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Discussione: Brexit svizzera?

  1. #481
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Citazione Originariamente Scritto da animal Visualizza Messaggio
    Il Parmigiano....non e' una zona geografica ma un tipo di formaggio a pasta dura che puo' essere prodotto in Argentina come nel Vermont meriKano.

    Cosi' va il mondo delle multinazionali della filiera alimentare nestle' unilever, lactalis etc tutte marche di una banda di criminali che dovrebbero essere chiuse e i cui vertici processati per dumping, inquinamento ed avvelenamento oltre ad approppiazione di tecniche e brevetti storici!
    Beh, allora tutto ciò deve valere anche per lo Champagne... giusto?

  2. #482
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Citazione Originariamente Scritto da Halberdier Visualizza Messaggio
    Beh, allora tutto ciò deve valere anche per lo Champagne... giusto?
    eh no....per i franzosi questo non esiste e Champagne, Bordeaux, etc sono indissolubilmente legati al territorio dei nipotini di Carlo Magno!
    Possiamo concludere che tutto il peggio che succede in Italia e' dovuto alle elites PD ed al vaticano?
    Stupri, attentati, invasione, fallimenti, disoccupazione, emergenza sociale, denatalita',violenza verbale , suicidi, omicidi....

  3. #483
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Citazione Originariamente Scritto da animal Visualizza Messaggio
    eh no....per i franzosi questo non esiste e Champagne, Bordeaux, etc sono indissolubilmente legati al territorio dei nipotini di Carlo Magno!
    Immagino che il tribunale dell'UE sovvertirà questa situazione. In fondo sono i paladini della giustizia.

  4. #484
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Quegli accordi bilaterali che rischiano di “far fuori” le FFS
    Nel mirino di Bruxelles gli aiuti statali, dopo il caso della Francia fra i sindacati c'è preoccupazione anche in Svizzera.

    ZURIGO - Il trasporto su rotaia delle merci non tiene più, le Ferrovie vanno in rosso e lo Stato ci mette i miliardi per tappare il buco.
    Tutto è bene quel che finisce bene? No, perché per l'UE questo comportamento è ritenuto «concorrenza sleale» e quindi Bruxelles punta il piede, ed esige il pagamento di multe o il rimborso forzato. Così il governo decide: è fallimento, le Ferrovie statali devono essere smantellate e rifondate sotto nuovo nome. Una quota da 20% però, sarà da cedere ai privati.

    Vero, non stiamo parlando di Svizzera ma - come sostiene il TagesAnzeiger - il caso francese (perché stavamo parlando delle Sncf e della sua controllata merci Fret) potrebbe essere un presagio funesto per possibili ripercussioni negative sulle "nostre" FFS. Anche perché, una cosa analoga sta già succedendo in casa Deutsche Bahn.

    Come riporta il quotidiano zurighese va ricercato nei tanto discussi accordi bilaterali "di riserva" dopo il fallimento dell'accordo quadro. Fra i vari punti di questi accordi ce ne sono alcuni che riguardano i sussidi statali che dovrebbero essere adeguati alle linee guida dell'UE.
    Se così fosse, spiega l'Unione sindacale Svizzera (USS): «la decisione rischia di mettere a repentaglio anche il servizio pubblico svizzero nel trasporto di merci e passeggeri su rotaia».

    Pomo della discordia sarebbero i sussidi, che Berna versa alle Ferrovie così come i prestiti che la Banca Nazionale elargisce a tasso ridotto che l'Unione Europea reputa «concorrenza sleale». Inconcepibili, sempre secondo Bruxelles, anche i sostegni statali per il trasporto regionale.
    Essendo i colloqui ancora in corso, va detto, si tratta esclusivamente di speculazioni. Stando agli osservatori però è poco probabile che l'Unione Europea possa fare concessioni importanti riguardo ai sussidi statali.

    L'unica soluzione, almeno stando alla politica e alle parti sociali, è che il Governo pensi a un pacchetto d'accompagnamento - se e quando l'accordo verrà siglato - in grado di tutelare aziende e collaboratori.
    https://www.tio.ch/svizzera/attualit...bilaterali-ffs

    Ma è mai possibile che ovunque l'UE mette il becco, qualcosa viene distrutto o smantellato?

  5. #485
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    ah non sapevo che in svizzera aveste una succhiasoldi come alitalia
    PATRIMONIALE PROGRESSIVA SU IMMOBILI, DEPOSITI, PRODOTTI FINANZIARI, RENDITE E SUCCESSIONI!

  6. #486
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Citazione Originariamente Scritto da Robert Visualizza Messaggio
    ah non sapevo che in svizzera aveste una succhiasoldi come alitalia
    No, quello no, ma il trasporto pubblico si.

  7. #487
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Quegli aiuti ticinesi che non possono partire per l'Emilia-Romagna
    Quintali di cibo e materiale per l'Emilia-Romagna sono bloccati in Ticino dalla burocrazia. Il consiglio della FOSIT: un partner locale e meglio inviare fondi.

    Milleseicento chili di riso, palette d'acqua, pale e stivali si sono accumulati alla Scuola Steiner di Origlio e in altri magazzini, raccolti da alcune associazioni ticinesi per aiutare la popolazione colpita dal maltempo in Emilia-Romagna. A distanza di parecchi giorni dall'alluvione, tuttavia, il carico (del valore di circa 75'000 franchi) non ha ancora potuto partire.

    Si tratta di un problema burocratico, come spiegato alla RSI da Giusy Reccardo Crameri. Se per le autorità svizzere basterebbe riempire un formulario, non c'è invece un provvedimento europeo che preveda agevolazioni all'esportazione di questi beni.
    In altre parole, la merce andrebbe sdoganata, con costi per migliaia di franchi. Difficoltà simili erano state riscontrate anche nello slancio di solidarietà allo scoppio della guerra in Ucraina.

    Il consiglio di Marianne Villaret, segretaria della FOSIT, la Federazione delle ONG della Svizzera italiana, è quello di lavorare con organizzazioni o enti locali e privilegiare l'invio di fondi a quello di materiale. Quest'ultimo infatti da un lato rischia di essere fermato lungo il percorso e dall'altro, anche una volta a destinazione, crea difficoltà di coordinamento per la distribuzione.
    https://www.bluewin.ch/it/attualita/...o-1762571.html


  8. #488
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Perché il popolo svizzero si fida dello Stato
    Paese stabile, valuta stabile, stile di vita stabile. Nel confronto internazionale, le cose sembrano filare lisce in Svizzera. Una ragione importante è la fiducia nelle istituzioni.

    Durante un viaggio in treno da o per Berna, a volte è possibile incontrare un membro del Governo svizzero, il Consiglio federale. Quasi sempre viaggia senza protezione speciale.
    La fiducia nel Governo è più alta in Svizzera che in qualsiasi altro Paese dell'OCSE e, secondo lo studio del Politecnico federale di Zurigo (ETHZ) Sicurezza 2023, è addirittura aumentata leggermente durante la pandemia.
    Al contempo, la Svizzera è uno dei Paesi più stabili al mondo, sia politicamente che economicamente. La stabilità è un fattore legato a doppio filo con la fiducia nelle istituzioni.
    Altrove nel mondo, negli ultimi anni la democrazia si è ridotta e Paesi come il Brasile e gli Stati Uniti hanno subito tentativi di colpo di stato.
    Molte democrazie stanno lottando per sopravvivere. La Svizzera invece è stabile: qui i e le rappresentanti dei principali partiti, da sinistra a destra, continuano a governare insieme.

    Del Governo ci si fida

    La fiducia è anche un fattore di stabilità sociale. Dalla fondazione dello Stato nel 1848, solo una manciata di ministri ha dovuto abbandonare la carica contro la propria volontà. Nel Consiglio federale, sette persone guidano i sette ministeri del Paese - finora si sono succeduti 111 uomini e 10 donne. In Italia, dal 1946, hanno prestato giuramento non meno di 1'300 ministri.
    L'Università di Berna ritiene che l'alto livello di fiducia nel Governo svizzero, cresciuto negli ultimi 20 anni, sia una delle ragioni di questa continuità.
    In Svizzera, come in altre democrazie sviluppate, il Governo, il Parlamento e la magistratura si controllano a vicenda. Inoltre, i consiglieri e le consigliere federali devono regolarmente affrontare dei referendum. E la maggioranza dell'elettorato a volte dice no. Nell'immaginario elvetico, come sancisce anche la Costituzione, il sovrano è il popolo.

    Fiducia nella polizia svizzera

    In Svizzera ci si fida del Governo, dell'economia e dei tribunali. Tuttavia, a godere del più alto livello di fiducia è la polizia. Nello studio annuale dell'ETHZ, le forze dell'ordine ottengono regolarmente il primo posto nella classifica sulla fiducia. Questo nonostante le critiche rivolte alla polizia, ad esempio per quanto riguarda la proporzionalità delle operazioni durante le manifestazioni politiche o le accuse di profiling razziale.
    Gli e le agenti di polizia sono addestrati ad adottare comportamenti volti a rafforzare la fiducia durante la loro formazione. "Come agente di polizia, si può fare un blocco del traffico in diversi modi", afferma Fabia Freienmuth, della Scuola di polizia della Svizzera orientale in un'intervista a SWI swissinfo.ch.
    "Ci si può avvicinare al mezzo, incrociare le braccia e sentenziare: 'Buongiorno, che infrazione abbiamo commesso oggi tanto per cambiare?'". Freienmuth sbuffa per rendere l’idea.
    Poi sorride e prosegue: "Si può agire anche diversamente così da mantenere la situazione calma, anziché provocare ulteriormente la persona che ci si trova di fronte". In questo modo l’intervento della polizia prende un’altra piega; l’interazione positiva, infatti, contribuisce a creare una base di fiducia per eventuali incontri futuri.
    Gli agenti di polizia dovrebbero comportarsi in modo professionale anche in situazioni estreme: alla Scuola di polizia della Svizzera orientale, gli e le aspiranti agenti si esercitano in questo senso durante la loro formazione.

    Prosperità e franco svizzero

    La Svizzera è uno Stato costituzionale funzionante con ampie libertà personali. Il sistema politico offre strumenti per evitare un'eccessiva concentrazione di potere nelle mani di singoli individui o partiti. Le persone residenti nel Paese possono difendersi dall'arbitrarietà. Le libertà di ricerca e di stampa godono di grande protezione. Tuttavia, esistono delle eccezioni, ad esempio nella legge bancaria.
    La prosperità contribuisce al livello relativamente alto della fiducia. La stragrande maggioranza delle persone in Svizzera gode di sicurezza economica anche se va detto che poco meno del 15% della popolazione è vicino o al di sotto della soglia di povertà. Si soffre in particolare per l'aumento dei prezzi dei generi alimentari, dell'energia e dei beni di consumo.
    Il fatto che l'anno scorso i prezzi in Svizzera siano aumentati meno che nei Paesi vicini è dovuto anche al franco svizzero, sorprendentemente stabile di fronte all'inflazione.

    Quando la fiducia si erode

    Nel 2023, la Costituzione federale svizzera celebrerà il suo 175° anniversario. Al contempo, un'iniziativa popolare ne chiede una revisione totale.
    Anche in Svizzera le istituzioni lottano per la legittimità e le autorità devono cercare attivamente la fiducia della popolazione.
    I social media stanno mescolando le carte in tavola. Gli sfoghi populisti sono stati sovente integrati nella discussione, ma continuano a rappresentare una sfida per la Confederazione.
    La Svizzera si trova a dover affrontare gli ostacoli comuni a tutte le democrazie e a dover dare una risposta alla seguente domanda: come mantenere e sviluppare la coesione sociale? La sua posizione di partenza, comunque, non è poi così male.
    https://www.swissinfo.ch/ita/perch%C...stato/48566536


  9. #489
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Ferrovie: Sardegna, ARST, aggiudicati a Stadler Rail i nuovi treni a idrogeno

    È stata aggiudicata oggi da ARST, in Sardegna, la gara per la fornitura dei primi 6 treni ad idrogeno destinati ai nuovi collegamenti tra Alghero e Sassari/Sorso e l'aeroporto di Alghero-Fertilia "Riviera del Corallo".
    «Si tratta – scrive l’azienda in una nota – di un risultato di fondamentale importanza nel percorso di transizione energetica promosso dalla Regione Sardegna ed attuato da ARST, finalizzato alla progressiva "decarbonizzazione" del Trasporto pubblico locale nella nostra isola nel rispetto degli obiettivi ambientali stabiliti a livello europeo e nazionale».
    «Tale percorso, già avviato ad Alghero con l'immissione in servizio dei primi 4 autobus elettrici, cui seguiranno entro il 2024 gli ulteriori mezzi per la sostituzione in chiave green dell'intero parco autobus, procede quindi con i nuovi treni finanziati nell'ambito del Fondo Complementare PNRR per circa 78 milioni», prosegue ARST.
    Le ulteriori risorse previste per l'intero progetto a suo tempo finanziato, sono destinate alla realizzazione dell'impianto di produzione di idrogeno verde e della nuova tratta ferroviaria Mamuntanas-Aeroporto di circa 7 km, i cui lavori sono già stati banditi e che verranno aggiudicati prossimamente.

    I nuovi treni ad idrogeno forniti da Stadler Rail e lunghi 50 metri, dovranno essere consegnati entro dicembre 2026 e potranno viaggiare fino a 100 km/h con 170 viaggiatori.
    https://www.ferrovie.info/index.php/...eni-a-idrogeno

    « [a Horst Günter Krenzler] era diventato chiaro che la Svizzera aveva un deficit di modernità di 30 anni "su tutta la linea". »
    1991, Documenti diplomatici svizzeri

  10. #490
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    Predefinito Re: Brexit svizzera?

    Un accordo tra Bruxelles e la Svizzera sembra ancora lontano
    L'Unione Sindacale Svizzera (USS) non usa mezzi termini
    di Marianne Wüthrich, dottore in giurisprudenza

    La Svizzera non ha nessuna intenzione di firmare un nuovo trattato con l'Ue, almeno non secondo l'idea che se ne fa a Bruxelles. Il complesso sistema statale svizzero, basato su decisioni adottate dalla democrazia diretta e sulla collaborazione responsabile di liberi cittadini, non può in alcun modo piegarsi al concetto di mercato interno diretto da Bruxelles al servizio degli interessi delle multinazionali. Non è di grande aiuto il comportamento febbrile del capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), Ignazio Cassis, che sta elaborando quelli che chiama "parametri di riferimento" per un futuro mandato negoziale. La sua segretaria di Stato Livia Leu, infatti, è già il quinto capodelegazione a gettare la spugna dopo dieci inutili discussioni a Bruxelles; preferiva fare l'ambasciatore a Berlino.

    Il sindacato svizzero (Uss) ora parla chiaro: continua a opporsi al deterioramento della protezione salariale svizzera e respinge anche la minaccia di una " totale apertura del mercato" nel settore del servizio pubblico . Horizons and Debates ha intervistato il segretario centrale dell'USS Reto Wyss su questo argomento (vedi pagina 2).
    È giunto il momento che il divieto dell'UE sui sussidi pubblici sia finalmente sul tavolo. Finora le autorità federali di Berna hanno cercato di nascondere il seguente corollario: un eventuale nuovo accordo con Bruxelles avrebbe, tra le tante altre conseguenze negative, quella di una drastica limitazione del nostro servizio pubblico affinché mantenga una permanenza di qualità relativamente soddisfacente.
    Una recente decisione della Commissione Europea contro la società francese Fret SNCFil trasporto merci su rotaia non lascia indifferenti i lettori svizzeri, avendo infatti la Commissione ritenuto illegali le sovvenzioni concesse dallo Stato alla sua compagnia ferroviaria. Per sfuggire alla minaccia di multe e rimborsi di svariati miliardi (!), il governo francese è costretto a scindere e privatizzare le ferrovie. Analogo procedimento è in corso nei confronti di Deutsche Bahn . 1
    Stessa sorte attende la Svizzera se intavolerà nuove “negoziazioni” con – o meglio secondo i dettami di – Bruxelles. Infatti, il finanziamento pubblico e, a fortiori, la proprietà della Confederazione (FFS, Posta) o dei Cantoni e dei Comuni (centrali elettriche, approvvigionamento idrico) sarebbero in contraddizione con il divieto antisociale degli aiuti di Stato da parte dell'UE. 2

    I sindacati respingono categoricamente la liberalizzazione dei servizi pubblici richiesta dall'UE

    Nella sua Assemblea dei delegati del 2 giugno 2023, il Sindacato svizzero (USS) ha ribadito la sua posizione sulla politica europea: “L'apertura all'UE deve andare a vantaggio dei lavoratori in Svizzera. Per un mandato negoziale favorevole occorrono fermi impegni sul mantenimento delle tutele salariali e delle garanzie contro lo smantellamento del servizio pubblico” 3 .
    La risoluzione dell'Assemblea dei delegati dell'USS affermava: “Per quanto riguarda il servizio pubblico, la discussione è iniziata male. C'è la minaccia di una completa apertura del mercato dell'elettricità, mentre la liberalizzazione nell'UE ha generato un enorme aumento dei prezzi negli ultimi anni. Una mal concepita apertura del mercato oltre che il dumping salariale, ma anche tariffario, rappresenterebbero una minaccia anche per le ferrovie”. E aggiungere: “I trasporti pubblici (TP) in Svizzera non devono essere indeboliti. L'USS si oppone all'apertura del mercato dei trasporti pubblici. Lo stesso vale per un controllo dei sussidi che indebolirebbe i Pt”.
    L'assemblea dei delegati ritiene certamente positivo un accordo nel campo della sanità pubblica e della gestione delle crisi, ma respinge una "riduzione forzata, ai sensi della legge sui sussidi, dei sussidi pubblici già troppo ridotti nel campo della sanità". Allora perché un accordo sanitario con Bruxelles? È conforme alla sovranità della Svizzera cooperare su un piano di parità con i vari Paesi limitrofi o altri Stati europei, come abbiamo sempre fatto.

    E dov'è la socialdemocrazia svizzera?

    È più che inquietante sentire Roger Nordmann , consigliere federale e leader del gruppo parlamentare PS, dichiarare alla stampa che è impossibile per la Svizzera "aggirare" le norme dell'UE sulla protezione salariale o sul finanziamento del servizio pubblico in base a un accordo con Bruxelles. Il Consiglio federale dovrebbe invece presentare un pacchetto legislativo comprendente “formule per il finanziamento pubblico del trasporto ferroviario o altre prestazioni di servizio pubblico compatibili con l'UE”. 4 Svizzera, obbedendo in anticipo agli ordini di Bruxelles? Ma da che parte del tavolo siede Nordmann? Lo zelo per compiacere l'UE a quanto pare ti fa dimenticare di essere socialdemocratico.
    https://www.zeit-fragen.ch/fr/archiv...in-weite-ferne
    (originale in francese)


    Nessuno smantellamento del servizio pubblico svizzero!
    “Un tacito accordo con l'Ue non è accettabile per i sindacati”

    Intervista a Reto Wyss*, segretario centrale dell'Unione sindacale svizzera (USS)

    Orizzonti e dibattiti: sono lieto che l'USS prenda posizione sulla questione del servizio pubblico nell'ambito di un possibile accordo Svizzera-UE. A mia conoscenza, il Consiglio federale elude regolarmente il tema del servizio pubblico, sostenendo che i lavoratori si troverebbero solo in disaccordo con la tutela del salario. È corretto?
    Reto Wyss : Sì, assolutamente. Per quanto ci riguarda, abbiamo sempre fatto riferimento al servizio pubblico , ma finora questo non è stato percepito a sufficienza. Alcuni cantoni ordinano già da anni perizie in materia di servizio pubblico. Questo era il timore di un intervento dell'UE nelle competenze cantonali, ad esempio per quanto riguarda l'assicurazione degli edifici, le banche cantonali, altri monopoli cantonali, ecc.

    Come vede le conseguenze di un accordo con l'UE sul nostro servizio pubblico? Quando si è trattato dell'apertura del mercato dell'elettricità, ad esempio, l'USS ha lanciato un referendum contro questa mossa. 1
    Per quanto riguarda il mercato elettrico, l'ex capo del dipartimento svizzero competente, Simonetta Sommaruga, voleva fare un accordo; riposa nei cassetti suscettibili di essere rielaborati. Ma una cosa è sempre stata chiara: l'accordo elettrico esiste solo con la piena apertura del mercato, quella era una delle condizioni poste dall'Ue, l'altra è il legame con un accordo-Corpo istituzionale. Quando quest'ultimo fallì due anni fa, era chiaro che non ci sarebbe stato nemmeno un accordo sull'elettricità, rendendo obsoleto il ragionamento secondo cui avremmo dovuto aprire il mercato dell'elettricità perché lo voleva l'UE.

    Cosa ci porterebbe un accordo sull'elettricità? La sua esistenza non eviterebbe il fatto che Francia e Germania non ci fornirebbero elettricità finché non ne avessero abbastanza per sé.
    Sì, in caso di grave carenza ognuno se la caverà come meglio può. Sebbene discutiamo delle necessità e dei vantaggi di un accordo elettrico, è ormai chiaro che l'accordo esiste solo come parte del contratto quadro. Nutrivamo una piccola speranza che l'UE intraprendesse una vera riforma del mercato dell'elettricità nel contesto della carenza di elettricità, ma le proposte corrispondenti sono scomparse in un cassetto dopo pochi mesi, il che non sorprende nessuno. Questo è il campo dell'elettricità.

    Nel settore del trasporto ferroviario: la Commissione europea attualmente vuole imporre sanzioni massicce alla Francia per non aver ancora privatizzato il trasporto di merci. Come vede le conseguenze per la Svizzera?
    La Commissione europea non è l'unica a volerlo, lo vuole anche il governo neoliberista francese. Anzi, è il contrario: è il governo che si rivolge alla Commissione europea dicendo alla sua stessa popolazione: beh, è ​​tempo di privatizzazioni. Ma la Francia è un paese grande, i francesi potrebbero salire sulle barricate dicendo che sono stufi. Che non si lasceranno dire di distruggere il loro sistema di trasporto merci. Il governo Macrondice che purtroppo è obbligato a farlo, poiché l'UE lo vuole, ma è proprio quello che vuole anche lui.
    Per quanto riguarda la Svizzera: noi (l'USS) volevamo mostrare cosa potrebbe accadere se adottassimo il regime di aiuti dell'UE, in connessione con le informazioni provenienti dalla Francia. È una costruzione molto ampia e complicata con cui l'UE può potenzialmente o tendenzialmente intervenire in tutti i settori del servizio pubblico. Ecco perché è così pericoloso per la Svizzera. Le domande sugli accordi attuali sorgono quando vengono "energizzati" (assoggettandoli al diritto dell'UE), ma anche quando vengono conclusi nuovi accordi.
    Per quanto riguarda il trasporto ferroviario in Svizzera: come ho detto alla Sonntags Zeitung, un nuovo accordo con l'UE metterebbe potenzialmente in discussione il futuro di FFS Cargo , ma sarebbero minacciati anche alcuni aspetti del finanziamento pubblico del trasporto passeggeri. Bruxelles potrebbe, ad esempio, considerare i crediti federali vantaggiosi concessi alle FFS come sovvenzioni illegali e opporsi. E, se necessario, sarebbe minacciato anche il sostegno del traffico ferroviario regionale con fondi pubblici. Un accordo con l'UE che lo consenta non è quindi accettabile per i sindacati.

    A differenza della Francia, sono le persone che alla fine decidono in Svizzera, e la maggioranza non vuole certo che l'UE interferisca nei nostri servizi pubblici.
    Esattamente. È lo stesso pensiero di base che ci guida anche per quanto riguarda la protezione salariale. Sono anni che cerchiamo di farlo capire al Consiglio federale. Anche se non ci interessa la nostra opinione di sindacati, non possiamo escludere certe cose basilari in un accordo, rischiando che non ci sia maggioranza nel voto popolare.

    Lei ha citato anche il settore sanitario. Cosa ne pensi di un accordo sanitario con l'UE?
    Pensiamo, ad esempio, alla collaborazione durante la pandemia, dove la Svizzera è stata improvvisamente esclusa dai meccanismi di intervento in caso di crisi oltre che dal rispettivo scambio di dati e dagli organi amministrativi interessati. Come tutti sanno, i virus non si fermano alle frontiere. Ma nella fase più acuta, l'Ue si è presto ripresa dal suo atteggiamento che invitava la Svizzera a partecipare in via provvisoria, perché si è accorta anche da parte sua che altrimenti sarebbe a discapito di tutti. È quindi positivo che la Svizzera vi sia presente.
    Oggi la cooperazione transfrontaliera occupa un posto importante nell'UE. Ne esiste un'intera area come "Cross Border Health Care", assistenza transfrontaliera ai pazienti, che solleva molte domande. E per quanto riguarda gli aiuti, bisognerebbe garantire che non vengano contestate le sovvenzioni concesse agli ospedali svizzeri. E quando si parla di cura del paziente, in ottica sindacale, non vogliamo togliere il principio di territorialità. Non riteniamo accettabile che la cassa malati comunichi improvvisamente al paziente che deve sottoporsi a un'operazione costosa in Germania perché i medici e il personale infermieristico lavorano lì a un prezzo molto più basso, il che ridurrebbe i costi. Non vogliamo tali situazioni.

    Come ha scritto l'USS, lo stato sta già cercando di tagliare i fondi per l'assistenza sanitaria qui comunque. Sarebbe tanto più grave se le nostre amministrazioni collaborassero con l'Ue per risparmiare in ambito sanitario.
    Si Certamente! Oggi, nonostante tutti gli sforzi di liberalizzazione, il nostro sistema sanitario è ancora fortemente pianificato dallo Stato. E se abbiamo enormi capacità negli ospedali e spendiamo miliardi all'anno (con i soldi dei contribuenti e i premi delle assicurazioni sanitarie), non possiamo dire dall'altra parte: "E adesso, libero accesso a tutto e vediamo cosa succede". Come ho detto, non è scritto da nessuna parte che tutto questo debba avvenire così. Ma fino a quando tali domande non avranno una risposta e tali timori non saranno analizzati seriamente, è legittimo insistere. Nonostante le voci che dicono: siete allarmisti, dipingete il diavolo sul muro.

    Se prendiamo dalla stampa che l'Ue minaccia di infliggere multe di diversi miliardi nel caso in cui lo Stato rinunci alla privatizzazione, c'è ancora motivo di allarme.
    Sì, in effetti, la regola con gli aiuti non autorizzati è: se qualcosa non va secondo questi principi, il governo viene ritenuto responsabile retroattivamente, per anni. Conosciamo esempi in cui ciò è avvenuto.

    Un altro forte argomento a favore della prudenza della Svizzera riguardo a un nuovo accordo quadro.
    Esattamente. Quello che sta accadendo è molto complesso. Cosa dice il Trattato Ue, cosa decide la Commissione? È anche un braccio di ferro tra le istituzioni. Ad esempio, nell'ambito dell'obbligo di gara, da anni c'è un'aspra lotta tra la Commissione e il Parlamento europeo. E poiché è così complesso, ci sono anche molti pericoli.

    Signor Wyss, grazie mille per questa intervista informativa. 1
    https://www.zeit-fragen.ch/fr/archiv...service-public


 

 
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