In onore dei caduti giapponesi in guerra. Video propagandistico.

[Draigo]

non vedo perche si debba immaginare una cosa che è cosi generale e comune In tutte le nostre citta piccole o grandi vi sono monumenti ai caduti di tutte le guerre e anche un monumenti nazionali come al Milite Ignoto: questo non significa che noi approviamo i motivi di quelle guerre o anche la guerra in generale
Si onorano anche i caduti che combatterono contro di noi nei cimiteri di guerra

Innanzitutto, la prima guerra mondiale fu una guerra su base irridentistica prima e difensiva dopo, quindi urge un ripasso di storia se ti permetti di giudicare opinabile l'entrata in guerra dell'Italia nella Grande Guerra, che è a ciò cui facevo evidentemente riferimento parlando di Monte Grappa, e nello specifico a una battaglia esclusivamente difensiva, resistenziale ed eroica.
Secondo, i monumenti ai caduti furono disposti in epoche ben diverse da quella attuale.

E perche mai ? IL mondo di oggi è molto diverso da quello del passato e molti principi millenari sono caduti La morale è cambiata non è stata certo abolita: continuiamo a considerare alcune azioni come cattive e altre buone

asilo mariuccia

Infatti Nietzsche proponeva la "trasvalutazione di tutti i valori", non il diniego degli stessi.

che però è sempre stata più che altro una gran bella supercazzola.
Siamo onesti, la pars destruens del vecchio Nice è sempre stata decisamente ficcante, prorompente ed evocativa, ed ha sempre esercitato grandissima influenza sulla DR, ma sulla costruens siamo decisamente più verso il Nice col tabe midollare che verso il Nice brillante autore e filologo.

[Giò]

pestis questo senso di colpa lacrimoso è un' eredità avvelenata del cristianesimo, ai popoli non cristiani è sconosciuto

"Origine del peccato. Il peccato, così come lo si sente oggi in tutti i luoghi dove domina il cristianesimo o ha dominato in passato, il peccato è un sentimento ebraico e un'invenzione ebraica, e se si considera questo sfondo di tutta la moralità cristiana, ci si rende conto che il cristianesimo di fatto ebbe di mira "l'ebraizzazione" del mondo intero" (Gaia scienza, 135).

Bisogna prima eliminare il concetto di peccato e poi morirà quello di colpa (di aver peccato).

La rimozione del concetto di peccato sta proprio all'origine della modernità e del progressismo.

@Draigo ovviamente centra il punto. Non credere più al peccato originale e ai suoi effetti ha portato all'eccessivo ottimismo antropologico che reputa l'uomo essere buono spontaneamente, credenza su cui si basano in larga parte le utopie illuministe, giacobine, socialiste e comuniste della storia moderna e contemporanea. Da ciò è scaturita anche l'ingenua convinzione che il problema della cattiveria umana non risieda nell'uomo (o meglio, nel peccato dell'uomo) ma nella società e che, mutando la società, di conseguenza, quasi per automatismo, si possano eliminare - in tutto o in parte - i problemi dell'uomo. Nietzsche è stato un pensatore molto acuto nello smascherare e nell'abbattere molti degli idoli della modernità, ha avuto anche il merito parossistico di mostrare fino a che punto possono arrivare le conclusioni implicite nelle premesse nichiliste della modernità, ma ha avuto il torto di aver accettato in toto il disincantamento del mondo prodotto dalla modernità da lui stesso criticata ferocemente. Nietzsche accetta il razionalismo ateo nella sua critica demolitrice sia del cristianesimo che della linea Socrate-Platone-Aristotele, proseguita a suo modo dalla linea Sant'Agostino-San Tommaso d'Aquino. Rendendosi conto però delle mistificazioni prodotte da quello stesso razionalismo ateo per sopperire all'abbandono della prospettiva metafisica e teologica, rovescia il razionalismo in irrazionalismo, che è l'opposto del razionalismo moderno ma non la sua contraddizione. A suo modo, Nietzsche è un controrivoluzionario (inteso alla De Maistre o alla Donoso Cortes) che però, avendo abbandonato ogni prospettiva metafisica e/o soprannaturale, non riesce più a vedere l'ordine storico e contingente come riflesso dell'Ordine, che è ordine di principi eterni, e, perciò, lo vede solo come prodotto di una volontà di potenza individuale puramente autoreferenziale ed arbitraria, tutt'al più al servizio di se stessa. La follia finale di Nietzsche è l'esito stesso della sua filosofia, quando non debitamente epurata.

[FRUGALE]

Ovviamente Giò, non avendo io mai letto una riga di quello di cui parli tu e non potendo quindi argomentare su Nietzsche e gli altri che hai nominato, debbo prenderti per buono.

Ma a lato pratico, da misero ingegnere di provincia che non ha fatto il classico, vedo che il nemico ha gioco facile anche grazie al chiaggnismo cattolico. Proprio dei cattolici di nome e di fatto, o declinato in salsa laica/laicista, ma di chiara origine. Dispiace constatarlo, mi costa molto dirlo, ma è così.

[Sparviero]

La "sinistra" ha sostituito al peccato il senso di colpa, ovviamente solo per alcuni (es. "white privilege").

[Sparviero]

Ovviamente Giò, non avendo io mai letto una riga di quello di cui parli tu e non potendo quindi argomentare su Nietzsche e gli altri che hai nominato, debbo prenderti per buono.

Ma a lato pratico, da misero ingegnere di provincia che non ha fatto il classico, vedo che il nemico ha gioco facile anche grazie al chiaggnismo cattolico. Proprio dei cattolici di nome e di fatto, o secolarizzato fin che vuoi, ma di chiara origine. Dispiace constatarlo, mi costa molto dirlo, ma è così.

Il nemico, da buon parassita, s'adatta alla vittima.
Quanti cattolici ci sono in Svezia o Inghilterra? Eppure sono messi molto peggio di noi.

[Draigo]

Questa cosa è a mio avviso magistralmente spiegata nel libro di Calasso, il primo, la Rovina di Kasch, in cui descrivendo una cerimonia dell'uguaglianza in prossimità della Rivoluzione francese sostiene che se questa pagliacciata è volta a creare un uomo nuovo che non può più rivendicare i meriti dei propri avi (in questo senso è un intento decisamente aristocratico) esiste anche un altra faccia della medaglia, quella esoterica: e cioè, rifiutando di rivendicare i meriti dei padri, l'uomo si rifiuta anche di assumersene le colpe. E questo è, oltreché una dolce menzogna, la base di quella credenza contemporanea che porta l'uomo a credersi infinitamente perfezionabile per tramite tecnico/politico, come detto da Giò, con gli esiti parossistici che osserviamo oggi.

[Giò]

Ovviamente Giò, non avendo io mai letto una riga di quello di cui parli tu e non potendo quindi argomentare su Nietzsche e gli altri che hai nominato, debbo prenderti per buono.

Ma a lato pratico, da misero ingegnere di provincia che non ha fatto il classico, vedo che il nemico ha gioco facile anche grazie al chiaggnismo cattolico. Proprio dei cattolici di nome e di fatto, o declinato in salsa laica/laicista, ma di chiara origine. Dispiace constatarlo, mi costa molto dirlo, ma è così.

Ma di cattolico c'è poco e niente, almeno in termini sostanziali. Il vittimismo di certe minoranze e di determinate categorie prescinde completamente dal cattolicesimo.
Ovviamente non è una novità che le ideologie moderne siano, spesso e volentieri, una forma di secolarizzazione del cristianesimo. Ma la secolarizzazione dello stesso ne implica un ribaltamento. Se espungiamo dal cristianesimo la dimensione verticale e soprannaturale e la sua connessione con l'ordine naturale che, in virtù della grazia divina, eleva e vivifica, così come se ne togliamo la dimensione sacrificale ("Prendi la tua croce e seguimi": questa è forse l'essenza o almeno parte dell'essenza di tutto il cristianesimo), nonché la tensione ideale ed eroica, di fatto lo rendiamo qualcosa di completamente diverso da ciò che è (ed è sempre stato). Ricordiamoci che il diavolo è scimmia di Dio. Lo imita (malamente, ma cerca comunque di farlo) proprio per trarre in inganno e fuorviare gli uomini, confondendoli su ciò che è bene e ciò che non lo è. Quest'opera è visibilissima proprio nella confusione che le ideologie moderne hanno prodotto di fronte a concetti che, di per sé, possono essere (ed originariamente erano) intesi in modo sano e giusto. Pensa al famoso motto rivoluzionario della Francia del 1789: libertà, fraternità ed uguaglianza. Concetti che, se considerati nella maniera corretta (per riassumere: libertà come libertas maior sul piano etico e libertà ordinata/libertà nell'ordine sul piano politico; fraternità come legame sociale tra gli uomini fondato sull'amore del prossimo per amore di Dio ed il dono di sé; uguaglianza come riconoscimento della dignità di ogni essere umano in quanto creato ad immagine e somiglianza di Dio, che convive col debito riconoscimento delle disuguaglianze naturali dei singoli individui e dei popoli) sono assolutamente normali ed accettabili, ma che in bocca ai sovversivi sono stati pervertiti, esagerati e resi "idoli" assoluti. Perciò, si è avuta la libertà come licenza ed autodeterminazione pressoché assoluta dell'uomo, la fraternità come solidarietà filantropica ed umanitaria "laica", cioè agnostica quando non addirittura atea, e l'uguaglianza come livellamento.