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Discussione: Brexit svizzera?

  1. #401
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Bruxelles fa pressione per il miliardo di coesione
    Il vicepresidente della Commissione europea, lo slovacco Maros Sefcovic, si occuperà del dossier riguardante le relazioni con la Svizzera. Lo ha annunciato martedì a Bruxelles dopo una riunione dei ministri degli affari europei lo stesso Sefcovic, che ha tenuto subito a fare chiarezza: Berna deve pagare il miliardo di coesione e bisogna mettersi d'accordo sul contributo futuro.

    Il contributo di Berna al fondo di coesione dell'Est europeo è la questione principale che deve essere chiarita prima che "qualcosa" possa andare avanti. "La nostra porta è sempre aperta, ma la palla è nel campo della Svizzera, che deve mostrare una volontà chiara", ha dichiarato Sefcovic, subentrato all'austriaco Johannes Hahn per la gestione del difficile dossier dei rapporti tra Confederazione e Unione Europea.
    "Il contributo finanziario svizzero è dovuto dal 2012", ha proseguito Sefcovic. "Per noi è importante non solo che questo debito venga pagato, ma anche che ci si metta d’accordo sul contributo futuro".

    Il Parlamento svizzero temporeggia

    Il Parlamento svizzero ha già approvato questo contributo nel dicembre 2019. Tuttavia, aveva condizionato il versamento della somma all'abolizione delle misure discriminatorie - come il mancato riconoscimento dell'equivalenza borsistica, adottate dall'UE nei confronti della Confederazione per accelerare i negoziati sull'accordo quadro.
    Un accordo quadro che il Governo elvetico lo scorso maggio aveva deciso di non firmare. Il dietrofront di Berna aveva suscitato una certa ira a Bruxelles e per "sottolineare […] che la Svizzera rimarrà un partner affidabile dell'UE" il Consiglio federale aveva chiesto alle Camere di revocare la clausola.
    Una revoca che però si fa attendere. Una settimana fa, il Consiglio degli Stati ha respinto una mozione d'ordine del socialista ginevrino Carlo Sommaruga, che chiedeva di anticipare l'esame del dossier, attualmente in agenda il penultimo giorno di questa sessione delle Camere, ovvero il 30 settembre.

    Decisione verosimilmente rimandata

    La questione è urgente, ha affermato il ginevrino, il tempo stringe. Le università sperano ancora che lo sblocco possa permettere alla Svizzera di non più essere classificata come paese terzo dall'UE nel programma di ricerca Horizon.
    La maggioranza si è però opposta, allineandosi alla posizione del vicepresidente della Camera alta Thomas Hefti, secondo cui non è opportuno adottare una procedura insolita nel processo parlamentare. Il dossier deve essere portato a buon fine con calma nella prossima sessione invernale, ha aggiunto.
    Gli Stati come detto tratteranno il tema il giovedì mattina del penultimo giorno di sessione. Il Nazionale se ne occuperà il pomeriggio. Si potrà giungere a un'intesa ancora nel corso della sessione autunnale solo se non ci saranno divergenze fra le Camere.
    https://www.tvsvizzera.it/tvs/rappor...sione/46966990

  2. #402
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Sefcovic rileva il dossier Svizzera
    Il vicepresidente della Commissione UE ha affermato che occorre chiarire questioni fondamentali, come il miliardo di coesione in sospeso e gli importi futuri

    La Svizzera non deve solo versare il secondo miliardo di coesione, ma bisognerà mettersi d'accordo su un meccanismo di contribuzione elvetico al bilancio dell'UE per il futuro.
    Lo ha detto martedì sera a Bruxelles il vicepresidente della Commissione europea Maros Sefcovic, che ha preso ufficialmente la gestione delle relazioni con Berna. Finora era stato incaricato del dossier l'austriaco Johannes Hahn.
    Sefcovic ha detto che l'UE "vuole il miglior rapporto possibile con la Svizzera", ma che "questioni fondamentali" devono essere chiarite, come appunto i pagamenti di coesione in sospeso. È la prima volta che questa richiesta viene espressa in modo così esplicito.
    Per il vicepresidente della Commissione UE è anche necessario parlare dei contributi futuri. Anche altri stati come la Norvegia danno contributi regolari, ha ricordato.
    Lo slovacco ha inoltre chiesto di "giocare ad armi pari" per quanto riguarda gli aiuti di Stato, uno dei punti controversi tra la Svizzera e l'UE nel fallimento dell'accordo quadro istituzionale. Sefcovic ha anche criticato la mancanza di un meccanismo di risoluzione delle controversie.
    Dopo il fallimento dell'accordo quadro con Bruxelles, il Consiglio federale spera di mostrare buona volontà per trovare una soluzione al quadro di relazione con l'UE liberando il miliardo di coesione. La decisione è attualmente in discussione in Parlamento.
    https://www.rsi.ch/news/svizzera/Sef...-14740230.html

    Detto altrimenti, vuole avere tutto quanto ha fatto fallire l'accordo quadro...

  3. #403
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Parmelin risponde alle richieste di pagamento dell’UE
    Serve un dialogo politico ad alto livello con Bruxelles: è l’appello lanciato dal presidente della Confederazione

    La Svizzera e l’UE devono avviare un dialogo politico ad alto livello: è l’appello fatto dal presidente della Confederazione Guy Parmelin, oggi davanti ai media a New York, in reazione alle dichiarazioni di Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione UE e da oggi responsabile del dossier sui rapporti con la Svizzera.
    Ieri Šefčovič aveva affermato che prima che qualcosa si sblocchi dopo il fallimento dell’accordo quadro istituzionale tra Berna e Bruxelles, è importante che la Confederazione paghi i suoi debiti in cambio della sua partecipazione al mercato interno europeo. Ossia il secondo contributo svizzero al fondo di coesione europeo, pari a 1,3 miliardi di franchi su dieci anni.
    «Una volta avviati questi incontri, possiamo mettere sul tavolo tutto ciò che abbiamo fatto a favore dell’Unione Europea», ha detto Parmelin. La Svizzera, per esempio, ha investito più di 20 miliardi di franchi solo per costruire la Nuova trasversale ferroviaria attraverso le Alpi (Neat), di cui beneficia tutta l’Europa.
    Il Consiglio federale spera di mostrare buona volontà per trovare una soluzione al quadro di relazione con l’UE liberando il cosiddetto miliardo di coesione, attualmente in discussione in parlamento.
    https://www.cdt.ch/mondo/parmelin-ri...?_sid=le4jvfMA

  4. #404
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Notizie dal Parlamento e dal Consiglio federale
    dal Dott. iur. Marianne Wüthrich

    Il 1 ° ottobre, la sessione d'autunno di tre settimane del parlamento svizzero si è conclusa. Tra gli altri temi, il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati si sono occupati ancora una volta dei pagamenti per la coesione richiesti da Bruxelles. Il Consiglio degli Stati ha anche esaminato la questione se l'accordo di libero scambio con gli Stati del Mercosur, che il Consiglio federale ha portato avanti - e di cui il Parlamento non conosce ancora la formulazione - debba essere sottoposto a referendum facoltativo.
    Nel frattempo, il nuovo manager del dossier Svizzera-Bruxelles, Maroš Šefcovic, non si è presentato esattamente come un partner alla pari. Guy Parmelin, Presidente della Confederazione, e il signor Ignazio Cassis, capo del Dipartimento federale degli affari esteri, sono stati a New York in occasione della 76 ° Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dove il primo ha respinto le richieste di Bruxelles con un chiara smentita. Tuttavia, anche i politici dei nostri paesi vicini che condividono le nostre opinioni democratiche si sono espressi sulle relazioni Svizzera-UE.
    A New York, Cassis ha ufficialmente sostenuto la candidatura della Svizzera per un seggio al Consiglio di sicurezza dell'ONU, una posizione molto dubbia dal punto di vista della neutralità svizzera. Tuttavia, i due Consiglieri federali si sono dedicati anche alle responsabilità concrete che la Svizzera ha nel mondo, offrendo aiuti umanitari o buoni servizi a diversi Paesi.


    Diamo quindi un'occhiata a questo tour della politica estera svizzera nelle ultime settimane.

    Di fronte alla Commissione Europea, che ancora una volta fissa la tariffa, il Presidente della Confederazione Svizzera, Guy Parmelin, ha risposto

    Il vicepresidente slovacco della Commissione europea, Maroš Šefčovič, è andato dritto al punto come nuovo interlocutore di Bruxelles nei confronti della Svizzera: per l'Ue le questioni istituzionali sul tavolo restano immutate, ha spiegato. L'UE aveva bisogno di un « meccanismo di risoluzione delle controversie » con la Svizzera e di un « forum per parlare di aiuti di Stato ». Il nuovo portatore del dossier ha appena annunciato che non appena la Svizzera sarà pronta a dirimere queste questioni nell'ambito di una "discussione di fondo", si mostrerà pronto a farlo.
    All'inizio del suo nuovo mandato, Šefčovič ha così schivato, con dolcezza, il fatto che il Consiglio federale avesse posto fine ai negoziati sull'accordo quadro perché le richieste antidemocratiche di Bruxelles erano incompatibili con la concezione svizzera dello Stato.
    Ma ciò che è più decisivo per la Commissione europea sono ovviamente i soldi. Dopo il secondo miliardo di coesione (che nel frattempo è stato svincolato dal Parlamento a Berna), come gli Stati SEE che devono effettuare pagamenti regolari che ammontano a miliardi come "biglietto d'ingresso", la Svizzera ha partecipato al mercato interno dell'UE: « Quando vedi il contributo della Norvegia, capisci che ci aspettiamo lo stesso da un paese prospero come la Svizzera », ha affermato Maroš Šefčovič secondo il "Tages-Anzeiger" del 22 settembre 2021.
    Il rigore ostentato dal commissario europeo è stato mal percepito dal presidente svizzero. « Ciò che serve è parlare la stessa lingua », ha detto Guy Parmelin di New York, specificando che se si trattava di confrontare Svizzera e Norvegia, si dovrebbe confrontare solo ciò che era effettivamente comparabile. « Abbiamo investito diversi [più di 20] miliardi di franchi nella nuova linea ferroviaria transalpina (NLFA), tutti da soli », ha affermato il presidente della Confederazione Svizzera. « La Norvegia non ci ha investito un franco ». Quanto al “prezzo” della partecipazione svizzera al mercato interno dell'UE, il presidente Parmelin ha ricordato il fatto che l'UE ha un'eccedenza commerciale annuale con la Svizzera pari a miliardi. « Tutti questi aspetti devono essere considerati nel loro insieme, e al livello politico che gli si addice », ha dichiarato.

    Pagamenti per la coesione sì, ma Bruxelles deve rispettare la legge

    In effetti, il Consiglio federale è pronto da tempo ad adempiere ai suoi compiti a livello puramente finanziario. Ad agosto ha quindi chiesto al Parlamento di sbloccare rapidamente gli 1,3 miliardi di franchi. Non senza aggiungere: « Nel contempo, il Consiglio federale continuerà ad adoperarsi affinché la Svizzera non sia discriminata dall'Ue e trattata diversamente dagli altri Paesi terzi nell'ambito delle procedure di equivalenza ». Come già spiegato nelle rubriche di Horizons et débats, il Parlamento aveva già approvato questi fondi nel dicembre 2019, avendone bloccato il pagamento a causa delle misure punitive prese dall'UE nei confronti della Svizzera, ciò in flagrante violazione della legge e dei trattati.
    Dopo un lungo scontro con il Consiglio degli Stati, il Consiglio nazionale ha finalmente ottenuto che le due Camere potessero pronunciare lo svincolo del secondo contributo alla coesione proprio alla fine della sessione autunnale. Nel comunicato stampa del 17 agosto, la Commissione Affari Esteri del Consiglio degli Stati aveva raccomandato il trasferimento senza condizioni per « mandare un segnale positivo all'Ue e fare un primo passo verso la de-escalation ». Per evitare una decisione affrettata, il Consiglio degli Stati aveva comunque fissato questo punto all'ordine del giorno del penultimo giorno della sessione autunnale (vale a dire che il Consiglio degli Stati ha voluto che il Consiglio nazionale si pronunciasse in merito durante la sessione invernale). Il 27 settembre, tuttavia, il Consiglio nazionale ha deciso, a piccola maggioranza, di mettere il miliardo in coesione sotto il tetto durante questa sessione (swissinfo.ch 27/11/21 / Keystone-SDA). Dopo il Consiglio degli Stati, ha preso la sua decisione giovedì sera (30 settembre 2021).
    Risultato: il Consiglio degli Stati ha approvato lo svincolo del secondo contributo di coesione per 30 sì contro 9 no, il Consiglio nazionale per 131 sì contro 55 no. C'è da sperare che la Commissione europea apprezzi questo segnale positivo di Berna, mettendo fine alle sue misure punitive contrarie ai trattati e al diritto internazionale.

    Attacco illegale della Commissione europea al settore della tecnologia medica svizzera: risposta sovrana svizzera

    Finora gli svizzeri hanno gestito con abilità le molestie illegali e contrarie ai trattati bilaterali provenienti da Bruxelles in materia di politica ed economia. Sono sempre entrati sul ring con un piano B, che funziona perfettamente: la Svizzera da anni organizza e finanzia essa stessa la sua partecipazione al programma Erasmus+ di scambio studentesco (e anche in modo molto più economico); il Consiglio federale ha ribaltato a suo vantaggio il non riconoscimento della borsa svizzera equivalenti a borse UE con contromisure ingegnosi ( SRF Notizie di 1 ° luglio 2019); sul programma di ricerca Orizzonte Europa, il Consiglio federale ha recentemente adottato ingegnose "misure transitorie fino alla prevista associazione della Svizzera", il cui finanziamento presenterà al Parlamento durante la sessione invernale.
    In una certa misura, si può comprendere il fastidio dei burocrati dell'UE quando gli scaltri svizzeri riescono a cancellare le maledizioni. Ma bisogna porre fine al fatto che sfogano la loro rabbia attraverso violazioni sempre più clamorose della legge.
    L'ultimo attacco prende di mira l'industria della tecnologia medica svizzera. Secondo il sito tedesco medizin-und-technik.industrie.de, la Svizzera è « uno dei siti di tecnologia medica più interessanti e innovativi al mondo e un importante partner commerciale dell'UE ». L'industria della tecnologia medica esporta prodotti per un valore di circa 12 miliardi di franchi svizzeri all'anno, metà dei quali va verso l'UE. Poco dopo che il Consiglio federale ha interrotto i negoziati sull'accordo quadro nel maggio di quest'anno, la Commissione europea ha dichiarato che i certificati svizzeri per i prodotti di tecnologia medica non sarebbero più stati riconosciuti nello spazio europeo. In tal modo, ha violato l'accordo sulla rimozione degli ostacoli tecnici al commercio, che fa parte degli accordi bilaterali I. Ma il colpo si è ritorto contro, perché il settore della tecnologia medica aveva fatto i conti con questa violazione di legge da parte dell'UE preparando il suo piano B: dal maggio 2021, le aziende svizzere organizzano la certificazione dei loro prodotti nell'UE per poter continuare a esportare lì in futuro.
    Finora tutto bene, penserete. Ma ora la Commissione europea ha preso in mano la situazione, utilizzando grandi risorse. Ha annunciato che non avrebbe più riconosciuto migliaia di prodotti già certificati, e questo retroattivamente!
    Abbiamo quindi davvero a che fare con un affronto! Così, l'UE aggiunge il mancato rispetto del divieto di retroattività, vigente in qualsiasi Stato di diritto, alle precedenti violazioni della legge e dei trattati che fa subire alla Svizzera: comportamento inaccettabile! Coloro che speravano in una maggiore certezza del diritto attraverso l'integrazione della Svizzera nell'UE dovrebbero cambiare idea. Come annunciato dalla Segreteria di Stato dell'economia (SECO), la Svizzera avvierà quindi una risposta legale: richiede la convocazione del Comitato misto (l'organo arbitrale previsto dagli accordi bilaterali), costringendo così i burocrati a Bruxelles a sedersi al tavolo delle trattative.

    Sostegno gratificante dai nostri vicini

    Fortunatamente la Svizzera e le sue qualità sono molto apprezzate, soprattutto nei nostri paesi vicini. Molti europei si affidano alla tecnologia medica svizzera. Sulla base del parere di un esperto, l'Associazione europea dell'industria delle tecnologie mediche dichiara che, oltre agli accordi bilaterali, le azioni dell'UE violano il diritto dell'UE e dell'OMC. Come scrive l'Ufficio economico del Baden-Württemberg, il non riconoscimento illegale dei prodotti svizzeri minaccia l'approvvigionamento nei nostri paesi vicini. La Svizzera è il terzo mercato più importante per la Germania quando si tratta di importare tecnologia medica e contribuisce in modo significativo alle cure di emergenza, traumatologia e diabete. Il Baden-Württemberg desidera ora unire le forze con quelle di altri stati tedeschi così come con quelle di altri stati dell'UE al fine di « continuare a garantire filiere affidabili e forniture nel campo della tecnologia medica ».
    Allo stesso modo, il ministro austriaco per gli affari europei Karoline Edtstadler ha recentemente affermato in una riunione dell'UE: « È importante per l'Austria che la Svizzera rimanga all'ordine del giorno ». Secondo lei, la Svizzera non si trova solo nel cuore dell'Europa, ma è anche « un partner molto importante per l'Europa ».
    Lukas Mandl della Bassa Austria, giovane deputato al Parlamento europeo e relatore sulla Svizzera, è anche lui un buon vicino. Per lui « è evidente che le ragioni del fallimento [delle trattative sull'accordo quadro] non sono da ricercare solo a Berna, ma anche a Bruxelles. Abbiamo visto come non funziona: se mettiamo il carro davanti ai buoi e rimaniamo in posizioni trincerate, perderemo di vista il quadro generale ».
    Lukas Mandl ritiene che con il blocco della Svizzera nel programma di ricerca Horizon Europe, questo sia « un autogoal dell'UE ». E aggiungiamo subito il perché: « In termini di ricerca, la Svizzera è al primo posto. Sarebbe importante che la Svizzera fosse presente e continuasse a svolgere il suo ruolo chiave ». Per Mandl il rilancio delle relazioni bilaterali non è una riedizione del fallito accordo quadro, bensì un dialogo politico permanente: « Questo corrisponde anche ai desideri del consigliere federale Ignazio Cassis. La comprensione reciproca può solo crescere in questo processo ». Spetta al Parlamento europeo, conclude Mandl, « convincere la Commissione a mostrare flessibilità, affinché questo dialogo possa diventare sostanziale e non essere nuovamente soffocato in un corsetto stretto ».
    In qualità di relatore sulla Svizzera al Parlamento europeo, Lukas Mandl è lieto che l'Austria voglia sollevare questioni relative alla Svizzera al prossimo vertice dell'UE. Si basa su contributi costruttivi al dibattito, in particolare dai nostri paesi vicini, come dice: « Dopo tutto, questi ultimi più vicini alla Svizzera, ma è importante che tutti gli Stati membri si rendano conto che la Svizzera è importante come un valido membro della famiglia degli Stati europei ». Quanto a noi svizzeri, siamo felicissimi di questi apprezzamenti, pronti a ricambiarli.
    https://www.zeit-fragen.ch/fr/archiv...-le-monde.html

    Come dicevo un paio di mesetti fa, è bello constatare che in questi casi l'UE s'infantilisce al punto di violare le sue stesse regole...

  5. #405
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Intanto la benzina e' volata a 1.90 fr al litro!
    E poi ci accusano di crumiraggio per il fatto di andare a fare spesa in Italia!
    Possiamo concludere che tutto il peggio che succede in Italia e' dovuto alle elites PD ed al vaticano?
    Stupri, attentati, invasione, fallimenti, disoccupazione, emergenza sociale, denatalita',violenza verbale , suicidi, omicidi....

  6. #406
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Bilaterali fra Svizzera e Ue, in arrivo un'iniziativa popolare
    I Verdi e il movimento interpartitico Operation Libero vogliono che gli accordi bilaterali vengano implementati.
    La bozza dell'iniziativa popolare chiede espressamente che il governo federale «assicuri la partecipazione al mercato interno e ad altri settori politici dell'Unione europea».


    BERNA - Un'iniziativa popolare, da lanciare l'anno prossimo, per costringere il Consiglio federale a riaprire negoziati con l'UE. È il progetto nel cassetto del movimento interpartitico liberal-progressista Operation Libero e dei Verdi, secondo quanto riferiscono oggi Le Matin Dimanche e la SonntagsZeitung.
    In base alla bozza consultata dai due domenicali, l'iniziativa vuole obbligare il Consiglio federale a negoziare una lunga lista di trattati con l'UE da implementare assieme ai trattati bilaterali già esistenti in un nuovo accordo quadro istituzionale.

    Si tratterebbe in particolare di risolvere le questioni più delicate, come l'adozione del diritto comunitario e la soluzione delle controversie esistenti. La bozza dell'iniziativa chiede espressamente che il governo federale «assicuri la partecipazione al mercato interno e ad altri settori politici dell'Unione europea».
    A tale scopo, andrebbe negoziato entro tre anni dall'adozione dell'iniziativa un progetto vincolante da sottoporre al parlamento e al popolo per un nuovo accordo di cooperazione con l'UE. «Come minimo, il Consiglio federale dovrebbe poi elaborare un pacchetto di trattati, una sorta di Bilaterale III», ha detto alla SonntagsZeitung il presidente dei Verdi Balthasar Glättli.

    La raccolta delle firme dovrebbe iniziare al più tardi il prossimo mese di giugno. A partire da domani, i promotori cercheranno altri partner. Per convincere la sinistra, l'iniziativa contiene una clausola per la tutela dei salari.
    «L'idea dell'iniziativa è interessante e benvenuta, soprattutto perché per la prima volta un'organizzazione liberale riconosce il problema del dumping salariale. La considereremo quindi seriamente», ha detto al settimanale zurighese Roger Nordmann, capogruppo del PS alle Camere federali.
    Gerhard Pfister, presidente dell'Alleanza di Centro, e Thierry Burkhart, presidente del PLR, hanno invece escluso qualsiasi sostegno all'iniziativa.
    https://www.tio.ch/svizzera/politica...svizzera-verdi

    Collaborazionisti at work...

  7. #407
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Citazione Originariamente Scritto da Halberdier Visualizza Messaggio
    una volta li si appendeva ai lampioni e li si lasciava a monito!
    Questi vogliano che la UE metta il naso in tutte le decisioni politiche ed economiche dei confederati... gli brucia, quanto gli brucia che il Popolo qui conti ancora!
    Possiamo concludere che tutto il peggio che succede in Italia e' dovuto alle elites PD ed al vaticano?
    Stupri, attentati, invasione, fallimenti, disoccupazione, emergenza sociale, denatalita',violenza verbale , suicidi, omicidi....

  8. #408
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Un accordo scientifico tra Svizzera e USA
    I due Paesi hanno siglato venerdì a Washington un accordo sulla ricerca scientifica che mira a rafforzare la loro collaborazione.

    "Gli Stati Uniti sono già oggi il partner principale della Confederazione sul fronte della collaborazione bilaterale nel campo della ricerca. Ora scriviamo una nuova pagina della nostra storia di successo", ha dichiarato il presidente elvetico Guy Parmelin, citato in una nota del Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR).
    La dichiarazione d’intenti è stata firmata dal presidente del Fondo nazionale svizzero (FNS), Matthias Egger e dal presidente dell'americana National Science Foundation (NSF), Sethuraman Panchanathan.

    Tra i punti si cui Berma e Washington si sono accordati, c’è anche quello dei finanziamenti: in caso di progetti congiunti i ricercatori nella Confederazione e negli Usa potranno presentare una sola domanda di finanziamento. Il progetto verrà valutato dall'FNS oppure dalla NSF e non più - come in passato - da entrambe le organizzazioni.

    La collaborazione tra i due Paesi è molto forte soprattutto in materia di intelligenza artificiale e calcolo scientifico, ma il ruolo degli USA non può essere paragonato a quello di Horizon dell’Unione Europea, il cui contributo è stato quasi cinque volte superiore.
    Ne è cosciente anche Guy Parmelin, che però considera che sia meglio diversificare le piste: “Siamo al centro dell’Europa e sarebbe meglio trovare una soluzione con l’UE, ma il ruolo di un Governo è di considerare delle alternative e questa non potrà che essere un bonus, altrimenti dovremo cercare altre collaborazioni”.
    https://www.tvsvizzera.it/tvs/un-acc...zzera/47127766

  9. #409
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Visto che il thread "Notizie dall'Europa" è stato da tempo chiuso con una curiosa motivazione, non mi rimane che postare qui questo articolo:

    Le persone in Europa vogliono più democrazia svizzera
    Quasi nessun altro Paese è così soddisfatto della propria politica come la Svizzera. Gli Stati vicini vedono la Confederazione come un modello di democrazia per l'Unione europea, secondo un sondaggio.

    "Libertà! Libertà!": è il grido che risuona ogni settimana per le strade delle città svizzere durante le proteste contro le misure adottate per contrastare la pandemia. Tra le richieste dei manifestanti ci sono anche le dimissioni del ministro della sanità Alain Berset. Cartelloni e canti denunciano la "dittatura del coronavirus", una contestazione mossa anche dall'Unione democratica di centro, il più grande partito a livello federale.
    Si potrebbe pensare che si tratti di una situazione drammatica per la politica svizzera basata sulla stabilità e la concordanza. Eppure, il governo continua a godere di molta fiducia tra la popolazione. Come negli anni precedenti, nel 2020, l'anno della pandemia, in nessun altro paese dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) la percentuale di persone che dicevano di fidarsi in linea di principio del loro governo è stata così alta.

    "La soddisfazione in Svizzera è chiaramente presente anche in relazione alla politica sul coronavirus", rileva il politologo Urs Bieri, co-direttore dell'istituto di ricerca demoscopica gfs.bern. "C'è effettivamente una grande e manifesta insoddisfazione in alcuni gruppi, ma questa non dà origine a una crisi sistemica".

    Insieme al suo gruppo di ricerca, Bieri ha studiato il livello di soddisfazione nei confronti della politica in Svizzera e nei Paesi vicini, intervistando 1'000 persone nella Confederazione, in Germania, in Austria, in Italia e in Francia.
    Mentre il sondaggio in Svizzera era incentrato sul sistema politico nazionale, l'indagine condotta dei Paesi vicini ha riguardato la soddisfazione nei confronti dell'UE. Ancora una volta, i risultati mostrano che le persone in Svizzera sono più soddisfatte della politica rispetto a quelle nei Paesi limitrofi.
    Il 90% delle persone adulte che risiedono in Svizzera è abbastanza o molto soddisfatto del sistema politico elvetico. Nei Paesi vicini, invece, solo il 50% di chi è stato intervistato è soddisfatto del sistema politico dell'UE.

    Soddisfazione grazie alla democrazia diretta


    Il livello di soddisfazione in Svizzera è costantemente alto. In particolare, il 93% delle persone interrogate è abbastanza o molto soddisfatto della possibilità di partecipare alle decisioni politiche. La libertà di espressione, le elezioni legislative e la libertà di manifestare per cause politiche contribuiscono anch'esse alla soddisfazione generale nei confronti della politica. "Tra tutti i mezzi partecipazione, la democrazia diretta è ritenuta particolarmente importante", sottolinea Bieri.
    Nei Paesi vicini alla Svizzera, le possibilità di partecipazione ottengono una valutazione nettamente peggiore. Solo il 48% della popolazione residente le reputa soddisfacenti.
    Ma fino a che punto il sistema politico della Svizzera può essere paragonato a un'associazione di Stati come l'UE? "I due sistemi non possono essere direttamente confrontati, ma l'effetto della democrazia sulla vita e il quotidiano sì", spiega Bieri. Scopo del sondaggio non è di giudicare quale sistema politico sia migliore, ma di vedere come altri sistemi risolvono i problemi e imparare da essi.

    I Paesi vicini vogliono la democrazia diretta sul modello elvetico

    Le persone intervistate nei Paesi vicini sostengono che l'UE può imparare molto dalla Svizzera. Che si tratti dell'elezione del Governo o del Parlamento, del federalismo o della libertà di espressione, la Svizzera tende ad essere percepita come superiore all'UE.
    Anche in questo caso, la democrazia diretta è particolarmente importante. Il 77% di chi ha partecipato all'indagine nei Paesi vicini è piuttosto o decisamente a favore che l'UE segua il modello elvetico sulla possibilità di votare su leggi o modifiche costituzionali. Il 75% vuole poter contribuire a definire la politica dell'UE con iniziative e referendum, come succede in Svizzera.

    Quindi ci sarà presto una riforma politica dell'UE secondo il modello elvetico? "Il sondaggio mostra l'opinione della popolazione e la loro percezione dalla vita quotidiana. I vincoli politici non giocano alcun ruolo", puntualizza Bieri.
    Il ricercatore sottolinea che "la Svizzera è cresciuta grazie al suo sistema politico durante un lungo periodo di tempo, a volte attraverso pressioni esterne, come nel caso del suffragio femminile". La Svizzera ha avuto molto tempo per imparare a gestire la democrazia diretta. "Questa è una delle ragioni per cui l'introduzione della democrazia dall'oggi al domani non funzionerebbe ovunque".
    Bieri è rimasto un po' sorpreso dalla valutazione lusinghiera della Svizzera da parte di chi risiede nei Paesi vicini: "Ci sono sicuramente degli aspetti della Svizzera che vengono spesso criticati, come la mancanza di trasparenza nel finanziamento dei partiti o l'inadeguata inclusione delle minoranze. Ma tutto questo non è percepito allo stesso modo nei Paesi vicini".
    https://www.swissinfo.ch/ita/europa-...zioni/47124220

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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Raddoppiare il contributo di coesione
    La Commissione della politica estera del Nazionale (CPE-N) propone di portare a circa 2 miliardi il contributo destinato ai Paesi dell’est europeo cosicché la Svizzera possa partecipare a pieno titolo a Orizzonte Europa e Erasmus +
    23 novembre 2021

    Per permettere alla Svizzera di partecipare a pieno titolo a Orizzonte Europa e Erasmus +, i due programmi di ricerca dell’UE, la Commissione della politica estera del Nazionale (CPE-N) propone di raddoppiare il contributo di coesione (a 2 miliardi circa in totale) destinato ai Paesi dell’est europeo.
    La notizia era stata anticipata ieri ai media dal consigliere nazionale Eric Nussbaumer (PS/BL). In concreto, precisa una nota odierna dei servizi del parlamento, la CPE-N ha approvato per 15 voti a 9 e una astensione una mozione in tal senso, inoltrata dallo stesso Nussbaumer, che verrà trattata durante l’incipiente sessione invernale delle Camere federali nell’ambito della discussione sul preventivo 2022 della Confederazione.
    Il credito quadro di poco più un miliardo di franchi previsto quale contributo di coesione andrebbe rimpolpato con ulteriori 953 milioni circa. Il versamento di tale contributo è condizionato dalla firma, entro il 30 di giugno 2022, tra Berna e Bruxelles dell’accordo di associazione della Confederazione a Orizzonte Europa e Erasmus+.
    La CPE-N è convinta che è nell’interesse della Svizzera dare un segnale concreto nell’ambito del dialogo politico avviato con l’UE dopo l’abbandono da parte della Confederazione della tavola negoziale in vista della conclusione di un accordo istituzionale. Un aumento del contributo di coesione dovrebbe consentire al Consiglio federale di migliorare le relazioni con Bruxelles, dando una base per il futuro accordo di associazione.
    Una minoranza è invece dell’opinione che tale procedura indebolisca la posizione della Svizzera. Oltre a ciò, pesano preoccupazioni di carattere finanziario.
    https://www.cdt.ch/svizzera/raddoppi...ione-EB4892879

    Un miliardo in più? «Verremmo derisi»
    Il Nazionale respinge la proposta di aumentare di 953 milioni di franchi il contributo di coesione nel tentativo di sbloccare la partecipazione svizzera ai programmi di ricerca dell’UE - Il responsabile delle finanze Ueli Maurer: «Non saremmo più presi sul serio»
    01 dicembre 2021

    L’idea di raddoppiare il contributo di coesione per permettere alla Svizzera di prendere parte a pieno titolo ai programmi di ricerca dell’UE ha avuto una decina di giorni di vita. Ieri si è infranta sullo scoglio del Nazionale, per soli nove voti di differenza, 93 contrari, 84 favorevoli e sei astensioni. A promuoverla, suscitando subito forti resistenze, era stata la Commissione della politica estera. Lo scopo era di mandare un segnale di buona volontà a Bruxelles, affinché la Svizzera venisse nuovamente associata ai programmi Horizon ed Erasmus+, ai quali non può prendere parte a pieno titolo, a causa del no dell’accordo quadro. In concreto, se entro la metà dell’anno prossimo l’Unione avesse riammesso la Confederazione, questa avrebbe rimpolpato con 953 milioni di franchi il suo contributo di 1,1 miliardi appena sbloccato in settembre. Ma la maggioranza del Nazionale e lo stesso Consiglio federale non ne hanno voluto sapere. Sarebbe da un lato illusorio «comprare» l’accesso ai programmi di ricerca e dall’altro anche inopportuno pagare un ulteriore miliardo in questo periodo di incertezza finanziaria per la pandemia. Non solo. Secondo il bernese Lars Guggisberg (UDC) tale proposta potrebbe rivelarsi controproducente e indebolire la posizione del Consiglio federale nei futuri negoziati con l’Unione.

    Rischio di brutta figura

    La proposta era inserita nel quadro del dibattito sul Preventivo della Confederazione. A nome del Governo si è quindi espresso il «ministro» delle Finanze e non quello degli Esteri Ignazio Cassis. Ueli Maurer ha espresso il timore che la Svizzera finirebbe col rimediare una brutta figura se raddoppiasse il contributo alla coesione. «A quel punto saremmo probabilmente derisi e non più presi sul serio». La non associazione della Svizzera ai programmi di ricerca dell’UE è uno dei maggiori problemi di politica estera, ha ammesso, aggiungendo però che con questo genere di soluzioni affrettate non si sta facendo un buon servizio al Paese. «Se siete d’accordo con questa mozione», ha sottolineato, «non avete nemmeno una strategia».

    Mettere fine al blocco

    All’interno della commissione, la proposta era stata portata dal presidente del Nuovo movimento europeo svizzera (Numes), il socialista basilese Eric Nussbaumer (che da lunedì, essendo stato eletto alla carica di secondo vicepresidente del Nazionale, siede accanto all’antieuropeista Lorenzo Quadri). L’idea, presentata sotto forma di mozione, era poi stata approvata da 15 commissari e respinta dagli altri 10. In aula è stata difesa, fra gli altri, dalla verde Christine Badertscher (BE): «La Svizzera deve muoversi per porre fine al blocco da parte dell’UE». Con un contributo di coesione raddoppiato, il Consiglio federale dovrebbe avere a disposizione uno strumento di negoziazione per un segnale politico.

    Più consensi del previsto

    Ai voti però la proposta non è passata, anche se ha ottenuto più consensi del previsto. A favore si sono espressi socialisti, verdi, verdi liberali, una esponente del PLR (l’ex presidente del Numes Christa Markwalder, BE) e quattro deputati del Centro. Contro, il resto del Parlamento. Fra i deputati ticinesi, il solo favorevole è stato il socialista Bruno Storni. Hanno votato no i liberali-radicali Rocco Cattaneo e Alex Farinelli, i PPD Fabio Regazzi e Marco Romano, il democentrista Piero Marchesi e il leghista Lorenzo Quadri. La verde Greta Gysin si è astenuta.
    Il cosiddetto miliardo di coesione (si tratta del secondo contributo dal 2005), destinato a finanziare progetti nei Paesi dell’ex blocco comunista, era stato approvato dal Parlamento nel 2019 ma subito congelato, fintanto che l’UE non avesse più attuato discriminazioni nei confronti della Svizzera, come il mancato riconoscimento dell’equivalenza della Borsa. Lo scorso settembre, l’importo era poi stato sbloccato, per dare a Bruxelles un segnale di buona volontà (dopo la rottura dei negoziati sull’accordo quadro istituzionale) in vista del proseguimento della via bilaterale. Il 24 novembre il Consiglio federale ha annunciato di aver approvato un memorandum d’intesa, che sarà firmato una volta concluse le procedure di approvazione interne negli Stati dell’UE.
    https://www.cdt.ch/svizzera/un-milia...risi-FK4927564

    Organizzazioni anti-Ue si fondono

    L'Azione per una Svizzera neutrale e indipendente (ASNI) e altre due organizzazioni critiche nei confronti dell'Ue intendono unirsi. I membri delle singole associazioni si pronunceranno sul progetto la prossima primavera.
    Le direzioni di ASNI, comitato contro l'adesione strisciante all'Ue (No-Ue) e associazione padronale contro l'adesione all'Ue hanno deciso la scorsa settimana di avviare il processo di fusione delle loro organizzazioni, indica una nota comune diramata oggi.
    L'obiettivo è di formare un "potente movimento per difendere l'indipendenza, la neutralità e la sicurezza della Svizzera". I dettagli della fusione saranno elaborati nelle prossime settimane. Saranno poi presentati alle assemblee generali delle singole associazioni in primavera.
    Interrogata da Keystone-ATS, la segreteria dell'ASNI ha indicato che la fusione non implicherà la scomparsa dell'organizzazione, che intende rimanere un attore rilevante della difesa dell'autonomia elvetica.

    L'obiettivo principale dell'aggregazione è quello di unire le forze in un periodo in cui la politica di potere dell'Ue si fa sempre più aspra e i fautori di un rapido avvicinamento all'Ue in Svizzera fanno di tutto per promuovere un'adesione. È il momento opportuno per preparare la prossima battaglia politica, ha precisato la segreteria dell'ASNI. Il nome della futura organizzazione unificata non per ora non è stato oggetto di riflessione.

    L'ASNI è stata fondata nel 1986 dagli allora consiglieri nazionali Christoph Blocher (UDC/ZH) e Otto Fischer (PLR/BE). È emersa dal comitato d'azione contro l'adesione all'ONU (quell'anno una prima proposta di entrata nelle Nazioni unite venne bocciata da oltre il 75% dei votanti). Il suo più grande trionfo politico è stato il no popolare del 1992 all'adesione della Confederazione allo Spazio economico europeo.
    https://www.swissinfo.ch/ita/organiz...ndono/47163702

 

 
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