@
Antony The Tripe
Ti rispondo qui.
Si andava a scuola a sette anni o dovevi compiere sette anni in quell’anno.
Alcuni genitori mandavano i figlio a scuola anche a 8 anni.
Lo studio durava 8 anni o 10 anni: 5 anni le elementari, 3 anni medie, 2 anni una specie di superiori alle medie.
Dopo dieci anni di studio potevi andare in una specie di superiori professionali o all’istituto superiore di indirizzi diversi o all’università.
Dopo 8 anni di studio potevi lasciare la scuola e entrare in una scuola professionale, imparare il mestiere in fabbrica.
Le scuole in URSS erano generalmente buone, però bisognava studiare perché se avevi un’insufficienza in una materia dovevi fare l’esame o venivi bocciato.
Le lezioni erano tante, quattro o cinque alle elementari di solito sei nelle medie o medie superiori.
Molti ragazzi facevano anche attività extra scolastiche: sport, musica, canto ecc.
Le lezioni di musica erano a pagamento, circa 16 rubli al mese.
Io ho studiato in un’ottima scuola, dove ci tenevano a tutto: alla bella scrittura, alla lettura comprensibile e accentuata e alla velocità di lettura.
A 8 anni leggevo 219 parole al minuto.
Ero molto brava nelle lingue, ma non ero brava in matematica.
In all’algebra ero un disastro, in geometria e in fisica un meno, ma sempre un disastro.
Piangevo in bagno prima di andare alle lezioni.
Ero molto brava in astronomia, ho sempre avuto un voto massimo: 5.
I voti erano da 1 a 5.
Ma 1 ti mettevano solo se non sai nulla e ti anche comporto male.
Negli ultimi due anni di scuola c’erano le lezioni di Addestramento Militare Iniziale ( Primario).
Dovevi avere una specie di divisa, c’era la parte teorica e pratica.
Dovevi sapere smontare un fucile semi-automatico, strisciare, saltare, arrampicarsi alle scale, lanciare gramate di legno dalla posizione sdraiata.
La scuola aveva anche i vari difetti: la storia si studiava seguendo solo quello che era vero secondo i comunisti.
Io sapevo la storia molto bene: date, eventi, nomi, località ecc, ma una volta arrivata in Italia ho scoperto che io non conosco la storia perché ta re cose che ho studiato non erano vere.
Anche le lezioni di chimica prevedevano la divisa: un grembiule bianco.
Dopo aver studiato per 10 anni ognuno aveva diritto di andare dove vuole: lavorare o studiare.
Di solito si andava a studiare, perché lavorare senza imparare un mestiere era difficile, potevi fare solo caricatore, operaio generico, operatore ecologico, lavorare con le mucche, nei campi.
C’entrano i corsi che duravano sei mesi o un anno, c’erano scuole di tre anni, c’erano istituti, scuole superiori di cinema e teatro, di pittura, conservatori, scuole superiori di polizia, militare, università, accademie.
Tutto era gratuito, ma in certe scuole non era facile entrarci, a volte c’erano 200 persone per un posto solo.
Le bustarelle - a volte - risolvevano tutto.
Si doveva fare 4 esami di ammissione.
Solo chi aveva finito le scuole con una medaglia d’oro era esonerato dagli esami.
Lo stato pagava lo stipendio, 30 rubli al mese, a volte offriva anche un posto letto in una specie di convitto ( dormitorio).
Chi aveva ottimi voti aveva lo stipendio più alto.
Ma far studiare il figlio richiedeva molti sforzi dalla parte della famiglia.
Chi aveva genitori in campagna era avvantaggiato, portava il cibo da casa.
Il modo di fare sovietico era di condivider tutto, aiutare a chi è in difficoltà, questo modo di vivere lo abbiamo imparato sin dall’asilo.
Ovviamente, ognuno ha un proprio carattere, ma di solito la gente condivideva molto volentieri averi e il sapere.
Io ho sempre condiviso tutto e mi stupivo sempre, quando alcuni usavano tranquillamente le mie cose e non volevano condividere le loro.
Comunque lo stato sovietico non faceva nulla a gratis.
Gli studenti venivano impiagati alla raccolta di patate, non venivano pagati e spesso lavoravano nelle condizioni primitive: tante persone nella stanza, lavorare nel fango, con il freddo, la doccia una volta a settimana, lavare i capelli con l’acqua fredda.
Dopo aver finito gli studi gli studenti dovevano lavorare due o tre anni nelle località in cui venivano mandati.
Di solito erano paeselli sperduti, senza un’accenno alla civiltà: un negozietto per il tutto il paese, strade infangate, nessun divertimento, o forse il cinema di domenica.
Alcuni paesi erano un po’ più avanti, avevano un club ( centro per il ritrovo) dove si poteva ballare, parlare e ubriacarsi.
Avevano un forte kolhoz, una scuola più o meno buona, asilo, due negozi, una selfie di piazzetta, ufficio postale.
Ovviamente, praticamente nessuno voleva andar per due o tre anni chissà dove, quindi la gente si arrangiava come poteva: bustarelle, matrimoni, gravidanze.
Se hai domande, fammele pure.