User Tag List

Pagina 43 di 50 PrimaPrima ... 33424344 ... UltimaUltima
Risultati da 421 a 430 di 498

Discussione: Brexit svizzera?

  1. #421
    Forumista storico
    Data Registrazione
    08 Sep 2009
    Messaggi
    35,723
     Likes dati
    0
     Like avuti
    19,091
    Mentioned
    316 Post(s)
    Tagged
    8 Thread(s)

    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Germania capisce situazione della Svizzera, Parmelin

    La Germania fatica a comprendere la non totale associazione della Svizzera al programma di ricerca Horizon Europe, poiché si tratta di un indebolimento della scienza europea.
    Lo ha dichiarato il Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR). Il consigliere federale Guy Parmelin, in un incontro odierno con la ministra tedesca dell'istruzione e della ricerca Bettina Stark-Watzinger, ha discusso della situazione della Confederazione. La controparte tedesca ha dimostrato comprensione per la posizione elvetica, ha detto a Keystone-ATS un portavoce del DEFR.

    Secondo Stark-Watzinger, legare questioni scientifiche e accordi economici che non hanno niente a che vedere fra loro è incomprensibile. Se Svizzera e anche Regno Unito non parteciperanno pienamente a Horizon Europe, il settore della ricerca europea ne uscirebbe indebolito, ha aggiunto la ministra tedesca.
    Da questo punto di vista le autorità tedesche - come anche quelle finlandesi, che Parmelin ha incontrato ieri - si impegneranno a Bruxelles in favore della Svizzera. Anche l'Austria ha già dato segnali positivi in questo senso.
    L'obiettivo del Consiglio federale è quello di una piena adesione a Horizon. Allo stesso tempo, la Confederazione cerca soluzioni alternative, come ad esempio una eventuale collaborazione proprio con il Regno Unito.
    https://www.swissinfo.ch/ita/germani...melin/47340766

    Alla fine, una domanda mi sorge spontanea; c'è qualcuno che comprende la posizione di Bruxelles?

  2. #422
    Forumista storico
    Data Registrazione
    08 Sep 2009
    Messaggi
    35,723
     Likes dati
    0
     Like avuti
    19,091
    Mentioned
    316 Post(s)
    Tagged
    8 Thread(s)

    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    La "punizione" dell'UE si ritorce contro! Il blocco perde 20 miliardi di sterline mentre Regno Unito e Svizzera stringono la propria "alleanza"
    Gli scienziati sono rimasti furiosi con l'UE dopo che il Regno Unito e la Svizzera hanno concordato una partnership dopo essere stati bloccati da Horizon Europe.

    UK Research and Innovation (UKRI) e la Fondazione nazionale svizzera per la scienza (FSNS) hanno firmato un accordo per lavorare insieme. Viene dopo che entrambe le nazioni sono state bloccate dal programma di finanziamento della ricerca dell'UE da 95 miliardi di euro (80 miliardi di sterline). L'accordo rende reali le preoccupazioni della campagna Stick to Science lanciata di recente.
    Migliaia di esperti hanno firmato la campagna per consentire al Regno Unito e alla Svizzera di associarsi a Horizon Europe, avvertendo che un divieto rischia di frammentare la comunità scientifica in Europa.
    Antoine Petit, presidente e amministratore delegato del Centro nazionale francese per la ricerca scientifica (CNRS) ha affermato la scorsa settimana che l'UE si "fa male" escludendo i paesi vicini.
    Ha aggiunto: "È una punizione per tutti noi, è una punizione per l'Europa".

    E potrebbe anche sentire il dolore economico, secondo Jan Palmowski, segretario generale della Guild of European Research-Intensive Universities.
    Ha avvertito: "Il budget di 95 miliardi di euro concordato per Orizzonte Europa sarà speso per i candidati negli Stati membri dell'UE.
    "Secondo il regolamento Horizon Europe, ogni Paese che aderisce paga un extra.
    "Ciò significa che escludere i ricercatori delle istituzioni svizzere e britanniche dalla domanda per Horizon Europe non aumenterà il denaro a disposizione dei ricercatori dei paesi dell'UE.
    "Ma renderà più piccoli i finanziamenti di Horizon, e quindi meno visibili a livello globale, a scapito della scienza europea".

    Palmowski ha affermato che i contributi di Svizzera e Regno Unito "aumenteranno fino a quasi 120 miliardi di euro (100 miliardi di sterline), il minimo sempre richiesto dalla comunità europea della ricerca e dell'innovazione".
    Ha aggiunto: "Non possiamo arrivarci senza Regno Unito e Svizzera".

    L'accordo Regno Unito-Svizzera mira a ridurre le barriere per i ricercatori e consentire la cooperazione tra i due paesi su quattro grandi priorità di ricerca.
    Questi includono la biologia, le lingue, i materiali e l'interfaccia delle scienze fisiche e della vita.
    L'UKRI sta attualmente pubblicizzando sovvenzioni fino a £ 25.000 per aiutare i ricercatori con sede nel Regno Unito a lavorare con i colleghi in Svizzera.
    La FNS offre fondi simili ai ricercatori svizzeri.

    L'amministratore delegato di UKRI Ottoline Leyser ha dichiarato: "Il Regno Unito e la Svizzera hanno comunità di ricerca fiorenti con collaborazioni di successo da molti anni.
    "La ricerca e l'innovazione del Regno Unito si impegna a mantenere e far crescere le sue partnership con eccezionali finanziatori di ricerca e innovazione in tutto il mondo.
    "Questo accordo con la Fondazione nazionale svizzera per la scienza rappresenta il passo successivo nella nostra alleanza di successo".
    La Svizzera è stata bandita da Horizon Europe a causa delle tensioni politiche tra l'UE e il governo svizzero.
    La situazione svizzera rispecchia l'incertezza che attualmente incombe sulla partecipazione del Regno Unito a Horizon Europe.
    Il Regno Unito può ancora aderire al progetto come membro associato, cosa che al momento sembra improbabile a causa delle continue dispute politiche sul protocollo dell'Irlanda del Nord.
    https://www.express.co.uk/news/scien...itzerland-deal
    (originale in inglese, traduzione di google e mia)


  3. #423
    Forumista storico
    Data Registrazione
    08 Sep 2009
    Messaggi
    35,723
     Likes dati
    0
     Like avuti
    19,091
    Mentioned
    316 Post(s)
    Tagged
    8 Thread(s)

    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Unione europea: rapporti difficili

    Conseguentemente all’interruzione delle negoziazioni sono apparsi importanti inconvenienti per l’economia nei rapporti di affari bilaterali tra UE e la Svizzera. In modo particolare per la certificazione di prodotti della tecnologia medica. A breve si potrebbero constatare altri peggioramenti nei rapporti ad esempio nel settore della costruzione meccanica. A lungo termine non si esclude il verificarsi di danni strategici che si rifletterebbero sul dinamismo della regione economica europea, eventualità che si dovrebbe evitare.

    Molte piccole, medie ma anche grandi imprese tedesche e svizzere intrattengono da anni intensi rapporti economici. Con un comune commercio estero di oltre 101 miliardi di euro nel 2020 la Germania è il più importante partner economico della Svizzera. Per l’UE la Svizzera è il quarto più importante partner commerciale. Considerando gli investimenti diretti dall’estero verso l’UE la Svizzera è nel novero dei primi cinque Paesi. Con 1,4 milioni di cittadini europei e circa 344.000 frontalieri in Svizzera i rapporti bilaterali hanno una particolare importanza in relazione alla politica concernente il mercato del lavoro e ad esempio nella ricerca. Per tale motivo è di particolare interesse per l’economia tedesca che i tradizionali ottimi rapporti con il vicino del sud vengano mantenuti e rafforzati.

    Quanto avete letto sinora è la traduzione della parte iniziale della presa di posizione sul tema partenariato con la Svizzera pubblicato dal BDI (Bundesverband der Deutschen Industrie e.V.), l’importante ente che rappresenta gli interessi degli industriali germanici. Il testo completo è di tre pagine e per correttezza preciso che non tutti i passaggi sono totalmente condivisibili come quelli sopra menzionati. Ma non entro nel dettaglio delle considerazioni degli industriali germanici alle quali ha fatto seguito intelligentemente la decisione delle autorità competenti del Paese di accettare la certificazione svizzera per i prodotti della tecnologia medica, in barba alle impuntature di Bruxelles che cerca ancora di mettere il bastone nelle ruote. Quello che qui voglio sottolineare è l’abisso tra l’atteggiamento dei singoli Paesi dell’UE nei confronti e nelle trattative con la Svizzera e quello glacialmente burocratico, quando non di meschine rappresaglie, di Bruxelles.

    La ragione è evidente e facilmente comprensibile. Quando trattiamo con le singole nazioni trattiamo con rappresentanti di interessi anche in collisione con i nostri, ma abbiamo il medesimo approccio: trovare con la necessaria duttilità una comune soluzione (non imposizione), il modo migliore per convivere e prosperare. Gli interessi possono essere in conflitto ma la mentalità e la necessità di trovare l’accomodamento sono simili.

    Per contro, lo scopo del burocrate di Bruxelles è il rispetto del paragrafo, la predominanza della visione concettuale e la costruzione della struttura. L’UE non ha diretti interessi economici, non produce né scambia nulla, il suo è il linguaggio del potere burocratico rispetto a quello dell’esigenza concorde dello sviluppo economico dei singoli Paesi. Non facciamoci troppe illusioni in conseguenza alle buone intenzioni degli industriali germanici, non avranno nessun reale effetto su chi a Bruxelles ragiona con una mentalità diversa e indifferente agli interessi economici delle singole nazioni. Per sfortuna nostra oltretutto il rappresentante dell’UE nei rapporti con la Svizzera è per origine e studi fra i più distanti concepibili dalla nostra mentalità.

    È il signor Maroš Šefčovič, cittadino slovacco, commissario UE, la cui formazione culturale non lo ha certamente preparato per il colloquio democratico e la comprensione della democrazia diretta. Ha avuto il privilegio (a quei tempi), forse perché figlio di un importante oligarca del comunismo cecoslovacco di allora, di venir accettato per i suoi studi universitari all’Istituto delle relazioni internazionali di Mosca, vale a dire la scuola esclusiva dove il Partito comunista formava la futura massima classe dirigente. Una scuola di alto livello ma anche particolarmente esigente nella formazione del carattere. Durante i cinque anni passati a Mosca ha chiesto di venir ammesso quale membro del Partito comunista della Cecoslovacchia. Dopo due anni, approfondite le sue cognizioni di marxismo-leninismo, nel 1989 è stato accettato. Sfortunatamente per lui, il vento è cambiato proprio in quei tempi e con il vento penso abbia cambiato anche il suo orientamento politico. Niente di grave, suo legittimo diritto di cercare di diventare un buon democratico. Ciò che però preoccupa è che la sua formazione, la sua forma mentis, il concetto di autorità entratagli a suo tempo nel DNA lo rendano poco idoneo a capire una realtà democratica, certo complessa come la nostra, nella quale l’ultima parola è al popolo.

    L’atteggiamento categorico avuto nel colloquio con il consigliere federale Cassis, l’imposizione di termini entro i quali la Svizzera deve fare delle proposte, non è arroganza come la intendiamo noi, è l’atteggiamento dell’alto funzionario di formazione sovietica nei confronti di un Paese satellite (o presunto tale). Ci spiace per Cassis, ma lo sforzo più importante sarà quello di far capire al commissario Šefčovič come funzionano la Svizzera e il suo popolo. E per l’impegno non avrà tempo cinque anni come Mosca.
    https://www.cdt.ch/commenti/unione-e...cili-XB5201725

  4. #424
    Forumista storico
    Data Registrazione
    08 Sep 2009
    Messaggi
    35,723
     Likes dati
    0
     Like avuti
    19,091
    Mentioned
    316 Post(s)
    Tagged
    8 Thread(s)

    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    I ricercatori svizzeri rispondono picche alle lusinghe svedesi
    I tentativi della Svezia di attirare i ricercatori attivi in Svizzera dopo l'inclusione della Confederazione a Orizzonte Europa solo quale paese terzo associato, hanno fatto buca. Nessuno ha accettato per ora di andarsene a Stoccolma, stando al Consiglio della ricerca del paese scandinavo.

    Per convincerli a far fagotto, la Svezia aveva promesso soldi e condizioni di ricerca allettanti, se non altro perché questo Paese è membro dell'Ue e quindi partecipa a pieno titolo al programma di ricerca (i ricercatori ricevono finanziamenti e possono dirigere i progetti).
    Dopo la retrocessione della Svizzera a paese terzo, sul suo sito web il Consiglio per la ricerca svedese aveva scritto che gli atenei locali avevano ora l'occasione di reclutare ricercatori altamente qualificati, indicavano il mese scorso vari media svizzeri.
    Per la Svizzera, i potenziali scienziati che avrebbero potuto cedere alle lusinghe provenienti da nord erano una trentina. Ma a Keystone-ATS, l'istituzione competente svedese ha segnalato che non si è verificato alcun esodo proveniente dalla confederazione.

    Berna finanzia direttamente gli studenti

    Nel frattempo, nell'attesa che tra Berna e Bruxelles qualcosa di muova per consentire ai ricercatori attivi nella Confederazione di partecipare a pieno titolo al programma di ricerca europeo, (95 miliardi di euro, il maggiore programma di ricerca al mondo, n.d.r), Berna ha deciso di finanziare in proprio queste persone.
    In concreto, i progetti elvetici che vincono una borsa di studio europea vengono finanziati direttamente da Berna.
    Il 4 di marzo scorso, per esempio, il Consiglio federale ha deciso di finanziare le PMI e le start up svizzere innovative che potranno beneficiare di un sostegno alla promozione da parte all'Agenzia svizzera per la promozione dell'innovazione (Innosuisse), visto che sono escluse da quello europeo.

    E le aziende?

    Poiché Berna partecipa al programma di ricerca dell'UE solo come Stato terzo, le PMI e le start up elvetiche non hanno accesso ad «Accelerator», lo strumento di promozione del Consiglio europeo dell'innovazione (EIC).
    Lo scorso anno il Parlamento ha deciso di introdurre nella legge una disposizione che consente a Innosuisse di realizzare un proprio programma di sostegno. Il Governo ha stanziato i fondi riguardanti i bandi 2022.
    Il 20 di ottobre 2021, lo stesso Consiglio federale aveva deciso di finanziare direttamente con 400 milioni di franchi i ricercatori svizzeri onde consentire loro di partecipare a «Orizzonte Europa» 2021-2027.
    Il finanziamento diretto è stato istituito con il decreto federale sul pacchetto Orizzonte 2021-2027 del 2020 e copre tutte le parti del programma, tra cui «Orizzonte Europa», il programma Euratom, il programma Digital Europe (DEP) e la partecipazione all'infrastruttura di ricerca ITER.
    https://www.bluewin.ch/it/attualita/...i-1145917.html

  5. #425
    Forumista storico
    Data Registrazione
    08 Sep 2009
    Messaggi
    35,723
     Likes dati
    0
     Like avuti
    19,091
    Mentioned
    316 Post(s)
    Tagged
    8 Thread(s)

    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Svizzera-Giappone: incontro cooperazione scientifica e tecnologica

    Il terzo incontro del comitato misto istituito nell'ambito della cooperazione scientifica e tecnologica tra Svizzera e Giappone è stato aperto oggi dal Segretario di Stato Mauro Dell'Ambrogio. L'incontro, a cui hanno partecipato alti rappresentanti di istituti di ricerca, di agenzie di promozione e dei rispettivi governi, coincide con il 150° anniversario delle relazioni diplomatiche tra i due paesi.
    Le delegazioni hanno tracciato un bilancio positivo delle attività di ricerca cofinanziate in virtù dell'accordo del 2007 e hanno riaffermato la loro volontà di approfondire la cooperazione in questo settore, precisa un comunicato della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l'innovazione.
    Il Politecnico federale di Zurigo e la Japan Society for the Promotion of Science hanno lanciato un nuovo strumento per promuovere la mobilità tra i giovani ricercatori, oltre a quelli già disponibili.
    Recentemente i contatti tra i due Paesi sono stati intensificati anche nell'ambito dell'innovazione. Nel 2013, infatti, la Commissione per la tecnologia e l'innovazione (CTI) e il Ministero giapponese dell'educazione, della cultura, dello sport, della scienza e della tecnologia hanno firmato un accordo che facilita la cooperazione.
    https://www.swissinfo.ch/ita/tutte-l...ogica/41170566

  6. #426
    Forumista storico
    Data Registrazione
    08 Sep 2009
    Messaggi
    35,723
     Likes dati
    0
     Like avuti
    19,091
    Mentioned
    316 Post(s)
    Tagged
    8 Thread(s)

    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Cassis vola a Londra per incontrare Boris Johnson
    Al centro dei colloqui con il premier britannico ci sarà il rafforzamento della cooperazione fra Svizzera e Regno Unito.

    BERNA - Dopo la Brexit, la Svizzera e la Gran Bretagna intendono rafforzare ancora di più le già intense relazioni bilaterali. A tale scopo, il presidente della Confederazione Ignazio Cassis si recherà a Londra giovedì, 28 aprile, dove vedrà il premier britannico Boris Johnson e la ministra degli esteri, Elizabeth Truss.
    Al centro dei colloqui, precisa una nota odierna del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), vi è il rafforzamento della cooperazione politica, economica e scientifica fra Berna e Londra, nonché l'intenzione di rilevare il potenziale presente nelle relazioni bilaterali, in primo luogo in ambiti quali il commercio, le prestazioni finanziarie, la ricerca e l'innovazione, come anche la mobilità.

    La guerra in Ucraina fornirà anche l'occasione per discutere dell'aggressione della Russia con le relative conseguenze e della politica europea della Svizzera e del Regno Unito. Le parti discuteranno su come rafforzare la sicurezza europea e l'ordinamento globale basato sullo Stato di diritto.
    Il Regno Unito è l'ottavo più importante partner commerciale della Svizzera (escluso il commercio di metalli preziosi). Con la sua uscita dall'UE, talune disposizioni che prima erano sancite negli accordi con Bruxelles sono state regolate a livello bilaterale.
    https://www.tio.ch/svizzera/politica...johnson-cassis

  7. #427
    Forumista storico
    Data Registrazione
    08 Sep 2009
    Messaggi
    35,723
     Likes dati
    0
     Like avuti
    19,091
    Mentioned
    316 Post(s)
    Tagged
    8 Thread(s)

    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Germania pronta ad aiutare la Svizzera per la riammissione al programma [Horizon]
    Winfried Kretschmann ha promesso di fare pressioni a Bruxelles affinché la Svizzera possa essere riammessa al programma.

    Il capo del governo del Baden-Württemberg Winfried Kretschmann ha garantito oggi, giovedì, in un incontro con una delegazione del Consiglio di Stato zurighese, il proprio aiuto riguardo alla questione del programma europeo di ricerca e innovazione «Orizzonte Europa».
    Il programma è sospeso dopo il fallimento dei negoziati sull'accordo quadro tra Svizzera e Unione europea (Ue). Le conseguenze della rottura dei negoziati sono state il tema principale delle discussioni questo giovedì a Zurigo, ha indicato la cancelleria cantonale in una nota. Il politico ecologista tedesco ha espresso esplicitamente il suo rammarico per il fatto che la Svizzera non sia attualmente membro del programma «Horizon Europe»: questa esclusione è dannosa anche per i partner europei.
    Il cantone di Zurigo e il Land tedesco del Baden-Württemberg intendono quindi rafforzare la cooperazione nel campo della scienza con altri mezzi. In una prossima riunione verranno definiti i dettagli. Inoltre, Kretschmann ha promesso che eserciterà pressioni a Bruxelles per la riammissione della Svizzera nella rete Horizon.
    Per il governo cantonale zurighese erano presenti ai colloqui il direttore delle finanze Ernst Stocker (UDC), la direttrice dell'economia Carmen Walker Späh (PLR), la direttrice dell'educazione Silvia Steiner (Centro) e la segretaria di Stato Kathrin Arioli.
    https://www.bluewin.ch/it/attualita/...e-1197287.html

    Berna e Londra puntano a un ambizioso accordo commerciale

    Svizzera e Regno Unito stanno lavorando a un accordo di libero scambio: una dichiarazione comune per lo sviluppo del partenariato bilaterale è stata firmata oggi dal presidente della Confederazione Ignazio Cassis e dal primo ministro britannico Boris Johnson a Londra.
    Lo comunica il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). La dichiarazione indica la via da seguire per "approfondire e ampliare le relazioni bilaterali tra la Svizzera e il Regno Unito, segnatamente nei settori commercio, servizi finanziari, ricerca e innovazione, mobilità e cooperazione in politica estera".
    Le due parti hanno apprezzato la qualità delle relazioni bilaterali tra i due paesi, fondate su "valori comuni e su un ruolo guida nei settori ricerca, formazione e innovazione". Con la dichiarazione comune si porta avanti una tradizione di lunga data: è una tabella di marcia che mira a rafforzare la collaborazione tra i due Paesi.
    È stato precisato che è in fase di elaborazione anche una dichiarazione d'intenti (Memorandum of Understanding) con ambiti di collaborazione concreti. L'obiettivo è quello di apporvi le firme nei prossimi mesi, come deciso a febbraio dal consigliere federale Guy Parmelin e dal ministro britannico per la ricerca George Freeman.
    Il Regno Unito è l'ottavo partner commerciale della Svizzera in ordine d'importanza. Fino alla Brexit, le relazioni tra i due paesi erano in gran parte basate sugli accordi bilaterali con l'Unione europea (UE). Dall'uscita della Gran Bretagna dall'UE, un accordo commerciale separato è in vigore tra Svizzera e Regno Unito.
    Alla luce dell'attuale crisi energetica nel corso dell'incontro si è pure accennato al dialogo energetico che si svolgerà nel prossimo futuro tra la consigliera federale Simonetta Sommaruga e il ministro britannico dell'energia Greg Hands.

    GB presente a Conferenza ucraina a Lugano

    Il popolo svizzero si esprimerà su tre referendum durante le votazioni federali del 15 maggio.
    Una parte centrale dei colloqui è stata dedicata alla guerra in Ucraina e alle sue ripercussioni. In una dichiarazione congiunta Cassis e Johnson hanno ribadito il loro sconcerto per gli attacchi alle strutture civili e hanno condannato unanimemente le violazioni del diritto internazionale e del diritto umanitario.
    Sono stati trattati anche altri aspetti quali l'attuazione delle sanzioni e come riuscire a garantire l'aiuto umanitario alle persone in Ucraina.
    Intervistato dalla RSI, il ticinese ha indicato che nel corso dei colloqui "Boris Johnson si è impegnato ad essere presente personalmente o con una delegazione di alto rango alla 'Conferenza per le riforme dell'Ucraina' a Lugano, che nel frattempo abbiamo deciso di rinominare 'Ukraine Recovery Conference, Conferenza per la ricostruzione dell'Ucraina'".
    La località ticinese ospiterà il 4 e 5 luglio la quinta edizione della conferenza (Urc2022), vertice organizzato congiuntamente con le autorità di Kiev.

    Al castello di Windsor dalla Regina

    A Londra, oltre al primo ministro Johnson, il presidente Cassis ha incontrato anche la ministra degli esteri Elizabeth Truss. È stato pure ricevuto dalla regina Elisabetta II.
    La sovrana, reduce dal 96esimo compleanno trascorso il 21 aprile nella residenza di campagna di Sandringham, nel Norfolk inglese, è ricomparsa nel castello di Windsor per il primo ricevimento istituzionale ospitato di persona da un paio di settimane.
    Elisabetta - costretta dall'ottobre scorso dai medici a prolungati periodi di riposo, e uscita affaticata a febbraio anche da un contagio da Covid - ha accolto nella Oak Room del castello Cassis e la moglie Paola.
    Su Twitter, Cassis ha scritto che è stato "un grande onore" incontrare la regina. "Questo segno di amicizia tra i nostri paesi simboleggia gli stretti e duraturi legami tra la Svizzera e il Regno Unito".
    https://www.swissinfo.ch/ita/berna-e...ciale/47552794

  8. #428
    Forumista storico
    Data Registrazione
    08 Sep 2009
    Messaggi
    35,723
     Likes dati
    0
     Like avuti
    19,091
    Mentioned
    316 Post(s)
    Tagged
    8 Thread(s)

    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    L’Europa di Macron

    Il 9 maggio a Strasburgo, dinanzi agli esponenti dell’UE, il Presidente Macron ha tenuto un solenne discorso.
    Dopo aver espresso il sostegno all’Ucraina nel conflitto in corso con la Russia, ha dedicato la prima parte delle sue considerazioni all’UE e la seconda alla visione di un’Europa del futuro che non può venir limitata agli attuali 27 Stati.
    A proposito dell’UE ha sottolineato i temi dell’indipendenza e dell’efficacia, elementi indispensabili per la legittimità della nostra democrazia.
    È tornato sul tema della difesa militare dell’Europa, sull’utilità di maggiori sforzi anche finanziari che permettano di affrontare le conflittualità attuali e future.
    Per quanto concerne l’efficienza ha deplorato la lentezza dei tempi di reazione dell’UE, talvolta originata da singoli egoismi e ritiene necessaria una revisione dei trattati europei. Tema centrale è l’unanimità dei voti. Si scontrano due visioni, quella dei piccoli Stati che vedono nel loro voto la possibilità di difendersi dallo strapotere dei grandi Stati e quella di quest’ultimi che vogliono impedire che l’unanimità permetta di usare il voto in forma ricattatoria.

    Di particolare interesse la parte finale del discorso dove egli conviene sulla necessità di ripensare la geografia e l’organizzazione del Continente, partendo da quella che ritiene legittima aspirazione di popoli quali quello ucraino, moldavo o georgiano di esser parte di un’Europa democratica.
    Ammette che “l’UE in considerazione del suo livello di integrazione e delle sue condizioni, non può in tempi corti essere l’unico modo atto a strutturare l’Europa”. Invita ad aprire “una riflessione storica sull’organizzazione del Continente”.
    Riecheggia qui la visione di De Gaulle, di un’Europa dal Portogallo agli Urali, e ha ricordato che François Mitterrand, politico di ampio respiro nel 1989 (caduta del muro) lanciò l’idea di una Confederazione europea alla quale si sarebbe dovuto trovare il modo di associare la Russia. Una organizzazione europea, dice Macron, che permetta di “trovare uno spazio nuovo di cooperazione politica, di sicurezza e cooperazione in materia energetica …, vale a dire riunire l’Europa coerentemente con la propria conformazione geografica”.
    Queste affermazioni del Presidente di uno dei più importanti Stati dell’UE, avrebbero dovuto già essere all’origine di un ampio dibattito sui destini del Continente.
    Per contro, i commenti sono stati misurati, quasi più di cronaca, e non mi consta che qualche altro importante politico abbia rilanciato il dibattito. Una classe politica più dedita alle piccole beghe di potere e riluttante dinanzi a riflessioni che esigono basi culturali oggi sempre più vacillanti.
    D’altro canto l’apertura corale di un ripensamento su una struttura dell’Europa che tenga conto delle recenti lezioni della Storia non interessa gran parte delle élites. I politici obbligati a riflettere dall’appello di Macron, sarebbero tenuti ad un esame di coscienza che non permetterebbe di ignorare gli errori, le dimenticanze, le distrazioni dei recenti decenni, in una parola le loro responsabilità.
    La burocrazia di Bruxelles, dotata di notevole intelligenza tattica e abile nelle strenue difese dei propri poteri, capisce che approfondire le proposte del Presidente francese vuol dire mettersi in discussione, valutare importanti modifiche alla costruzione attuale, non ignorare errori del passato se si vogliono individuare le vie efficaci e realistiche per il futuro del Continente.
    Già a suo tempo proposte di una struttura europea a geometria variabile o circoli concentrici sono cadute nel dimenticatoio. La verità è che si vuole una struttura europea centralistica, tecnocratica, dimentica della Storia, della cultura, delle nostre radici. L’Europa nata e sviluppatasi grazie alla competizione – sia pure con le sue ombre – è un mosaico le cui tessere esprimono una varietà che non può venir mortificata da un’uniformità che non le è congeniale.
    La realistica constatazione e la proposta di aprire un ampio dibattito sulla strutturazione dell’Europa di Macron cozzerà purtroppo contro la miopia di burocrati, tecnocrati con a traino politici senza respiro. Auguriamoci che non si perda il treno ancora una volta con disattenzioni che ci hanno portato impreparati alla guerra nel Continente.

    E per la Svizzera? Certo, ci potrebbe essere un ruolo in una diversa struttura, ma non facciamoci illusioni.
    Nel mese di maggio il Consiglio federale ha ricevuto un perentorio catalogo di domande dalla Commissione che se avessero risposte positive porterebbero ad una situazione peggiore di quanto non fosse il progetto di Accordo Istituzionale da noi rifiutato. Non vi è peggior sordo di chi non vuol capire.
    Nel contempo, il signor Stefan Hostettler, già funzionario nella segreteria del Partito Socialista, promosso a vice segretario generale (per meriti politici?) del Dipartimento dei Trasporti diretto dalla pure socialista signora Sommaruga, ha pensato bene di accompagnare (guidare?) un pellegrinaggio di tre consiglieri nazionali socialisti dal Commissario Maroš Šefčovič, di nota educazione e formazione bolscevico moscovita e responsabile dei rapporti con la Svizzera, per testimoniare il loro entusiasmo europeista.
    Brillante manovra per discreditare la competenza del Dipartimento degli Affari Esteri per i rapporti con l’UE, indebolire la posizione negoziale svizzera, e coprirci di ridicolo a Bruxelles.
    https://www.ticinolive.ch/2022/06/08...to-tettamanti/

    Piccoli Laval crescono...

    Edit: dimenticavo:

    « Il quotidiano zurighese [Neue Zürcher Zeitung] ha chiesto anche maggiori lumi sull’assenza della Svizzera nei programmi di ricerca UE (Horizon), mentre la Turchia è associata ad essi. “A differenza della Svizzera, la Turchia è candidata all’adesione dell’UE. Ecco perché appartiene a una categoria diversa. La Turchia è ufficialmente ancora un paese candidato”. »
    https://www.ticinonews.ch/svizzera/l...zera-EL5386262


  9. #429
    Forumista storico
    Data Registrazione
    08 Sep 2009
    Messaggi
    35,723
     Likes dati
    0
     Like avuti
    19,091
    Mentioned
    316 Post(s)
    Tagged
    8 Thread(s)

    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Citazione Originariamente Scritto da Halberdier Visualizza Messaggio
    Germania capisce situazione della Svizzera, Parmelin
    Alla fine, una domanda mi sorge spontanea; c'è qualcuno che comprende la posizione di Bruxelles?
    Meanwhile...
    Horizon: Berlino vuole l’adesione della Svizzera
    Secondo la Germania la Commissione europea dovrebbe avviare al più presto i negoziati con Berna in merito al programma per ricerca e innovazione

    Il ministro tedesco dell'economia, Robert Habeck, e la ministra degli esteri, Annalena Baerbock, hanno recentemente parlato della Svizzera con il vicepresidente della Commissione europea e commissario europeo per le relazioni con la Confederazione Maros Sefcovic. Berlino vuole che i negoziati con Berna sul programma di ricerca Orizzonte Europa inizino in tempi brevi. Lo ha reso noto il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) su richiesta dell'agenzia Keystone-ATS. Secondo la Germania, la Commissione europea dovrebbe anche avviare al più presto negoziati con la Confederazione in merito al programma “Erasmus plus”, ha precisato il DFAE.

    Medtech, una questione da risolvere

    Secondo il Dipartimento diretto da Ignazio Cassis, Berlino è anche impegnata a trovare una soluzione alle questioni in sospeso nel settore medtech. Poiché l'UE non aggiorna più l'Accordo sull'abolizione degli ostacoli tecnici al commercio (MRA) a causa delle questioni istituzionali aperte, l'industria svizzera dei dispositivi medici ha perso l'accesso privilegiato al mercato interno dell'UE. È auspicabile che gli Stati membri dell'UE esprimano alla Commissione europea il proprio interesse per una relazione regolamentata tra l'UE e la Svizzera, afferma il DFAE.

    L’impegno preso da Berlino

    Il Ministero degli esteri tedesco ha motivato all’agenzia Keystone-ATS l’impegno della Germania nei confronti della Svizzera con gli “stretti legami sociali ed economici”. Per questo motivo, le relazioni tra i due Paesi sono state particolarmente colpite dalla rottura unilaterale dei negoziati sull’accordo quadro istituzionale con l’UE, ha precisato Berlino. Relazioni commerciali ed economiche stabili e giuridicamente sicure tra l'UE e la Svizzera sono di grande importanza per la Germania, ha concluso il Ministero degli esteri tedesco.
    Ticinonews - Horizon: Berlino vuole l’adesione della Svizzera


  10. #430
    Forumista storico
    Data Registrazione
    08 Sep 2009
    Messaggi
    35,723
     Likes dati
    0
     Like avuti
    19,091
    Mentioned
    316 Post(s)
    Tagged
    8 Thread(s)

    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Citazione Originariamente Scritto da Halberdier Visualizza Messaggio
    [...]
    Edit: dimenticavo:

    « Il quotidiano zurighese [Neue Zürcher Zeitung] ha chiesto anche maggiori lumi sull’assenza della Svizzera nei programmi di ricerca UE (Horizon), mentre la Turchia è associata ad essi. “A differenza della Svizzera, la Turchia è candidata all’adesione dell’UE. Ecco perché appartiene a una categoria diversa. La Turchia è ufficialmente ancora un paese candidato”. »
    https://www.ticinonews.ch/svizzera/l...zera-EL5386262

    Sempre a tale riguardo...
    Risposta ai Direttori della Formazione e della Ricerca
    I Consiglieri di Stato francofoni hanno appena pubblicato una lettera aperta al Consiglio federale per informarlo dell'urgenza... di “essere in Horizon Europe” (il programma di ricerca sovvenzionato dell'Unione Europea della durata di sette anni). È stata una buona idea?

    Questa lettera è apparsa mercoledì scorso su 24Heures e sulla Tribune de Genève . Si presenta come un “solenne appello a trovare la chiave di un nuovo e pacifico rapporto con l'Unione Europea (che consentirà alle università svizzere di continuare il loro contributo decisivo alla prosperità nazionale)”. Diciamo fin dall'inizio che sembra alquanto strano che i Consiglieri di Stato, siano essi della Svizzera romanda e appassionati di attualità, pensino che il governo non stia già facendo il possibile per raggiungere questi due obiettivi (Associazione Svizzera nel programma quadro Orizzonte Europa e relazioni pacifiche con Bruxelles).
    A cosa serve davvero questa lettera aperta? Non serve anzitutto a mostrare alla potente lobby della ricerca pubblica (gli stessi istituti di istruzione superiore) che l'impotenza dei Cantoni su questo fascicolo non esime dal fare rumore? Non si dirà che i direttori cantonali della formazione abbiano assistito senza dire né fare nulla alla prolungata non associazione della Svizzera al programma quadro Orizzonte Europa.

    Se si trascura questa ipotesi elettorale troppo facile, se si guarda al livello federale e allo stesso fascicolo politico, l'approccio dà comunque l'impressione di andare esattamente nella direzione opposta a quella che dovrebbe cercare.

    Quindi vediamolo. Punto uno: Stati molto meno integrati della Svizzera nell'UE (compreso Israele, una potenza significativa a livello scientifico e tecnologico*), stanno meglio in Horizon Europe (con status di associati). Il trattamento estremamente sfavorevole riservato alla Svizzera, apertamente contrario allo spirito delle relazioni bilaterali da trent'anni, ha lo scopo di esercitare pressioni sull'opinione pubblica e sui partiti politici affinché Berna ceda alle esigenze istituzionali generali di Bruxelles. Secondo l'espressione consacrata in tutto il continente, mai smentita dai dignitari europei, la ricerca e i ricercatori svizzeri sono stati “presi in ostaggio” dalla Commissione europea.

    Punto secondo: dopo aver definitivamente respinto un accordo istituzionale negoziato su cattive basi dall'inizio degli anni 2010, che prevedeva la subordinazione graduale e accelerata del diritto economico, sociale e ambientale al diritto europeo** (una dinamica irreversibile che rischia di dilaniare i partiti politici e impossibile da passare con il voto popolare), il Consiglio federale è in procinto di affrontare nuove trattative. Come in ogni processo di questo tipo, il peggio sarebbe avere troppa fretta. Eppure questo è ciò che sta facendo la Svizzera, come indicava ancora il rapporto su Le Temps della visita di ieri a Bruxelles del segretario di Stato Livia Leu. È questa la strategia giusta? In ogni caso, una lettera aperta come questa di questi onorevoli colleghi è esattamente ciò che rafforza l'opinione dell'UE secondo cui la ricerca è un ostaggio perfetto. Più la Svizzera cerca di non porsi in una posizione di debolezza, più la scienza allarma il Paese per le ore buie che l'attendono.

    Il nuovo ciclo di trattative, che oggi nessuno sa dove porterà (le posizioni di partenza sono molto distanti tra loro), durerà con ogni probabilità diversi anni. Le possibilità che l'ostaggio venga rilasciato prima della fine del programma quadro, che durerà fino al 2027, sembrano quindi molto scarse. Chiedere al governo di concludere qualcosa entro la fine dell'anno (in altre parole, tutto ciò che gli sarà richiesto), nella speranza di ottenere la piena associazione prima del termine, è davvero realistico? Tutto ciò che Berna potrebbe fare sarebbe suggerire a Bruxelles di smettere di tenere in ostaggio la ricerca… ecco dove siamo.

    Retorica borderline

    La retorica di questa lettera aperta sembra anche più limitata dal punto di vista della buona fede. Il suo argomento principale (per non dire l'unico) è infatti quello delle grandi organizzazioni economiche, di cui peraltro si sente molto meno da quando Berna ha litigato con Bruxelles e l'industria svizzera è lenta a crollare. : un monito “solenne” contro i prevedibili effetti negativi sulla “prosperità”, l'“elevata qualità della vita della popolazione”. Tanti vantaggi per il fatto che la Svizzera ha «l'economia più innovativa da undici anni». Penalizzare la ricerca e l'innovazione è in definitiva un attacco al tenore di vita degli svizzeri.

    In breve, il processo consiste anche nell'assimilare tutta l'innovazione tecnologica ed economica alla ricerca negli istituti di istruzione superiore. In realtà, gli investimenti pubblici in questione non rappresentano il 2% di tutti i fondi destinati alla ricerca e sviluppo in Svizzera (R&S). Pubblico, ma soprattutto privato (***).

    Ipotizzando che le scuole non possano più partecipare a programmi di ricerca accademica nell'ambito di Orizzonte Europa, l'effetto macroeconomico non sarebbe certo nullo, ma certamente insignificante. Ma non è nemmeno così: gli enti di ricerca potranno partecipare a circa due terzi dei programmi (stima necessariamente pessimistica degli interessati). I loro contributi non saranno più finanziati dal vaso comune di Bruxelles, ma direttamente da Berna. Lo hanno capito tutti, tranne a quanto pare i consiglieri di Stato di lingua francese preposti alla formazione e alla ricerca.

    A questo proposito, il testo non evita nemmeno il classico pregiudizio che consiste nell'agire come se i soldi per la ricerca europea destinati alle équipe svizzere fossero finora caduti dal cielo, e che ne saremmo stati privati. Mentre si tratta prima di tutto di un finanziamento svizzero forfettario, calcolato in relazione al PIL, che passa attraverso il fondo comunitario. Nel corso dei programmi quadro, la Svizzera ha ricevuto quasi quanto ha dato e ha dato quanto ha ricevuto. La questione della valutazione contributiva semplicemente non si pone più.

    Sarebbe stata senz'altro preferibile una piena associazione con Horizon Europe, ma l'Europa non lo vuole finché la Svizzera si rifiuta di sottomettersi. Non sarà solo necessario fare con, anzi senza, ma soprattutto fare meglio. Giustamente i firmatari sottolineano che l'apertura della ricerca al mondo (di cui l'Europa fa parte) è “una dimensione essenziale per la circolazione della conoscenza e, molto concretamente, per attrarre a noi i migliori talenti”. Non basta offrire gli stipendi più alti d'Europa, il che è molto lontano dal non contare. È ancora necessario coltivare uno stato d'animo positivo, per non dire conquistatore, piuttosto che difensivo e burocratico. È così che la Svizzera è diventata un riferimento mondiale in termini di ricerca e innovazione. Molto prima di affidarsi all'Unione Europea.

    * https://ec.europa.eu/info/news/israel-joins-horizon-europe-research-and-innovation-programme-2021-dec-06_en
    ** Cfr. sul sito della Confederazione: “Accordo istituzionale Svizzera-UE: documento esplicativo” B.7. (PDF)
    *** Una nota senza data della Segreteria di Stato per la Formazione, la Ricerca e l'Innovazione (Sefri) indica 1,5%.
    https://blogs.letemps.ch/francois-sc...-la-recherche/

    « Le dittature non tollerano a lungo che popoli vicini possano decidere liberamente e modellare il loro destino.»
    Pierre-Yves Maillard, 30 aprile 2022

 

 
Pagina 43 di 50 PrimaPrima ... 33424344 ... UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Risposte: 7
    Ultimo Messaggio: 05-02-20, 09:25
  2. Brexit
    Di pietro lo iacono nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 2
    Ultimo Messaggio: 31-07-16, 21:49
  3. Brexit ?
    Di MaIn nel forum Repubblicani, Socialdemocratici, Progressisti
    Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 24-06-16, 19:11
  4. Brexit: Cosa c'è dietro la Brexit
    Di Metabo nel forum Politica Europea
    Risposte: 6
    Ultimo Messaggio: 16-06-16, 20:03
  5. Risposte: 12
    Ultimo Messaggio: 16-04-12, 12:21

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito