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  1. #141
    Super Troll
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    Predefinito Re: Raccontini senza impegno

    Citazione Originariamente Scritto da Blue Visualizza Messaggio
    Vero: oltre a graffiare il cervello, graffia anche lì...
    Pensi che sarebbe il caso di scrivere all'editore, pregandolo di usare carta un po' più morbida?
    ecco, in effetti questa è una delle mancanze più gravi di quel giornale. metti che uno soffra di emorroidi ...

  2. #142
    Blue
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    Predefinito Re: Raccontini senza impegno

    Citazione Originariamente Scritto da standing bull Visualizza Messaggio
    ecco, in effetti questa è una delle mancanze più gravi di quel giornale. metti che uno soffra di emorroidi ...
    Ma non è che poi l'editore si offende?

  3. #143
    Super Troll
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    Predefinito Re: Raccontini senza impegno

    Citazione Originariamente Scritto da Blue Visualizza Messaggio
    Ma non è che poi l'editore si offende?
    per l'editore l'importante è vendere. come cultura vende poco, come altre cose il mercato c'è.

  4. #144
    Blue
    Ospite

    Predefinito Re: Raccontini senza impegno

    Citazione Originariamente Scritto da standing bull Visualizza Messaggio
    per l'editore l'importante è vendere. come cultura vende poco, come altre cose il mercato c'è.
    In effetti, è un'idea... e potrebbe persino incrementare le vendite del quotidiano!

  5. #145
    il pleure dans mon coeur
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    Predefinito Re: Raccontini senza impegno

    Citazione Originariamente Scritto da Blue Visualizza Messaggio
    Le bisce inglesi sono particolarmente curiose?
    Non sapevo...
    Curiosissime! Ancor di più di quelle brianzole!

  6. #146
    il pleure dans mon coeur
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    Predefinito Re: Raccontini senza impegno

    Citazione Originariamente Scritto da chicca.s Visualizza Messaggio
    Te lo scrivo in pvt? Non penso che la mia amica legga il forum ma non si sa mai...volevo davvero chiedere un consiglio a Blue, poi è diventato un raccontino...
    Certo, grazie! :-)

  7. #147
    Super Troll
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    Predefinito Re: Raccontini senza impegno

    Una pioggia fine su due ombrelli vicini, davanti a una lapide di marmo grigio, la foto in bianco e nero del sorriso di una donna giovane e una scritta “Locatelli Elvira” e sotto “Pucci per chi mi conosce”, e sotto ancora due date.
    “la ha voluta lei così, anzi: la aveva già fatta preparare, mancava solo la seconda data. pensare che con tutte le cose che abbiamo vissuto insieme, ho dovuto aspettare che andasse all’altro mondo per sapere la sua età”
    “e allora noi non la andremo certo a raccontare in giro” la voce da sotto l’altro ombrello.
    E la Liliana continua, raccontando che non ha mai mancato un sabato, tranne quando era fuori Milano, ma adesso dove vuoi che vada, sono sempre qui, e al sabato mi fermo una mezz’oretta e le racconto le mie cose come se potesse ancora darmi dei consigli e forse qualche volta sento che me li dà davvero. Però oggi ne abbiamo di cose da raccontare, non ti darà mica fastidio la pioggia, spero.
    “cara Pucci, devi sapere che questa è la Marghe, ormai siamo diventate quasi amiche, ma non è che ero tanto contenta quando si è fatta invitare a cena quasi a forza, che giorno era, martedì? E così te l’ho portata per fartela conoscere. Ma incominciamo dal principio, non ti sto a dire le telefonate che mi ha fatto, e alla fine me la vedo lì davanti, con il suo tubino nero, cara la mia ragazza come ti sei vestita per andare a trovare una vecchia, ma poi penso che c’è lì anche Giovanni e allora, mi dico, è tutto chiaro. Ma alla fine ho visto che due più due non fanno sempre quattro, me lo dicevi sempre, ti ricordi.”
    Parla a bassa voce la Liliana, sembra quasi che stia dicendo le preghiere, ma la Pucci mi sente, sì verso la fine era diventata un po’ sorda, ma adesso è guarita anche da quello. Però ora racconta tu, dai, che la storia è la tua e la conosci meglio.
    La Marghe è un po’ imbarazzata, lei la Pucci non la ha mai conosciuta, e poi parlare con una lapide le fa un po’ impressione, ma in fondo cosa le costa, e poi alla Liliana fa piacere
    “senti Pucci, ti do del tu anch’io, e poi perché dobbiamo fare delle cerimonie. Siamo qui, sotto la pioggia, a raccontarci delle storielle come fossimo davanti ad una tazza di tè vent’anni fa, e allora io ti do del tu, e se non ti piace fattelo piacere.
    No, è che alle dieci della mattina dopo, intendo di quando era arrivata la cassapanca dall’antiquario, ma questo lo sai, ero già lì. Decisa a comprarla, ma non a quel prezzo da strozzini, io sono una della bassa, lo so come si contrattano i vitelli, e che differenza vuoi che ci sia con una cassapanca. Alla fine lui era sudato che nemmeno un bergamino, e io scrivevo l’assegno per la metà del prezzo che aveva chiesto all’inizio, ho bisogno di un bicchiere d’acqua mi ha detto, gradisce? No grazie, io ero fresca come una rosa, ma si vedeva lontano un miglio quello che l’antiquario pensava di me , che mi voleva mandare in malora, per usare un eufemismo, insieme alla contessa e alla cassapanca. Ma per favore la consegna alle nove di sera, gli ho detto, no, non si preoccupi, lo straordinario ai fattorini lo pago io, quanto fa? Si perché la cassapanca era per la Liliana e volevo che gliela consegnassero durante la cena, così mi avrebbe voluto un po’ bene e le sarebbe passata l’incazzatura per avermi divuto invitare per forza.”
    E poi da sotto l’ombrello ancora la Marghe che guarda la Liliana e le dice che le sembra che la Pucci da sotto la lapide capisca e si faccia anche qualche risata. Ci hai ragione, sai, a venire qui tutti i sabati: si sta bene, in pace, e si chiacchiera meglio perfino che davanti a uno spritz.
    “no, dico, mi sono messa su un po’ figa, non devo mica spiegarlo a te, che lo sapevo che c’era il Giovannino, e sai che ridere dentro di me quando me lo sono visto davanti, che mi aveva aperto la porta, era lì tutto elegante con un bel papillon rosso, che si credeva di fare chissà che. Piaciuto lo Zacapa, Giuànn? Pensavo, mentre gli mettevo in mano il dolce alla crema raccomandandogli di metterlo in frigo. E lavora un po’ anche tu, bel bambino. Guarda che c’è anche il Franciacorta, prendilo su, bello, fai vedere che la palestra ti serve a qualcosa, grazie che è freddo, l’ho tenuto due ore in freezer, ma adesso vallo a mettere in fresco se non ti vengono i calli ai palmi delle mani a reggere tutto quel peso. E lì vedevo lì, la Liliana con la sua uniforme di seta blu da contessa, non ti dispiace vero? E il giro di perle d’ordinanza, ora lo so che sono vere, ma quella sera avevo dei dubbi, sai come è, e poi le perle a me non piacciono, Pucci, lo sai che sono lacrime.”
    “la hai chiamata Pucci”
    “non me ne sono accorta. Ma dicevo la cena, la tovaglia lunga fino a terra, bicchieri di cristallo, posate d’argento, il servizio di piatti della contessa madre, speriamo che si mangi anche e non sia solo la solita scena di quelli che una volta erano ricchi. E arriva il consommé, una roba che se la presentavo al Giuseppe, che sarebbe il mio ex marito, me la stampava sulla parete di fronte dopo la prima cucchiaiata, ma forse fa fino, mi dicevo, quel brodino insipido che mi sa tanto che era di dado”
    “ma cosa dici, era estratto di carne Liebig, il migliore”
    “polpa e osso di manzo, no eh? Va bene ma andiamo avanti, roast beef e patate al forno? Non male, ma santiddio, mica doveva cuocere fino a domattina, ma comunque mi ispira e mi metto a raccontare, sai di quella storia di sesso con il Giovannino, che poi mirava ad altro, dicasi portafogli, a letto è proprio bravino il ragazzo, ma oltre non va. E non è che lo potete nascondere che vi state vendendo tutto, con quelle pareti scolorite dove una volta c’erano dei mobili, antichi, immagino. Ho ragione Giovannino? Ma tu, metterti a lavorare, fare fruttare le conoscenze, fare fruttare il patrimonio? Guarda qui, il mio commercialista è un genio, mi ha fatto il conto di quello che ti sei venduto negli ultimi tre anni, roba che solo con i proventi ci avrebbero campato più che bene una decina di famiglie. E tu? Coca, puttanelle e poker on line, forse quei soldi ti sono bastati per sei mesi. Ah, dovevi vederlo, Pucci, il Giovannino che fa cadere la forchetta d’argento, guarda la fettina grigia di roast beef, si alza in piedi e, credendosi di essere il vero conte, punta l’indice verso la porta della sala e mi intima di uscire da quella casa. E la dovevi vedere la Liliana, seduta, calma calma come se si stesse parlando del tempo che faceva dalle parti di Sandringham”
    “gli ho semplicemente detto che finché ero viva quella casa apparteneva a me, e che la Margherita era mia ospite, e se ne sarebbe andata solo quando voleva lei. Che dovevo fare, Pucci? In fondo quelle arie da padrone di casa non mi sono mai piaciute: Vittorio sì che era un padrone di casa, ma le cose bisogna saperle fare. E poi tu, permettimi di dirtelo, Pucci, quel bambino lo hai sempre viziato troppo, e vedi ora quali sono i risultati”

  8. #148
    Super Troll
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    Predefinito Re: Raccontini senza impegno

    “e glielo ho detto, Pucci, finalmente glielo ho detto quello che pensavo di lui, quanto era diverso da Vittorio e non in meglio. Perché anche Vittorio era uno che si godeva la vita, e figurati se non me ne ero mai accorta, anche se tu non mi hai mai detto niente: mi è bastato quello che mi avevi insegnato. Ma Vittorio sapeva anche come si fa, Giovannino no, lui era solo un bambino viziato che non è mai cresciuto, e tu lo sai, Pucci, quanto mi è costato dirglielo, ma glielo ho detto. E lui mi ha guardato, non capiva, e poi Margherita …”
    “… ma no, gli ho fatto i conti del prestinée, gli ho messo davanti il disastro che aveva combinato, un patrimonio andato in fumo per niente, per niente, capisci, Pucci?”
    “… e lui si è tolto il papillon, mi ha guardato, mi ha detto che l’unica che gli aveva voluto bene eri stata tu, e che da quando non c’eri più e un sacco di stupidaggini, e se ne è andato. senza il papillon, ma manderà a prendere le valigie. E mi veniva da piangere, poi qualcuno ha suonato un campanello, non capivo, mi guardavo intorno, per fortuna che c’era la Marghe …”
    “.., sì, ma io lo sapevo che era la cassapanca che ritornava a casa. Lo avevo detto io a quello strozzino dell’antiquario …”
    “… e mi sono messa a piangere, Pucci, la mia cassapanca, sai, il figlio lo avevo già perso da tanto tempo, ma avevo trovato un’amica …”
    “… e anche la cassapanca, dài, su, Liliana, adesso non facciamo piangere la Pucci. Senti, sai cosa faccio? Adesso vi lascio un attimo da sole, così parlate tra di voi, io vado a prendere la macchina e ti aspetto all’ingresso, così non ti bagni. Va bene?” e se ne va, la Marghe, sorridendo tra sé, però è simpatica la vecchia, mi ha anche invitato ad andare a stare da lei, ma no, non lo farò. Però le amicizie le ha, e non sono mica da niente, mi sa che andrò avanti a frequentarla, senza il debosciato si mette a posto nel giro di un paio di mesi e allora, allora andiamo in società, cara Marghe: grazie Liliana!
    “hai visto Pucci? Sai, quella Marghe lì, è quella che mi aveva rubato lo spolverino, ti ricordi? Poverina, si vede che in quel momento aveva bisogno, ma si è pentita, sai? E me ne ha regalato un altro, per indennizzo, mi dice, uno straccetto che dovevi vederlo, niente a che vedere con il mio Fiorucci. però in fondo è una brava ragazza, e io non glielo dirò mai, che ho capito chi era la ladra. Ciao Pucci, a sabato”
    Una coppia di visitatori guarda la Liliana che si avvia lentamente verso l’uscita del cimitero, lui scuote la testa e si rivolge alla moglie: “La hai vista anche tu quella vecchietta? Sembrava che strizzasse l’occhio ad una tomba, ma non è mica vero, no?”

  9. #149
    Blue
    Ospite

    Predefinito Re: Raccontini senza impegno

    Che bello il finale, fa quasi commuovere.
    Ti rendi conto, standing bull, l'abbiamo finito... finitoooo!

  10. #150
    Super Troll
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    Predefinito Re: Raccontini senza impegno

    Citazione Originariamente Scritto da Blue Visualizza Messaggio
    Che bello il finale, fa quasi commuovere.
    Ti rendi conto, standing bull, l'abbiamo finito... finitoooo!
    certo, ce l'abbiamo fatta!
    ma c'è ancora qualcosa da dire. l'ultima puntata, divisa in due post, l'ho pubblicata io, ma è frutto di una collaborazione: trama di Blue e cornice (cimitero) di Standing Bull.

 

 
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