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Discussione: Magistratura criminale

  1. #1
    Non dire gatto se...
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    Predefinito Magistratura criminale

    qui si discute delle infinite porcate della magistratura criminale, a mio giudizio il primo problema del paese, prima ancora di invasione allogena ed euro

    Accusato di mafia assolto dopo 12 anni, “Ci hanno preso tutto”

    Luglio 2008, ho 15 anni. Apprendo da un quotidiano acquistato all’edicola che mio padre è un mafioso, vedo la sua faccia stampata su quella pagina di giornale. Mi faccio prendere dal panico e gli telefono: lui mi rassicura, mi dice che è tutto falso e di stare tranquillo perché si tratta soltanto di un errore. In quegli stessi giorni, i giornali in Umbria titolavano: «Arrestato Paolo Faraone, Ministro della mafia in Umbria. Sequestrati beni per 2.500.000 euro». Anche qualche telegiornale diede la notizia.

    Secondo l’accusa, il boss di Palermo Lo Piccolo aveva fornito le referenze di mio padre alla famiglia mafiosa dei Madonia per riciclare capitali illeciti nel sito umbro. In realtà mio padre a Terni aveva rilevato un ristorante con il ricavato della vendita di alcune proprietà e con i prestiti bancari. Insomma, tutto tracciabile, nulla a che vedere con ipotesi di intestazioni fittizie. Tant’è che lo stesso Tribunale di Terni ritenne che le indagini erano a tal punto sommarie da non poter formulare alcun capo d’accusa. Ai tempi ci sembrò che fosse tutto finito, ma ci sbagliammo.

    I magistrati di Palermo, per gli stessi fatti, avviarono un altro processo penale e sequestrarono tutti i beni della mia famiglia. Il sequestro fu poi revocato dal Tribunale del Riesame che lo ritenne di origine lecita. Anche questa volta, ci illudemmo che tutto fosse finito, ma ci sbagliammo nuovamente. Lo stesso patrimonio appena dissequestrato venne risequestrato dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, allora presieduta da Silvana Saguto, la stessa che qualche anno dopo sarebbe stata radiata dalla Magistratura perché accusata di reati gravissimi che vanno dall’associazione a delinquere alla truffa, passando per il peculato e l’abuso d’ufficio.

    Dalle “motivazioni” di quel provvedimento emergeva che mio padre, da ministro della mafia in Umbria, era stato “declassato” a prestanome di un certo Lo Cricchio. A questo punto mio padre viene stretto nella morsa micidiale di due processi: il processo penale e quello delle misure di prevenzione. Il primo si è concluso con un nulla di fatto perché i giudici, dopo anni e anni, si sono accorti che i fatti erano avvenuti in un distretto diverso da quello di Palermo. Il secondo si è definito con l’applicazione della confisca di tutto il patrimonio e della sorveglianza speciale per due anni. Il tutto da innocente. Da quando è cominciata questa maledetta vicenda, la vita della mia famiglia è cambiata bruscamente e irrimediabilmente. Il sequestro ha reso impossibile a mio padre anche pagare per un buon avvocato. Si è ritrovato senza reddito, senza lavoro, senza casa. Un padre che, nonostante la distanza geografica che lo separava dai suoi due primi figli, me e mia sorella Flavia, riusciva a tornare giù a Palermo ogni fine settimana o quasi; un padre che garantiva economicamente per i suoi tre figli, ora non più in grado di poter garantire nemmeno sé stesso. Mia sorella è stata costretta ad abbandonare la sua passione, la danza; abbiamo perso la casa; le volte in cui io e mia sorella riuscivamo a spendere del tempo con nostro padre e nostro fratello più piccolo Gabriele si ridusse prepotentemente.

    La sensazione di essere vittima dello Stato – o meglio, di chi dice di rappresentarlo – è difficile da descrivere. Ci si sente traditi, perché ci si vede attaccati da chi dovrebbe difendere te, i tuoi diritti; ci si sente schiacciati, perché non è possibile difendersi dal sospetto. A lungo mi sono chiesto se la valanga che ci ha travolto fosse stata innescata da un errore giudiziario, uno di quelli che in una democrazia, seppur atrocemente, possono capitare perché l’uomo non è infallibile. La cattiva sorte che ci è capitata è la stessa di quella che ha colpito tanti imprenditori per bene le cui aziende sono state abbattute sotto i colpi di un sistema criminale para-legale che ha distrutto il tessuto economico siciliano. Persino tra i miei amici, ce ne sono alcuni che sono stati costretti a emigrare negli Usa per lavorare e vivere. Ma si può davvero spiegare un esproprio su così vasta scala col cattivo operato di qualche giudice che avrebbe creato un’associazione a delinquere per arricchirsi sulle spalle della gente?

    Le reali cause vanno ricercate più a monte, esattamente in una legge radicalmente incostituzionale che permette di distruggere la vita di intere famiglie sulla base di semplici sospetti. Mi è stato spiegato che nella maggioranza dei casi a subire le misure di prevenzione sono persone che non hanno commesso alcun reato. Anche se un cittadino riesce a smentire le accuse più infamanti subirà comunque la confisca.
    Devo ammettere che all’inizio non riuscivo a credere che nella “civilissima” Italia potessero esistere leggi tipiche dell’inquisizione ma alla fine la forza dei fatti mi ha costretto a ricredermi. Siamo di fronte alla negazione stessa dello Stato di Diritto! Il paradosso è che, all’ombra dell’antimafia, si è radicata una sorta di “dirigismo giudiziario dell’economia” che contende a ciò che resta della mafia vera il monopolio dell’oppressione del popolo siciliano. Una macchina infernale che garantisce vere e proprie posizioni di rendita a tutti coloro che gravitano attorno al mondo delle amministrazioni giudiziarie. Non occorre essere giuristi per capire che alla base delle diverse opinioni riguardo alle misure di prevenzione vi è una scelta di campo di tipo culturale.

    Da un lato c’è chi ritiene che una persona che non ha mai subito una condanna sia un innocente; dall’altro c’è chi l’accusa di essere un colpevole sfuggito alle maglie troppo larghe della giustizia penale. La seconda opzione, purtroppo, raccoglie molto consenso nella popolazione, in alcuni settori della Magistratura e sui media. È per questo che le misure di prevenzione sono considerate uno strumento “efficiente” e “indispensabile” nella lotta alla mafia: un congegno raffinato per rimediare ai processi penali troppo garantisti e agli errori dei giudici che non hanno condannato.

    Mio padre non è mai stato condannato per mafia, in compenso è stato punito e distrutto da una misura di prevenzione antimafia. Prevenire è stato peggio che reprimere. Oggi, dopo dodici lunghi anni, la mia famiglia è ancora sommersa nella palude delle conseguenze dell’infame attacco giudiziario che abbiamo subito. Nonostante i danni economici, esistenziali e sociali, non ci siamo arresi e stiamo cercando di ottenere giustizia. A fianco di Nessuno tocchi Caino ci battiamo affinché la lotta alla mafia non sia un pretesto per sopraffare gli inermi cittadini.
    Colpire degli innocenti, semplicemente, non è lotta alla mafia e una legge che lo consente non è una buona legge. Bisogna reagire a questa deriva autoritaria chiamata impropriamente “prevenzione antimafia” per difendere la dignità inviolabile dell’uomo, il diritto al lavoro e la libertà di impresa.
    https://www.ilriformista.it/accusato...-tutto-152185/
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  2. #2
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    Predefinito Re: Magistratura criminale

    Gratteri: «Anche magistrati nelle logge con i mafiosi»

    «C’è un rapporto tra massoneria deviata e ‘ndrangheta ancora oggi, anzi forse è ancora più stringente, in termini numerici, di prima». Lo ha detto il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro Nicola Gratteri, a margine dell’audizione che si è svolta in Antimafia. La provincia con più alta densità massonica d’Italia è quella di Vibo.
    Con la nascita dell’organizzazione segreta “Santa”, dal 1970 «c’erano anche magistrati che partecipavano alle riunioni» delle logge massoniche con gli ‘ndranghetisti, «per questo la ‘ndrangheta ha sempre cercato punti di contatto e ucciso solo quando necessario». Lo ha aggiunto Gratteri davanti alla Commissione Antimafia. «Attraverso la Santa è stata regolamentata la doppia affiliazione, fra ‘ndrangheta e massoneria deviata: ce lo hanno raccontato diversi collaboratori», ha specificato il magistrato.
    Gratteri: «Anche magistrati nelle logge con i mafiosi» ? Blog degli Amici di Pino Masciari
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  3. #3
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    Predefinito Re: Magistratura criminale

    In carcere da innocente. Sollecito deve 600mila euro ai suoi legali
    Raffaele Sollecito, condannato e poi assolto per l'omicidio di Meredith Kercher, deve ancora 660 mila euro ai difensori Bongiorno e Maori

    Quattro anni di detenzione, processi e ricorsi non sono bastati a segnare la fine delle pene per Raffaele Sollecito, assolto definitivamente dalla Corte di Cassazione nel 2015 per l'assassinio della studentessa inglese Meredith Kercher, sgozzata in un appartamento di Perugia il primo novembre del 2007 dall'ivoriano Rudy Guede.

    Oggi, a distanza di 13 anni dall'inizio del calvario giudiziario che lo ha dapprima condannato e poi scagionato dall'accusa di concorso in omicidio, l'ingegnere informatico originario di Giovinazzo (Bari) porta addosso ancora le scorie del travagliatissimo iter processuale. ''Scorie'' che si traducono in debiti e insoluti nei confronti dei suoi legali Giulia Bongiorno e Luca Maori per un ammontante di ben 636.212,23 euro.

    All'origine dell'indebitamento ci sono i costi di una lunga battaglia legale in cui Sollecito non solo ha dovuto dimostrare la sua estraneità ai fatti di Perugia ma battersi in ragione di un risarcimento per ''ingiusta detenzione''. Nel 2017, infatti, la Corte d'Appello di Firenze ha respinto al 37enne la richiesta di rifusione pecuniaria per il clamoroso errore giudiziario che lo aveva travolto dieci anni prima. ''Sussiste una ingiusta detenzione stante la sopraggiunta assoluzione dell’istante - avevano spiegato i giudici della terza sezione penale -Ma proprio lui ha concorso a causarla con la propria condotta dolosa o gravemente colposa”. Una condotta, scrivevano i magistrati, “consistita nel rendere alla polizia giudiziaria, agli inquirenti, e ai giudici, in particolare nelle fasi iniziali delle indagini, dichiarazioni contraddittorie o addirittura francamente menzognere, risultate tali anche alla luce delle valutazioni contenute nella sentenza definitiva di Cassazione”.

    A quel punto, Sollecito ha tentato un'altra strada facendo causa ai giudici che lo hanno condannato. Lo ha affatto in riferimento alla ''legge Vassalli'' sulla responsabilità civile dei magistrati per ''colpa grave e/o dolo'''. I suoi avvocati, Giulia Bongiorno e Luca Maori, hanno chiesto 3 milioni e 600 mila euro per danni materiali e non. Il processo si è radicato
    a Genova poiché, come ben spiega Marco Preve in un articolo de La Repubblica, del capoluogo ligure è la competenza per vicende giudiziarie che coinvolgano magistrati fiorentini, e proprio la Corte d'Appello di Firenze fu quella che condannò Sollecito e la sua ex fidanzata Amanda Knox prima della definitiva assoluzione. Il pool difensivo di Sollecito aveva evidenziato come l'assistito fosse stato giudicato colpevole e rinchiuso in carcere per ''plurimi travisamenti di fatti e di prove''. Ma ciononostante il tribunale di Genova ha rispedito al mittente la richiesta sostenendo che ''tali ricostruzioni - per quanto possano non condividersi ed essere criticate - dimostrano tuttavia che l'Appello di Firenze è pervenuto ad esse all'esito di un processo valutativo e argomentato''.

    Fatto sta, che gli stascichi psicologici della burrascosa vicenda giudiziaria che ha coinvolto il 37enne si fanno ancora sentire. E, per giunta, sono fissati agli atti della sentenza genovese: ''Dovrà assumere farmaci per il resto della vita per una sindrome ansioso-depressiva, difficoltà di concentrazione, alterazioni del sonno, ipervigilinza, facilità al pianto, disperazione, scarsa autostima, comportamenti stravaganti ed estremi, isolamento''. Senza contare, inoltre, i costi delle spese legali, 400mila euro già saldati ipotecando gli immobili familiari, e il saldo dovuto ai consulenti: 330.189, 21 all'avvocato Bongiorno e 336.022,92 all'avvocato Maori. Insomma, oltre al danno anche la beffa. Una beffa salatissima.
    https://www.ilgiornale.it/news/crona...a-1895642.html

    qusti ti distruggono la vota, la reputazione, il conto in banca, e non rispondono a nessuno delle loro conclamate porcate

    va posto un limite
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  4. #4
    Crocutale
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    Predefinito Re: Magistratura criminale

    Si, ma non serve tanto andare nei singoli casi di cronaca.

    Quel che serve è studiare come sono cambiate le procedure con le riforme dopo tangentopoli, come sono cambiate leggi e regolamenti e confrontare con quel che c'era prima.
    E' soltanto li che si capisce cosa sta veramente succedendo e cosa bisognerebbe fare.

    In generale da alcuni anni la politica è stata ridotta allo " stato Bannoniano " , che è quello in cui invece che di leggi si parla di cronaca, cioè del nulla.
    Nel gioco del nulla i piddini non li puoi battere, si vede anche qui nel forum.
    Religione, Patria, Famiglia e Autogestione dei Mezzi di Produzione.

  5. #5
    direttamente dall'Inferno
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    Predefinito Re: Magistratura criminale

    il problema è nella testa di chi gestisce la macchina

 

 

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