita. In assenza di interventi da parte del governo migliaia di imprese saranno costrette a sospendere l’attività, con il rischio di fallimento e con gravissime ripercussioni occupazionali che andranno a gravare direttamente sul bilancio dello Stato. Quali sono i materiali edili che hanno registrato i maggiori rincari? Come è possibile affrontare questa emergenza? Lo abbiamo chiesto in un'intervista a Gabriele Buia, presidente dell’Ance.

    Il caro materie prime sta penalizzando anche il settore delle costruzioni pubbliche e private. È vero che alcuni cantieri sono a rischio chiusura?

    “Assolutamente sì. I rincari delle materie prime sono ormai insostenibili per tutte le imprese del settore delle costruzioni. Da tempo stiamo interloquendo con il governo e la politica chiedendo una soluzione che non ponga a rischio il proseguimento delle opere previste dal Pnrr. Dei 220 miliardi di risorse previsti, 108 passano infatti per il mondo delle costruzioni, dalla grande infrastruttura al piccolo intervento. Il nostro settore si sente responsabile di questo grande cambiamento, ma per riuscirci bisogna correre e far funzionare al meglio la macchina. Per questo abbiamo scritto una lettera al presidente del Consiglio, Mario Draghi, chiedendo di mettere in sicurezza anzitutto i contratti in corso di esecuzione. Stessa richiesta che abbiamo avanzato ai ministri Daniele Franco e Enrico Giovannini. Ora ci aspettiamo risposte che necessariamente devono arrivare in tempi brevi. Altrimenti, il blocco dei cantieri sarà inevitabile”.

    Quali sono i prodotti che hanno registrato i maggiori rincari?

    “Dalla fine del 2020 i principali materiali da costruzione (metalli, materie plastiche, calcestruzzo e bitumi), sono stati caratterizzati da aumenti di prezzo eccezionali. Negli ultimi mesi quelli che hanno registrato aumenti più significativi sono stati l’acciaio, il bitume, l’energia elettrica e il gasolio. Tutti aumenti con cifre esorbitanti. Secondo i nostri dati, ad esempio, nelle prime tre settimane di marzo il prezzo dell’energia elettrica è salito del 470%, bitume e ferro del 40%, mentre la crescita del costo del gasolio si è fermata al 38%”. Quali sono le vostre proposte per superare questa emergenza?

    “Se da un lato il governo ha posto attenzione al tema, le soluzioni finora individuate però non sono state sufficienti. Nelle scorse settimane abbiamo deciso di scrivere una lettera al presidente del Consiglio Mario Draghi chiedendo di mettere in sicurezza anzitutto i contratti in corso di esecuzione. A ciò dovrebbe accompagnarsi l’introduzione di un vero sistema revisionale dei prezzi, sul modello delle migliori esperienze internazionali. Infine, occorre intervenire per aggiornare immediatamente i prezzari sulla base dei quali sono stimate e saranno bandite le opere di prossimo affidamento. Sarebbe anche giusto, a nostro parere, consentire la risoluzione contrattuale per eccessiva onerosità sopravvenuta, senza sanzioni e segnalazioni all’Anac per l’appaltatore. Allo stesso modo, occorre garantire l’esonero da responsabilità per causa di forza maggiore, nel caso di ritardi o inadempimenti dovuti agli incrementi e alle difficoltà di reperimento dei materiali”.

    Secondo l’Ance una soluzione al caro materie prime potrebbe venire anche dall’economia circolare? Come si sta muovendo l’Ance in tema di sostenibilità?

    “La questione della sostenibilità è da anni al centro del dibattito normativo, culturale e sociale, non solo italiano ma internazionale, e oggi rappresenta uno dei principali obiettivi della politica industriale europea e il fulcro del nostro Pnrr. Tutto ciò nella convinzione che lo sviluppo sostenibile sia la vera chiave per guardare a un futuro di crescita e benessere. La filiera delle costruzioni riveste un ruolo di primo piano nel delineare e mettere in atto questo percorso. Ne è la riprova il fatto che il settore edile è coinvolto in ben 15 dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile. Noi siamo stati i primi in Italia a organizzare e progettare interamente la nostra assemblea nazionale secondo criteri di ecosostenibilità, in modo da minimizzare l’impatto di CO2. E proprio in quell’occasione abbiamo promosso un Piano per la vera sostenibilità, individuando 7 azioni necessarie per orientare la politica industriale verso la sostenibilità e l’economia circolare”.

    Cosa succederà al Pnrr? Non tutto sta andando storto: le associazioni datoriali e le rappresentanze sindacali hanno trovato un’intesa sul nuovo contratto di lavoro studiato per far crescere il settore delle costruzioni in qualità, professionalità e sicurezza, fissando i principi cardine che dovranno guidare tutti i cantieri. Per affrontare le sfide del Pnrr, però, in questo momento servono soprattutto risposte urgenti dal governo sul costo delle materie prime e sulla crisi energetica. In assenza di interventi mirati per adeguare i contratti in essere ed evitare ritardi e sospensioni delle opere in corso, si rischia il blocco dei cantieri. A farne le spese saranno non solo le imprese del settore ma tutta l’economia nazionale, con effetti disastrosi a cascata sull’occupazione.

  3. #163
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    Predefinito Re: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

    "I vari paesi devono anticipare i fondi"
    i vari Paesi soldi non ne hanno!
    Devono emettere un titoli di stato!
    CAMBIALI ! Che quando si scadono devono pagare interessi!
    Quindi 2800 miliardi da pagare più altri!
    Il debito pubblico lo ha comprato Cina a condizione xhe possa continuare na portare prodotti in Italia!
    La via della Seta abbrevia i tempi di consegna!
    Agli USA non piace!
    È stata emarginata!
    l'Europa si è accordata con cina Russia e India (altra via della seta) cina india.
    Se gli usa scassano il c..zo con la guerra la cina rivuole i Soldi dove li prendi?

  4. #164
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    Predefinito Re: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

    Citazione Originariamente Scritto da Antoni Visualizza Messaggio
    "I vari paesi devono anticipare i fondi"
    i vari Paesi soldi non ne hanno!
    Devono emettere un titoli di stato!
    CAMBIALI ! Che quando si scadono devono pagare interessi!
    Quindi 2800 miliardi da pagare più altri!
    Il debito pubblico lo ha comprato Cina a condizione xhe possa continuare na portare prodotti in Italia!
    La via della Seta abbrevia i tempi di consegna!
    Agli USA non piace!
    È stata emarginata!
    l'Europa si è accordata con cina Russia e India (altra via della seta) cina india.
    Se gli usa scassano il c..zo con la guerra la cina rivuole i Soldi dove li prendi?
    Mi permetto di correggere che un paese, avendo una banca centrale, ha sempre i soldi. Infatti il giappone emette titoli di stato a tasso zero, ma li fa sottoscrivere dallo stesso stato attraverso la banca centrale che li stampa, cioè presta i soldi a se stesso. Inflazione bassa lo stesso, mercato dei titoli inesistente quindi zero speculazione. Sono tutti in mano allo stato.

    Ovviamente la bce non può finanziare gli stati. Sarebbe come dire che un felino non può cacciare, cioè va contro natura e la scienza dice che chi va contro natura soffre di nevrosi e patologie, si ammala.
    Dopo il tafazzi ue che sanziona chi gli dà da mangiare la ue sceglie di non avere una banca centrale, la quale però ha già in pancia quasi 200 miliardi di titoli italiani. Basterebbe rinunciare al rimborso e il debito crollerebbe. Basterebbe se fosse appunto una banca centrale. Ma l'ue tafazzi ha scelto di non avere una banca centrale, così deve chiedere soldi agli strozzini cioè al mercato.
    Fondatore e Presidente onorario di Italia Morta. Pro Italexit e Unione Terroni d'Europa (UTE).
    Nostra proposta per emergenza Ucraina -----> La nato invade i paesi dell'est e li consegna alla russia. Guerra finita e pace per tutti.

  5. #165
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    Predefinito Re: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

    Citazione Originariamente Scritto da cimad5 Visualizza Messaggio
    https://www.today.it/economia/costru...ezzi-pnrr.html

    Tra i moltissimi settori economici in difficoltà per il caro energia e caro materie prime c’è quello delle costruzioni. Con rincari in media del 36% per i materiali edili (alcuni prodotti hanno raggiunto persino le tre cifre), la realizzazione di opere pubbliche e private è a rischio. La pressione sui prezzi e le difficoltà nel reperire materiali e manodopera specializzata stanno minando la realizzazione di migliaia di opere pubbliche, prima tra tutte quelle del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), ma anche quelle della ricostruzione post sisma in centro Italia. Il caro prezzi rischia così di vanificare la ripresa avviata negli ultimi anni grazie agli interventi di adeguamento sismico ed energetico stimolata dagli sgravi fiscali, con il superbonus in testa. Si parla di una vera e propria ‘apocalisse’ per l’edilizia, settore che contribuisce per il 22% al Pil dell’Italia: si rischia la paralisi del Paese. “Tutto il settore è scosso dallo shock dei rincari. Non possiamo più aspettare – dichiara Gabriele Buia, presidente dell’Ance, Associazione nazionale costruttori edili – senza decisioni rapide molti cantieri non potranno restare aperti. Così il Pnrr fallisce”. Per le sole opere infrastrutturali della missione 3 del Pnrr (che in tutto vale 25,4 miliardi), gli extra costi aggiuntivi dovuti ai rincari ammontano a 3 miliardi di euro, cifra che sale a 10 miliardi per l’intero settore dei lavori pubblici. Nei cantieri si lavora in perdita. In assenza di interventi da parte del governo migliaia di imprese saranno costrette a sospendere l’attività, con il rischio di fallimento e con gravissime ripercussioni occupazionali che andranno a gravare direttamente sul bilancio dello Stato. Quali sono i materiali edili che hanno registrato i maggiori rincari? Come è possibile affrontare questa emergenza? Lo abbiamo chiesto in un'intervista a Gabriele Buia, presidente dell’Ance.

    Il caro materie prime sta penalizzando anche il settore delle costruzioni pubbliche e private. È vero che alcuni cantieri sono a rischio chiusura?

    “Assolutamente sì. I rincari delle materie prime sono ormai insostenibili per tutte le imprese del settore delle costruzioni. Da tempo stiamo interloquendo con il governo e la politica chiedendo una soluzione che non ponga a rischio il proseguimento delle opere previste dal Pnrr. Dei 220 miliardi di risorse previsti, 108 passano infatti per il mondo delle costruzioni, dalla grande infrastruttura al piccolo intervento. Il nostro settore si sente responsabile di questo grande cambiamento, ma per riuscirci bisogna correre e far funzionare al meglio la macchina. Per questo abbiamo scritto una lettera al presidente del Consiglio, Mario Draghi, chiedendo di mettere in sicurezza anzitutto i contratti in corso di esecuzione. Stessa richiesta che abbiamo avanzato ai ministri Daniele Franco e Enrico Giovannini. Ora ci aspettiamo risposte che necessariamente devono arrivare in tempi brevi. Altrimenti, il blocco dei cantieri sarà inevitabile”.

    Quali sono i prodotti che hanno registrato i maggiori rincari?

    “Dalla fine del 2020 i principali materiali da costruzione (metalli, materie plastiche, calcestruzzo e bitumi), sono stati caratterizzati da aumenti di prezzo eccezionali. Negli ultimi mesi quelli che hanno registrato aumenti più significativi sono stati l’acciaio, il bitume, l’energia elettrica e il gasolio. Tutti aumenti con cifre esorbitanti. Secondo i nostri dati, ad esempio, nelle prime tre settimane di marzo il prezzo dell’energia elettrica è salito del 470%, bitume e ferro del 40%, mentre la crescita del costo del gasolio si è fermata al 38%”. Quali sono le vostre proposte per superare questa emergenza?

    “Se da un lato il governo ha posto attenzione al tema, le soluzioni finora individuate però non sono state sufficienti. Nelle scorse settimane abbiamo deciso di scrivere una lettera al presidente del Consiglio Mario Draghi chiedendo di mettere in sicurezza anzitutto i contratti in corso di esecuzione. A ciò dovrebbe accompagnarsi l’introduzione di un vero sistema revisionale dei prezzi, sul modello delle migliori esperienze internazionali. Infine, occorre intervenire per aggiornare immediatamente i prezzari sulla base dei quali sono stimate e saranno bandite le opere di prossimo affidamento. Sarebbe anche giusto, a nostro parere, consentire la risoluzione contrattuale per eccessiva onerosità sopravvenuta, senza sanzioni e segnalazioni all’Anac per l’appaltatore. Allo stesso modo, occorre garantire l’esonero da responsabilità per causa di forza maggiore, nel caso di ritardi o inadempimenti dovuti agli incrementi e alle difficoltà di reperimento dei materiali”.

    Secondo l’Ance una soluzione al caro materie prime potrebbe venire anche dall’economia circolare? Come si sta muovendo l’Ance in tema di sostenibilità?

    “La questione della sostenibilità è da anni al centro del dibattito normativo, culturale e sociale, non solo italiano ma internazionale, e oggi rappresenta uno dei principali obiettivi della politica industriale europea e il fulcro del nostro Pnrr. Tutto ciò nella convinzione che lo sviluppo sostenibile sia la vera chiave per guardare a un futuro di crescita e benessere. La filiera delle costruzioni riveste un ruolo di primo piano nel delineare e mettere in atto questo percorso. Ne è la riprova il fatto che il settore edile è coinvolto in ben 15 dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile. Noi siamo stati i primi in Italia a organizzare e progettare interamente la nostra assemblea nazionale secondo criteri di ecosostenibilità, in modo da minimizzare l’impatto di CO2. E proprio in quell’occasione abbiamo promosso un Piano per la vera sostenibilità, individuando 7 azioni necessarie per orientare la politica industriale verso la sostenibilità e l’economia circolare”.

    Cosa succederà al Pnrr? Non tutto sta andando storto: le associazioni datoriali e le rappresentanze sindacali hanno trovato un’intesa sul nuovo contratto di lavoro studiato per far crescere il settore delle costruzioni in qualità, professionalità e sicurezza, fissando i principi cardine che dovranno guidare tutti i cantieri. Per affrontare le sfide del Pnrr, però, in questo momento servono soprattutto risposte urgenti dal governo sul costo delle materie prime e sulla crisi energetica. In assenza di interventi mirati per adeguare i contratti in essere ed evitare ritardi e sospensioni delle opere in corso, si rischia il blocco dei cantieri. A farne le spese saranno non solo le imprese del settore ma tutta l’economia nazionale, con effetti disastrosi a cascata sull’occupazione.
    La soluzione è così semplice che la capisce anche un bambino delle elementari. Se i prezzi schizzano a causa dell'oligopolio che punta a massimizzare il profitto, specie in periodi di crisi, riducendo la produzione come un nevrotico che non si scarica in bagno, la soluzione non è ridurre la produzione ma cambiare il mercato cioè guarire dalla nevrosi. Basta non far produrre al privato in un oligopolio, ma far distribuire le materie prime e far costruire allo stesso stato con sue aziende, al prezzo di costo, cioè il prezzo tra l'altro previsto in un regime liberista nel lungo periodo.

    I geni invece governativi, siccome sono tafazzi, risolvono anzichè togliendo i profitti facendo pagare allo stato i maggiori profitti dei distributori per fare il pnrr, cioè facendo pagare ai contribuenti le case al mare dell'imprenditore che non lavora per costruire o distribuire energia.

    Ovviamente i liberisti non sono esenti da problemi mentali come doppie personalità e schizofrenie, e infatti giustamente si oppongono al liberismo cioè a produrre al prezzo di costo come dice la loro teoria in concorrenza nel lungo periodo, dopo aver starnazzato di volere il liberismo. Sarebbe come dire che chi beve l'acqua non sta bevendo l'acqua.
    Fondatore e Presidente onorario di Italia Morta. Pro Italexit e Unione Terroni d'Europa (UTE).
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  6. #166
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    Predefinito Re: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

    Il pnrr cos'è una puzzola ? se la ue dovesse darci sti miliardi li rivorrà indietro
    Nessuna pietà per ULZANA,

  7. #167
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    Predefinito Re: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

    Citazione Originariamente Scritto da Emilio Maggi Visualizza Messaggio
    Il pnrr cos'è una puzzola ? se la ue dovesse darci sti miliardi li rivorrà indietro
    Ma non dalle stesse persone che li hanno presi, per questo non è un problema. Dubito che con la francia col debito al 120% possa tornare patto di stabilità e un rientro dal debito.
    Fondatore e Presidente onorario di Italia Morta. Pro Italexit e Unione Terroni d'Europa (UTE).
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  8. #168
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    Predefinito Re: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

    il pnrr e' come una puzza non avra' niente nessuno,anzi i soldi sparirebbero subito
    Nessuna pietà per ULZANA,

  9. #169
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    Predefinito Re: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

    Citazione Originariamente Scritto da Emilio Maggi Visualizza Messaggio
    il pnrr e' come una puzza non avra' niente nessuno,anzi i soldi sparirebbero subito
    Se spariscono significa che qualcuno li ha avuti, non nessuno. Pare una parte sia già arrivata all'italia, ma il ministro franco franchi a dispetto del nome ha la piena fiducia del drago e quindi li avrà sicuramente investiti bene per il bene del paese, cioè per pagare i profitti delle aziende energetiche e di chi fa i pannelli solari, cioè i cinesi.
    Fondatore e Presidente onorario di Italia Morta. Pro Italexit e Unione Terroni d'Europa (UTE).
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  10. #170
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    Predefinito Re: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

    Citazione Originariamente Scritto da grandpa Visualizza Messaggio
    Si stanno delineando i contorni del mega-progetto di finanziamento dei paesi della Ue, diffondendo anche notizie che il governo ha cercato di tenere nascoste:

    1. l'erogazione dei fondi non è ancora stata approvata: deve essere approvata dalla commissione
    2. la Ue si riserva il diritto di approvare i progetti presentati, come dire, svilupperete solo quelli che diciamo noi, quindi ci presenteremo con progetti per un importo molto superiore ai 209 miliardi erogandi
    3. il primo anno verrà erogato il 6 % del totale (12,5 miliardi)
    4. il secondo anno verrà erogato il 9 % del totale (18,8 miliardi)
    5 il grosso dell'ammontare verrà erogato nel 2027
    6. per stessa ammissione di gualtieri, I VARI PAESI DOVRANNO ANTICIPARE I FONDI PER I PROGETTI e solo in un secondo tempo verranno assegnati dalla ue i fondi che dovranno a loro volta essere restituiti con gli interessi, tranne gli 85 miliardi a fondo perduto.
    Massimo De Manzoni all'aria che tira questa mattina.

    Ora capisco l'accanimento del pd per l'approvazione del Mes, e non ha neanche tutti i torti.

    NB: finora non si ha notizia di smentite.
    Ormai siamo alla droga keynesiana all'ennesima potenza.

    Non si produce più per il mercato ma per prendere i fondi.


    ma chi è quel mona ....


 

 
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