Originariamente Scritto da
emv
@
zefiro
Secondo me il CVII non è terminato perchè manca un’ermeneutica del concilio, la Chiesa dovrebbe fornire dei chiarimenti su come interpretare quelle cose che appaiono in contrasto con la tradizione ma che ovviamente non lo sono. Mi sembra che questa sia la posizione di BXVI, ma se non è stato fatto deve essere probabilmente per contrasti interni e i Papi hanno fatto tutto il possibile per evitare uno scisma. Perchè il problema è: con uno scisma a quale delle due parti sarebbe andata la sede di Roma? Ai tradizionalisti o ai progressisti? Molto verosimilmente ai progressisti data la loro prevalenza. Ti saresti visto un cardinale Siri, o lo stesso Lefebvre Papa? Impossibile. Ci sarebbero state due Chiese e quella santa non sarebbe stata a Roma, con conseguente perdita della
visibilità della Chiesa. E della
successione apostolica. Questi sono due concetti fondamentali: ci sarebbero stati necessariamente due Papi di cui uno antipapa e col grave problema di ordinazioni ritenute invalide da una parte e dall’altra. Ecco, il CVII almeno ha evitato questo disastro. E che la sede della Chiesa debba restare a Roma è opinione anche di un sacerdote e pensatore tradizionalista come Don Nitoglia.
Per il resto rimane al buonsenso dei singoli di interpretare le disposizioni del Concilio in chiave tradizionale. Non bisogna mai dimenticare che il CVII è stato un concilio Pastorale e non Dottrinale. Ciò significa che non ha introdotto o abrogato alcuna verità che appartiene al
deposito fidei ma ha solo indicato il nuovo modo, adatto ai tempi, per incarnare queste verità nel mondo. La Chiesa non ha fatto niente di diverso dal passato in questo. A essere diverso è il mondo, mai così ateo, materialista e anticristiano che purtroppo ha dato un’interpretazione “rivoluzionaria” del CVII, ovviamente con l’avvallo di settori deviati della Chiesa.