Originariamente Scritto da
Bandierarossa
Se molte cose mancavano in casa di mio nonno, non mancavano però la radio ed il giradischi, ed un mangiadischi per la zia Liliana, in quanto il nonno non voleva che si usasse il suo catafalco per i dischi di Gianni Morandi, Fausto Leali e Caterina Caselli che la zia riusciva non so come ad introdurre in casa di soppiatto suscitando ogni volta la bonaria riprovazione del nonno.
Perché per il nonno, ex tenore della corale locale, la musica si riduceva a Verdi, Puccini (comunque in sottordine a Verdi) con al massimo una concessione a qualche canzonetta cantata dal suo idolo assoluto, Claudio Villa.
A casa del nonno ascoltai per la prima volta il Nabucco, l'Aida, le arie d'opera e le romanze...cose di cui a casa mia, dove c'era solo qualche decina di dischi di jazz e rock'n'roll anni 50, non se ne vedeva l'ombra...
Erano, quelli di mio nonno, dei venerabili dischi di bachelite dura, pesante e fragile, alcuni ancora a 78 giri, che portavano con loro un inconfondibile odore di polvere, nostalgia e carta ingiallita...il nonno li ascoltava raramente come se si trattasse di mistici talismani, e spesso si faceva pregare da me e mio fratello: "Nonno, metti su la marcia trionfale! Nonno, la gelida manina!"...ma alla fine, intenerito dalle moine dei nipotini, finiva per cedere ed estrarre dalla frusciante carta velina i preziosi cimeli.
Me lo ricordo come fosse oggi, seduto sulla sua adorata sedia sdraio, canticchiare i passi salienti delle sue arie preferite con la sua querula, ma sempre intonata, vocetta senile...allora le sue mani devastate dal tornio si mutavano in colombe in volo nel cielo rarefatto del melodramma ottocentesco.