Originariamente Scritto da
Blue
A proposito di occhi...
... ecco, per chi non la conosce, la storia del gioiello maledetto per antonomasia: il diamante Hope, da sempre associato a terribili sventure e disgrazie.
Questo diamante, attualmente di 45,52 carati e dal valore di 250 milioni di dollari, è una rara gemma nota col nome di diamante Hope, attualmente custodito presso lo Smithsonian Museum di Washington.
L’Hope è un diamante blu di 44.52 carati e la sua cattiva fama è dovuta al fatto che buona parte delle persone che hanno potuto vantarne il possesso nel corso dei secoli hanno fatto una fine tragica. La sua storia è strettamente legata alla maledizione delle tre D: Death, Debt, Divorce... ma andiamo con ordine.
Un diamante blu è molto raro, soprattutto nella tonalità intensa e profonda dell'Hope... senza contare le sue dimensioni a dir poco generose: quando fu trovato - nella miniera di Golconda, in India – misurava 112,5 carati allo stato grezzo. Venne acquistato nel 1688 dal ricco mercante francese Jean-Baptiste Tavernier e leggenda vuole che fu lui stesso a disincastonarlo dall'occhio della statua dell'idolo indiano Rama-Sitra, scatenando l'ira della divinità, che maledisse la pietra e tutti coloro che l'avrebbero posseduta. Rientrato in Francia, Tavernier vendette la pietra al re Luigi XIV, ma ciò non lo mise al riparo dalla maledizione dell'idolo: fece bancarotta e, nel tentativo di rifarsi, decise di ripartire per l'India... ma non ci arrivò mai, perché morì durante il viaggio.
Il sovrano francese, nuovo possessore del gioiello (chiamato, da quel momento, anche "Blu di Francia"), lo fece tagliare a forma di cuore - e ne ridusse le dimensioni a 67,5 carati - per donarlo alla sua favorita, madame de Montespan, che poco dopo fu coinvolta in un affare di veleni e finì in disgrazia. Il successivo possessore, re Luigi XV, lo sfoggiò in varie occasioni e morì a 64 anni, fra grandi sofferenze, dopo aver contratto il vaiolo.
Passando da un sovrano all'altro, il diamante fu quindi donato dal re Luigi XVI alla moglie Maria Antonietta, che ne fece fare una collana insieme ad altre pietre preziose... e, come sappiamo, sia lei che il marito finirono decapitati durante la rivoluzione francese. In quell'epoca di gravi tumulti, la pietra venne affidata alla principessa di Lamballe, che morì linciata dalla folla. La gemma finì quindi nelle mani di un gioielliere, che perì di infarto non appena la pietra gli fu rubata... pare, dal figlio stesso. Il figlio del gioielliere, quando scoprì di aver causato la morte del padre, non resse al dolore e si suicidò. Un suo amico, entrato casualmente in possesso del diamante, morì anche lui pochi mesi dopo.
Da questo momento, le tracce del diamante maledetto si perdono... fino a ricomparire a Londra intorno al 1830, nella collezione di gemme del gioielliere inglese Henry Thomas Hope, dal quale prese il nome, che lo fece tagliare riducendone ulteriormente le dimensioni a quelle attuali. La maledizione che il diamante sembrava portare con sé non cessò e coinvolse molte altre persone, fino a quando (nel 1958) fu affidato al Smithsonian Institute dove ancora oggi può essere ammirato, protetto sotto una teca di cristallo antiproiettile.
PS. Dopo questa
amena lettura, sei ancora così scettica, @
Iside?