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Discussione: Brexit svizzera?

  1. #431
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Citazione Originariamente Scritto da Halberdier Visualizza Messaggio
    « Le dittature non tollerano a lungo che popoli vicini possano decidere liberamente e modellare il loro destino.»
    Pierre-Yves Maillard, 30 aprile 2022
    E proprio restando in tema...
    "E' caduta nella trappola dell'UE"
    Il presidente dell'Unione sindacale Pierre-Yves Maillard critica la Segretaria di Stato Livia Leu per la gestione dei colloqui con Bruxelles

    Il presidente dell'Unione sindacale svizzera (USS) Pierre-Yves Maillard critica fortemente la segretaria di Stato e capo negoziatrice con l'Unione europea Livia Leu dopo l'ultima tornata di colloqui a fine giugno. "E' caduta nella trappola di Bruxelles" e il Consiglio federale la segue, ha affermato in un'intervista pubblicata sabato dal "Blick". "Durante i colloqui esplorativi condotti da Leu, l'UE ha di nuovo chiesto un quadro istituzionale. Ora dovremmo nuovamente negoziare su quanto è da tempo già fallito e non ha alcuna chance davanti al popolo", ha dichiarato il socialista vodese che è anche membro del Consiglio nazionale.

    Le richieste istituzionali dell'UE riguardano il fatto che la Commissione europea e la Corte di giustizia dell'UE possono controllare e correggere il diritto svizzero se ritengono che non corrisponda a quello europeo, ha spiegato. "Pensavamo che questa richiesta fosse fuori discussione, ma è cambiato di nuovo", ha detto il presidente dell'USS. Pierre-Yves Maillard si è detto convinto che le questioni istituzionali tra la Svizzera e dell'Unione europea non potranno essere risolte nei prossimi anni. "Ora dobbiamo provare a ottenere un'associazione al programma di ricerca Horizon Europe attraverso proposte concrete e concessioni."

    Pierre-Yves Maillard considera poi inutili nuovi accordi di accesso al mercato unico: "Quali accordi ci servono? A cosa servirebbe ad esempio un accordo energetico? Non basta firmare un documento perché scorra la corrente", ha dichiarato il sindacalista 54enne. Se in Francia l'elettricità comincia a scarseggiare, Parigi non staccherà la corrente ai propri cittadini per rispettare i contratti di fornitura con la Svizzera, ha affermato il presidente dell'USS aggiungendo che la Confederazione deve produrre più elettricità per conto proprio.

    Nei colloqui esplorativi in vista di una normalizzazione delle relazioni fra Svizzera e UE, Berna vuole trovare una base comune per nuove trattative sulla futura cooperazione. Il Consiglio federale non vuole più discutere solo delle questioni istituzionali in sospeso ma di un intero pacchetto con nuovi accordi sul mercato interno nei settori dell'elettricità, della sicurezza alimentare, come anche accordi di associazione negli ambiti della ricerca, dell'istruzione e della salute.
    https://www.rsi.ch/news/svizzera/E-c...-15465157.html

    Si, lo scorso 30 aprile Maillard aveva proprio ragione...

  2. #432
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    50 anni di libero scambio con l’Ue
    Il 3 dicembre 1972, il popolo e i Cantoni approvano l’accordo con il 72,5% di voti favorevoli. “Da allora, la politica europea del Consiglio federale non ha mai più ricevuto una tale legittimità”, afferma Zala

    La Svizzera ha firmato l’Accordo di libero scambio con la Comunità economica europea (CEE) il 22 luglio 1972, definito da alcuni commentatori “pietra miliare”. Il centro di ricerca Dodis (Documenti Diplomatici Svizzeri) ricorda il 50° anniversario dell’evento e sottolinea che la questione istituzionale era già di attualità allora.

    Primo passo
    “L’orizzonte per un primo allargamento della CEE è diventato chiaro nel 1969 con la revoca del veto della Francia all’adesione britannica”, spiega in un dossier speciale pubblicato oggi Sacha Zala, direttore del centro. Bruxelles avvia colloqui per stabilire legami speciali con gli allora “non candidati” alla CEE, ovvero gli Stati AELS (Austria, Finlandia, Islanda, Portogallo, Svezia e Svizzera).

    Obiettivo
    L’obiettivo è evitare la frammentazione economica dell’Europa occidentale, ma i negoziatori si muovono in acque sconosciute, afferma Dodis. Da parte svizzera, si intravede una “gamma di possibili soluzioni”, da un “risultato prossimo all’adesione” a un “trattato commerciale ordinario”. Il capo negoziatore svizzero, Paul Jolles, direttore della divisione del commercio del Dipartimento federale dell’economia, riassume così il compito che lo attende: “il problema più difficile sarà senza dubbio l’organizzazione della partecipazione istituzionale della Svizzera al processo di integrazione”. Cinquant’anni dopo, questa analisi è ancora attuale, osserva Dodis.

    Nessuna integrazione politica
    Il 22 luglio 1972, il consigliere federale radicale Ernst Brugger firma un accordo “che non prevede alcuna partecipazione all’integrazione politica dell’Europa”. Tuttavia, l’accordo esenta oltre il 90% delle esportazioni svizzere verso la CEE dai dazi doganali e stabilisce regole di concorrenza. La Svizzera, per esercitare pressione sulla CEE durante i negoziati, ha fatto ricorso all’argomento di un possibile rifiuto in votazione popolare, spiega Dodis. Il Consiglio federale ha sottoposto l’accordo di libero scambio a referendum obbligatorio, sostenendo che avrebbe rafforzato la cooperazione europea a lungo termine. Uno “sviluppo irreversibile”, secondo il consigliere federale socialista Hans-Peter Tschudi.

    “Ciò che non si deve dire”
    Da quel voto in poi, le decisioni sulla politica europea sono sempre più sottoposte al sovrano. Il Consiglio federale rafforza la sua politica di comunicazione, non per scopi propagandistici, ma per ragioni “didattiche”, si spiega. Il titolo di uno degli opuscoli dell’Ufficio per l’Integrazione, l’organismo incaricato delle relazioni con Bruxelles, è a dir poco significativo, rivela Dodis: “Cosa non si deve dire nell’informazione alla popolazione sull’accordo Svizzera-CE”.

    L’approvazione popolare
    Il 3 dicembre 1972, il popolo e i cantoni approvano l’accordo con il 72,5% di voti favorevoli. “Da allora, la politica europea del Consiglio federale non ha mai più ricevuto una tale legittimità”, afferma Zala. Il popolo ha bloccato un’ulteriore integrazione della Svizzera allo Spazio economico europeo (SEE) nel dicembre 1992. Ha poi sostenuto la via bilaterale in diverse occasioni. Il progetto di accordo quadro istituzionale è stato abbandonato lo scorso anno. Da allora, le discussioni con Bruxelles sono riprese, ma senza alcun riavvicinamento sulla famosa questione istituzionale.
    https://www.ticinonews.ch/svizzera/5...4?refresh=true

  3. #433
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Da quel che vedo il libero scambio, unitamente alla libera circolazione e la soppressione del segreto bancario non hanno fatto un gran bene alla Svizzera, facendole perdere quell'unicita' che tanto la faceva unica tra i paesi europei e attrattiva di ricchi come meno ricchi!

    Mi sembra che ora i superricchi volgano le terga nelle capitale dorate e artefatte del medioriente od in oriente!

    Un bel guadagno, in compenso ci cucchiamo 100.000 frontalieri al giorno in un territorio grande come una media provincia italiana!
    Possiamo concludere che tutto il peggio che succede in Italia e' dovuto alle elites PD ed al vaticano?
    Stupri, attentati, invasione, fallimenti, disoccupazione, emergenza sociale, denatalita',violenza verbale , suicidi, omicidi....

  4. #434
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Citazione Originariamente Scritto da animal Visualizza Messaggio
    Da quel che vedo il libero scambio, unitamente alla libera circolazione e la soppressione del segreto bancario non hanno fatto un gran bene alla Svizzera, facendole perdere quell'unicita' che tanto la faceva unica tra i paesi europei e attrattiva di ricchi come meno ricchi!
    Mi sembra che ora i superricchi volgano le terga nelle capitale dorate e artefatte del medioriente od in oriente!
    Un bel guadagno, in compenso ci cucchiamo 100.000 frontalieri al giorno in un territorio grande come una media provincia italiana!
    Alla fine l'accordo di libero scambio è ciò che rende l'adesione all'UE o accordi più stretti con essa qualcosa di NON necessario, se non addirittira superfluo.
    Per questo, prima di tutto, se ne parla molto poco al pubblico; sia mai che si capisca che si può fare a meno dei sopravvalutatissimi Bilaterali (tra cui la libera circolazione).
    E (decisamente più importante) per questo l'UE voleva, durante le trattative per l'accordo quadro, che venisse subordinato al diritto europeo, in modo da poterlo modificare svuotandolo dei suoi vantaggi, rendendo la Svizzera ancor più ricattabile.

    Alla fine i negoziatori svizzeri degli anni '60 e '70 si sono dimostrati, ognuno di essi preso singolarmente, più lungimiranti, abili e legati agli interessi nazionali dell'intera classe politico-burocratica attuale.
    Partendo da quelle due consigliere federali che hanno "firmato" rispettivamente l'uscita dal nucleare e la strategia energetica 2050.

  5. #435
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Intanto, a quanto sento le aziende svizzere "escluse", "penalizzate" e "portate al fallimento" dall'UE a causa della non firma dell'accordo quadro stanno bene se non meglio di prima.
    Quelle europee... no...


  6. #436
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Citazione Originariamente Scritto da Halberdier Visualizza Messaggio
    Intanto, a quanto sento le aziende svizzere "escluse", "penalizzate" e "portate al fallimento" dall'UE a causa della non firma dell'accordo quadro stanno bene se non meglio di prima.
    Quelle europee... no...
    Tecnologia medica: tutto bene per le imprese elvetiche sul mercato UE
    Oltre un anno fa l’Unione europea decideva di trattare la Svizzera come uno stato terzo nel settore della tecnologia medica: una misura di ritorsione legata alle difficoltà sull'accordo quadro che avrebbe dovuto creare gravi problemi al settore. Ma così non è stato: 15 mesi dopo alcune aziende svizzere potrebbero trovarsi in vantaggio rispetto ai concorrenti europei.

    Doveva essere un colpo durissimo per il settore svizzero della tecnologia medica: 15 mesi fa l’UE decideva di trattare la Confederazione come uno Stato terzo nel settore. Una misura di ritorsione legata alla mancata firma dell'accordo quadro. In realtà per alcune aziende rossocrociate è stata una manna.
    “È vero che le preoccupazioni erano piuttosto grandi all'inizio”, spiega ai microfoni della Radiotelevisione svizzera Peter Biedermann, direttore di Swiss Medtech. “Noi - come associazione di riferimento- abbiamo avvertito le aziende che poteva verificarsi lo scenario peggiore, ovvero il trattamento come Stato terzo. L'industria ha reagito, ha fatto i compiti e ora possiamo constatare che il settore sta bene”.
    Il settore sta bene perché molte ditte elvetiche hanno avviato subito le procedure per farsi riconoscere i prodotti dall'UE, in linea con il nuovo regolamento sui dispositivi medici. La concorrenza europea, anch'essa costretta ad adattarsi al nuovo regolamento, ha invece proceduto a farlo in ritardo, trovandosi così confrontata con delle liste di attesa.
    È così che le imprese che si sono attivate rapidamente sono ora avvantaggiate: in Svizzera sono state soprattutto quelle grandi a farlo. Le più piccole sono invece in ritardo perché non vengono trattate prioritariamente dagli organi di autorizzazione europei.
    Grazie ai passi intrapresi, il volume di affari con l'UE del settore è rimasto stabile, aggiunge Biedermann. Non mancano però nemmeno gli aspetti negativi: ora ci sono più regole, più burocrazia e maggiori costi poiché, per la Confederazione, è venuto a mancare il libero accesso al mercato europeo. Ci sono inoltre più requisiti anche per l’importazione di prodotti dall’estero necessari per l'approvvigionamento medico e sanitario della Svizzera e l’accesso ad alcuni prodotti è diventato più complicato.
    https://www.tvsvizzera.it/tvs/cultur...to-ue/47855008

    Devo dire che queste ritorsioni diventano sempre più vantaggiose. Prima la negazione dell'equivalenza borsistica, che ha fatto aumentare i volumi di scambi; ora la non equivalenza dei prodotti medici, che ha portato vantaggi all'industria sulla concorrenza europea.
    Poi si capisce come mai le sanzioni alla Russia stiano mandando a gambe all'aria l'economia degli Stati UE...


  7. #437
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Nasce Pro Svizzera, all'insegna di indipendenza e neutralità

    Tre organizzazioni antieuropeiste si sono unite oggi a Berna dando vita a Pro Svizzera. La cerimonia di fondazione è stata presieduta dall'ex consigliere federale democentrista Christoph Blocher, che ha giurato di difendere la neutralità.
    A confluire nelle nuova associazione sono l'Azione per una Svizzera indipendente e neutrale (ASNI), No alla strisciante adesione all'Ue e l'Associazione degli imprenditori contro l'adesione all'Ue.
    Nel corso dell'assemblea generale, Stephan Rietiker - medico e imprenditore nel settore sanitario di Zugo - è stato eletto presidente. Commentando la scelta, Blocher ha affermato che è un bene non avere al timone un politico, ma un professionista.
    Vicepresidente è Walter Wobmann, consigliere nazionale solettese dell'UDC, che non si ripresenterà alle prossime elezioni federali. Blocher lo ha definito "il consigliere nazionale più efficiente", poiché ha portato al successo le iniziative sui minareti e sul burqa.
    Nel consiglio direttivo, composto di tredici membri, figurano tra gli altri i consiglieri nazionali dell'UDC Piero Marchesi (TI) e Therese Schläpfer (ZH), oltre agli ex consiglieri nazionali pure democentristi Adrian Amstutz (BE), Christoph Mörgeli (ZH) e Ulrich Schlüer (ZH).
    Werner Gartenmann sarà il direttore, dopo aver già ricoperto questa carica nell'ASNI. Questa associazione nazional-conservatrice, che conta oltre 50'000 membri, negli ultimi anni ha perso un po' di smalto.

    Critiche a politiche sanitaria ed energetica

    Nel suo discorso presidenziale, Rietiker ha criticato la politica condotta nell'ambito della pandemia di Covid-19: tutte le assurdità adottate in Germania sono state fatte proprie anche dalla Svizzera e le voci critiche sono state soppresse, ha deplorato.
    Come avvenuto durante la crisi sanitaria, ora si procede alla cieca anche in quella energetica, ha aggiunto. Invece di ammettere il totale fallimento della politica sull'energia, ora si esorta la gente a fare in due la doccia, ha detto, facendo riferimento ad affermazioni della consigliera federale Simonetta Sommaruga. La politica ecologista è fallita, ha sottolineato.
    L'attenzione per l'Ue deve lasciare il posto a quella per i veri mercati in crescita dell'Asia e dell'America. Il neopresidente ha anche messo in discussione il programma di ricerca Horizon dell'Ue, affermando che la migliore università dell'Europa continentale è solo al 44esimo posto nella classifica globale. Le sanzioni contro la Russia sono state uno scandalo di proporzioni epiche. "Switzerland first and forever" (prima la Svizzera e per sempre), ha scandito.

    Unanimità per iniziativa su neutralità

    Blocher ha promosso l'iniziativa popolare sulla neutralità, che intende escludere l'adesione della Confederazione a un'alleanza di difesa e vietare le sanzioni, giudicate uno strumento di guerra. Tuttavia, la Svizzera continuerebbe a rispettare gli impegni assunti all'Onu.
    Il 20 ottobre il comitato d'iniziativa annuncerà la sua composizione, ha indicato l'ex consigliere federale. La raccolta delle firme inizierà a novembre. Pro Svizzera ha deciso all'unanimità di sostenere la proposta di modifica costituzionale.
    https://www.swissinfo.ch/ita/tutte-l...C3%A0/47981742

  8. #438
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    In pratica la prossima nazionale di calcio svizzera la fanno giocare con 2 persone. Non credo ci sia rimasto più nessun giocatore nato svizzero da genitori svizzeri doc.

  9. #439
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Citazione Originariamente Scritto da Seyen Visualizza Messaggio
    In pratica la prossima nazionale di calcio svizzera la fanno giocare con 2 persone. Non credo ci sia rimasto più nessun giocatore nato svizzero da genitori svizzeri doc.
    Anche se fosse (non mi spiego come mai per la nazionale svizzera di Hockey li trovino, mentre per quella di calcio non sarebbe possibile), è un problema assolutamente irrilevante, specie considerando quanto certi giocatori hanno contribuito a creare perfino tensioni internazionali...
    Però non ho ben capito da quale parte dell'articolo sia nata questa tua preoccupazione per la nazionale di calcio...

  10. #440
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Troppi infermieri preferiscono la Svizzera, la Francia corre ai ripari
    Per arginare la fuga di professionisti formati nel proprio Paese che poi esercitano oltre confine, la Francia valuta un rimborso degli studi.

    Per ora si tratta solo di una proposta, avanzata dal presidente del Polo metropolitano del Ginevrino francese Christian Dupessey, ma la notizia sta già facendo discutere.

    Il mercato del lavoro nelle fasce di confine soffre particolarmente la concorrenza con quello elvetico e in particolare nel settore del personale medico e sanitario. In Francia così come in Italia o Germania, moltissimi infermieri preferiscono venire a lavorare in Svizzera, sottostando a condizioni contrattuali migliori di quelle che avrebbero in patria. 

    Un meccanismo, quest'ultimo, che - malgrado si investa nella formazione di un ramo professionale - crea però una perenne carenza di professionisti nel settore stesso. Da qui l'idea di chiedere, a chi dovesse decidere di esercitare all'estero, il rimborso di parte del costo della propria formazione in ambito sanitario.

    "La riflessione che stiamo portando avanti per fidelizzare il personale sanitario francese è totalmente compatibile con la libera circolazione, perché si tratta di una misura applicabile per un tempo limitato a 5 anni dopo il diploma, e per un lavoro in particolare", ha spiegato Dupessey.

    In Alta Savoia, al confine con la Svizzera, manca il 20-25% di personale infermieristico. Troppi coloro che vanno a lavorare in Svizzera dopo essere stati formati in Francia. Ma per il presidente del Consiglio di Stato ginevrino, Mauro Poggia, questa non è la buona soluzione.
    https://www.tvsvizzera.it/tvs/cultur...ipari/48102410

    I francesi forse non si rendono conto che rischiano di scoperchiare un vaso di Pandora. Tanto per dirne una... quanta gente, formata a spese dei Paesi dell'est membri dell'UE, è poi emigrata a lavorare in Germania, Francia ed altri Stati?

 

 
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