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Discussione: Brexit svizzera?

  1. #441
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Citazione Originariamente Scritto da Halberdier Visualizza Messaggio
    https://www.tvsvizzera.it/tvs/cultur...ipari/48102410

    I francesi forse non si rendono conto che rischiano di scoperchiare un vaso di Pandora. Tanto per dirne una... quanta gente, formata a spese dei Paesi dell'est membri dell'UE, è poi emigrata a lavorare in Germania, Francia ed altri Stati?
    potremmo provare con la soluzione della DDR, che vedeva tutti i laureati che scappavano nella BRD e ha costruito un bel muro
    “Productivity isn't everything, but, in the long run, it is almost everything. A country’s ability to improve its standard of living over time depends almost entirely on its ability to raise its output per worker.”
    — Paul Krugman

  2. #442
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Citazione Originariamente Scritto da Conte Oliver Visualizza Messaggio
    Citazione Originariamente Scritto da Halberdier Visualizza Messaggio
    Per arginare la fuga di professionisti formati nel proprio Paese che poi esercitano oltre confine, la Francia valuta un rimborso degli studi.
    https://www.tvsvizzera.it/tvs/cultur...ipari/48102410
    I francesi forse non si rendono conto che rischiano di scoperchiare un vaso di Pandora. Tanto per dirne una... quanta gente, formata a spese dei Paesi dell'est membri dell'UE, è poi emigrata a lavorare in Germania, Francia ed altri Stati?
    potremmo provare con la soluzione della DDR, che vedeva tutti i laureati che scappavano nella BRD e ha costruito un bel muro
    Proponilo alla Francia, membro fondatore dell'UE; visto quanto sopra magari accettano. E scoperchiano il vaso di Pandora...
    E considerando anche vecchi screzi con il Lussemburgo, non è da escludersi che la tua proposta raccolga molti consensi.

  3. #443
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    “Contributi di coesione ‘costanti’ all’Unione Europea?”
    Il parlamentare leghista Lorenzo Quadri vuole sapere con quale frequenza la Svizzera sarebbe pronta a “versare contributi miliardari all’Ue”.

    Chi ha autorizzato la Segretaria di Stato Leu a dichiarare che la Svizzera sarebbe pronta a rendere costante il contributo di coesione all’Ue? È la domanda posta dal consigliere nazionale ticinese Lorenzo Quadri (Lega dei Ticinesi), in un’interpellanza inoltrata al Consiglio federale.

    Quale contesto

    Lo scorso 12 ottobre a Bruxelles, in occasione del quinto round di colloqui esplorativi con l’Ue, la Segretaria di Stato Livia Leu ha dichiarato che la Svizzera “è disposta a rendere costante” il contributo di coesione all’Ue, che ammonta a 1,3 miliardi di franchi. Finora, si legge nel testo dell’atto parlamentare, “ne sono stati decisi due”. Quadri ricorda che, quando l’accordo quadro istituzionale era oggetto di trattative, “i suoi sostenitori avevano negato che la sua sottoscrizione avrebbe comportato la trasformazione dei contributi di coesione all’Ue in versamenti ricorrenti”.

    Le domande

    Quadri chiede quindi al Consiglio federale con quale frequenza la Svizzera sarebbe pronta a “versare contributi miliardari all’Ue”, e se tali contributi verrebbero versati in cambio di una contropartita “o sarebbero, come ora, dei semplici regali?” Inoltre, tali contributi, “verrebbero versati anche nel caso in cui l’Ue continuasse a discriminare la Svizzera, come sta facendo ora?” Infine, Quadri vuole sapere se lo scandalo corruzione che ha investito il Parlamento europeo “imporrà al Governo delle riflessioni sui rapporti con l’Ue”, in particolare “in considerazione delle pretese di ‘ripresa dinamica’ (ossia automatica) delle leggi varate da detto parlamento?
    https://www.ticinonews.ch/svizzera/c...europea-371234

    Eh, l'UE ha sempre bisogno di contributi di coesione...

  4. #444
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Citazione Originariamente Scritto da Halberdier Visualizza Messaggio
    RSI - Il Governo del 1991 spaccato sull'Europa
    Mi sa che i documenti diplomatici in questione saranno interessanti... anche se Felber e Delamuraz sono nomi noti, tra gli euroforici...
    E dopo i documenti del 1991...
    Quella decisione «tirata» e avventata che ha segnato i rapporti con l’Europa
    CONSIGLIO FEDERALE / I documenti confidenziali resi pubblici pochi giorni fa svelano i retroscena del voto del 1992 sullo Spazio economico continentale Lo storico Sacha Zala: «La domanda d’adesione, decisa nella seduta del 18 maggio, fu un errore tattico, ma il Governo volle giocare a carte scoperte»

    «Il 6 dicembre del 1992 è stato il fallimento della politica europea. La posizione, molto chiara, del Consiglio federale in quell’anno era di sottoporre al popolo l’adesione allo Spazio economico europeo (SEE) e, allo stesso tempo, iniziare le trattative per un’adesione alla Comunità Europea. Ma, alla fine, né l’uno, né l’altro diventeranno realtà». Ora, a distanza di 30 anni, lo storico Sacha Zala ha permesso di svelare i retroscena che portarono alla cosiddetta «domenica nera» di fine 1992, come la descrisse l’allora consigliere federale Jean-Pascal Delamuraz.
    Tramite i documenti e i verbali del Governo, finora segreti e confidenziali, viene ripercorsa in particolare la seduta del 18 maggio, con la decisione che molti considerano «il più grande errore tattico del Consiglio federale dalla Seconda Guerra mondiale».

    Le congratulazioni di Felber

    È il 18 maggio 1992. Il Consiglio federale si riunisce per una riunione straordinaria che segnerà per sempre la politica europea della Confederazione.
    La maggioranza della popolazione, il giorno precedente, ha seguito il Governo approvando con circa il 56% di voti favorevoli l’adesione alle istituzioni di Bretton Woods: il Fondo monetario internazionale (FMI) e la Banca mondiale. L’allora presidente della Confederazione, René Felber, all’inizio della seduta si congratula con i colleghi per il successo alle urne.
    L’Esecutivo «ha così dimostrato di essere in grado di prendere decisioni accettate dal popolo», si legge nel verbale dell’epoca. Il resoconto confidenziale di quella storica seduta fa ora parte dei 1.700 documenti che dal primo gennaio, alla scadenza del periodo di protezione legale di 30 anni, sono stati resi pubblici dall’Istituto di ricerca indipendente Dodis (Documenti diplomatici svizzeri), che fa parte dell’Accademia svizzera di scienze umane e sociali.

    Un anno chiave

    Già nell’ottobre 1991, Felber annuncia di porre come obiettivo l’adesione della Svizzera alla Comunità Europea, rinominata Unione europea dal 1993. La strategia di integrazione europea del Consiglio federale viene però discussa approfonditamente nel corso della successiva primavera. L’Esecutivo è chiamato a prendere una decisione formale sul tema, consapevole anche del rischio di interferenze tra la richiesta di adesione e il voto sullo SEE, previsto per il 6 dicembre dello stesso anno. Tra aprile e maggio dedica tre sedute straordinarie alla questione. Il processo di avvicinamento e di adesione alla Comunità Europea sarebbe molto più semplice se gli svizzeri aderissero allo SEE, si dice convinto il Governo.

    Governo sicuro di sé

    «Il Consiglio federale era molto sicuro di sé, anche a seguito del successo relativo al FMI e a una buona posizione sulla scena internazionale. Questa nuova presa di coscienza della propria forza, forse, portò anche a una certa avventatezza. E a considerare maggiormente gli argomenti di politica estera che non quelli di politica interna», spiega Zala, direttore di Dodis.
    Nella sua seduta del 18 maggio, però, il Governo osa troppo. Il ticinese Flavio Cotti (PPD), insieme al collega romando Jean-Pascal Delamuraz (PLR) e al presidente della Confederazione René Felber (PS), intendono presentare rapidamente una domanda per negoziare l’adesione alla Comunità Europea.
    «Si tratta sostanzialmente di inviare una semplice lettera alla Commissione», viene spiegato nel verbale reso pubblico ora. Sul fronte dei contrari, anche per la questione della neutralità, si pongono Kaspar Villiger ( PLR), Otto Stich ( PS) e Arnold Koller (PPD). Quest’ultimo, in particolare, avverte che «dopo il voto sul FMI, le possibilità di adesione allo Spazio economico europeo sono aumentate. Ma se il Consiglio federale dovesse presentare una domanda di adesione prima del voto di dicembre, ciò metterebbe in pericolo lo stesso SEE».

    Ogi ago della bilancia

    Tre favorevoli, tre contrari. L’ago della bilancia è Adolf Ogi. L’allora «ministro» dei Trasporti vorrebbe rimandare la decisione almeno all’autunno, poiché teme che l’avvio dei negoziati di adesione possa ripercuotersi negativamente anche sulla votazione - prevista nel settembre dello stesso anno sulla Nuova trasversale ferroviaria alpina (NFTA), che dà il via libera alla costruzione delle nuove gallerie di base del San Gottardo, del Ceneri e del Lötschberg. Dopo un secondo giro di discussioni, però, Ogi cede e decide di allinearsi ai favorevoli.
    «Achille Casanova - ex vicecancelliere e portavoce del Consiglio federale - era diplomaticamente molto abile nella stesura dei verbali, fatti in modo tale che nessuno si arrabbiasse. Ancora oggi non si capisce bene cosa abbia fatto cambiare idea a Ogi», afferma Zala, secondo cui a influire sulla decisione del democentrista bernese fu anche il cancro diagnosticato a Felber.
    Per lo storico, «Il Consiglio federale volle giocare a carte scoperte e in maniera trasparente verso il popolo. Ma se lo scopo era di entrare nello Spazio economico europeo, si può certamente dire che fu un errore tattico. Ma lo fece per un motivo: nel 1992 il Governo trovò una fiducia e una sicurezza nella forza politica del Paese che sarebbero state impensabili solo fino a pochi anni prima. Con la fine della Guerra fredda e la caduta del Muro di Berlino fu un periodo di grosse speranze, quasi di euforia, per la comunità internazionale ».

    Segreto svelato

    Il dado è dunque tratto: « Il Consiglio ha deciso a maggioranza di presentare una domanda di apertura dei negoziati per l’adesione della Svizzera alla Comunità Europea prima della votazione sullo SEE. Questa richiesta sarà presentata il prima possibile. La decisione del Consiglio sarà tenuta riservata e sarà annunciata mercoledì», rivela il verbale.
    Le cose però non vanno come vorrebbe il Consiglio federale. Già nel pomeriggio, la notizia rimbalza nelle redazioni dei giornali e tra i partiti, dando il via a una serie di critiche. In particolare, è l’UDC a scagliarsi contro la politica europea del Governo: «Ora il voto sullo SEE diventa contemporaneamente un voto sull’UE», dichiara l’allora consigliere nazionale Christoph Blocher, che durante la campagna di voto diventerà il faro dei contrari.

    La «domenica nera»

    Due giorni dopo la decisione del Consiglio federale, il presidente della Confederazione René Felber scrive una lettera per chiedere formalmente a Bruxelles di avviare i negoziati di adesione.
    Il resto è storia nota: Blocher e l’UDC vincono la loro battaglia sullo Spazio economico europeo e il referendum del 6 dicembre - con una partecipazione del 78,73% - viene respinto dal 50,3% dei votanti. «Un magnifico autogol, una domenica nera», dichiara stizzito Pascal Delamuraz commentando l’esito negativo della consultazione. La domanda d’adesione, congelata in seguito alla bocciatura, è stata formalmente ritirata solamente nel 2016.
    https://www.cdt.ch/news/quella-decisione-tirata-e-avventata-che-ha-segnato-i-rapporti-con-leuropa-304134

    In fin dei conti, si può dunque ringraziare Adolf Ogi...

  5. #445
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Il rifiuto svizzero visto da Londra
    La valanga di spiegazioni semplicistiche sul “percorso bilaterale” CH/UE fa finta che la bozza di accordo istituzionale, bocciata un anno fa, sia in realtà applicata da due decenni.

    Il Sunday Times ha recentemente pubblicato un articolo in cui afferma che il primo ministro Rishi Sunak intende sviluppare le relazioni con l'Unione europea nella direzione di un'integrazione "alla svizzera". Le smentite istantanee hanno comunque sollevato un'ondata mediatica a Londra per tre giorni (dal 21 al 23 novembre). Con, per capire bene di cosa si tratta, descrizioni ultrariduttive e molto errate di questo scartato modello svizzero. Potete farvene un'idea attraverso Google News , semplicemente digitando Sunak, Brexit, Swiss, model...

    Questi elementi di sfondo generalmente danno l'immagine di una Svizzera legalmente integrata. Un cliché dominante da tempo in Gran Bretagna, ma non solo. La pratica regolare delle rassegne stampa permette di rendersi conto che il mito è molto diffuso anche nel continente… e anche in Svizzera. La cosa più buffa è che il presunto livello di integrazione raggiunge grosso modo quello che sarebbe stato realmente con l'Accordo Istituzionale (Insta), bocciato un anno fa dal Consiglio Federale.

    Nella sua “dichiarazione congiunta” (1), questo accordo quadro abbandonato prevedeva una ripresa automatica (“dinamica”) progressiva del diritto economico europeo (economico in senso lato, anche sociale e ambientale). Ne siamo ben lontani ma, visto dall'esterno, tutto si dice e si scrive come se questa subordinazione legislativa fosse di fatto attuata da tempo. Accettato in Svizzera come contropartita di un ampio accesso (molto fantasticato in realtà) al mercato interno europeo. A Londra, quando si parla di "modello svizzero", si tratta soprattutto di spiegare in due parole ciò che i seguaci della Brexit non vogliono più. Fattualità, precisione o semplicemente verosimiglianza apparentemente non contano.

    The Guardian
    “La Svizzera gode di un accesso significativo ed economico al mercato unico e partecipa ai programmi di ricerca e istruzione dell'Unione europea, effettuando pagamenti all'UE e allineandosi alla sua legislazione. »


    Quasi tutto è sbagliato in questa lunga frase.
    – Come abbiamo ampiamente dimostrato negli ultimi tre anni, basandoci su fatti a volte scoscesi, l'accesso “significativo” al mercato è poco più di quello di cui attualmente gode il Regno Unito (o Stati Uniti, Giappone, Corea a caso). La Svizzera non fa parte dell'Unione doganale europea (che comprende anche la Turchia). Il suo "accesso" si basa sulle regole dell'OMC a seguito di un sommario accordo di libero scambio concluso nel 1972. La quota "privilegiata" dovuta agli accordi bilaterali I e II non rappresenta neanche il 5% dell'ammontare delle esportazioni svizzere verso l'Europa. Un valore da mettere in prospettiva in termini di competitività industriale, quando sappiamo ad esempio che l'evoluzione dell'euro rispetto al franco ha reso le esportazioni svizzere più costose di circa il 60% in due decenni.
    – La Svizzera non partecipa ai programmi di ricerca dell'UE più del Regno Unito ai sensi dell'accordo commerciale e di cooperazione del 2020 (UE-Regno Unito). Anche l'associazione britannica al programma Horizon Europe è stata sospesa da Bruxelles (ritorsione nella vertenza irlandese).
    – La Svizzera non effettua pagamenti all'UE, effettua pagamenti per programmi di sviluppo in alcuni Stati membri. Questi pagamenti sono anche molto modesti, il che riflette indirettamente la quota molto limitata di accesso preferenziale al mercato.
    – La Svizzera non si allinea alla legislazione europea, questo è da dieci anni il problema dei suoi rapporti con l'Ue.

    Troviamo questi errori e approssimazioni errate in tutte le relazioni, fortunatamente più sommarie.

    The Telegraph
    Il "modello svizzero" mantiene la Svizzera al di fuori dell'UE, ma con accesso al mercato unico rispettando le norme e i regolamenti dell'UE.

    Financial Times La
    Svizzera ha accesso al mercato unico dell'UE, sebbene ciò richieda l'accettazione di determinate regole di blocco.

    Bloomberg
    Svizzera è membro dell'Associazione europea di libero scambio che, attraverso circa 120 accordi bilaterali, partecipa al mercato unico per la maggior parte delle merci. Ma deve anche accettare la libera circolazione dei lavoratori, la regolamentazione del mercato dell'UE ed effettuare versamenti annuali al bilancio del blocco.


    I 120 accordi bilaterali sono un mito diffuso anche nella stessa Svizzera. Si tratta infatti di aggiornamenti dell'accordo del 1972 e di alcuni accordi bilaterali settoriali. Oltre al Trattato di libero scambio del 1972, reso in gran parte obsoleto dalle regole dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), gli accordi per l'accesso al mercato interno europeo su base di reciprocità sono sette negli Accordi bilaterali I e II: libero circolazione del lavoro, trasporto aereo, trasporto terrestre, mutuo riconoscimento delle norme tecniche (MRA), agricoltura (principalmente carne e formaggio), prodotti agricoli trasformati, appalti pubblici sub-OMC. La maggior parte di essi principalmente sono, in pratica, accordi di accesso al mercato svizzero (libera circolazione, trasporti terrestri, agricoltura, appalti pubblici).

    Politico.eu
    La Svizzera si trova al di fuori dell'UE e dello Spazio economico europeo, ma mantiene stretti legami commerciali con il blocco e gode di un accesso selettivo al suo mercato unico, nonché della partecipazione all'area Schengen e ai programmi di ricerca e istruzione. A sua volta, la Svizzera accetta un maggiore allineamento con le leggi dell'UE.


    Per quanto riguarda l'accesso ai programmi di ricerca, abbiamo visto sopra che Svizzera e Regno Unito sono più o meno sullo stesso punto: possono ancora “partecipare” all'essenziale, ma non sono più “associati” al finanziamento comune. Berna e Londra pagano direttamente le partecipazioni svizzere e britanniche. Per l'istruzione, vedi sotto.

    New York Times (corrispondente da Londra)
    Gli svizzeri hanno accesso al mercato unico e meno controlli alle frontiere, in cambio di contributi alle casse del blocco e di accettazione di alcune sue regole.


    A quali controlli alle frontiere fa riferimento il testo? Se si tratta di persone, si fa riferimento alle strutture dell'area Schengen, a cui gli inglesi non hanno mai aderito. Per quanto riguarda le merci, i livelli di controllo sono oggi molto simili tra la Svizzera e il Regno Unito. Le file di mezzi pesanti che gli inglesi hanno subito all'inizio dell'effettiva Brexit sono state principalmente dovute a difficoltà di adattamento. Rispetto agli inglesi, gli svizzeri hanno anche valichi di frontiera più facilmente percorribili.
    https://blogs.letemps.ch/francois-sc...vu-de-londres/

  6. #446
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Sul confine Italia-Svizzera, come sta cambiando l’economia dei frontalieri
    Viaggio tra Lugano e Ponte Tresa alla vigilia dell’entrata in vigore del nuovo accordo fiscale sui frontalieri. I rapporti storici tra commercio e contrabbando. I pensionati svizzeri che vengono in Italia. L’invasione cinese e i nuovi occupati ad alto valore aggiunto nel settore terziario
    Il mercato favorisce la stupidità per favorire il consumismo e i profitti, e i politici di professione si adeguano in una spirale verso il basso.
    Che cos'è il Socialismo

  7. #447
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Citazione Originariamente Scritto da Gian_Maria Visualizza Messaggio
    Sul confine Italia-Svizzera, come sta cambiando l’economia dei frontalieri
    Viaggio tra Lugano e Ponte Tresa alla vigilia dell’entrata in vigore del nuovo accordo fiscale sui frontalieri. I rapporti storici tra commercio e contrabbando. I pensionati svizzeri che vengono in Italia. L’invasione cinese e i nuovi occupati ad alto valore aggiunto nel settore terziario
    - frontalieri italiani che vanno a lavorare (leggasi guadagnare) in Svizzera

    - pensionati svizzeri che vanno a spendere la propria pensione in Italia

    Halberdier me lo immagino così


  8. #448
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Citazione Originariamente Scritto da Milanista Visualizza Messaggio
    Citazione Originariamente Scritto da Gian_Maria Visualizza Messaggio
    Sul confine Italia-Svizzera, come sta cambiando l’economia dei frontalieri
    Viaggio tra Lugano e Ponte Tresa alla vigilia dell’entrata in vigore del nuovo accordo fiscale sui frontalieri. I rapporti storici tra commercio e contrabbando. I pensionati svizzeri che vengono in Italia. L’invasione cinese e i nuovi occupati ad alto valore aggiunto nel settore terziario
    - frontalieri italiani che vanno a lavorare (leggasi guadagnare) in Svizzera
    - pensionati svizzeri che vanno a spendere la propria pensione in Italia
    Halberdier me lo immagino così
    Hai scordato i cinesi.

  9. #449
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Citazione Originariamente Scritto da Halberdier Visualizza Messaggio
    Stick to Science
    Science Europe sostiene l'invito per una collaborazione scientifica aperta e senza barriere tra i paesi europei, tra cui Svizzera e Regno Unito, come presentato nell'iniziativa Stick to Science di recente lancio.
    Science Europe sostiene il movimento "Stick to Science".
    Tanto per ribadire quanto l'UE è dispostissima a danneggiare ciò che proclama di promuovere, quando deve vendicarsi di chi non accetta di obbedire...
    E sempre per ricordare (per l'ennesima volta) « quanto l'UE è dispostissima a danneggiare ciò che proclama di promuovere, quando deve vendicarsi di chi non accetta di obbedire... »
    [...] A causa della non associazione, le università britanniche e svizzere che sono tra le principali università del mondo non possono partecipare a Horizon Europe. L'ETH di Zurigo, ad esempio, è stata appena nominata la quarta migliore università al mondo in Informatica dal Times Higher Education Rankings. Solo due istituti americani e l'Università di Oxford - anch'essa esclusa da Horizon Europe - si sono classificati meglio in quest'area. Anche l'EPFL di Losanna è al 19° posto sia in Engineering & Technology che in Computer Science. Con l'esclusione di questi importanti istituti di ricerca europei, l'UE è sempre più in ritardo rispetto ai suoi concorrenti americani e asiatici, soprattutto in settori chiave per la futura economia digitale. Inoltre, la retrocessione della ricerca europea in seconda divisione pone le imprese europee orientate all'innovazione in una posizione di svantaggio rispetto ai loro concorrenti asiatici e statunitensi. Questo perché questi ultimi beneficiano dei risultati della ricerca delle università a loro vicine e li immettono sul mercato in nuovi prodotti.

    Se associate, il Regno Unito e la Svizzera contribuirebbero a Horizon Europe con quasi 19 miliardi di franchi svizzeri. Ciò comporterebbe un aumento del 18% del budget disponibile per finanziare la ricerca europea di alto livello. Una presto piena associazione del Regno Unito e della Svizzera è quindi nell'interesse dell'intero polo europeo della ricerca e non dovrebbe essere ritardata da ulteriori mosse politiche. [...]
    https://www.economiesuisse.ch/en/art...tical-barriers
    (originale in inglese)

    E infatti...
    Stati Uniti e Svizzera firmano una dichiarazione congiunta per rafforzare la cooperazione nel campo della ricerca quantistica
    Berna, 20.10.2022 - Il 19 ottobre 2022 gli Stati Uniti e la Svizzera hanno firmato presso l’Ambasciata svizzera a Washington una dichiarazione congiunta sulla cooperazione in materia di scienza e tecnologia dell’informazione quantistica (la cosiddetta «QIST» per Quantum Information Science and Technology). [...]
    https://www.sbfi.admin.ch/sbfi/it/ho...-id-90775.html

    Svizzera-Stati Uniti, patto sulla ricerca
    Da aprile i ricercatori potranno deporre un'unica richiesta di finanziamento per progetti comuni nei due Paesi.

    BERNA - In futuro i ricercatori svizzeri e americani potranno deporre un'unica richiesta di finanziamento per progetti comuni presso il Fondo nazionale svizzero (FNS) e la National Science Foundation negli Stati Uniti. Le due istituzioni hanno concluso un accordo in questo senso. Questo accordo semplifica la collaborazione fra ricercatori dei due paesi, hanno indicato ieri l'ambasciata svizzera negli Stati Uniti e il FNS, rispettivamente su Twitter e sul sito del fondo. Le richieste potranno essere deposte dal prossimo aprile.
    Il FNS e la National Science Foudation parlano di un accordo detto "Lead-Agency", nel quale hanno convenuto di assumere a turno durante un anno la posizione dirigente. Il FNS ha già concluso accordi di questo tipo con numerosi paesi europei nonché con il Sudafrica e la regione di San Paolo in Brasile.
    https://www.tio.ch/svizzera/attualit...ti-fns-accordo

    In pratica, mentre a Bruxelles dicono di voler aumentare la competitività tecnologica e quant'altro dell'Europa, per portare avanti una ripicca mandano potenziali alleati nelle braccia della concorrenza.


  10. #450
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Citazione Originariamente Scritto da Halberdier Visualizza Messaggio
    E sempre per ricordare (per l'ennesima volta) « quanto l'UE è dispostissima a danneggiare ciò che proclama di promuovere, quando deve vendicarsi di chi non accetta di obbedire... »
    [...]
    In pratica, mentre a Bruxelles dicono di voler aumentare la competitività tecnologica e quant'altro dell'Europa, per portare avanti una ripicca mandano potenziali alleati nelle braccia della concorrenza.
    [...]
    E per l'appunto...
    Svizzera-Ue, Berna cerca partner altrove

    In assenza di un accordo con l'Unione Europea, la Svizzera sta bussando alla porta di diversi governi, tra cui gli Stati Uniti, allo scopo di preservare il proprio benessere.
    Si tratta di una strategia lanciata anche a causa dello stallo con l'UE, ha spiegato il "ministro" dell'economia e della ricerca, Guy Parmelin, dalle colonne del quotidiano romando "Le Temps". la Svizzera, ha aggiunto, non può semplicemente stare a guardare.
    "Finché la situazione è bloccata, dobbiamo cercare altre soluzioni per mantenere la nostra prosperità in termini di ricerca, scienza ed economia", ha affermato il consigliere federale Parmelin.
    I primi contatti sono stati allacciati durante il Forum economico mondiale (WEF) di Davos dove sono state avviate discussioni col Regno Unito, il Canada e gli Stati Uniti, ha sottolineato l'esponente UDC vodese in governo, aggiungendo che in gennaio è già stato firmato con Washington un accordo sui prodotti farmaceutici.
    Parmelin ha anche detto di voler verificare se non vi sia una finestra di opportunità per finalizzare l'accordo sul Mercosur, un progetto di mercato comune tra diversi Paesi dell'America Latina.

    Per ora la situazione con l'Ue dopo il fallimento dell'accordo istituzionale è bloccata. Tuttavia, a causa dell'impasse, la Svizzera è stata esclusa dalla piena associazione al programma di ricerca europeo, Orizzonte. Concretamente, i ricercatori e le aziende svizzere non possono più coordinare i progetti europei e la ricerca non può più ottenere sovvenzioni dal Consiglio europeo.
    Per il "ministro" Parmelin, l'UE ha commesso un errore escludendo la Svizzera e il Regno Unito da questo progetto. "Ciò indebolisce il continente europeo, non ci favorisce e, in ultima analisi, avvantaggia il Nord America e l'Asia", ha chiosato il consigliere federale democentrista.
    https://www.swissinfo.ch/ita/tutte-l...trove/48258550



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